Ti fai il Vinitaly dietro al banchetto? Allora evita queste sei persone (se puoi)

Ti fai il Vinitaly dietro al banchetto? Allora evita queste sei persone (se puoi)

di Tommaso Ciuffoletti

Il cliente che vuole assaggiare tutto, l’orda di ragazzini ubriachi, il sommelier del ristorante bio, il presunto importatore cinese, il curioso, un amico che passa a salutare, la coppia d’intenditori, il sommelier del ristorante stellato, l’amico del proprietario, l’importatore indonesiano, l’orda di ragazzini ubriachi, il presunto importatore cinese che in realtà è di Prato, l’agente col cliente da trattare bene, il cafone, quello con l’amico che “gli ho detto che deve assaggiare assolutamente il vostro” vino da 200 euro, il presunto importatore cinese che ti ricorda tanto quello che la settimana scorsa ti ha riparato il vetro dell’iPhone a 25 euro, l’orda di ragazzini ubriachi e ancora e ancora e ancora.

Tutti dalla parte sbagliata del banco me li sono fatti. 8 Vinitaly di fila a servire vino in sequenza a tratti frenetica a tratti sonnacchiosa, ma continua, inarrestabile, con grado variabile d’eccitazione alcolica. Ore e giorni gestiti tra ascesi zen e spirito cameratesco coi colleghi, misticismo e gestione dei rapporti diplomatici col proprietario nel mentre che sogni l’esplosione simultanea di tutti i capillari dei tuoi piedi. E i turni per andare a pisciare, versando l’unico liquido che ancora hai voglia di versare.

Quest’anno no. Quest’anno andrò al Vinitaly e starò dalla parte giusta del banco. Quest’anno io sarò il potenziale stronzo che arriva a chiederti il vino. Ma avrò cura di farlo cercando di non farmi inquadrare in una delle categorie canoniche in cui, chi sta dalla parte sbagliata del banco, incasella rapidamente coloro che si trova davanti durante la fiera di Verona.

Tu che sei dietro al banco lo sai. Sai di chi sto parlando.

1. Quello che “il tempo è un concetto borghese”
Gli vorresti anche bene, perché ha un sorriso pacifico e ti parla con cortesia. Condivide con te la distanza antropologica dalla frenesia alcolicomercantilistica che impera tutto intorno, ma non farti ingannare dalla sua dolcezza dei modi. In realtà è pronto ad infastidirsi anche con te se dovesse intuire nel tuo sguardo, rivolto furtivamente alla calca di persone che si sta assiepando dietro di lui, una qual certa velata urgenza di servire anche altre persone.

2. Quello che “lo so che mi stai raccontando cazzate, sono uno sgamato io”
Non importa che sia un Master of Wine o uno che si stronca di Ronco, il tipo che arriva e come inizi a presentargli i vini ti guarda alzando il sopracciglio non lo fa per mostrare la propria competenza, ma solo per il gusto perverso di mettere alla prova le tue presunte certezze. E lo so, lo so che vorresti gridarglielo in faccia che stai solo raccontando quel che è lecito raccontare nel mentre che si serve vino ad una fiera, lo so che vorresti dirglielo nel muso che a te dell’esposizione delle vigne sul versante est della tenuta te ne importa anche il giusto ma che quello è ciò che si dice ed è quello che lui e il suo cazzo di sopracciglio alzato dovranno pure accettare di sentirsi dire. Ma porta pazienza, sorridi, dagli un goccetto in più, blandiscilo e fagli l’occhiolino per fargli credere che sì, lui è proprio uno sgamato.

3. Quelli che oggettivamente sono troppo ubriachi
Capitano e capiteranno sempre. Arrivano in coppia o terzetto, a volte anche in quartetto. Sono palesemente sbronzi e in cuor loro lo sanno, ma hanno ancora voglia di provarci. Appoggiati al banco con gomiti che si rilassano troppo, sguardi che si sciolgono umidi, sorrisi a tratti ebeti e confusioni di bicchieri e gomitate. Sì, a volte possono sembrare irritanti, ma sono il te stesso che potresti essere un giorno. Sii paziente e cordiale. Versa nei loro bicchieri con morigeratezza, la stessa che loro non avranno nel bere, ma non importa. Apprezzane la forza d’animo e se puoi allunga loro una cordiale pacca e una carezza.

4. Quelli inutilmente professionali
Poche parole, nessun sorriso, taccuino d’appunti e tassonomia esibita con compostezza di gesti e marzialità d’esecuzione degustativa. Assecondali. Cercano nella tua mostra di rispetto la ragione della loro messa in scena.

5. Quelli che “semo tutti amici”
Arrivano e sono già i tuoi migliori amici a tua insaputa. Cercano confidenza, sorrisi complici e occhiolini gratuiti. Concediglieli senza farne economia. Il vino, per loro, è un mero pretesto per trovare il senso di un’umanità altrimenti perduta. Trova la chiave di un’empatia che permetta loro di conservare un bel ricordo. Un giorno li vedrai arrivare in azienda e sarai ancora il loro migliore amico. Se sei sufficientemente cinico vendi loro gli avanzi di magazzino. Se sei una brava persona fai loro un giusto sconto.

6. Quelli che “voglio parlare con chi comanda”
Devono mostrarti che loro sono lì per affari importanti e non hanno da perdere troppo tempo con te perché vogliono parlare col boss, ma non hanno appuntamento e nessuno, a parte te che giri per lo stand con il loro biglietto da visita, sa chi siano. In un caso del genere la cosa migliore da fare è avere a portata di mano un biglietto da visita del direttore commerciale. Daglielo e digli di scrivere lì, ché sicuramente avranno celere risposta. Dovrebbe bastare a neutralizzarli.

Ci sono molte altre sottocategorie, ma non è necessario rammentarle. Ricorda solo di essere sempre professionale. E fallo per te e solo per te. Sorridi ogni volta che puoi, sii flessibile senza essere mellifluo, cordiale senza essere troppo formale, accogliente senza che il tuo spazio venga occupato abusivamente. Quello che stai facendo è un lavoro che per molti versi può essere divertente, cerca di non dimenticarlo mai.

Se poi ti rompi il cazzo pensa che si tratta di una fiera. Una mostra, un’esibizione. Lascia il palco agli altri e tieni per te le quinte. È lì, coi tuoi colleghi, che troverai sempre riparo. A patto che l’azienda per cui lavori sia un’azienda per cui valga la pena lavorare. Altrimenti cambia lavoro.

Buon Vinitaly.

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Tommaso Ciuffoletti

Ha fatto la sua prima vendemmia a 8 anni nella vigna di famiglia, ha scritto di mercato agricolo per un quotidiano economico nazionale, fatto l'editorialista per la spalla toscana del Corriere della Sera, curato per anni la comunicazione di un importante gruppo vinicolo, superato il terzo livello del Wset e scritto qualcos'altro qua e là. Oggi è content manager di una società che pianta alberi in giro per il mondo, scrive per alcune riviste, insegna alla Syracuse University e produce vino in una zona bellissima e sperduta della Toscana.

20 Commenti

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Paolo Carlo

circa 6 anni fa - Link

Da entrambe le parti del banchetto ;-)

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Daniele

circa 6 anni fa - Link

Capolavoro di post, complimenti all'autore. E' tutto vero.

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Tommaso Ino Ciuffoletti

circa 6 anni fa - Link

Grazie!

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Fabiola

circa 6 anni fa - Link

Certamente c'è anche e ancora qualcuno che invece, quando si avvicina una donna al banco senza taccuini, senza gesti da grande asaggiatrice , che non arriva mai ubriaca molesta e che si presenta sempre alla fine qualora sia necessario , ti ignora con sufficienza pensando che non comprerà mai niente. Per prima cosa ti evitano e tu stai lì aducata ad aspettare che ti diano attenzione , poi tentano di cederti al contadino che casualmente è stato invitato con il badge aziendale per fare un giro e te lo impaccano come versatore occasionale , ad un certo punto quando vedi che gli si presenta davvero davanti l acquirente orientale ed dal basso della loro ignoranza e presunzione balbettando qualcosa simile ad un suono britannico...li aiuti vendendo per loro ciò che non sono riusciti a vendere a causa del gap linguistico ... Solo dopo di ciò , un po' per umiliazione e un po' per gratitudine ti danno finalmente il primo bicchiere di vino versato come fosse rum preso dallo scaffale del peggior bar della stazione di Verona. E in più usano anche i dischetti dosatori. E siccome sono stata anche dall'altra parte del banchetto , dove il cliente deve essere tutto uguale e ,tranne che non sia Freud e ne ricostruisca il profilo psicologico con certezza , etichettare dall' abito o dal grado di ubriachezza ( al Vinitaly sono se.ore tutti un po' allegrotti?) Mi sembra molto superficiale nonché poco azzeccato. Questo post rispecchia in pieno chi odio trovarmi davanti quando vado ad una degustazione. Il versatore di vino scazzato, parvenu e intenditore di umani.

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Tommaso Ino Ciuffoletti

circa 6 anni fa - Link

Non odiare Fabiola! Non ne vale la pena.

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Nelle Nuvole

circa 6 anni fa - Link

Al Vinitaly non mi sono mai annoiata, non ne ho avuto tempo. Ne ho venti nel mio curriculum. sono stata dietro al bancONE, davanti, di fianco. Vero tutto ciò scritto nel post, ma parziale, c'è tanto altro in quei giorni. A questo proposito, perdonate l'OT, ma questo anno si fa l'incontro intravinico????

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Tommaso Ino Ciuffoletti

circa 6 anni fa - Link

Verissimo! C'è tanto ad ogni Vinitaly. <3

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Stefano Cinelli Colombini

circa 6 anni fa - Link

Essendo un pò stagionato ho fatto più di quaranta Vinitaly, e c'è sempre stato di tutto. Importatori uzbechi, coreani incomprensibili, sommelier veri e falsi con cinesi essi pure veri e falsi, ubriachi in quantità, amici di amici di amici, gente che ti insegna come fare il tuo mestiere, bagni affollati, panini immangiabili e parcheggi improbabili, di tutto di più. Lo adoro.

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Stefano

circa 6 anni fa - Link

Ma com'è fatto un Cinese falso?

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Tommaso Ino Ciuffoletti

circa 6 anni fa - Link

Secondo me un cinese, per essere vero, dev'essere falso! ;)

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Stefano Cinelli Colombini

circa 6 anni fa - Link

É un cinese che non ha mai importato una bottiglia in vita sua, ma si offre di comprare e vendere navi intere cariche di vino come niente fosse. In genere se-dicente nipote di un ministro, o cugino di un boss del Partito.

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Tommaso Ino Ciuffoletti

circa 6 anni fa - Link

Eheheh! Esatto!

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josè pellegrini

circa 6 anni fa - Link

Con circa trenta Vinitaly sulle spalle, anzi nelle gambe ,una delle esperienze professionali più faticose di una carriera tutt'altro che riposante ma che lo appariva al confronto,è venuto il momento di dire basta . E adesso mi manca quella bolgia , così ben descritta dal post di Ciuffoletti e confermata dal post di Stefano CC.Buon Vinitaly a chi ci sarà !

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Tommaso Ino Ciuffoletti

circa 6 anni fa - Link

"... mi manca quella bolgia". Hai scritto la cosa più bella.

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josè pellegrini

circa 6 anni fa - Link

Grazie. I

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Antonio

circa 6 anni fa - Link

Leggo sul sito che "per il mantenimento dello standard professionale, Vinitaly è aperto esclusivamente agli operatori specializzati", quindi prevedo che ci sarà meno traffico e meno ragazzini ubriachi del solito.

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Paolo A.

circa 6 anni fa - Link

😄😄😄 quella scritta c'è da anni e il numero di ragazzini e di ubriachi molesti non è mai calato!

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marco m.

circa 6 anni fa - Link

Già, le fiere .... (del vino, dei mobili, del motociclo,del turismo, delle macchine utensili...a Milano abitavo proprio in zona Fiera, dove proprio in questi giorni si svolgeva la mitica "Campionaria" poi diventata la fiera o il salone di questo e di quello...). Il bello delle fiere è che sono un concentrato e un campionario di fauna umana -di qua e di là del banco- , uno zoo internazionale, con tutti i vizi e le virtù dell'essere umano, lo stesso che vende o acquista qualunque prodotto. E il vino ? Uguale. Bona mixta malis, come tutto il resto, senza nulla che sia scolpito nella roccia. Con in più l'aspetto effimero di qualcosa che vive il tempo di un bicchiere o di una bottiglia, sapendo che l'essere umano si stanca persino di pranzare ad aragosta tutti i santi giorni. E forse il bello è proprio questo, perché così "è il mercato, bellezza".

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Filippo

circa 6 anni fa - Link

Scritto davvero coi piedi... magari l'autore faceva parte dal gruppo di ragazzini ubriachi.

salve, sono il robot che rileva automaticamente commenti eccessivi, lei verra' segnalato al mio altissimo creatore. nel frattempo la prego di non insistere. [Hal 9000]

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Tommaso Ciuffoletti

circa 6 anni fa - Link

Come se scrivere coi piedi fosse facile!

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