Ve l’avevo detto che il vino è una questione d’etichetta
di Antonio Tomacelli“La prima volta comprano il mio lavoro, la seconda il vostro”. Questa è la frase-killer che uso per convincere i clienti insensibili al fascino di una bella etichetta. L’effetto è garantito, e a volte pure l’assegno staccato con mano tremante. Evvai! Tanto lo sapete che a far vendere il vino è l’etichetta, mica il contenuto della bottiglia. Ah, non lo sapete? Voi credevate il terroir, il vitigno… Sbagliato. E la prova sta in una ricerca pubblicata sul giornale di marketing dal nome impronunciabile (Journal of Marketing Theory and Practice) che conferma la mia teoria e analizza anche alcuni segmenti di vendita.
I vini di fascia alta ad esempio, hanno etichette eleganti e preziose mentre per dare l’idea di una bottiglia economica si usano caratteri in grassetto e colori vivaci. La cosa funziona soprattutto con i clienti che scelgono un vino partendo dal prezzo, basso o alto che sia. Secondo lo studio americano, gli altri, sì, gli enosnob che scelgono un vino in base al terroir o al vitigno esistono. Ma assicurano, sono una insignificante minoranza.
E qui urge la confessione collettiva. Conoscete qualcuno che lo fa? E voi, avete mai comprato una bottiglia solo per l’etichetta? E se sì, di quale vino si trattava?
16 Commenti
Ganascia
circa 15 anni fa - Linkcomprati per l'etichetta, mai. NON comprati per l'etichetta, a volte. La deformazione professionale grafica colpisce quando meno te l'aspetti.
Rispondifabrizio scarpato
circa 15 anni fa - LinkEbbene sì. Proprio stamane ho cambiato una bottiglia si Schiava della doc Lago Caldaro, perchè stranamente ce ne erano due versioni e ho preso quella con l'etichetta... meno brutta. Maneggiare una bottiglia, rigirarla tra le mani dà le stesse sensazioni di un libro, di un disco in vinile: la bellezza della bottiglia, della sua forma e della sua etichetta premiano sicuramente, come un libro Adelphi rispetto a un romanzo da edicola. Non direi di comprare semplicemente per l'etichetta, ma sicuramente credo che molti vini famosi siano aiutati da belle etichette o meglio che la loro notorietà abbia un bell'aiuto da parte di una significativa e particolare grafica. Non mi piacciono le etichette eccessivamente artistiche, addirittura opera di artisti e pittori: mi piacciono semplici e nitide graficamente (PoggioArgentiera è un bell'esempio di bottiglia da maneggiare e guardare, perchè del bere ne parliamo in altra occasione ;-))
Rispondinicola a.
circa 15 anni fa - LinkAmmetto che quando una bottiglia ha un'etichetta che mi piace mi viene subito voglia di prenderla in mano, lo fatto anche con Yellow Tail. Anche i nomi acchiappano:Bin 707 Penfols. Oppure un certo tipo di poesia: Chateau Cheval Blanc Saint Emilion, Chateau Angelus, Chateau Latour Pauillac 1961,................
RispondiEnoteca Everywine
circa 15 anni fa - LinkCondivido pienamente. In questi casi è l'ABITO CHE FA IL MONACO. Se di un dato vino non ne sappiamo nulla, quello che fa la differenza è la bellezza ( degustibus ) della bottiglia e dell'etichetta. Apprezzo molto di più anche i produttori che sulla controetichetta (quando esiste ) oltre a scrivere chilometri di poemi che decantano il loro vino, mettemo anche l'uvaggio del vino. Strano a dirsi, ma la maggioranza non lo fa quasi mai. Non predendo le percentuali che possono cambiare tra le singole annate, ma almeno i vitigni che partecipano all'uvaggio.
RispondiLa linea dell'inutile (Mauro)
circa 15 anni fa - Linkil packaging e' una scienza quasi esatta, impossibile che il vino ne rimanga fuori
RispondiBereilvino
circa 15 anni fa - LinkUna bella etichetta (ovviamente insieme ad una bella bottiglia) è tanto importante quanto lo è il prezzo. Il consumatore in procinto di acquistare una bottiglia di vino prima guarda il prezzo, e subito dopo il packaging nella sua interezza. Personalmente non compro mai bottiglie di vino con delle etichette brutte. Può esserci dentro il miglior vino del mondo ma io non le compro. Per esempio un amico, di ritorno dalla Spagna, mi ha portato recentemente una confezione di tre bottiglie di vino della cantina Matsu (www.bodegamatsu.com) con etichette decisamente originali. Vedendole in una enoteca li avrei comprate anche io, anche solo per curiosità.
Rispondialfredo
circa 15 anni fa - LinkInfatti qualcuno vuole Adolf, o Benito o i dittatori sovietici sulle bottiglie di vino che sicuramente hanno visto l'uva da molto molto lontano, ma proprio come dice il Tomacelli l'etichetta fa la sua parte. Tanti auguri al vino con etichette sbagliate.
RispondiTotò
circa 15 anni fa - LinkPackaging is the five last seconds of marketing
RispondiLa linea dell'inutile (Mauro)
circa 15 anni fa - Linkbella ! questa mi piace !!
RispondiBereilvino
circa 15 anni fa - Link"...or last salesman", cioè quello che deve dare la botta per far decidere finalmente il consumatore.
RispondiRino Ceronte
circa 15 anni fa - LinkKapakkio
circa 15 anni fa - LinkIl Blangé di Ceretto ha un nome e un etichetta molto ricercati che credo influiscano in maniera importante sull'acquisto. Belle anche le bottiglie dei Feudi di San Gregorio, di Vinosia e Planeta.
RispondiAngela Fronti
circa 15 anni fa - LinkRiconosco che ilpackaging è importante.. personalmente guardo sempre al contenuto e all'azienda.
RispondiSabino Berardino
circa 15 anni fa - Linkmah diciamo che se è per consumo personale l'etichetta non esiste; se devo regalare, e so che regalo ad uno che non capisce gran che, tendo a valutare anche il fattore estetico nell'ottica di far capire, a chi riceve, che è un bell'oggetto
RispondiCapric
circa 15 anni fa - LinkOltre all'etichetta, perchè non parlare anche del nome del vino? Permettetemi di lasciarvi un link --> http://capric.simplicissimus.it/2009/06/16/quanto-vale-il-nome/
RispondiTomaso Armento
circa 14 anni fa - LinkMah, direi x esperienza diretta, etichetta primo acquisto, ok. ma se poi non riacquistano meglio tornare a casa a fare i compiti....
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