Tre rifermentati naturali da bere senza cautela
di Andrea TroianiA me piacciono i vini a due fermentazioni. E mi piacciono tanto.
Da bravo enofighetto (ne parlavo qui), con poche eccezioni non bevo quasi mai metodo Martinotti; bevo, piuttosto, metodo classico, metodo interrotto o ancestrale, essi sono parte della mia alimentazione, almeno quanto il pane. Tralasciando l’effetto, tutto da dimostrare, di questa insana abitudine sulla salute e sul corpo, trovo più piacevole e divertente scoprire bottiglie di piccoli produttori che lavorano bene con le rifermentazioni in bottiglia. Si tratta quasi sempre di vini naturali, un po’ torbidi, chiusi da un tappo a corona e con etichette fantasiose e colorate.
Questi vini, piacevolmente frizzanti, sono la versione moderna e probabilmente più curata dei vini mossi da osteria che i nostri nonni, e ancor prima i bisnonni, buttavano giù dentro i pesanti bicchieri Duralex. Di quei vini conservano la leggerezza e il piacere, aggiungendo spesso colori intensi e profumi vari derivati da macerazioni più o meno lunghe.
Notando quanti di questi tappi a corona vedo apparire nelle diverse enoteche, mi viene facile pensare che presto questi vini daranno filo da torcere al Prosecco sul campo degli aperitivi e delle fresche bevute poco impegnative.
(Ma queste sono solo mie supposizioni legate al gusto personale).
Ultimamente ne ho provati, tra gli altri, tre che mi hanno colpito per profumi, armonie e facilità di bevuta e che ho segnato bene per ritrovarli al più presto.
Ecco i miei appunti:
Cinciallegra, Il Roccolo. Un veneto diverso, bello e arancione. Garganega e trebbiano macerati e rifermentati con i loro lieviti. Profumo di frutta, fiori e anche una nota di agrume dolce. In bocca parte una festa di albicocca, a cui segue allegra freschezza che si esalta con la bollicina, sembra chiudere proprio un pompelmo maturo. Ogni calice un giro di giostra.
Wines Of Anarchy, Francesco Cirelli. Se lo avete incontrato, ne ricorderete certamente l’etichetta, che riproduce la bandiera dei pirati con sfondo nero e teschio (con tanto di dente d’oro) a contrastare sul bel giallo del vino. Cirelli lavora con successo in Abruzzo e questo trebbiano rifermentato è un bellissimo frutto di quella terra. Del Trebbiano mantiene la rusticità e il sapore di vino, unito alla freschezza della doppia fermentazione. Inutile aggiungere che si tratta di un vino naturale, senza filtrazione, senza chiarifica e fermentato sui suoi lieviti.
Indigeno, Ancarani, Nessuno zucchero e grande acidità in questo trebbiano romagnolo vinificato a Santa Lucia, frazione di Mariano Faenza. Tiraggio con il suo mosto, lieviti indigeni, almeno cinque mesi in bottiglia sui lieviti che lo rendono opaco e godibilissimo in bocca. Profumato ma non troppo, acido ma non troppo, insomma l’Indigeno non è mai troppo. Servire freddo in una bella giornata di sole mentre contemplate le colline romagnole o anche il mare della stessa riviera.
EDIT: Il frizzante di Francesco Cirelli non è rifermentato in bottiglia ma prodotto in autoclave per conto della cantina abruzzese da parte di una azienda di spumanti.
9 Commenti
Lanegano
circa 5 anni fa - LinkMalvasia 'Besiosa' dell' azienda agricola Crocizia e 'Amico Frizz' di Stuvenagh se posso aggiungere un suggerimento.
RispondiAndrea Troiani
circa 5 anni fa - LinkGrazie dei suggerimenti. Amico Frizz della birreria di Stuvenagh (divisione vino in questo caso) lo conosco e ancora rido dell'etichetta. L'altro lo metto in lista.
RispondiAndrea Troiani
circa 5 anni fa - LinkPiccola nota: rido "per l'etichetta" e non ""dell'etichetta" ;-)
RispondiDaniela @senzapanna
circa 5 anni fa - LinkPremesso che me li segno perché adoro questa tipologia di vino, cioè sia naturale che rifermentato, aggiungo che siccome mi sto interessando da un po' di tempo di fermentazioni spontanee dei cibi e delle bevande e sto facendo sperimentazione su bibite fermentate spontaneamente scoprire vini come questi mi fa un piacere triplo.
Rispondimm
circa 5 anni fa - Linkforse è frazione di Faenza, non provincia di Faenza!!
RispondiAndrea Troiani
circa 5 anni fa - LinkE forse hai ragione ;-) Grazie
RispondiGuido
circa 5 anni fa - LinkSuggerisco i lambruschi di Bergianti e l'Uva Tosca di Vignaboni. il top in fatto di tappo a corona :)
RispondiFederico
circa 5 anni fa - LinkSe parli dello Sgarbatodrizzapelo, chiamalo con il suo nome! 😉
RispondiGuido
circa 5 anni fa - LinkBRAVO!!! errore imperdonabile. sottotitolo, L'acidità non è un'opinione
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