Tutti vignaioli con il videogioco Hundred days. Eccovi l’anteprima

Tutti vignaioli con il videogioco Hundred days. Eccovi l’anteprima

di Simone Di Vito

Il mondo del vino è sempre in continua evoluzione, non solo a livello enologico o agricolo, l’aspetto commerciale è quello che forse corre più di tutti. Come tanti, io stesso preferisco sempre una comunicazione vinicola più tradizionale e naif, fatta di scoperte e assaggi in giro per cantine, articoli di riviste e passaparola tra amici; non posso che essere d’accordo però con la vista futura di molti: la viticoltura difficilmente potrà prescindere dalla rete e dal network da essa generato. Le numerose campagne social di aziende, i tanti wine lover presenti sui social, corsi e discussioni in streaming (specie in tempi di quarantena), senza dimenticare enoteche online e blog dedicati. Il vino digitale negli ultimi anni è una realtà più che consolidata, nella quale la maggior parte delle aziende investe tempo e denaro, ma da cui ne trae un considerevole profitto; basti pensare alla visibilità che internet e social hanno offerto ad aziende sconosciute, grandi o piccole, e di conseguenza la possibilità di mostrare e vendere i propri prodotti in ogni parte del globo.

In una rete vinicola fatta di codici e linguaggi informatici mancava all’appello quel qualcosa di ludico e divertente: un videogioco. Ne ero venuto a conoscenza circa un anno fa ma era ancora in fase sperimentale, la scorsa settimana invece, anche per via della prova rilasciata, ho avuto la possibilità di provarlo e fare una chiacchierata (attraverso skype) con Elisa Farinetti e Yves Hohler, i due fondatori di Broken Arms games, società sviluppatrice di Hundred days, gioco dedicato al mondo del vino.

Chi siete e cos’è Broken Arms games?
Siamo Elisa e Yves, due appassionati di programmazione e videogiochi, nati e cresciuti in Piemonte, tra Langhe e Monferrato, quindi tra due botti ed una vasca. Da un paio d’anni ormai ci siamo ristabiliti nelle nostre zone; ad Acqui Terme infatti c’è la nostra sede operativa.

Broken Arms è una piccola realtà al 100% italiana che si occupa di sviluppo videogiochi per computer, mobile e console; per un periodo abbiamo vissuto e lavorato all’estero, prima come dipendenti facendo esperienza e poi in proprio, specie in Australia, ma dopo qualche anno li abbiamo deciso di ristabilirci in Italia, tornando quindi ai nostri luoghi di origine. Con tutte le difficoltà e i pregiudizi che ci possono essere nel fare questo lavoro in una nazione dove ancora è un campo quasi sconosciuto; sarebbe stato sicuramente più facile lavorare a Londra, o nella Silicon valley, ma farlo qui ci da tante soddisfazioni.

Da quanti componenti è composto il vostro team?
Siamo un gruppo piuttosto giovane composto da cinque persone fisse, con età media intorno ai 30 anni. Il grosso del lavoro è fatto da noi, ma di tanto in tanto ci avvaliamo anche di collaborazioni esterne, specie per alcuni lavori specifici, per sviluppare il gioco in modo più completo e corretto.

Quanti di voi sono appassionati di vino?
Più o meno tutti, diciamo che io(Elisa),Yves e Francesco un po’ di più poiché, oltre ad essere nati e cresciuti in queste zone, il vino ha fatto sempre parte e continuerà a far parte della nostra vita; nelle nostre famiglie c’era chi vendeva le proprie uve o chi addirittura produceva vino.

I vostri vini preferiti, motivandoli però, non mi basta solo il nome.
(Yves), sono innamorato di champagne ma in generale di bollicine e metodo classico; in Italia abbiamo degni rappresentanti nella categoria dei rifermentati anche se non tutti all’altezza di quelli francesi; sono attratto principalmente dalla complessità che riscontro decisamente in spumanti più evoluti; giocando in casa, mi piace molto Enrico Serafino con il suo Alta Langa Zero.

(Elisa), sono più una ragazza da barbera, quindi legata alla tradizione, ovviamente in purezza e con il solo acciaio; da piemontese doc la barrique non la guardo nemmeno(ride). Poi quando voglio qualcosa in più vado sui nebbioli di langa.

Cos’è Hundred days?
È un gioco in cui i giocatori si cimenteranno nel gestire un’azienda vitivinicola; saranno presenti tutte le operazioni classiche che ogni viticoltore svolge. Tra le tante, alcune molto dettagliate e tecniche come la scelta del vitigno da piantare, vinificazione attraverso lieviti indigeni o selezionati, la scelta dei tini per la maturazione, tipologia di bottiglia ed etichetta e molte altre. La nostra idea è quella di raccontare e far provare, nel modo più realistico possibile, cosa c’è all’interno di una bottiglia di vino, oltre al liquido quindi passione, impegno e duro lavoro.

A chi è venuta l’idea di questo gioco? e da quanto ormai ci lavorate?
(Elisa) L’idea è di tutti e due, anche se poi l’input principale è venuto da due amici, che fanno il nostro stesso lavoro; secondo loro, sia per le nostre origini che conoscenze eravamo le persone giuste, questo ci ha dato quella spinta ulteriore che serviva per iniziare questa avventura. Abbiamo quindi iniziato a lavorarci a metà giugno 2018, quindi a breve saranno due anni.

Domanda per Elisa: cosa si prova a sviluppare un gioco sul mondo del vino vivendo in Piemonte?
L’idea di riuscire a raccontare la nostra infanzia tra vigne e botti, gran parte del lavoro che quindi si svolge in queste terre è per me motivo di orgoglio; aggiungo che finalmente i nostri genitori possono capire ancor meglio cosa facciamo per vivere.

Domanda per Yves: Come mai la scelta di diventare sviluppatore di videogiochi invece che lavorare in ambito vitivinicolo?
Sono cresciuto in questo mondo; quando avevo cinque anni i miei si sono trasferiti a Bricco, un paesino di circa 30 anime, appena sotto le Langhe, praticamente ho trascorso quasi tutta la mia adolescenza in cantina, al punto che circa dodici anni fa mi sono addirittura ritrovato a gestire l’azienda di famiglia; purtroppo le varie divergenze con mio padre mi hanno portato a lasciare a lui la conduzione, e buttarmi sull’altra mia grande passione: i videogiochi. Ci tengo comunque a dire che non ho smarrito la voglia di fare vino, anzi, con la complicità di un amico produttore, prossimamente uscirà un mio vino.

Quanti vitigni troveremo all’interno del gioco? Qualche esempio tra quelli inseriti?
(Yves) Saranno presenti i vitigni autoctoni delle migliori dieci zone vitivinicole del mondo; posso solo dire che ovviamente non mancheranno i nostri nebbiolo e barbera; in più uscirà un tool (chiamato grapelab), che permetterà agli utenti di creare vitigni personalizzati, per esempio gli autoctoni particolarmente sconosciuti che spesso troviamo in giro per l’Italia.

Qual è il target di utenti ai quali vi rivolgete e in quale paese pensate che il vostro gioco sia accolto meglio?
(Elisa) Lavoriamo in funzione del fatto che anche se gestionale e in alcuni casi tecnico, deve rispettare il canone base del videogioco, quindi essere divertente e il più possibile intuitivo anche per i meno esperti; dopodiché anche in base ai numerosi feedback che riceviamo, spesso da utenti iscritti ai nostri canali e pagine facebook, si evince che la stragrande maggioranza ha una passione o addirittura lavora nel campo del vino, ma chiunque può giocarci, basta capire che un vino è il prodotto di una fermentazione. Abbiamo utenti da ogni parte del mondo, e spesso nei nostri canali nascono discussioni, a volte piuttosto tecniche; ad esempio, poco tempo fa, sul nostro profilo Discord (un social network per videogiocatori) è nata una fitta diatriba tra utenti americani sul Tokaj, un fatto curioso che fa capire però quant’è importante il vino a tutte le latitudini.

So che ormai nel vostro campo, chiedere una data d’uscita è come chiedere ad un vignaiolo che annata sarà la prossima, ma tenterò lo stesso, che annata sarà? Cioè, quando uscirà il gioco?
(Elisa) Molto del lavoro strutturale è fatto, ma c’è ancora da lavorare, quindi speriamo il prossimo anno; inizialmente sarà previsto solo su pc e mac tramite la piattaforma di giochi online Steam, dopodiché sarà rilasciata probabilmente una versione per smartphone; poi, se tutto andrà come ci auguriamo, in futuro anche su console.

In attesa dell’uscita del gioco, inizio a pregustare l’idea di produrre il mio primo vino, anche se solo digitale, e realizzato con mouse e tastiera davanti ad uno schermo; certo è che la realtà è un’altra cosa e fortunatamente ha anche un altro sapore.

Scarica la demo

Sito ufficiale del gioco

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Simone Di Vito

Cresciuto a pane e corse automobilistiche (per via del papà pilota), sceglie la sostenibilità di bacchette, tamburi e corde grosse, tra batteria e basso elettrico. Si approccia al vino grazie a una breve carriera da scaffalista al supermercato, decidendo dopo anni di iscriversi ad un corso AIS. Enostrippato a tempo pieno, operaio a tempo perso. Entra in Intravino dalla porta di servizio ma si ritrova quasi per sbaglio nella stanza dei bottoni. Coltiva il sogno di parcellizzare tutto quel che lo circonda, quartieri di Roma compresi.

4 Commenti

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Tommaso

circa 4 anni fa - Link

Bella storia!

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Marco

circa 4 anni fa - Link

Ci sarà da divertirsi! 😃

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Simone Di Vito

circa 4 anni fa - Link

Io l'ho provato, ed è divertentissimo! Mi sono fatto subito il mio chardonnay con lieviti indigeni e maturazione in cemento, il nebbiolo invece rigorosamente in botte grande e bottiglia albeisa :)

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Elisa

circa 4 anni fa - Link

La demo è disponibile qui per il download: https://brokenarmsgames.itch.io/hundred-days

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