Un brindisi alle Borse che crollano

di Antonio Tomacelli

main-bgQuando le borse crollano e i titoli azionari hanno lo stesso valore della carta straccia, conviene tenersi liquidi, si sa. Cosa scegliere in questi casi tra dollari, euro e yen? Beh, se parliamo di liquidi meglio una buona bottiglia di vino. Siamo di parte, è vero, ma voi conoscete un altro investimento che abbia fruttato il 900% di interesse in pochi anni? Nessuno, nemmeno Bernie Madoff ai tempi d’oro è stato capace di tanto. Qualche esempio per capirci: una cassa di Lafite Rothschild del 1982 che dieci anni fa costava 2.900 euro, oggi ne vale 28.000, quasi dieci volte tanto.

Il vino, insomma, rende più del mattone, dell’0ro, del petrolio e, naturalmente delle azioni. A dirlo è il London International Vintners Exchange, la borsa del vino che pubblica ogni anno due indici di prezzi, uno dei 100 fine wine e l’altro di 500 non altrettanto fine. La lista dei 100, quella che ci interessa nel caso avessimo ancora qualche spicciolo in tasca, è composta per il 94% da bottiglie della zona di Bordeaux, un 3% scarso di Champagne e il resto diviso tra Borgogna e vini bianchi. Nel listino c’è una sola bottiglia italiana, Ornellaia, presente con due annate. Secondo il direttore della Liv-ex di Londra, investire in bottiglie di vino non è più una nicchia per pochi nababbi, tanto che negli ultimi dieci anni il volume complessivo di affari è salito da 1 a 3 bilioni di dollari. Cosa aspettate dunque a convertire le vostre azioni in Sciatò & Sciampagn? Si fanno soldi facili e poi, male che vada, potrete sempre affogare i dispiaceri nell’alcol.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

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