Tre bicchieri e cinque bottiglie: una comparata di guide 2010
di Andrea GoriLe accuse sono sempre le stesse: il Gambero è global e “premia sempre i soliti” e l’Espresso è enosnob e poco mainstream. Qualsiasi cosa significhino queste parole pescate tra forum e conversazioni fisiche, proviamo a confrontare i tre bicchieri 2010 fin’ora noti del Gambero Rosso (a sinistra) con le eccellenze de L’espresso (a destra). In attesa di avere le guide tra le mani, è il migliore dei mondi possibili. Vediamo la tabella riassuntiva:
UMBRIA Gambero Rosso
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UMBRIA L’espresso
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BASILICATA Gambero Rosso
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BASILICATA L’espresso
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CALABRIA Gambero Rosso
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CALABRIA L’espresso
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MOLISE Gambero Rosso
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Molise L’espresso
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LAZIO Gambero Rosso
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LAZIO L’espresso
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Come primo elemento salta agli occhi il numero dei premiati: maggiore per il Gambero. Pare che sia dovuto alla presenza di “soliti noti” che continuano a produrre ottimi vini e che (giustamente) vengono premiati. Ma è una di quelle cose che fanno storcere il naso agli enosboroni: non ne possono più di queste aziende, che saranno pure famose, ma ormai non fa più figo citarle. Meglio allora catalizzare l’attenzione su alcune novità e metterle bene in evidenza.
Ad esempio in Umbria l’Espresso non considera Caprai, Antinori, Perticaia, Tabarrini tutti grandissimi ma… il Gambero invece non se ne dimentica, mescolando qualche novità ai soliti ottiene un effetto cerchiobottista interessante. Basilicata simile nel senso che Espresso menziona Eleano, realtà ottima e interessante ma assai meno nota rispetto al Basilisco e PaterNoster.
L’Aglianico di Di Majo Norante nel Molise è forse davvero il miglior vino rosso del Molise. Il Gambero lo premia spesso anche per il prezzo molto concorrenziale. Per l’Espresso, invece, il Molise non produce eccellenze di livello nazionale ma meno facilmente rintracciabili come il Biferno Rosso Borgo di Colloredo (che non conosciamo e che scopriremo con curiosità giovedì).
In Lazio Mottura mette d’accordo tutti sui bianchi, mentre tra i rossi un classico come Falesco non manca quasi mai nel Gambero – ed è troppo global per piacere davvero all’Espresso. Semmai stupisce che non ci sia un Cesanese che è oggi vitigno di culto (quasi) per una nicchia di appassionati.
In Calabria ovviamente Librandi non può mancare e neanche un vino dolce, seppure diverso nelle due guide. Entrambi sono grandissimi e commoventi. L’espresso, poi, punta l’attenzione su un vino assolutamente off, fuori dagli schemi e dal mercato ma da provare e da riprovare per capire l’essenza di un terroir come la Calabria ovvero il Cirò Ripe del Falco. Questo esce sempre circa 10-12 anni dopo la vendemmia, un unicum molto difficile da spiegare ad un pubblico “standard” abituato ai vini di frutto maturo e polposo.
In conclusione almeno per queste regioni si nota, da parte de L’espresso, lo sforzo di coprire aspetti più oscuri della produzione nazionale, forse a scapito di una completezza di giudizio che non può prescindere (esempio) da Caprai in Umbria. Ancora una volta si conferma che le guide non solo sono espressione di gusti diversi ma hanno anche scopi e pubblici quasi opposti. E quindi per quanto ci dia fastidio il proliferare di guide, il confronto è sempre arricchimento per tutti.
19 Commenti
VignereiMaNonPosso
circa 14 anni fa - LinkOsservazione global: ma se uno compra una guida si aspetta di essere guidato no? Che senso ha mettere in guida vini praticamente introvabili? Domanda non retorica: me lo chiedo davvero
RispondiMassimo Lanza
circa 14 anni fa - Linke se uno compra una tromba ?
Rispondivignereimanonposso
circa 14 anni fa - Linkcioè? Può essere più esplicito sig. Lanza?
RispondiRic64
circa 14 anni fa - LinkGori, intervenga lei prego, in quanto editor e author del post, e, soprattutto, in quanto florentinus!
RispondiRizzo Fabiari
circa 14 anni fa - LinkBeh, a quanto mi risulta, Borgo di Colloredo è un'azienda molisana, quindi mi pare che un vino della regione sia presente nella lista dell'espresso. Aggiungo che l'esimio Caprai non invia (da due anni) i propri vini alla redazione espressica. Saluti
RispondiRic64
circa 14 anni fa - LinkColpa vostra che mettete Abruzzo e Molise! Così poi la gente si confonde!
RispondiMaurizio
circa 14 anni fa - LinkL'anno scorso quelli de L'Espresso, se non sbaglio, si erano ripromessi di separare Abruzzo e Molise, ma da quanto si evince cliccando sulle regioni, pare non sia così. Infatti, se si clicca l'Abruzzo appare anche l'azienda Molisana e se si clicca sul Molise appaiono anche le aziende Abruzzesi. Staremo a vedere se effettivamente sono rimaste insieme. Per quanto riguarda i vini direi che , parere personale, il Don Luigi non si discute, almeno in regione. Il Gironia è un buon Montepulciano (con una percentuale di aglianico)dal prezzo competitivo. A saperlo prima, Andrea, te ne avrei portata una boccia visto che lo scorso we sono stato a Cb. Provvederò in futuro. E, comunque, attendo, prima o poi, l'affermazione del vitigno autoctono molisano. Ci sono tintilie molto buone prodotte da più cantine (Cipressi e Cianfagna, secondo me, le migliori). P.s. Stupisce l'assenza nella guida de l'Espresso di Valentini e Masciarelli.
RispondiRizzo Fabiari
circa 14 anni fa - Linkuna puntualizzazione sui produttori abruzzesi citati: le aziende sono ovviamente presenti in guida; se si riferisce all'assenza di premi, per quanto riguarda Francesco Valentini tenga presente che quest'anno non ha presentato né il Trebbiano (il 2006 non verrà prodotto) né il Montepulciano (ancora in affinamento in cantina).
RispondiMaurizio
circa 14 anni fa - LinkGrazie per la precisazione.
RispondiAndrea Gori
circa 14 anni fa - Linkcavolo fabio hai ragione, me ne sono accorto solo ora! corretto subito
Rispondigianpaolo
circa 14 anni fa - Linkmi pare che hai detto tutto tu, mannaggia, che commento a fare?
Rispondiarmin
circa 14 anni fa - Linkio una cosa non l'ho capita: se la degustazione è rigorosamente alla cieca secondo le mie esperienze da organizzatore di degustazioni ci dovrebbe essere molto più "random". 1. per il motivo che i vini delle stesse aziende subiscono delle variazioni volute (evoluzione della stilistica) e involute (annata, errori successi, ecc.). 2. perchè anche se i vini fossero sempre uguali (ipotetico) gli stessi degustatori (che poi oltretutto cambieranno ogni tanto presumo) gli apprezzerebbero di anno in anno in modo diverso (evoluzione delle preferenze, involuto: mancata ripetibilità nel tempo). 3. perchè questi fattori si possono anche sommare.
RispondiDiego
circa 14 anni fa - Link2 Tre Bicchieri a san patrignano... ma la moglie di Giorgio Melandri, attuale curatore per la Guida Vini d'Italia per l'Emilia Romagna, non lavora in quella struttura? Complimenti... ma è così difficile fare come Huge Johnson e dichiarare tutti i conflitti d'interesse prima di farsi cogliere con le mani nella marmellata? tanto queste cose nell'ambiente le sanno tutti!
RispondiGigio
circa 14 anni fa - LinkCinque Grappoli 2010: Emilia Romagna (6) Colli di Rimini Cabernet Montepirolo 2006, San Patrignano Graf Noir 2003, Drei Donà Tenuta La Palazza Otello Nero di Lambrusco 2008, Ceci Sangiovese di Romagna Superiore Avi Riserva 2006, San Patrignano Sangiovese di Romagna Superiore Pruno Riserva 2006, Drei Donà Tenuta La Palazza Sangiovese di Romagna Superiore Thea Riserva 2007, Tre Monti Quale responsabile Ais lavora lì? Thomases probabilmente part time: Super Tre Stelle Veronelli Emilia Romagna (4) Ronco dei Ciliegi Rosso di Forlì 2006 - Castelluccio Sangiovese di Romagna Riserva Avi 2006 - San Patrignano Sangiovese di Romagna Riserva Pietramora 2006 - Fattoria Zerbina Sangiovese di Romagna Superiore Riserva Monte Brullo 2006 - Costa Archi
Rispondicernilli
circa 14 anni fa - LinkNon è Giorgio Melandri da solo che giudica i vini in Emilia e non è il solo coordinatore della regione, e su quelli di San Patrignanoche tutti noi siamo d'accordo, E tutti vuol dire tutti coloro che l'hanno assaggiato alla cieca, che sono almeno dieci persone. I tre bicchieri esordienti quest'anno sono 82 lo scorso anno erano 75, con un turn over di oltre il 20%.. Dire che premiamo sempre gli stessi mi pare azzardato. Le degustazioni sono tutte assolutanente alla cieca, come può testimoniare chiunque ne abbia preso parte. Quindi niente insinuazioni su questo. Chi afferma il contrario dice cose false.
Rispondiskiv
circa 14 anni fa - Link..e se mi faccio imbottigliare una barrique da terre naldi di faenza ricerò anch'io i tre bicchieri quest'altranno senza avere la cantina...vedi Gallegati...
Rispondicernilli
circa 14 anni fa - LinkLeggo che anche Bibenda premia due vini di San Patrignano. Melandri collabora anche con loro?
RispondiAlberto
circa 14 anni fa - LinkLe guide guidano ma i piu' esperti sanno come tenerne conto.Il problema e' per i neofiti che vanno in confusione totale con tutte ste differenze. A me ad es. (e non sono certo piu' esperto di voi) possono servire per delle novita'e per delle curiosita, per le fasce di prezzo e note sulla cantina, la vigna ecc.Se le mettono ste' note .Specie perche' non si puo' assaggiare tutto ed ovunque. Le guide danno delle indicazioni ma non e' che siano legge.Negli ultimi anni e' cresciuta la capacita' di critica ,da parte degli appassionati ed operatori e con internet le magagne vengon fuori in tempo reale. Sui siti poi si possono grazie a Dio avere recensioni di migliaia di altri vini, che non siano solo quelli delle famose guide. Ed allora Assaggiate, assaggiate assaggiate e poi decidete col vostro gusto.Es. venite ad Ercolano il 29-30 Nov a "Parlano i Vignaioli(tendenze biologiche e biodinamiche) www.parlano i vignaioli.it o ad Anteprima Vitgno Italia il 1° Dic. a Napoli. Dopodiche' leggerete di meno,e non certoper i fumi dell'alcool.Ciao.
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