Toso, l’autenticità radicata nella tradizione

Toso, l’autenticità radicata nella tradizione

di Intravino

La Valle del Belbo, in particolare il paese di Cossano Belbo, ospita la sede dell’Azienda Toso, là dove le colline delle Langhe cominciano a salire più in alto e il Moscato diventa il vitigno più amato e rappresentativo.

Erano gli albori del 1900 – il 1910 per essere precisi – quando l’Astigiano Vincenzo Toso, bisnonno degli attuali titolari, trasferiva l’azienda a Santo Stefano Belbo.
Poco per volta, il Moscato d’Asti e l’Asti Spumante sono diventati i protagonisti di Casa Toso. Strutture e attrezzature sono migliorate, in linea con le necessità di una produzione ispirata alla qualità. Nel 1993, il definitivo trasferimento a Cossano Belbo è stato il passo decisivo per costruire un’azienda radicata nella tradizione, ma proiettata verso il futuro.

Tre sono le figure che oggi guidano la Toso, i due fratelli Pietro e Gianfranco e il cugino Massimo, ciascuno impegnato in precise responsabilità.

I valori
Alla base della filosofia aziendale vi sono due valori principali: la ricerca verso un continuo miglioramento qualitativo e il rispetto dell’ambiente. Per quanto riguarda il primo obiettivo, l’attenzione è sempre rivolta al metodo di lavoro.
Tutte le attività sono monitorate e pianificate al fine di verificare e sapere che ogni azione si è svolta con regolarità, nel rispetto dei tempi, dei modi e dei principi ispiratori.

Da anni poi, l’azienda ha uno sguardo rivolto all’innovazione, migliorando costantemente le sue prestazioni, investendo nella ricerca e nell’impianto produttivo.

Ma c’è un altro elemento che caratterizza fortemente la Toso S.p.A, ed è il suo grande amore verso il territorio in cui l’azienda risiede e per questa ragione è molto forte l’impegno nella riduzione dell’impatto ambientale causato dalle attività produttive. L’obiettivo della piena ecosostenibilità non è lontano ormai e si focalizza, da un lato, sulla produzione di energia da fonti rinnovabili per le proprie necessità produttive e dall’altro sul totale trattamento dei residui di lavorazione che vengono immessi nell’ambiente.

L’impianto fotovoltaico per la produzione di energia elettrica consente di evitare ogni anno l’emissione di tonnellate di anidride carbonica nell’atmosfera, il depuratore aziendale permette la completa bonifica degli scarichi reflui, la caldaia a biomasse produce calore con combustibili vegetali, il sistema di riciclaggio recupera l’aria e l’acqua calda prodotte dai macchinari in funzione. Sono state queste le tappe più importanti di questo percorso.

Grazie alla sua continua ricerca di ecosostenibilità e di risparmio energetico, la Toso S.p.A. ha ottenuto diverse certificazioni dalle rispettive agenzie di controllo. Tra le altre, anche la registrazione EMAS, una certificazione ambientale che ben poche aziende in Italia possono vantare, in
particolare nell’ambito della produzione vinicola.

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L’intervista a Gianfranco Toso

I prodotti
Casa Toso è specializzata nella produzione di Vini di elevata qualità, dedicando un ruolo di rilievo agli spumanti ricavati da vitigni aromatici del territorio come il Moscato e il Brachetto.

Il forte attaccamento al Moscato è testimoniato dalla costante attenzione che l’azienda ha dedicato alle opportunità produttive del vitigno, privilegiando in primis il Moscato d’Asti e l’Asti Spumante, entrambi dolci ma spaziando anche in prodotti più originali come, l’Asti Secco, nato dal desiderio di sperimentare l’uva Moscato per la produzione di spumanti secchi.

Tra gli spumanti spiccano poi anche quelli prodotti da vitigni internazionali come chardonnay e pinot nero.

Accanto alle bollicine troviamo infine una selezione di vini classici che prendono origine da tante varietà radicate sulle colline circostanti come barbera, dolcetto, cortese e nebbiolo segnalando il forte legame che l’azienda nutre per il suo territorio

Uno sguardo al passato
Nel cuore dell’azienda c’è una curiosa raccolta di oggetti e attrezzature che vengono dal passato. È il Museo Enologico Toso, attraverso il quale l’azienda ha voluto selezionare reminiscenze del passato per catalogarle e poi presentarle alla curiosità dei visitatori.

Non è stata un’operazione nostalgica, tutt’altro. Piuttosto, la consapevolezza che è importante sapere da dove si è arrivati per capire e decidere dove davvero si vuole andare.

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Il Museo Enologico Toso, con i suoi strumenti e la sua documentazione scritta, è la testimonianza concreta di quella “cultura materiale” che è passata attraverso l’interpretazione della materia prima, la conoscenza dei processi produttivi e la certezza degli obiettivi finali.

Oggi, che i robot e l’informatizzazione sono entrati a pieno titolo anche nel ciclo di lavorazione della cantina, è fondamentale continuare a ricordare le fatiche sostenute, in un passato non così lontano, da chi è venuto prima di noi: è da quell’impegno costante e quotidiano che è iniziato il progresso di oggi.

 

 

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