Vinestesie in chiave di Björk

Vinestesie in chiave di Björk

di Redazione

Ancora un bel post di Federica Benazizi. Di questo passo finirà che la nominiamo editor.

Questo articolo nasce da un incontro speciale.

Sapevo che esistevano persone come lui ma non ne avevo mai incontrata una prima, tantomeno mi aspettavo di incontrarla ad una degustazione. Lui era lì, trascinato dall’entusiasmo della compagna.

Lui è anosmico.

L’anosmia è la perdita totale della capacità di percepire gli odori.

Per lui, che lo ha scoperto da bambino, è molto più di una semplice perdita. E’ come se non li avesse mai percepiti. E in un certo senso, questo mi ha fatto pensare, che più che “soffrirne” come di una qualsivoglia patologia, per lui sia naturale non percepirli e, ora che è adulto, abbia imparato a farne a meno. Tra l’altro, è una persona estremamente creativa. Quotidianamente si occupa di abbinare musica a immagini: è un music video maker.

Dal nostro incontro è nata una sfida.

Chi l’ha detto che un vino non può essere descritto senza fare riferimento diretto alla parte olfattiva?

Il vino è un emozione complessa. Multimediale, direi.

Tendiamo, spesso a considerare i nostri sensi, come isole separate, quando in teoria tutte le persone hanno capacità sinestetiche1, perché il cervello possiede dei meccanismi in grado di compiere una fusione tra sensi diversi. Alcune forme di sinestesia possono addirittura essere apprese, in questo caso si parla di “associazioni cognitive”. Tra gli effetti dell’allenamento alle associazioni cognitive troviamo l’aumento delle capacità mnemoniche e della creatività.

Nel mio esperimento, le definisco “vinestesie”.

Ho scelto tre vini. Per descriverli tre video musicali di Björk. A dirigere la cantante islandese nei rispettivi video, tre registi altrettanto visionari.

Joga (1997) / Michel Gondry
It’s oh so quiet (1995) / Spike Jonze
Big time sensuality (1993) / Stéphane Sednaoui


Vinestesia #1


Joga
Sabbia Gialla 2014, Cantina San Biagio Vecchio


Vinestesia #2


It’s oh so quiet
Les Copines 2015, Jean-Louis Tribouley.


Vinestesia #3


Big time sensuality
Ratafia Di Montepulciano d’Abruzzo, Praesidium.

1 L’etimologia del termine sinestesia deriva dal greco Syn, ‘insieme‘, e Aisthànestai, ‘percepire‘, e nel complesso significa ‘percepire insieme, sentire insieme’. Infatti la parola sinestesia serve proprio ad indicare un’esperienza di percezione simultanea.

6 Commenti

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Marco Prato – il Fummelier®

circa 5 anni fa - Link

Articolo interessante; per lavoro mi interesso anche io alla sinestesia, argomento quanto mai interessante. C’è però una cosa che mi lascia perplesso, oltre al fatto di portare una persona che soffra di anosmia ad una degustazione di vini; va bene la sinestesia, va bene l’essere creativi, ma senza percezione degli odori, non c’è (o comunque è MOLTO debole) la percezione dei sapori...ergo, sarebbe interessante capire quali sapori, nei vini, possa aver percepito il “Signor Anosmico”. Ho un’amica che ne soffre e a quanto mi dice lei, al palato, percepisce solamente il sapore del sangue, o più precisamente del ferro presente al suo interno. Come sapori non sente praticamente altro. E allora mi chiedo quali possano essere le associazioni sinestesiche che possono scaturire da una tal “non” percezione. E comunque complimenti per le “vinestesie”...nel mio settore sto cercando di creare dei percorsi simili per le mie degustazioni. Son contento di vedere esserci altre persone così curiose, sensibili e creative nel trovare e/o scoprire differenti approcci sensoriali.

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Federica

circa 5 anni fa - Link

Grazie Marco, la persona in questione era li per puro caso! L'idea di comunicare il vino tramite un mix di musica e immagini è più un modo ( o almeno un tentativo) di comunicare l'emozione multisensoriale che il vino buono evoca in noi. Non tanto per ricreare un profilo olfattivo che rimane incomunicabile a chi soffre di anosmia. È bello poi come questi video siano un po' degli 'universali' (possono evocare un sacco di vini) un po' soggettivi (a me evocano quei vini lì) ed cosi è secondo me il piacere del buon vino. Aggiornami sul tuo percorso!

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Emanuele

circa 5 anni fa - Link

È un'idea bella e molto coinvolgente nel suo spigliato, immediato affrancamento dagli schematismi del giudizio tecnico-analitico. Un piccolo, grande movimento in avanti. Brava.

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Federica Benazizi

circa 5 anni fa - Link

Grazie Emanuele, lascio qui il mio contatto per chi volesse scambiare opinioni/articoli sulla sinestesia e il vino (e non solo!) Sono davvero convinta che analizzare il vino, scomponendolo in parti, sia un esercizio che alla lunga ci allontana dal "sentirlo" e lo fa diventare altro da sé. Poi in questo caso, concentrarsi su come "colmare" una mancanza (quella del senso dell'olfatto che incide come ha fatto notare Marco sulle sensazioni gusto-olfattive) ci fa dimenticare che abbiamo altri strumenti per sentire il vino (altri sensi) e che forse è meglio partire da ciò che abbiamo invece che da ciò che ci manca. benazizifederica@gmail.com

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Vinc

circa 5 anni fa - Link

Lettura interessante che c’entra niente col vino: https://www.vice.com/it/article/z495ka/artista-sinestesia-dipinge-quadri-canzoni-melissa-mccracken

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Federica

circa 5 anni fa - Link

Grazie, Vinc, articolo molto interessante!

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