Torna Genova Wine Festival e io non ho niente da mettermi

Torna Genova Wine Festival e io non ho niente da mettermi

di Fiorenzo Sartore

Ma si può discutere per ore su un tono di blu? Si può. Siamo in dieci, intorno a un tavolo nello studio figo di un amico architetto (grazie Domenico), che ospita le sedute preliminari all’organizzazione del prossimo Genova Wine Festival. Piove, fa freddo, là fuori ci sono i vicoli e soprattutto i nostri amati pub e osterie genovesi, ma noi siamo qui a decidere quale tono di blu per il manifesto. Ma si può? E la forma del bicchiere. E la posizione della lanterna. Sposta un po’, aggiusta il font, leva le virgolette. Passano le ore, così.

Organizzare la seconda edizione del nostro GWF è uguale ma diverso. Ci si impianta su dettagli apparentemente senza senso, e nel frattempo c’è l’effetto del successo della prima edizione (eh sì, mi spiace, ho detto successo, qui ci si auto sbrodola addosso, anzi no, non mi spiace). L’anno scorso è andata bene, quest’anno la responsabilità è pure maggiore. Quindi, come ogni cosa nuova che si rispetti, ci sono un po’ di novità.

Logo 2020 GWF

Per esempio: a Genova (città nella quale, come è noto ai genovesi, non succede mai un belino) nel fine settimana precedente al Genova Wine Festival ci sarà un’altra rassegna, e di rilievo ci piace dire: Vin Natur. Quando l’abbiamo saputo, potevamo fare i perfetti genovesi e fare finta di niente. E invece l’idea di avere due fiere del vino in due fine settimana consecutivi ci ha fatto venire un’altra idea: facciamo gli amiconi, colleghiamo le rassegne, anzi mettiamo assieme la prevendita dei biglietti di tutte e due, con lo sconto. E nel mezzo facciamo eventi in città, e ‘sta cosa la chiamiamo Genova Wine Week. Detto, fatto. Avremo anche quello. E due giorni di laboratori. E un settore food (si magna, pure).

Per il resto, il GWF è sempre quella cosa là: una rassegna di vini che ci piacciono. I vini che si bevono a Genova, quelli che piacciono a noi quindi è una fiera su invito – le aziende le selezioniamo noi, cioè Papille Clandestine e quelli come me, in quota Intravino, che se volessi parlare come quelli seri direi: siamo consulenti. Quest’anno abbiamo anche aziende che ci hanno chiesto di partecipare, e siccome un po’ ce la tiriamo, prima si assaggia poi semmai si dice di sì. E per la verità qualcuno è rimasto fuori solo perché non c’è posto, ma insomma la selezione è seria. Liguria, Piemonte, dintorni, e poi zone cult, dall’Amarone al Prosecco al Brunello, e infine una buona quota di sud (Genova è terra di migrazioni). L’elenco dei partecipanti è in via di pubblicazione sulla homepage, ancora un po’ di pazienza, che stasera andiamo in giro per osterie e forse non lavoriamo.

Ci si (ri)vede a Genova, sabato 29 febbraio e domenica 1 marzo. A Palazzo Ducale, mica pizza e fichi. Qui la prevendita dei (nostri) biglietti.

Update: l’elenco delle cantine (e molto altro) qui.

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Fiorenzo Sartore

Vinaio. Pressoché da sempre nell'enomondo, offline e online.

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