Tutti i record di Montalcino che nessuno conosce: turisti annui, miele, fatturato vinicolo pro-capite…

Tutti i record di Montalcino che nessuno conosce: turisti annui, miele, fatturato vinicolo pro-capite…

di Stefano Cinelli Colombini

È caldo (tranne oggi), non il periodo adatto per i grandi vini rossi. Per cui sospendiamo fino alla vendemmia i “dieci eventi che cambiarono la storia del Brunello”. Come congedo, ecco una visione di Montalcino interessante, vera e diversa da quello che tutti credono. Perché qui non è solo il Brunello ad essere da record, ma nessuno lo sa…

Dai dati del Piano Strutturale il Comune di Montalcino ha una superficie di circa 24.000 ettari di cui 11.500 coltivati, ed ha 5.118 abitanti. Che – lo immaginereste mai? – dal 1901 diminuiscono di numero. Beh, nell’ultimo decennio il calo si è arrestato, ma solo per via di una forte immigrazione. Se si passa alle statistiche, siamo da record. Ma nessuno lo sa.

Abbiamo avuto due milioni di presenze l’anno e stiamo rapidamente tornando su quei livelli, quasi 400 per abitante; è la più alta percentuale di turisti per abitante d’Italia. Ma nessuno ci considera un’importante risorsa turistica, pensa un po’. Abbiamo 745 imprese di cui la metà in agricoltura, più di cento nel commercio e una sessantina tra alberghi e ristoranti; un’attività commerciale ogni sette abitanti, e anche questo probabilmente è un record nazionale.

Con soli cinquemila abitanti produciamo il 5% del PIL vinicolo nazionale, e questo probabilmente ci rende la comunità agricola con maggior fatturato vinicolo pro-capite del pianeta. La disoccupazione è al 2% e gli stranieri residenti, pur essendo il 12,5% del totale, non hanno mai dato origine a nessun problema di integrazione. È un paradiso? No, figuriamoci, però si vive bene. Anche perché i montalcinesi mica si limitano a vinificare, ad aprire enoteche e a dare da mangiare ai passanti.

Siamo il Comune con la più alta produzione di miele in Italia, abbiamo quasi ottocento ettari di oliveti e facciamo di tutto; c’è chi coltiva zafferano, chi fa bambole artigianali, chi pubblica libri per bambini, abbiamo scultori del legno, ceramisti, grafici, restauratori di mobili antichi, realizzatori di pipe ed altri souvenir d’erica arborea, ci sono piccole sartorie, gioiellieri, si producono tessuti di canapa, ci sono pasticcerie e forni che tengono vive le tradizioni di numerosi prodotti tipici e tante altre attività. Siamo una comunità molto industriosa e molto variegata, con tante cose inventate e gestite da giovani.

Ma naturalmente Montalcino è vino. Abbiamo 364 aziende agrarie, e di queste 273 conducono vigneti. L’allevamento è sparito, sono rimasti meno di cento capi più alcune migliaia di pecore. In agricoltura sono occupate 1.600 unità, ma nei periodi dell’innesto delle viti, della vendemmia della raccolta delle olive si sale ad oltre 2.200. Non è un record quasi il 40% di occupati in agricoltura in un’economia benestante del primo mondo?

Nel nostro piccolo, siamo un modello sociale molto, molto particolare. Ecocompatibile, agricolo e privo di inquinamento, scusate se è poco. Il vigneto copre 3.480 ettari di cui 2.100 iscritti a Brunello di Montalcino DOCG, 510 a Rosso di Montalcino DOC, 38 a Chianti DOCG e 832 a S.Antimo DOC o IGT Toscana. Il sangiovese copre circa 2.750, pari all’80% del totale. Se però escludiamo dal calcolo le tre aziende che hanno la maggior percentuale di uve diverse dal sangiovese otteniamo un risultato molto singolare; le 270 aziende (su un totale di 273) di cui parliamo hanno 2.560 ettari di vigneto di cui 2.480, ovvero il 97%, a  sangiovese.

Questo dato spiega perché nelle assemblee del Consorzio i produttori hanno sempre rifiutato ogni taglio sia nel Brunello che nel Rosso di Montalcino, e sempre con maggioranze superiori all’85%. La produzione e vendita di Brunello di Montalcino DOCG, tra annata e Riserva, è stabilmente superiore ai dieci milioni di bottiglie; la cifra più alta mai raggiunta. Anche il prezzo del Brunello 2011 sfuso è il più alto mai raggiunto, oltre dodici Euro al litro. Il prezzo dei vigneti è più difficile da determinare, dal valore degli acquisti si deve togliere quello delle scorte e dei marchi, ma direi che siamo sopra il milione ad ettaro. Forse è più esatto dire un milione e duecentomila Euro. Questo fervore di attività è la dimostrazione visibile della fiducia dei montalcinesi (nativi e non) nel futuro, in continuità con una creatività che viene da lontano.

L’uditore Gherardini nel relazionare a Cosimo III° nel 1676 descrive gli abitanti di queste terre con parole che valgono ancor’oggi: ”… sono i Montalcinesi di ingegno acuto e dotati per lo più di una fecondia naturale. I cittadini meglio stanti riescono assai civili. La sottigliezza dell’ingegno fa che non siano molto docili. Sono stimati et in effetti sono un po’ queruli. Sono industriosi ed attivi… et entra nella città buona quantità di denaro poiché oltre al provvedere la città e corte, ne provvedano ancora tutte le terre circonvicine e ne smaltiscano gran quantità in Maremma.”.

Ingegnosi, civili, indocili e queruli; siamo proprio noi. Buone ferie da Montalcino.

 

[Foto: Fonte Bertusi]

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Stefano Cinelli Colombini

Nato nel 1956 a Firenze da un'antica famiglia senese, è il titolare della Fattoria dei Barbi a Montalcino. Membro dell’Accademia Nazionale della Vite e del Vino e dell’Accademia dei Georgofili, è un grande appassionato di storia, arte e musica classica.

21 Commenti

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DanielPC

circa 8 anni fa - Link

Faccio sempre le mie vacanze estive nella provincia di Grosseto. Settimana scorsa ho deciso di fare un salto a Montalcino per conoscere il paese, sono rimasto meravigliato, non mi aspettavo un posto così bello e accogliente. Alla fine ho portato a casa un po' di tutto, vino, miele, grappa e pure delle scarpe fatta a mano. Complimenti e spero di tornare nel periodo d'inverno.

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Hamlet

circa 8 anni fa - Link

"Anche il prezzo del Brunello 2011 sfuso" ma il Brunello sfuso non esiste! il Brunello è solo imbottigliato!!!

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Stefano Cinelli Colombini

circa 8 anni fa - Link

Certo che esiste. Il Brunello si può vendere sfuso, così come si può vendere l'uva di Brunello. Chi compra, se vorrà produrre bottiglie di Brunello, dovrà avere una cantina sutorizzata entro la zona di produzione, rispettare tutto quanto previsto dal Disciplinare, avere l'approvazione DOCG e, al termine del periodo di affinamento, potrà imbottigliare e vendere. Complesso, ma possibile. Altrimenti si mangia l'uva che ha comprato, ottima, o si beve a casa sua il Brunello sfuso. Anche quello buonissimo. Prosit.

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GiovanniP

circa 8 anni fa - Link

Scusi sig.Stefano, ma il brunello sfuso al quale fa riferimento non dovrebbe essere chiamato "vino atto a divenire Brunello di Montalcino docg" ?

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Stefano Cinelli Colombini

circa 8 anni fa - Link

No, se il Brunello di Montalcino sfuso è stato sottoposto all'esame della commissione della DOCG e alle analisi ed è stato approvato è Brunello, anche se sfuso. Poi andrà imbottigliato per essere venduto al pubblico, ma a quello provvederà l'acquirente.

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GiovanniP

circa 8 anni fa - Link

D'accordo, ma nella descrizione del commento precedente lei faceva riferimento allo sfuso prima dell'affinamento e dell'approvazione docg ed in quel caso non si può definire Brunello sfuso. Grazie della precisazione.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 8 anni fa - Link

Nel mio testo parlavo del prezzo del Brunello 2011 sfuso, che è l'unico a valere oltre € 10 al litro. Gli altri costano meno. Il 2011 è quasi inevitabilmente affinato e approvato, altrimenti non sarebbe vendibile in bottiglia quest'anno. Per cui è praticamente sempre Brunello, non "atto a divenire".

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Hamlet

circa 8 anni fa - Link

"va imbottigliato per essere venduto al pubblico" ergo se non è imbottigliato non è Brunello ma è altra cosa, è un vino che potrebbe diventare Brunello. Il Brunello è solo imbottigliato un bottiglie di vetro bordolese. Se non lo imbottiglio oppure lo metto in lattina, faccio un reato

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Stefano Cinelli Colombini

circa 8 anni fa - Link

Non per essere pignolo, ma non è così. È Brunello di Montalcino DOCG se è approvato dalla commissione in quanto rispetta tutti i requisiti. Punto. Poi lo si può imbottigliare per vendere, ma anche vendere sfuso ad altri acquirenti, bere, declassare, tagliare con altri Brunelli o altri vini. Come vede le possibilità sono diverse, fermo restando che si tratta di Brunello di Montalcino DOCG.

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Vignadelmar

circa 8 anni fa - Link

Ho vissuto e lavorato a Montalcino per due anni. Qualità della vita, dei servizi pubblici, mantenimento del decoro cittadino a livelli assoluti. Certo, è un piccolo borgo, dove ci si conosce tutti e se hai un problema non devi far altro che schioccare le dita, tutti ti aiutano a risolverlo. D'inverno è un po' morto e se ti vuoi muovere per raggiungere un po' di vita, devi farlo in macchina e raggiungere la tua meta percorrendo strade tortuose e magnifiche però piuttosto lente. Diciamo che se sei un tipo nervoso evita di andarci a vivere. Con Verdicchio ci ho vissuto benissimo, vi ho anche conosciuto la mia attuale Compagna e dunque devo alla cittadina una gratitudine eterna. Stefano Cinelli Colombini è stato fra gli amici più cari, confermando questo suo stile sagacenobilruspante, che me lo aveva fatto apprezzare fin dalla precedente conoscenza internettiana. Stefano non è stato l'unico amico, però non voglio trasformare questo commento in un elenco di nomi. . Ciao

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sergio

circa 8 anni fa - Link

Sono parole bellissime. Del suo stile, anche soltanto conoscendolo attraverso Intravino, sinceramente mi ero già accorto. Aggiungerei anche un tratto anticonformistico. Saluti ad entrambi.

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Montosoli

circa 8 anni fa - Link

Forse anche il Record di avere una sola Banca....con tutti I soldi che girano...!!

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Stefano Cinelli Colombini

circa 8 anni fa - Link

Proprio proprio una sola? MPS a Montalcino, Torrenieri, S.Angelo è Castelnuovo, CRAS, Chianti Banca e Banca Toscana in paese. Più un'altra decina di banche che fa "servizio sportello" a domicilio nelle aziende

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Montosoli

circa 8 anni fa - Link

Grazie per l"aggiornamento... A noi turisti ci e e stato detto che vi era una Banca sola...mps

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Paolo

circa 8 anni fa - Link

Un caso esemplare di ciò che chiamiamo "distretto". Mi piace, non solo da goloso, il riferimento alla grande produzione di miele, un esempio che dimostra la possibilità di sfuggire ai rischi della monocoltura: le api sono considerate anche un indicatore di salubrità e biodiversità in campo agricolo. Nel contempo Cilnelli ricorda soavemente che la ricchezza e la persistenza del "tuscany landscape" è un capitale immenso costruito nel tempo e costantemente mantenuto; non è un mondo conservato sotto bolla di vetro, ma quotidianamente lavorato. Così per tanti altri bellissimi luoghi e distretti in Italia, vi sono molti modi di fare le cose: uno di questi è di farle bene.

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jack vincennes

circa 8 anni fa - Link

Il prodotto di qualità che trascina il territorio, semplice.

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Luca

circa 8 anni fa - Link

Sfuso o non se vuoi Degustare un Ottimo Brunello lo devi acquistare in bottiglia, se possibile una Riserva.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 8 anni fa - Link

Più che giusto.

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Luca

circa 8 anni fa - Link

Si grazie Stefano, ne sono convinto da sempre, scusami x curiosità sei della famiglia di Donatella Cinelli Colombini ??

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Stefano Cinelli Colombini

circa 8 anni fa - Link

È mia sorella

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Luca

circa 8 anni fa - Link

BRAVI fate ottimi vini, ho conosciuto tua nipote e sorella alla edizione scorsa del Vinitaly...!!

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