Viniamo.it | Lo smanettone colpisce ancora

di Fiorenzo Sartore

A fare il debugger, ovvero il collaudatore di siti, ci si prende gusto. Oggi tocca a Viniamo.it, “the magic wine shop“, recente sito dedicato alla vendita online – di cosa non lo preciso, va bene?

Come al solito vediamo che faccina ha il sito. Eccolo su Windows7.

Viniamo.it - MS W7

E così si presenta con Linux.

Viniamo.it su linux

Al primo impatto, colpisce lo schieramento di bottiglie, che sembra voler rendere l’enoteca meno virtuale di quel che è: come a dire “i vini stanno qua”. Sulle prime confonde un po’, quasi tracima sullo schermo, ma quando scorriamo col mouse sulle bottiglie queste si animano rivelando il nome (ma non il produttore) e il prezzo: quasi tutto quel che serve al primo sguardo. Solo cliccando otteniamo il produttore e la possibilità di accedere alla scheda. Il sistema mi piace abbastanza, anche se necessita di monitor seri, e di macchine veloci. La visualizzazione su un piccolo monitor da cellulare rivela i notevoli limiti di questa pur rutilante presentazione. Eccolo sul mio Nokia N78:

screen nokia

Questione di scelte, direi: o stupisci, o sei navigabile. Viniamo.it ha scelto la prima opzione. Voto 65/100.

Prima di addentrarmi tra le schede faccio un giro: chi sono questi? Da dove vengono, dove vanno? Solite domande esistenziali che faccio a ogni portalone che si rispetti. Un “chi siamo” vero e proprio non lo vedo, c’è un “registrati subito” (induce un lieve stress, uff, e fammi respirare), c’è un “possiamo aiutarti” dai contenuti divulgativi, e solo cliccando “condizioni del servizio” si apre un “info (ah, ecco) e condizioni”. Vediamo: “Il sito VINIAMO.IT è stato creato da 7W srl per la vendita a privati di vino nel rispetto della normativa italiana”. Segue un’orgia di legalese, di cui evidentemente c’è bisogno, non discuto. Permane il mistero su 7W srl, alla fine dell’interminabile pistolotto c’è l’indirizzo della sede milanese – e ne so tanto quanto prima. Ovviamente googlando non trovo una cippa e sinceramente non ho voglia di googlare per sapere chi sei o non sei. Se non me lo vuoi dire okay, ho capito il messaggio, mi vendi vino su internet, mica vuoi portarmi fuori a cena. Va bene. Coerentemente, non si trova nemmeno il tentativo di una minima interattività, o dialogo. A parte i pulsanti per condividere il sito in vari posti social tipo Facebook, e chissà perché dovrei farlo. Voto 50/100.

In un sito di e-commerce mi piace sapere se esiste un minimo d’ordine. Nel pistolotto legalese trovo una parte che recita “7W srl effettua la consegna dei prodotti ordinati dal Cliente alle condizioni espressamente indicate nella sezione del presente sito denominata Consegne”. Che tradotto significa “vatti a vedere il link giusto, che qui parliamo d’altro”. Quindi nella sezione apposita, assieme a un’altra orgia di legalese, intuisco che l’ordine minimo è di sei bottiglie – ma ci arrivo per induzione, visto che parla di consegne di 6, 12, 18 bottiglie. Via, chiudiamo questa parte di analisi del sito, francamente non esaltante. Voto 40/100.

E vogliamo parlare dei vini finalmente? A listino c’è una bella sequela di griffe: Antinori, Gaja, Ca’ del Bosco, Bellavista, Frescobaldi, Ceretto, Ornellaia e San Guido (e infiniti altri). Non con tutte le etichette, ma tipo con i secondi e i terzi vini aziendali. Boh, posso dirlo? Nessuna emozione. Il mio dubbio maggiore è: perché comprare online Blangè Ceretto o Le Volte di Ornellaia, quando li trovo agevolmente alla Coop? In mezzo a queste c’è pure qualche azienda più outsider, ma resta la sensazione di déjà vu. Ci sono, tra le etichette prestigiose, parecchie annate datate e non le ultime in commercio: del Villa Barthenau di Hofstatter vendono il 1999, ad un prezzo pure buono: ma dove l’han preso? E come l’han tenuto in tutto ‘sto tempo? Senza voto, perché non so davvero come valutare la cosa.

Le schede dei vini sono ben fatte: hanno una buona capacità divulgativa, contengono dati interessanti sia per l’enostrippato che per il niubbone, e chi ha scritto i testi dà l’impressione di aver assaggiato davvero quel vino (e guardate che non è poco) – riportando pure il numero di bicchieri raccolti nell’inevitabile Guida del Gambero Rosso. Mi piace assai il metodo di ricerca incrociato, per produzione, denominazione, area: molto bello. Piccolo bug di navigazione, dopo aver scartabellato svariate schede manca un pulsante per tornare agevolmente alla homepage. Forse bisogna completare l’iter di acquisto? Beh, è un segno di ottimismo. Voto: 80/100.

Ultimissimo punto: i prezzi. Non sono male, direi: si trovano alcuni (pochi) outsider a prezzi bassissimi (un Barolo a 15 euri è davvero aggressivo come costo). Trovo il Brunello di Biondi Santi sotto i settanta euri (complimenti) – ma sfortuna vuole che sia l’annata duemila, argh! Resta il problema del minimo acquisto, e dei costi di consegna, ma complessivamente non ho trovato prezzi lunari. Voto: 70/100.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

15 Commenti

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gianpaolo

circa 15 anni fa - Link

Proprio ieri, dovendo attrezzare il mio spaccio aziendale online alle latitudini britanniche, ho fatto un giro su Virgin Wines (si', e' la Virgin di Richard Branson), e sono andato a guardarmi i Terms and Conditions per, ammetto, ricopiarli un po'. Vogliamo fare il confronto co le pagine in legalese italiane? E' impietoso. Vediamo alcuni esempi: -Spese di spedizione: £ 6.99 fisso, che compri 6 o 6oo bottiglie, paghi sempre £ 6.99 in totale. -Prezzo: se trovi un prezzo piu' basso di quello che hai pagato sul sito, in qualsiasi altro negozio online o no in UK, entro 14 giorni dall'acquisto, ti rifondono la differenza. -Qualita: se non ti piace un vino che hai comprato, basta dirlo (e neanche devi spiegare perche', questo lo so), e ti viene restituito il denaro. Se avevi comprato una cassa, basta che tu abbia aperto solo una bottiglia, vengono a riprendersela (a spese loro) e ti ridanno i soldi. -Spedizione (questa è grande): non vuoi aspettare il corriere a casa? Non vuoi trovare il bigliettino di DHL che è passato e che non c'eri? Dicci un posto dove il corriere puo' lasciare il vino (in giardino, nel portone, ecc), e lui te lo lascia li'. E se qualcuno passa di li' e te lo frega? Niente problemi, te lo rimandano gratis, basta che lo dici entro 90 (novanta!) giorni (questa volta pero' ti tocca aspettare il corriere e firmare). -Ti si rompe il vino: come sopra, lo fai sapere entro 90 gg e te lo rimandano gratis. Questo è e-commerce vero, tutto il resto gli assomiglia lontanamente, è fuffa. E su questo gli inglesi sono innarrivabili. Per chi volesse dare un occhiata alle pagine legalesi, molto diverse dall'italico legalese, che esordiscono cosi: "Although they are written in small print, we hope you will agree that they are designed to be fair to you and to us", questo è il link http://www.virginwines.com/help/hl_terms.jsp

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antonio

circa 15 anni fa - Link

diciamo che in genere molti siti di e-commerce anglosassoni/ammeregani hanno questo tipo di condizioni; lo stesso vale per i supermercati, se qualcosa non e' di tuo gradimento puoi riportarla e ti ridanno i soldi; etc etc. Voglio dire una stupidaggine: credo sia dovuto al fatto che ci sono piu' persone oneste e i commercianti/online shops sono meno abituati alla truffa perpetrata ai loro danni da parte di alcuni clienti; o forse e' solo una questione di marketing. Boh.

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gianpaolo

circa 15 anni fa - Link

secondo me non e' cosi, le persone disonenste ci sono anche la, il punto e' che: primo, se dai fiducia, in genere questo scelta viene ripagata, in tutti i sensi, i furbi alla fine sono una percentuale marginale e trascurabile, e anche facilmente scopribile. secondo, la concorrenza vera ormai si gioca non solo sul prezzo, ma anche e sopratutto sul servizio. I supermercati, ed in genere tutto il settore retail, hanno tantissimo da imparare, ma non lo fanno perche' non c'e' una vera concorrenza. Il giorno che Tesco sbarca in Italia (non vengono per la burocrazia e per mancanza di certezza del diritto) si cambia gioco, o ti adegui o esci. Basta con i trolley sgangherati e con la monetina, basta con le cassiere che parlano dei fatti loro mentrene ti scaraventano la roba in fondo alla cassa, basta con la santa inquisizione se vuoi cambiare un oggetto, e basta anche con i prezzi di certi prodotti che da noi sono inspiegabilmente il doppio.

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Bacco

circa 15 anni fa - Link

Gianpaolo, verissimo, se vuoi... dai pure fiducia all'esemplare di furbus italico...ti ci vorranno 20 anni di bancarotta per metterglielo in testa... Anche in Canada, compri, provi usi e se non soddisfatto ti ridanno i soldi (attenzione, contanti non il mefitico buono spesa...) Puoi comprare addirittura un fucile, farci la stagione di caccia e tornare a restituirlo...ripagato al 100%. Ieri sera all'Ikea di Corsico per poter pagare i prodotti della bottega svedese, dovevi raggiungere l'unica cassa aperta, dovevei uscire dal "recinto" con i prodotti e rientrare dopo 30 metri...secondo te in quanti lo hanno fatto?

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Lizzy

circa 15 anni fa - Link

@Gianpaolo: abbiamo capito, non ce la faremo mai. Se queste sono le condizioni per un e-commerce del vino serio, in Italia possiamo sognarcele. Giusto 15 giorni fa mi doveva arrivare un pacco (di cui ignoravo l'arrivo): torno dalle ferie e trovo un bigliettino illeggibile. Chiamo il corriere DHL e mi dicono che non sanno nemmeno di che sto parlando. Il corriere non ripassa. E io non saprò mai cosa doveva arrivarmi. Spero non vino (ma è molto probabile). :( L.

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David

circa 12 anni fa - Link

A proposito di Virgin Wines ho voluto fare una piccola ricerca per capire come potessero permettersi tali politiche commerciali. Beh il risultato è stato che probabilmente vendendo vino di bassa qualità a prezzi improponibili probabilmente anche in Italia sarebbe possibile fare tali politiche. giusto un esempio il "Le Pupille Morellino Di Scansano 2009" viene venduto da da Virgin Wines a £ 14.99 (cira 17.5€) mentre lo stesso vino vine venduto ad esempio su www.webdivino.com a € 6.48 (iva compresa). a questo punto vedete voi ma sinceramente preferisco comperare vino a prezzi onesti in Italia piuttosto che essere derubato da siti tipo Virgin Wines con lo spechietto per le allodole delle condizioni commerciali. L'erba del vicino sembra sempre più bella ma ha volte non si consedera il fatto che sia sintetica :)

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Filippo Ronco

circa 15 anni fa - Link

Ciao Fio, se cerchi "viniamo" su google il terzo risultato risponde a tutte le domande di cui al punto "chi siamo": http://www.tigulliovino.it/dettaglio_articolo.php?idArticolo=4860 Ciao, Fil

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Filippo Ronco

circa 15 anni fa - Link

Comunque, ad un passaggio molto fugace e superficiale, a me è piaciuta molto l'idea dello scaffale e ho notato subito la mancanza del nome del produttore tra le "info brevi" che dovrebbero comparire allo sfioramento della bottiglia con il puntatore. @Gianpaolo Sarebbe bello che quei prezzi potessero essere applicati a tutto e tutti indistintamente. Probabilmemente è anche un problema di volumi e questi sono appena partiti. Comunque la logistica nell'ecommerce - in particolare con un oggetto così difficile come il vino - è il punto critico. Ciao, Fil.

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gianpaolo

circa 15 anni fa - Link

secondo me e' una scelta commerciale, il loro sistema di calcolo del prezzo di trasporto mi sembra fatto apposta per scoraggiare. Il prezzo fisso ha la sua logica, perche' e' vero che spedire piu' roba costa di piu', ma e' anche vero che se tu vendi di piu' hai piu' margini, piu' cassa, ecc, e questo ti compensa il maggior costo e diventa un incentivo per comprare di piu'. Il vero problema e' infatti quello di spedire cose che costano 50 euro, se uno spedisce 100 o 200 ci rientra tutto.

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emanuele

circa 15 anni fa - Link

guardate che questa logica esiste: le spedizioni sono gratuite per ordini che superano i 180 euro!

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gianpaolo

circa 15 anni fa - Link

sono quelle sotto i 180 euro che mi trovano un po' perplesso. Per es. il misterioso costo incrementale oltre le 18 bottiglie. Questo e' quello che si legge nel sito vostro: Il contributo di spedizione chiesto al Cliente è il seguente: 6 bottiglie 12 bottiglie 18 bottiglie 9,50 euro 14 euro 18 euro Località remote, disagiate ed isole potranno prevedere un constributo di spedizione diverso. Per quantità superiori a 18 è previsto un costo incrementale dipendente dal numero di bottiglie. Sul sito, nelle procedure di ordine, è possibile verificare tale importo. Le spese di spedizione sono gratuite per acquisti di valore superiore a 180 euro. Questo e' quello che si legge su Virgin Wines: Delivery is £6.99 per delivery regardless of how many cases you order. Qual'e' piu' chiaro? Io ho pochi dubbi.

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matteo

circa 14 anni fa - Link

ah, l'america... da noi per offrire spedizioni di 6 bottiglie a 9,50 il buon rivenditore ci mette più di un euro di tasca sua... e più il vino pesa e più costa...

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Max-Wino

circa 15 anni fa - Link

Oggi Fiorenzo non facciamo che inseguirci. Visitato anch'io il sito. L'approccio iniziale, è sicuramente differenziante, ma finita la novità non mi sono trovato molto bene e stavo cercando proprio vini da acquistare (merito della pubblicità). Il menù superiore non si autoaggiorna con le scelte fatte. Se scelgo Piemonte e poi vado sulle denominazioni, trovo Aglianico del Molise, Aglianico del Vulture, eccetera. Un pò scomodo. Inoltre il sistema dello scaffale da enoteca è comodo per trovare al volo vini di cui conosci molto bene l'etichetta, ma negli altri casi sembra solo un piacevole effetto grafico. Magari avrebbe senso farlo tipo tag claud, con alcuni vini (i più venditi, i migliori, quelli in sconto) che sono più grandi degli altri. Un "Chi siamo" fatto bene è indispensabile, anch'io l'ho cercato, non l'ho trovato e sono andato su un'altro sito che già conosco. Tra un paio di settimane ripasso e vediamo se sono migliorati.

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emanuele

circa 15 anni fa - Link

ora il menu è iltelligente: no trovi più aglianico in piemonte ;-)

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