Sulla registrazione del marchio “biodinamico” la cantina Querciabella ha qualcosa da dire. Contro la Demeter

di Antonio Tomacelli

In un recente post, avevo sollevato dubbi sulla legittimità della registrazione dei termini vino biodinamico e vini biodinamici presso l’Ufficio Brevetti. Queste parole, pur non essendo invenzioni “originali”, risultano proprietà di soggetti privati che, prima o poi, potrebbero chiedere delle royalties a chiunque ne faccia uso in etichetta. Come sempre, la realtà supera le peggiori previsioni e qualcuno che accampa diritti d’autore sulla parola biodinamico c’è già. È la Demeter, il colosso di certificazione presente in 78 stati, che da qualche anno pare si comporti come una Monsanto qualunque. Leggete in proposito cosa ci ha scritto il proprietario della cantina Querciabella, Sebastiano Cossia Castiglioni:

Caro Antonio, ti scrivo direttamente, perché i commenti al tuo articolo sono ormai troppi e confusi, alcuni completamente fuori luogo. Mentre l’articolo merita grande attenzione. Hai sollevato un problema serissimo, ma il punto non è la registrazione di Anello o quella del signor Icardi. Il vero problema è Demeter, che nonostante una chiarissima ed ennesima sentenza della Commissione di Ricorso dell’UAMI* del giugno 2011, insiste a rivendicare l’uso esclusivo sulle confezioni di qualsiasi alimento (vino compreso) della parola Biodynamic (e delle sue traduzioni). E lo fa con una prepotenza inaudita, a suon di lettere di avvocati. Per esempio, ha diffidato il monopolio svedese dal vendere qualsiasi vino che rechi in etichetta la parola ‘biodynamic’ e che non sia marchiato Demeter. E l’incredibile è che il monopolio svedese ha piegato la testa!

Quindi, non guardate la pagliuzza nell’occhio – la registrazione innocua e inconseguente di Anello (che è persona retta e che ha solo buone intenzioni) o del signor Icardi (che non conosco) – ma guardate la trave di Demeter, che senza diritto e contro le sentenze europee, con tutta la prepotenza degli ingiusti, Si arroga il diritto di fare pressione sul mondo a puro scopo di lucro. O paghi le royalties a Demeter, oppure non puoi informare il pubblico del fatto che fai biodinamica. Alla faccia della realtà, del diritto all’informazione, della giustizia europea e dell’eredità spirituale di Steiner.

Come azienda Querciabella, stiamo preparando un ricorso legale per difenderci da queste prepotenze inaudite, e perché il diritto e le sentenze europee prevalgano sull’abuso dei prepotenti. Invito tutti i produttori e i consumatori a fare altrettanto: su la testa, contro i soprusi.

Cordialmente,
Sebastiano Cossia Castiglioni, proprietario della Società Agricola Querciabella SpA

Niente male, vero? E io mi ero fatto un’idea del mondo biodinamico tutto “etica e rispetto degli altri” ma probabilmente mi sbaglio. Nell’attesa di una replica dai vertici di Demeter chiedo: vi sembra giusto accampare diritti su qualcosa che dovrebbe essere patrimonio comune di tutti gli agricoltori? O fa bene la Demeter a tutelare i suoi soci?

(*)  Ufficio per l’Armonizzazione nel Mercato Interno

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

95 Commenti

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Carema86

circa 12 anni fa - Link

Non se ne può più con sto biodinamico® ... è un chaos totale, e il risultato è che chi ne uscirà vittima confusa, sarà, come al solito, il consumatore medio e non...

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

Wow.. no avrei mai pensato fosse possibile una cosa del genere... Penso che a Castiglioni convenga considerare una class action ora che è una realtà anche in Italia, radunando tutti i produttori che potrebbero essere minacciati dalla stessa sorte...

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alessandro bocchetti

circa 12 anni fa - Link

il problema sono le certificazioni... tra l'altro demeter non ha una certificazione specifica per il vino. ciao A

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circa 12 anni fa - Link

Il vino e' un prodotto "lavorato". E inoltre Steiner non ha mai detto niente al riguardo.

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Pietro Caputo

circa 12 anni fa - Link

Però sul loro sito fanno sempre riferimento al marchio 'Demeter' e non al marchio 'biodinamico'.

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circa 12 anni fa - Link

In Italia non l'hanno registrato. Vai sul .net e troverai la R ogni volta che scrivono "Biodynamic"

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

A questo punto tocca fare una doverosa correzione. vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, vino biodinamico®, .... :D

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gionni1979

circa 12 anni fa - Link

:-)

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circa 12 anni fa - Link

Che strano... pur non essendo a favore della biodinamica sono stato l'unico nell'altro post a citare la Demeter. :-) Mi sembra strano che la gente adesso cada dal pero con la Demeter. E' da quasi un secolo che ha registrato il marchio e che certifica le varie colture biodinamiche in giro per il mondo, controllando che aderiscano appieno alle metodologie steineriane. Molti pensano che la biodinamica sia una "filosofia di vita", ma e' soprattutto un insieme ben descritto di "pratiche" da mettere in atto. Questo e' allo stesso tempo un bene per la comunita' biodinamica, perche' garantisce regole chiare e non confini vaghi come hanno a volte il biologico e il naturale, ed un male per chi si sente tenuto al guinzaglio dall'unico ente certificatore. Andrebbe pero' ringraziata dato che e' grazie ad essa che la biodinamica e' dov'e' oggi. Ma adesso che la strada e' in discesa, la gente che era salita sul carro quando la strada saliva vuole scendere. Detto questo, non difendendo il biodinamico, non intendo certo difendere la Demeter. Fossi in voi ci penserei pero' due volte ad abbandonare un sistema a certificatore unico per entrare in un sistema a certificatori multipli o, peggio ancora, gruppi che si autocertificano.

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circa 12 anni fa - Link

Una piccola precisazione, avendo prima scritto di fretta. Sopra intendevo dire che e' in generale bene per i produttori (e anche per i consumatori) che esista un unico standard, nel caso particolare un'unica definizione di "biodinamico". Poi i certificatori posso anche essere tanti enti diversi. Avevo parlato direttamente di certificatori in quanto davo per scontato che si volesse mettere in discussione anche le caratteristiche dello standard. Mi sembrava piu' semplice mantenere la certificazione Demeter, anche per evitare lunghi litigi, ma avendo letto piu' sotto i costi della certificazione, ritratto prontamente questo punto. Ferma restando la necessita' di uno standard unico.

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superinformata

circa 12 anni fa - Link

Mi sembra che qui di informati ce ne siano pochi... ma non scherziamo suvvia. I costi di certificazione sono pubblicati sul sito della Demeter e non mi sembrano certo quelli scritti qui. Per quanto riguarda essere certificati da piu organismi credo che la cosa possa fare piacere a chi non si fida piu nemmeno del proprio vicino, visti i furbetti del quartierino.

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Informato (sino a un certo punto)

circa 12 anni fa - Link

Due piccole considerazioni: 1) Demeter è un marchio privato. Chi vuol la certificazione per poter scrivere in etichetta "uve da agricoltura biologica" e il futuro "vino biologico" deve appoggiarsi a un ente certificatore certificato (come Icea, Codex, Suolo e Salute, CCPB, IMC, e altri). 2) Demeter vuole il 3% del fatturato per apporre il suo marchietto. Un po' troppo, no?

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Informato (di tutto punto)

circa 12 anni fa - Link

sostituite "ente certificatore certificato" con "ente certificatore autorizzato".

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superinformata

circa 12 anni fa - Link

ma da dove esce questa informazione??? non ci sono royalties sul vino! quante stupidate escono fuori dalla non informazione.

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superinformata

circa 12 anni fa - Link

leggete qui

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Informato (di tutto punto)

circa 12 anni fa - Link

Superinformata non ha fatto altro che confermare quello che dicevo. Certo non potevo mettermi a fare distinguo tra produttori e trasformatori ma come si evince dal "tariffario" si chiede sino al 3% del fatturato COMPLESSIVO (anche di cose non certificate)+fisso. Mica bruscolini (magari bio, da far certificare da altri però perché Demeter non è riconosciuta come ente certificatore).

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superinformata

circa 12 anni fa - Link

..o sono io che non so leggere oppure... io leggo che per i produttori di vino i diritti sono calcolati sull'uva vinificata. "si chiede sino al 3% del fatturato COMPLESSIVO (anche di cose non certificate)+fisso" e questo dove lo legge scusi?? Vabbe forse ho capito che la verità non interessa ma bisogna per forza mistificare per dar contro a qualcosa che da fastidio

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Informato (che sa leggere)

circa 12 anni fa - Link

Il fisso si calcola sul fatturato complessivo. La quota variabile sul fatturato bollato DEMETER: è scritto chiaramente che si tratta ai diritti di uso del marchio. In sostanza una royalties. Io ho indicato il massimo dell'aliquota applicabile ai trasformatori e distributori, proprio come si farebbe con il TAEG. Poi va da sé che chi più spende (ossia chi ha più fatturato) ha un abbassamento del Tasso Annuale Effettivo Globale. Percentuale (%) relativa ai diritti di uso marchio Modulazione delle percentuali relative ai diritti uso marchio per fasce di fatturato a marchio Demeter: (all’importo diritti ottenuto va sempre aggiunta l’Iva per Legge pari al 21%) Produttori: 2% sull’imponibile fatturato Demeter da € 0,00 a € 250.000,00 1,5% sull’imponibile fatturato Demeter da € 250.000,01 a € 750.000,00 1% sull’imponibile fatturato Demeter oltre € 750.000,01 ESEMPIO: per un produttore con fatturato a marchio demeter di € 260.000,00 i diritti saranno: 1,5% su € 260.000,00 = Totale diritti 3900,00 + iva 21%= € 4.719,00 Totale diritti da versare. Per i produttori di vino si ricorda che il calcolo dei diritti è effettuato sull’uva vinificata. Per i produttori con fatturato Demeter superiore a € 750.000,01 il Consiglio Direttivo può intraprendere una trattativa privata in deroga. Trasformatori e Distributori 3% sul valore aggiunto fino a € 500.000,00 + 2,5% su valore aggiunto tra € 500.000,01 e € 750.000,00 + 2% su valore aggiunto tra € 750.000,01 e € 1.000.000,00 + 1,5% su valore aggiunto tra € 1.000.000,01 e € 1.250.000,00 + 1% su valore aggiunto oltre € 1.250.000,01

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superinformata

circa 12 anni fa - Link

ecco forse ora avendo copiato e incollato il tariffario Demeter anche gli altri potranno farsi un'idea

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Francesco

circa 12 anni fa - Link

Premesso che della biodinamica mi interessa poco o nulla, visto che siamo dalle parti dell'unicorno, ma questa querelle mi fa sganasciare. Sono finalmente arrivati anche i duri e puri al dunque, e si trovano una "monsanto del naturale" (per quel che questo voglia dire) a far da guardia all'orticello, il tutto al modico prezzo del 3% del fatturato. Conosco le certificazioni, ma nessuna applica un fee di questo genere (il costo è fisso e non legato ad una voce variabile, oppure è scaglionato per classi dimensionli delle imprese)ma qui si tratta a prima vista di una assurda royalty, ne più ne meno che un costo di inserimento o una provvigione passiva o un copsto di fascetta; auguro al sig. Sebastiano la miglior fortuna e spero che, lui e gli altri produttori che lo vogliono dichiarare, ce la facciano a scrollarsi di dosso questo pizzo.

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superinformata

circa 12 anni fa - Link

e di grazia quanto costa la certificazione di Anello e delle Tripe A??

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Francesco

circa 12 anni fa - Link

Guardi che quelle più che certificazioni mi sembrano ricadere quasi in marchi/linee commerciali. le certificazioni BIO, UNI EMAS SA8000 OHSAS18000 (tutte rialsciate da enti accreditati Accredia, ex SINCERT, per intendersi) etc non prevedono affatto un feee sul fatturato ma normali costi che varaino a seconda delle giornate/uomo impiegate.

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Caro Francesco, si capisce che della biodinamica non le interessa nulla, perché è evidente che ne sa proprio poco. In ogni caso, io preferisco il mondo dell'unicorno a quello dei pesticidi e della desertificazione. Per molti produttori, ben lungi dall'essere il mondo dell'unicorno, la biodinamica è un sistema avanzatissimo di produzione agricola, che oltre a dare prodotti migliori, rispetta l'ambiente e lo migliora. E rispetta la salute di chi lavora nei campi e di chi consuma i prodotti. Sarà poco per quelli come lei, ma io alla salute dell'ambiente e delle persone che lavorano nella mia azienda ci tengo. E considerata l'endemicità dei tumori nei lavoratori agricoli esposti ai fitofarmaci e alle altre delizie tossiche, il suo superficiale umorismo risulta ancora più greve. Abbia un po' di rispetto per gli altri. E quando vorrà capire bene di cosa parliamo, la inviterò volentieri a fare una galoppata sui miei unicorni e a bere un bicchiere di vino *sano* insieme.

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superinformata

circa 12 anni fa - Link

il discorso non fa una piega. Bravo Sig. Sebastiano. Il problema è che molti biodinamici non fanno biodinamica sul campo ma solo a parole

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Ha perfettamente ragione. Ogni giorno sento di aziende che conosco benissimo, che fanno regolare uso di tutti i prodotti chimici peggiori, e dalla sera alla mattina si ripresentano come biodinamiche. Mentre continuano a essere convenzionali. La soluzione però non può essere il dazio del 3% del fatturato, oltre tutto con garanzie discutibili. Se per la certificazione biologica, che è serissima (la conosco bene perché i nostri vigneti sono tutti certificati), si spendono cifre ragionevoli, perché non anche per il biodinamico? Sono favorevolissimo a controlli serrati e seri, ma non all'esazione di cifre irragionevoli, ingiustificate e vessatorie.

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Francesco

circa 12 anni fa - Link

Salve sig. Sebastiano, mi dispiace se il mio intervento l'ha così irritata ma, mi creda, non voleva essre offensivo. Semplicemnete a me della filosofia steineriana, che ho letto insieme alle amenità di madame blavatsky etc, interessa poco perchè mi sembra un cumulo di esoterismo d'antan. Posso avere questa legittima convinzione (ripeto, dopo aver letto)? Inoltre, non abbracciae la biodinamica non vuol dire automaticamente essere un propagatore di veleni o un fautore della chimica insensata. E neppure essre uno al quale non interessa la vita dei lavoratori. Quindi, per favore, nella legittimità delle proprie (diverse) opinioni non mi metta in bocca cose che non ho scritto. detto questo accetto volentieri l'invito e, visto che in chianti lavoro parecchio, se un giorno mi capita la passo a trovare. Saluti

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Credo che abbiamo più opinioni in comune di quanto sembri. L'invito è validissimo. A presto, SCC

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Carema86

circa 12 anni fa - Link

Vorrei fare una domanda perchè ora come ora nn ho tempo di approfondire e la memoria mi inganna... Ma i vini di Joly, che ha si è sempre dichiarato, o almeno l'ha fatto capire, il padre della biodinamica applicata alla vite, non hanno certificazione Demeter (è un triple A questo sn sicuro) o sbaglio? E' come si comporta l' ente Demeter nei suoi confronti? nelle sue retroetichetra se nn ricordo male si parla di byodinamic wine... che fa Demeter?

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Federico Orsi

circa 12 anni fa - Link

Pure io sono tra quelli omaggiati da una bella lettera di diffida da parte degli avvocati di Demeter... li ho semplicemente mandati a spendere!!! Che mi facciano pure causa!!! @ Alessandro: aldilà delle nostre continue discussione se i principi della biodinamica possano o meno essere applicati alla vinificazione (da approfondire in altra sede) gli amici di Demeter il vino l'hanno normato eccome!! Controllate dalla pagina 17 del loro regolamento: http://www.demeter.it/images/stories/allegati/lineeguidaVinificazione/uniformato%20manuale_vinificazione.pdf SONO CONSENTITI: Zuccheraggio Mosto concentrato lieviti scorze di lievito batteri acidolattici SO2 a go-go tartrati albumina caseine bentonite bicarbonato di potassio acido tartarico carbonato di calcio ...insomma un vino che non potrebbe partecipare manco al ViViT.

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Carema86

circa 12 anni fa - Link

davvero assurdo

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Pierpaolo

circa 12 anni fa - Link

Federico, il disciplinare Demeter sul vino è cambiato ed è molto più restrittivo. Ho assistito alla presentazione a fine febbraio presso l'Enoteca Italiana di Siena e mi è sembrato, sul momento, una cosa seria. Poi sulla politica che Demeter applica non ho sufficienti informazioni per giudicare: quello compete ai produttori.

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zakk

circa 12 anni fa - Link

facessi vino da agricoltura biodinamica scriverei in etichetta (come suggeritomi da un caro amico): BIO-STA-CIPPA

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Giovanni Solaroli

circa 12 anni fa - Link

Non resta che brevettare le parole Demeter e Demenzial. A cura di IV, naturalmente!

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tenax

circa 12 anni fa - Link

io scriverei sull'etichetta "no-biodydamic". tanto chi le guarda. e soprattutto chissenefrega

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maurizio gily

circa 12 anni fa - Link

Era ora che qualcuno sollevasse anche su questo ben frequentato blog il problema del monopolio di Demeter. Che ne dice l'antitrust? Castiglioni non conosce Claudio Icardi ma io sì, e dico che forse è stato ingenuo nel registrare quel marchio, senza pensare che avrebbe scosso l'albero dei cazzotti, ma escludo che abbia mai pensato di farne oggetto di lucro o di royalties; penso che sarebbe anche disposto a cederlo gratuitamente ad un soggetto associativo purché autorevole. Il difficile sarà stabilire chi è autorevole ...

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marco serventi

circa 12 anni fa - Link

Questo mio intervento è personale come persona che dal 1981 è impegnata nel movimento biodinamico (attualmente sono nel direttivo demeter italia e visito dal 1993 le aziende socie) vuole solo ricordare che: - Il cosiddetto "colosso" in Italia esprime solo poco più di 300 aziende e a livello mondiale meno di 5000 aziende in 43 paesi. - Quando si parla di ciò che non si conosce direttamente è facile farsi immagini che poi finiscono per divenire astrazioni con le quali si giudica e si agisce. Prima di agire è sempre bene farsi un'idea direttamente: molte parole, pensieri e azioni tornano a divenire più aderenti alla realtà e quindi anche il mondo dell'anima non diviene un bicchiere dove si agitano tempeste indicibili. - Sulla vicenda citata relativa al monopolio svedese preciso che l'azione demeter è stata quella di far rilevare al monopolio la sua ignoranza per quel che riguarda il vino biodinamico: aveva vinto un vino proveniente da terre che non hanno mai visto la biodinamica. L'azione di Demeter è stata quella di chiarire che nel mondo degli autodichiaranti, dei profeti e rifondatori delle nuove biodinamiche di stampo asociale e ottocentesco, dei consulenti improvvisati e pericolosamente ignoranti, dei furbi dalle parcelle pesanti, di coloro che vogliono propagare la dipendenza delle aziende dalle figure professionali, dai mercanti dell'agricoltura anche nel settore del biodinamico c'è una possibilità di garanzia oggettiva nel rispetto dei requisiti MINIMI offerti da una comunità di agricoltori associati e proprietari del marchio: Demeter. - Questa grande comunità gestisce in modo democratico tutte le decisioni, compresi gli standards, sia a livello internazionale nell'assemblea della Demeter International che a livello locale nelle 16 demeter di paese. In Italia l'agricoltore che prende il marchio avendo riconosciuto la conformità a quelle regole minime diviene socio e decide sulle regole stesse e potendo (come sta accadendo proprio con il vino) produrre regole migliori e restringerne il perimetro. - I costi di questo lavoro sociale sono decisi dall'assemblea dei soci in base al numero degli associati, alle tipologie produttive, alla consistenza di bilancio, e si concretizzano in un tariffario che si adegua man mano al ribasso con il tempo, stante la graduale e lenta crescita del numero di soci. E' noto che meno produttori ci sono e più il costo pesa su di loro. Allo stato attuale è in corso da parte del Direttivo attuale di Demeter Italia lo studio di una riduzione dei costi a carico dei soci che rispetti il trend in atto della consistenza sociale. - La proposta biodinamica NON è una tecnica, ma offre a ogni agricoltore la possibilità di far crescere in se stesso un metodo conoscitivo, un approccio le cui radici partono dal metodo goetheanistico passando per i fondamentali espressi e sperimentabili in Filosofia della Libertà di Rudolf Steiner. Va da sé, per chi conosce l'argomento come suppongo anche gli amici di Querciabella, che il centro della rivoluzione biodinamica è nell'individuo che attua in sé nel proprio rapporto con ciò che vive su questo pianeta un'azione di sperimentazione, un esercizio continuo di "movimento" di dinamismo proprio nell' "area" percettiva che lo spinge a interessarsi dei processi, del dinamismo continuo e ininterrotto che muove la Natura, come anche il mondo dell'essere umano. Processi, non strutture. E' quindi evidente che la proposizione di uno "standard" proprio laddove nulla è standardizzabile, esprime una contraddizione. Ma questa è la cifra del dato storico, culturale, politico, giuridico del livello evolutivo a cui si trova la società attuale. In essa vi è un dato di necessità che ci viene imposto da un mercato che esprime una logica di guerra e di falsificazione continua (basti pensare alla discrasia tra "comunicazione" e "informazione"!!) e da una cultura che tenta di riproporre modelli sociali che sono alla base della distruzione della civiltà e della cultura agricola (dal versoio dell'aratro, ai fosfati, nitrati, diserbanti, semi F1 e infine gli OGM): il dominio del riduzionismo scientifico nel combinato disposto di una concezione dell'economia quale guerra autoregolantesi. L'assassinio dell'agricoltura è in atto da un secolo da parte del sistema industriale che la vuole assimilata a sé. A questo modo di concepire le cose appartiene chi registra marchi a nome proprio e può decidere lui a chi dare o non dare il marchio. Qui vige una concezione che ripropone modelli di dominio sugli agricoltori: porta infatti sterilità nei processi sociali. Qui sta la differenza tra la lunga storia del marchio Demeter e tutti gli altri tentativi di fare marketing col biodinamico da parte di soggetti singoli giuridici o fisici. Nella vita associativa non è più tempo di leaders, di delegati, di proprietari singoli, di esclusione. E' tempo di lavoro individuale, di inclusione, di amore per i processi sociali che DI NECESSITA' sono imperfetti, ma che esprimono un cammino, un'evoluzione e una speranza che coinvolge tutte le sfere dell'esperienza umana il cui riflesso è dipinto sul pianeta e quindi nei nostri organismi agricoli. Il paesaggio è il riflesso dei nostri paesaggi interiori e di quei processi che viviamo sia singolarmente che come risultante dei metodi di lavoro sociale che scegliamo. - La storia della comunità Demeter ha attraversato diverse fasi in ciascun paese e poi a livello di Demeter International ed esprime una lavoro di frontiera tra il regime duramente riduzionista che esprimono i vari sistemi giuridici sanitari e agricoli (i sistemi sanitari e gli apparati che si occupano di agricoltura, quelli si che sono colossi duri e pericolosi per chi vuole lavorare con i preparati e altro). Poter costruire una difesa, una protezione anche giuridica ha significato il sacrificio di standardizzare le regole minime, di far inserire nel regolamento CE sul biologico i preparati biodinamici (questo è l'unico aggancio legislativo che può essere utile in caso di contenziosi tra agricoltori e gli apparati scientifico-sanitari), di proteggere insomma chi lavora col biodinamico. Questo lavoro di frontiera tra la biodinamica viva sul campo e negli agricoltori e la sterilità giuridico-scientifica degli apparati è sacrificio, è il soldo da dare a Cesare. Ma l'evoluzione di tutto questo può avere direzioni diverse a seconda di come la comunità biodinamica mondiale e ciascun biodinamico nel proprio paese riuscirà a fecondare pensieri, sentimenti, azioni di un numero sempre più ampio di agricoltori. Il modo con cui avviene può rispecchiare modalità vecchie e piramidali, fondati sul principio di autorità oppure su modalità sociali, inclusive le cui imperfezioni sono dovute alla pazienza con cui anche gli ultimi vengono aiutati a divenire i primi. Tutto questo è fatica. - Di fronte al consumatore deve esserci poi una qualche garanzia, una qualche struttura (il più leggera possibile!) che sappia offrire il massimo possibile prodotto da una comunità di agricoltori liberi e liberanti. - Vorrei quindi solo dire agli amici che hanno scritto in questo blog che nessun colosso appare solo che se ne conosca la reale dimensione e i fondamenti di una storia che cerca di includere, di far evolvere e difendere un percorso del tutto in mano agli agricoltori. Marco Serventi

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Federico

circa 12 anni fa - Link

Belle parola, ma mi lasciano un po' di amaro in bocca. Ho la sensazione che sia (esagerando) come se qualcuno alla morte di Marx avesse voluto arrogarsi il diritto di brevettare la parola comunismo® per il bene di tutti i lavoratori delle fabbriche che c'erano e a venire.

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Caro Marco Serventi, Molte cose che lei dice fanno parte della filosofia serissima secondo la quale conduco la mia azienda. Sono concetti esaltanti, ma è forse intuile che tra di noi ci si racconti ancora una volta com'è meravigliosa la biodinamica. Da parte nostra, non solo pratichiamo la biodinamica, e continuiamo a esplorarne i percorsi più interessanti - anche per superarla - ma ogni giorno ci occupiamo di diffonderne le idee con incontri, presentazioni, assaggi, studi e tavole rotonde. Ho personalmente finanziato alcuni interessantissimi studi sull'influenza della gravità lunare-solare sulla vita delle piante (studi scientifici che da soli basterebbero per mettere per sempre a tacere quelli che ci trattano come stregoni). Ad oggi, a quanto mi risulta, Querciabella ha l'estensione più ampia di vigneti coltivati in modo biodinamico in Italia. Tutti, non una parte. E con rigore estremo. Il nsotro Camartina 2000, prima annata biodinamica, ha vinto il titolo di miglior vino d'Italia dalla Guida delle Guide. Siamo quindi una realtà significativa, una di quelle che a leggere le sue parole Demeter difenderebbe e alle quali offirerebbe supporto. La ringrazio dunque per averci citati come "amici", peccato però che il nostro primo e unico contatto diretto con Demeter sia stata una lettera d'avvocato che ci diffidava dall'usare la parola "Biodynamics". Scusi, ma io gli amici li tratto in altro modo. E il secondo contatto che abbiamo avuto è stato quando il monopolio svedese, dietro pressione di Demeter, ha cancellato l'acquisto dei nostri vini perché in etichetta dicono Viticoltura Biodinamica, ma non sono marchiati Demeter. Ora, delle due l'una. O siete l'associazione benemerita e piena di buoni propositi, dedita alla promozione di una grande filosofia e di un ottimo sistema di produzione agricola. Oppure siete il gigante che a suon di avvocati schiaccia tutti quelli che hanno paura di difendersi. Non potete essere entrambi. Trovo disgustoso che qualcuno si arroghi il diritto di dirmi che quello che faccio con serietà, convinzione, entusiasmo e precisione maniacale - tutti i nostri protocolli eccedono ampiamente quelli di Demeter, a cominciare dal fatidico 90% - non valga nulla, perché non ho accettato di devolvere il 3% del mio fatturato all'associazione. È un'assoluta ingiustizia, contro la quale mi batterò in tutte le sedi necessarie. Se davvero le vostre intenzioni sono quelle che lei descrive, venite a visitare la nostra azienda, prendetela a modello, collaboriamo, facciamo informazione insieme, ma poi lasciateci vivere senza farvi pagare nulla, ché nulla vi dobbiamo. E se il vostro obiettivo è davvero diffondere la biodinamica, occupatevi di certificare le aziende a costo ragionevole, non a percentuale, e sicuramente crescerete di più voi e crescerà anche la biodinamica. Cordialmente, Sebastiano

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circa 12 anni fa - Link

E immagino che li abbiate anche diffusi, questi interessantissimi studi, anche solo per mettere per sempre a tacere quelli che vi trattano come stregoni. E' possible trovarli da qualche parte?

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Gentile Signor Splash, gli studi di cui parlo sono pubblicati da riviste scientifiche, come gli Annals of Botany della Oxford University, quindi non hanno necessità di essere diffusi da noi. Gliene indico qualcuno, ma ce ne sono innumerevoli altri, specialmente sul tema dei sovesci. Buona lettura, SCC Peter W. Barlow, Miroslav Mikulecký and Jaroslav Střeštík Tree-stem diameter fluctuates with the lunar tides and perhaps with geomagnetic activity. Protoplasma. Volume 247, Numbers 1-2, 25-43, DOI: 10.1007/s00709-010-0136-6 Barlow, Peter W. Fisahn, Joachim Lunisolar tidal force and the growth of plant roots, and some other of its effects on plant movements Journal Article. 2012. Annals of Botany. Oxford Journals. 10.1093/aob/mcs038 http://aob.oxfordjournals.org/content/early/2012/03/20/aob.mcs038.abstract Peter W. Barlow, Emile Klingelé, Gunter Klein and Miroslav Mikulecký Sen Research Paper Leaf movements of bean plants and lunar gravity Volume 3, Issue 12 December 2008 Pages 1083 - 1090 http://dx.doi.org/10.4161/psb.3.12.6906 Turinek, Matjaz. PhD Thesis. Comparability of the biodynamic production system regarding agronomic, environmental and quality parameters. University of Maribor. Faculty of Agriculture and Life Sciences. Agronomy. 2011. Barlow, Peter W. A Constant of temporal structure in the human hierarchy and other systems Acta Biotheoretica 1992-12-01 Springer Netherlands 0001-5342 http://dx.doi.org/10.1007/BF00046331 Doi: 10.1007/BF00046331 Cook, Edward R., David M. Meko, Charles W. Stockton, 1997: A new assessment of possible solar and lunar forcing of the bidecadal drought rhythm in the western united states. J. Climate, 10, 1343–1356. doi: http://dx.doi.org/10.1175/1520-0442(1997)0102.0.CO;2 Brennan, Eric B. Boyd, Nathan S. Smith, Richard F. Foster, Phil Seeding Rate and Planting Arrangement Effects on Growth and Weed Suppression of a Legume-Oat Cover Crop for Organic Vegetable Systems Agron. J. 2009 101: 979–988 10.2134/agronj2008.0194x

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

1- "l’agricoltore che prende il marchio avendo riconosciuto la conformità a quelle regole minime diviene socio e decide sulle regole stesse" Il controllato decide le regole? Ma questa è una stupidaggine grande quanto una casa! 2- Non potete registrare il marchio "Biodinamico". Non in Italia almeno, le maggiori corti di diritto (Cassazione e Corte Costituzionale) vi faranno a pezzi. E lo sapete. E non ci saranno soldi o pressioni politiche che tengano, non siete all'altezza. 3- E' consentito dai protocolli Demeter, ma è una grande cavolata che un vinificatore naturale non farebbe mai, aggiungere: zucchero Demeter o Concentrato di succo d’uva Demeter lievito Demeter o biologico, lievito commerciale OGM free Scorze di lievito Demeter/biologico o altri nutrienti per lievito approvati dalla Demeter Associazione Italia Batteri acidolattici OGM free Tartarato da produzione di vino Demeter / Biodinamic prodotti derivati da siero di latte Demeter o biologici o Caseina Bentonite, carbone attivo, solfato di rame, ossigenazione, micro-ossigenazione!!! Bicarbonato di potassio KHCO₃, carbonato di calcio CaCO₃, acido tartarico CO2, N2 come coadiuvanti di imbottigliamento Avete gravi problemi intellettivi o siete in assoluta malafede?

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marco serventi

circa 12 anni fa - Link

1) Non vedo dove sia la cavolata: chi decide le regole (le leggi) in un paese? rappresentanti dei cittadini che da loro vengono eletti. Le strutture rappresentative fanno le leggi che devono essere rispettate da tutti i cittadini. Mi pare del tutto normale. La nostra è una associazione di produttori. Loro decidono le linee minime da tenere e le rendono pubbliche e dientificabili da un logo e parola. Tutto qui. Modelli che impongono da fuori sono roba vecchia legata a principi di autorità. 2) Di questo purtroppo per lei non sarei così sicuro. Le cose sono più complesse di quel che sembra in tema di marchi e registrazioni. Anche in Italia. 3) Lo standard attuale sulla vinificazione (che è passaggio successivo all'applicazione della biodinamica la quale riguarda la coltivazione) è passato in sede di assemblea internazionale Demeter coi voti contrari di Italia e Francia. Non ci rappresentava. Per questo tra poco partirà quello nazionale come primo passo per rendere il "recinto" delle regole sempre più aderente ai risultati medi raggiunti in questo paese. Dispiace il tono offensivo che lei usa. Ma non siamo un'entità astratta: siamo una comunità di persone che coltivano, trasformano e cercano di crescere insieme e non certo per fare guerre l'uno contro l'altro per mostrare quanto siamo bravi. Anche perché a forza di mostrarlo si rischia di inciampare in errori anche grossolani che rendono poi il re nudo.

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Paolo Nori

circa 12 anni fa - Link

Caro Marco Serventi (ed ora anche Pomponio), con chi sto parlando? lei ci scrive che è: membro del consiglio Demeter, ispettore di Demeter e di conseguenza promotore del marchio Demeter, promotore dei prodotti a marchio Demeter, ma anche consulente in aziende biodinamiche Demeter e partecipa alla scrittura dei disciplinari Demeter e probabilmente altro(sarebbe cosa gentile se ce ne informasse), ma è da solo che copre tutti questi ruoli? A questo punto fa tutto lei nelle aziende che producono: scrive i disciplinari,“le consulenta”, le ispeziona, le valuta e inoltre, promuove (e perciò vende), le loro produzioni, altro che socialità e tripartizione ma anche partecipazione, imparzialità, eticità, ecc. Riprendo dal suo intervento: “Qui vige una concezione che ripropone modelli di dominio sugli agricoltori: porta infatti sterilità nei processi sociali. Qui sta la differenza tra la lunga storia del marchio Demeter e tutti gli altri tentativi di fare marketing col biodinamico da parte di soggetti singoli giuridici o fisici. Nella vita associativa non è più tempo di leaders, di delegati, di proprietari singoli, di esclusione.” Sono conseguenti alcune domande: Quale, quando e dove è la vita associativa di Demeter? le aziende sono 300 e 300 da diversi anni, non le sembra un evidente caso di sterilità nei processi sociali di Demeter? Se solo un piccola parte di chi abbraccia il biodinamico partecipa a Demeter non è forse un sintomo che qualcosa di sociale non va? Il suo lavoro e pertanto la sua remunerazione (perché lei è remunerato per tutte le sue attività o sbaglio?) prelevata dalla percentuale e dal lavoro degli agricoltori, non le sembra qualcosa di poco sociale e in contrasto con “far evolvere e difendere un percorso del tutto in mano agli agricoltori.”? Paolo P.S. Pomponio non confonda biodinamico con Demeter e di conseguenza non identifichi il Dottenfelderhof o Dornach con Demeter!

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marco serventi

circa 12 anni fa - Link

Gentile Nori, le cose sono molto più semplici di quanto la sua foga la spinge a dire. Io per Demeter faccio visite alle aziende con marchio, e sono consigliere demeter. Oltre ai consigli direttivi mensili partecipo alla commissione standard per tutto il lavoro complesso relativo alla elaborazione delle regole da proporre al Demeter International, alla proposizione al Consiglio Direttivo di eventuali aggiornamenti/decisioni o soluzioni in merito problematiche tecniche che gli agricoltori via via ci pongono. Ho quindi solo tre ruoli: consigliere demeter, commissario tecnico e ispettore. Professionalmente faccio anche consulenze che nulla hanno a che fare con demeter e di sicuro non in aziende che ispeziono: credeva davvero che Demeter Italia fosse così sprovveduta? Mi stupisco. Riguardo al fatto che le aziende socie siano con una crescita troppo lenta a suo modo di vedere, il fenomeno è semplicemente dovuto, turn over a parte, alla peculiarità della scelta biodinamica per un agricoltore quando scopre che....non è una tecnica ma un metodo nel quale la propria vita, non solo professionale, viene davvero rivoluzionata e che quindi si tratta di un percorso faticoso. Soprattutto se si misura la difficoltà odierna a lavorare insieme, a fare sistema, rete. Anche la presenza in questo paese di consulenti tutti autodidatti ha reso fragile il potenziale di crescita. E' mancata nei decenni passati una vera e propria scuola di formazione che sforni conoscenze vere, scienza biodinamica. Ora si vedono finalmente iniziative sul territorio che cercano di risolvere le cose. Ho quindi personalmente speranza che le cose cambino per il futuro sul piano formativo. Naturalmente non è compito di Demeter fare questo. La divisione dei ruoli infatti è netta: Ci devono essere realtà che si occupano di formazione e consulenza, realtà che si occupano di definire e far rispettare le regole che cis i è dati, realtà che si occupano di produrre e commercializzare. Non è ammissibile, per il nostro modo di vedere, mescolare questi ruoli. Quel che sicuramente manca in Italia è proprio il terzo momento: tentativi passati di fare consorzi di produzione e commercializzazione dei prodotti biodinamici hanno fallito. Speriamo che per il futuro possa nascere un polo che curi questo aspetto. In definitiva lei cerca di individuare una qualche contraddizione nell'assetto dei ruoli ponendolo nel punto sbagliato: l'organizzazione del lavoro in ambito demeter è una fatto di necessità, è ben identificabile nei bilanci che ogni anno i soci possono approvare così come respingere. Questo è in ogni realtà che abbia una struttura di lavoro: o forse preferisce ipotesi di lavoro in assenza di qualsivoglia struttura? O forse vuole dare alla parola "sociale" un qualche valore ideologico astratto? O immagina che fare decine di migliaia di km per anno in lungo e largo per la penisola, o lavorare per 8 ore di fila su problemi tecnici, legali, e quant'altro necessario sia un piacere e un godimento da consumarsi in modo gratuito? Per fortuna chi lavora la terra ha i piedi ben saldi sul terreno ed evita il più possibile che astrazioni precipitino sul corpo sociale sterilizzando il cambiamento.

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maria gioia

circa 12 anni fa - Link

ad oggi, non avrei la possibilità di scrivere in etichetta che produco vino biologico se non avessi assoggettato la mia azienda agricola ad un regime di controllo e di certificazione. Perché non dovrebbe essere lo stesso per l'agricoltura biodinamica?

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Sarebbe fantastico se esistessero enti certificatori per il biodinamico come esistono per il biologico. Peccato che Demeter chieda il 3% del fatturato alle aziende che vogliono essere certificate, invece la certificazione biologica - pur serissima e con parametri molto chiari - ha dei cost ragionevoli e indipendenti dal fatturato. Inoltre, la certificazione biologica è controllata da leggi Europee e internazionali, la certificazione di Demeter è controllata solo da Demeter.

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produttore certificato Demeter

circa 12 anni fa - Link

Il 3%? guardi che io sono un produttore di vino certificato da Demeter e il 3% non è certo quello che mi chiedono. Io verso il 2% sull'uva più una quota fissa per il controllo. E ritengo che le certificazioni sia biologica sia biodinamica da parte di un ente siano una garanzia da dare al consumatore che per i nostri prodotti paga qualche cosa in piu.

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Alessandro Fenino

circa 12 anni fa - Link

Quoto. Anche che per la mia azienda certificata Demeter funziona così.

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Sir Panzy

circa 12 anni fa - Link

" il monopolio svedese, dietro pressione di Demeter, ha cancellato l’acquisto dei nostri vini perché in etichetta dicono Viticoltura Biodinamica, ma non sono marchiati Demeter. " Vi rendete conto? Siete consapevoli che in questi momenti di crisi estrema perdere un tender in svezia vuol dire, per i più fortunati, respirare con affanno???? E poi perderlo per una puttaxxta simile?!?! Tutto il mio appoggio, per quello che vale, a SebastianoCC. Appena riesco compro un po' di vini di Querciabella!

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Grazie! Hai detto esattamente il giusto. Immaginati in che razza di problemi potrebbe ritrovarsi il famoso piccolo produttore che Demeter in teoria dice di difendere... E magari gli fanno anche causa! Tra l'altro, un boicottaggio vigliacco, perché invece di venire a chiederti conto direttamente del perché scrivi biodinamico in etichetta, raccontano frottole a un terzo per espellerti dal mercato, e quindi obbligarti a pagare. Ma consoliamoci. Noi in Svezia siamo già sul piede di guerra. E se loro pensano di avere degli avvocati agguerriti, è perché ancora non conoscono i miei. È importante che tutti manifestino il loro sdegno come hai fatto tu. Grazie ancora!

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Pomponio

circa 12 anni fa - Link

Egregi blogghisti, quante inesattezze sono riportate in questo blog riguardo la certificazione Demeter/Biodynamic !! Quanta buona fede c'è in tali interventi ? Perchè volete - a ogni costo - e con mezzucci infimi, di bassa lega, disconoscere un lavoro di anni fatto da persone che si sono avvicinate alla cultura antroposofica prima e poi hanno adottato nella propria azienda e sulla propria pelle l'agricoltura biodinamica secondo i dettami degli attuali standard Demeter, consapevoli nel voler dare al consumatore finale una garanzia, ed avere un proprio riconoscim,ento al proprio lavoro in azienda e in cantina. Certo, si può migliorare e si deve . Ma non si può gettare discredito gratuito come qualcuno di voi ha fatto e continua a fare in altri luoghi sul lavoro (criticabile, certo) di Demeter Italia alla quale anch'io sono socio, socio da anni. E' vergognoso per le panzane che scrivete ! Riguardo Querciabella , devo precisare al signor Sebastiano che lo scrivente ha partecipato alla gara del monopolio Norvegese e non Svedese ! I vincitori, e, credo il signor Sebastiano lo dovrebbe sapere, non avevano il vino biodinamico poichè nella propria azienda non applicavano l'agricoltura biodinamica e non avevano nemmeno la cantina assoggettata al controllo dell'agricoltura biologica ! E' questo il "vino biodinamico" che si vuole - volete - proporre ? Liberi di farlo. Avete il tempo di una meteora per poi dilaniarvi tra voi, poichè è insito nell'animo umano il malaffare, il male, la furbizia e la cupidigia. diamoci una regolata e cerchiamo di migliorare l'esperienza di uan certificazione biodinamica/Demeter che dia la migliore garanzia ala consumatore !!! Pomponio

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Gentile Signor Pomponio (ma possibile che io sia l'unico a presentarsi con nome e cognome?), Innanzitutto, non si permetta di mettere in dubbio la buona fede degli altri. E mi dica esattamente se ho scritto delle panzane quali sono, per filo e per segno. E magari lo scriva firmandosi con nome e cognome. Io ho detto cose chiarissime, che confermo, e sulle quali non temo smentita. 1. Il monopolio svedese, non un ente norvegese, ha rifiutato una fornitura di miei vini sulla base delle pressioni di Demeter. Questo è un fatto inoppugnabile. Che poi non so chi (chi è lo scrivente?) abbia partecipato a gare in Norvegia o in Lapponia non è affar mio, e non c'entra assolutamente nulla. Il fatto che Demeter abbia esercitato pressioni per escludere tutti i vini biodinamici non a marchio Demeter è una vergogna. Che vengano esclusi quelli che non sono davvero biodinamici, ben venga. Ma la realtà è che in tutto il mondo esistono eccellenti produttori che sono biodinamici a pieno titolo, ma non sono soci Demeter. Questo è un fatto indiscutibile. E non potete pensare di costringerci tutti ad aderire a Demeter, perché non lo faremo. 2. I vini che io vorrei proporre sono vini certificati a tutti gli effetti, ma non da un ente che si suppone non a scopo di lucro, e che chiede una percentuale del fatturato. Dovrebbe esistere una certificazione super partes, controllata dalle leggi dello stato e dell'Unione Europea, come esiste per il biologico. Sono il primo a dire che i vini debbano essere certificati, ma quella di Demeter non è una certificazione: è un'esazione di tasse non dovute! 3. Anche lei, come gli altri sostenitori di Demeter, non risponde alle domande fondamentali. 1. Perché, se l'obiettivo è diffondere la biodinamica, non proporre una certificazione economica, non a percentuale, onesta e alla portata di tutti? 2. Come può corrispondere all'etica di un'associazione non a scopo di lucro sparare nel mucchio e screditare in un sol colpo tutte le aziende, biodinamiche davvero o meno, senza differenze? Mi pare ovvio che il non voler fare dei distinguo, ma usare come unico criterio l'adesione o meno a Demeter riveli fini ben diversi. Sebastiano Cossia Castiglioni Querciabella (notare nome e cognome)

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Pomponio

circa 12 anni fa - Link

Egregio signor Sebastiano, sono tra i soci Demeter che hanno chiesto a Demeter Italia di tutelarci dai falsi biodinamici, da coloro che applicano meccanicamente una pratica agricola - definita biodinamica- e punto. Pertanto se Demeter Italia o altre Demeter di Paese scendono in campo con l'avvocato, lo fanno per tutelare gli agricoltori che lavorando la terra e in cantina, sostengono il marchio Demeter e la certificazione Demeter per far conoscere al consumatore il "messaggio antroposofico " che il prodotto, frutto del proprio lavoro ed impegno porta intrinsecamente. Se per lei questo è superfluo, libero di farlo. La differenza tra me, agricoltore biodinamico certificato, e lei, è quella che io partecipo a migliorare e sostenere la collettività biodinamica, mentre lei chi sostiene ? La "vera biodinamica? " "la biodinamica moderna ?", "l'omeodinamica ?" Ci spieghi a quale corrente artistica fa parte o è adepto. Ha scatenato questo putiferio perchè la Svezia le ha rifiutato i vini etichettati biodinamici senza marchio Demeter. Bene io sono concorde con la Svezia, perchè io, signor Sebastiano, non sono più fesso di lei nel sostenere la colletiività DEmeter , io credo nel messaggio del prodotto biodinamico certificato perchè credo nel mio lavoro e nella mia onestà e non ho problemi a farmi controllare e certificare per la parte biodinamica. Oggi tanti parlano di agricoltura biodinamica, ma lei sa che è nata nel 1924 ? Ancor prima del biologico e si è affermata perche alla base della pratica agricola c'è un'idea, un pensiero un modo di concepire la Vita. Questo è quello che la biodinamica porta in seno.E questo ritengo che il mio prodotto debba messaggiare al consumatore. Riguardo le panzane gliene dico una : lei ha cercato di screditare Demeter Italia dicendo che rapina il 3% sul fatturato . NON E' VERO. Io a Demeter Italia verso una quota annuale per i servizi che Demeter Italia mi dà e che sono : le visite annuali del tecnico, le certificazioni, l'etichettatura, eventuali analisi sui prodotti. Poi verso il 2% sulle uve che vinifico. Sul vino io non verso nulla !!!!! Per cui l'enfatizzazione che fa sul falso 3% che Demeter Italia chiederebbe è in mala fede. Si informi signor Sebastiano. Venga a far parte della nostra comunità, che è una comunità aperta e, Demeter Italia , di cui mi onoro farne parte, è un'associazioone di imprese come la mia, non è la Monsanto come qualcuno ha detto . Inoltre signor Sebastiano, l'etichetta Demeter, se lei la nota, riporta sempre le diciture dell'agricoltura biologica per cui il mio prodotto è controllato 2 volte ! Una volta dal mio organismo di controllo biologico e l'altra dal personale della Demeter Italia. Il mio vino lo vendo in USA e altrove, ed è giusto che qualcuno debba venire a verificare se il lavoro che faccio è consono o meno a quello che la collettività biodinamica Demeter si è data a livelllo internazionale. Lei è libero di fare agricoltura biodinamica secondo il suo (soggettivo) pensiero. Ma non voglio che lei si identifichi nel mio lavoro biodinamico controllato. E' come se lei volesse fare agricoltura biologica, vendere i suoi prodotti come biologici e non volersi assoggettare a nessun organismo di controllo del bio . Ma lei dove vive ? Sulla luna? Penso di aver detto abbastanza. E decido di non intervenire più in questo blog. Tanto non c'è più sordo di chi non vuol sentire !! Cordialità, Pomponio

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Caro Singor Pomponio, Vedo che lei continua a scrivere anonimamente. E che continua a cercare di screditare il prossimo, come fa la sua amata associazione. Preannunciando inoltre di non voler più rispondere. Si commenta da solo. Veniamo ai fatti. 1. Non è affatto vero che Demeter sia l'unico legittimo rappresentante del pensiero e dell'agricoltura biodinamica. Le sue affermazioni sono infondate e autereferenziali, come lo è la certificazione Demeter. Lei dimostra la stessa arroganza della sua associazione: voi siete gli unici detentori della verità, e gli altri sono falsari. Vi comportate esattamente come un gurppo di fanatici religiosi, unici detentori della verità, dediti ovviamente a screditare gli eretici più che a praticare il proprio verbo. E non vi è nulla di più fuorviante della vostra pretesa di essere superiori. Glielo dimostro con un esempio pratico tra i tanti che potrei fare. Cito dal sito Demeter Italia: "I prodotti Demeter devono contenere almeno il 90% di ingredienti di qualità Demeter per poter riportare il marchio registrato Demeter (possono essere concesse eccezioni fino al 65%)." Questo significa che la certificazione di cui lei va tanto fiero, e che sarebbe l'unica seria al mondo, in realtà certfifica prodotti che possono anche essere biodinamici solo al 65%. Perfavore, che tutti i lettori di questo blog notino bene: biodinamico certificato Demter = biodinamico per lo meno al 65% (ma senza dirlo in etichetta). Complimenti. E questo è lo standard al quale dovremmo adeguarci, e versarvi una percentuale del nostro fatturato? Per sua norma e regola, visto che si permette ancora una volta di screditare il lavoro degli altri, la mia azienda coltiva uve in modo biodinamico nel 100% dei nostri vigneti e di quelli che affittiamo. Vinifichiamo il 100% delle uve secondo uno standard che supera ampiamente quello di Demeter. E ogni singola bottiglia rispetta questi standard. Non il 65%. Io questa oserei chiamarla vera biodinamica. La vostra la chiamerei "maggiore o uguale al 65%", se proprio dobbiamo rinominare i nostri modi di lavorare, come lei suggerisce. Biosessantacinquica? 2. Lei conferma esattamente quello che io ho scritto a proposito della Svezia. Non potete disquisire sul fatto che i nostri vini siano biodinamici (anche perché vi trascinerei in tribunale dopo otto secondi). Ma in realtà, come anche lei dice, il vostro intervento in Svezia è volto a tutelare esclusivamente i vostri interessi. Cioè, chi se ne importa se i produttori che screditiamo e buttiamo fuori dal mercato sono biodinamici o meno (magari lo sono anche di più, come nel mio caso): l'importante per Demeter e i suoi associati è fare i propri interessi, alla faccia della verità. Perché se volessimo parlare di verità, al consumatore non potreste dire che i miei vini sono meno biodinamici dei vostri, potreste solo dire che non hanno il marchio Demeter. E mi dica lei cosa gliene può importare al consumatore che ci sia il marchio o no, se il prodotto è comunque biodinamico. Come dice giustamente Giacomo Pevere, dovrebbe esistere una certificazione biodinamica ufficiale e regolamentata, non solo la regolamentazione autoreferenziale di Demeter. E lei risponde con un tipico giro di parole affermando che non si può standardizzare i preparati biodinamici. Non è questo il punto, siamo onesti. Sarebbe più che possibile dettare degli standard, anche perché se no cosa certifica Demeter? A cosa servono gli standard con cui vi certifica? E se può farlo Demeter, perché non potrebbe farlo un ente pubblico, al di sopra delle parti e davvero senza fini di lucro? In realtà, l'idea che nessun altro sia biodinamico e che nessun altro possa certificare la biodinamicità sono solo scuse per proteggere il vostro ricco orticello. E basta. 3. La percentuale. Siccome io vinifico il 100% delle mie uve, pagherei il 2%, più i diritti fissi, più gli altri balzelli. Magari non è il 3%, ma forse il 2.9%? E perché Demeter non mette a disposizione di tutti una bella tabella colle tariffe? Io sul sito non la trovo, mi aiuti lei. Ma tra il 2 e rotti % del fatturato e il 3% poco cambia: è sempre troppo, e non ha ragione d'essere. 4. Mi tocca poi ripetermi. Le mie vigne sono certificate biologiche al 100%. Da anni e anni. E la certificazione biologica è seria, super partes, ed economica. E se esistesse un ente di certificazione biodinamico serio, che richiedesse prodotti biodinamici al 100%, e non esoso, io sarei il primo a farsi certificare. 5. Infine, la smentisco anche sugli Stati Uniti. Si legga quello che sta succedendo alla produttrice biodinamica francese Valerie Chaume-Arnaud, che è pure certificata da Demeter Francia. La poverina ha scoperto che se vuole esportare i suoi vini negli Stati Uniti col marchietto Demeter deve ricertificarsi un'altra volta negli Stati Uniti. Vedi http://bit.ly/HfkwkB Avete letto bene: deve pagare un'altra volta! Perché, dicono gli astuti e 'disinteressati' (no-profit) di Demeter USA, la loro certificazione è leggermente diversa, e quindi, visto che cambiano gli standard, se vuole il marchietto Demeter anche in USA deve pagare un'altra volta. Ma le sembra serio? E le pare possibile che uno debba pagare il 2 e qualcosa % del fatturato in Italia, e se vuole esportare negli Stati Uniti deve pagare un'altra volta? Ma stiamo scherzando? Attenti, produttori che state considerando di associarvi a Demeter, chiedete bene prima quanto dovrete pagare in più per esportare i vostri vini in ciascun paese. E mi dica lei chi fra noi due è il sordo... Sebastiano (Nome) Cossia Castiglioni (Cognome) Querciabella (Azienda Biodinamica al 100%, non al 65%)

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superinformata

circa 12 anni fa - Link

Gent.mo Sig. Castiglioni, ieri le ho linkato il tariffario della Demeter. glielo ripropongo http://www.demeter.it/images/stories/allegati/modulistica/soci/pdf/sistema%20tariffario%20demeter%20in%20vigore%20come%20deliberato%20dalla%20assemblea%20dei%20soci%20del%2014.06.2009%20agg%202011.pdf lo legga attentamente prima di sparare percentuali.

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Tom Natan

circa 12 anni fa - Link

Thank you for linking to my blog post discussing Demeter certification. I'd love to participate in the discussion, but I don't speak Italian!

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marco serventi

circa 12 anni fa - Link

Gentile Sebastiano, trovo che si debba avere una certa cautela prima di continuare a fare affermazioni che, osservando meglio, hanno la tipica struttura che conforma i fatti secondo quel che un giudizio precedente i fatti stessi esige. Credo che l'importanza del tema trattato esiga una buon pensare pulito e un livello di onestà intellettuale. Così si evita di confondere piani, fili logici e fatti con opinioni. Provo ancora con fatica (non amo le polemiche, ma le discussioni oneste) a rispondere sui punti che lei qui afferma. Mi scuso naturalmente di non essere sempre su internet a seguire blogs e quant'altro e quindi di avere i sereni tempi della vita nel rispondere. 1a)La Demeter NON esprime alcuna rappresentanza del pensiero biodinamico. NON afferma che il VERO biodinamico è demeter e gli altri no. Demeter esprime semplicemente una garanzia PUBBLICA di regole MINIME (il famoso recinto di regole oltre il quale non si deve andare, e che nel tampo diviene più ridotto man mano che la biodinamica evolve nel campo e nella capacità di chi coltiva) di base che le aziende CERTIFICANO (quindi con rilevanza legale e pubblica che autorizza le strutture di tutela nel settore alimentare a far rispettare le regole dichiarate [anche i NAS, per esempio se trovano un prodotto demeter controllano che quanto dichiarato poi corrisponda al vero]) aver seguito per produrre quel determinato prodotto alimentare. Demeter quindi opera per tutelare quanto dichiarato come biodinamico in un prodotto. Demeter non agisce mai entrando nel merito della biodinamicità o meno delle aziende agricole terze e non socie. Quello è il territorio sacro nel quale nascono e tentano di crescere Individualità Agricole. Ogni azienda è espressione di quel che l'essere umano che ne ha cura è riuscito a fare. Non entriamo nel merito. Il punto è che se uno se lo racconta e se lo dice da solo di fare biodinamica NON può dare lo stesso livello di garanzia al consumatore di quello che si apre a un minimo di organizzazione comune con gli altri produttori biodinamici. Si tratta SOLO di questo. 1b) Quel che lei cita dal sito è una estrema sintesi di quel che invece negli standards (la prego di fare la fatica di leggerseli tutti prima di scrivere, dedurre, affermare, correggere, criticare e in definitiva produrre parole senza conoscere) è chiaramente espresso. Sul vino SOLO il 100% di vino biodinamico può stare in bottiglia e avere il marchio. Vi sono poi (vivaddio non c'è solo il vino!!!)tutti i prodotti alimentari veri e propri, i prodotti cosmetici, quelli erboristici, della panificazione, della pastificazione e quanto altro che hanno ingredienti compositi. I livelli di etichettatura sono i seguenti: a) MARCHIO PIENO in etichetta: Minimo 90% di ingredienti biodinamici il resto, se non possibile biodinamici, siano biologici. Ci sono ingredienti come per esempio il sale, o anche il pesce di mare che non è certificabile. b) MARCHIO PIENO Con deroghe limitate nel tempo, e solo per trasformati con più ingredienti diversi, qualora non si riesca a trovare ingredienti biodinamici per max 33%. Quindi il livello minimo viene portato al 66% ma solo in particolari casi e con deroghe limitate nel tempo. Le deroghe sono per esempio quando ingredienti tipo pepe, cannella, zucchero o altre cose esotiche nei cui paesi di origine non siano reperibili produttori biodinamici. Si tratta quindi di casi eccezionali , temporanei e solo per prodotti multingredienti. c) INGREDIENTI ASTERISCATI con semplice parola demeter accanto, qualora vengano usati meno del 10% di ingredienti. Vale per prodotti quali per esempio quelli cosmetici. E' noto che la grande varietà di prodotti presenti in prodotti come questi consente estremamente di rado di poter mettere il marchio pieno. Questa informazione quindi fa cadere ogni considerazione/ironia espressa nel punto 1. 2a) L' informazioni che come associazioni Demeter in tutto il pianeta diamo agli organi pubblici e privati che organizzano fiere, eventi, esprimono la mission statutaria di queste associazioni di produttori e spingono gli Enti a cui si rivolgono ad accettare come biodinamico quello certificato e quindi in grado di offrire elementi oggettivi a conferma di quanto dichiarato dai produttori nelle proprie etichette, pubblicazioni e quanto altro. Va da sé che questi Enti reputino più affidabili prodotti provenienti da realtà organizzate con sistemi di controllo oggettivi. Le ricordo che ho incontrato in 20 anni di onorato servizio produttori che facevano biodinamica (pure etichettando) sostenendo che basta "pensare", "meditare" sulle file di ortaggi o sui prati per fare biodinamica avanzata; oppure vi erano/sono quelli che affermano la necessità di omeopatizzare senza nemmeno distribuire fisicamente i preparati biodinamici ma inserendo in "irroratori" energetici una semplice bottiglietta e intere aziende erano trattate; molte altre stranezze si incontrano in giro per il mondo, a partire dai casi più semplici nei quali i preparati non vengono mai usati. E' necessità quindi storica, al momento, l'azione di tutela. Al consumatore interessa che ci sia onesta verità, una ragionevole affidabilità dietro a un prodotto e naturalmente è disponibile a pagare per avere questa garanzia. Certo che poi, lei mi dirà, quando arriva a conoscere bene il proprio produttore, l'azienda da cui vengono i prodotti questa necessità viene meno in gran parte!!! E' l'auspicata fiducia, la sperata conoscenza diretta di ciò che c'è dentro un'azienda e nei suoi prodotti il massimo che un consumatore può avere. Ma per tutto il resto è spesso difficile ottenere questo rapporto diretto. Non posso andare in Brasile per conoscere chi produce le mie banane e passarci qualche giorno ogni tanto in una gita di acquisti! 2b) Se il livello evolutivo del portato di ampliamento scientifico che esprime la biodinamica come anche la medicina antroposofica , la fisica, la geometria proiettiva e moltissimo altro prodotto dall'impulso steineriano, fosse storicamente affermato come vorremmo, avremmo senz'altro una realtà politica e amministrativa pubblica in grado di regolamentare e quindi operare come Ente certificatore terzo. Ma lei mi sta parlando di qualcosa che non c'è! Persino il biologico è certificato da Enti Privati!!!! Si rende conto? E', mi perdoni, puramente idiota affermare che le ragioni dell'esistenza di Demeter risiedano nel lucro perché se no bastava un Ente pubblico che la realtà rende impossibile!!! E' importante osservare la realtà: l'apparato scientifico-riduzionista ( in ambito sanitario, agricolo e formativo) ha la sua radice strettamente legata a interessi industriali di scala. La configurazione legislativa consolidata nel '900 è strettamente conformata ai paradigmi riduzionisti. L'avversario è lì. Non altrove. 3) La sua affermazione è che lei NON vuole in termini assoluti pagare chicchessia per certificare la sua azienda come biodinamica. E va bene così. Ma SOLO su questa affermazione traspare con evidenza il fondamento di tutte le affermazioni a volte roboanti, accese, svicolanti, e comunque orientate nella direzione negativa. Non vi è alcuna altra ragione. Bastava dire questo e non sollevare tutto questo fumo. Mi permetto di osservare che ho riscontrato nel settore del vino e dei suoi amatori una maggiore frequenza rispetto ad altri settori di un certo dato di asocialità, di individualismo che gode di se stesso, di un certo narcisismo che di necessità si lega alla natura del vino nel suo incontrare l'interiorità di un essere umano. Il rischio è di alimentare una certa ipertrofia dell'ego per la quale capita a molti, di vivere con assoluta serietà il paradosso di maometto e la montagna. Le lascio immaginare le conseguenze sul piano delle relazioni sociali che questo comporta. 4) La sua "ripetizione" è in netta contraddizione con le sue affermazioni del punto 3 e quindi posso solo farglielo notare. 5) Quel che è capitata alla Arnaud è semplicemente dovuto al fatto che in America hanno uno standard nazionale più restrittivo di quello internazionale. Chi produce in Italia può, dato che noi abbiamo fatto un accordo con gli americani, farsi certificare anche per lo standard americano e quindi poi poter esportare in quel paese. Francamente non so come sia il sistema di pagamento per i prodotti demeter in importazione in america ma è una informazione che posso avere con facilità. Quel che lei paventa (doppione % tra italia e america) posso tranquillizzarla: non ha fondamento.

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Gentile Signor Serventi, prima di rispondere alle sue obiezioni e ai suoi insulti gratuiti ("idiota"?), mi permetto di obiettare nel metodo. O lei scrive a titolo personale, oppure scrive a nome di Demeter. Non può continuare a giocare il ruolo ufficiale e ufficioso. Chi svicola per ora siete lei e Demeter. Vista la sua posizione all'interno dell'associazione, non le parrebbe il caso di chiedere a Demeter Italia una presa di posizione ufficiale? Mi sembra che i temi sollevati siano di grande interesse. Il silenzio 'ufficiale' della sua organizzazione mi sembra fuori luogo. Se la sua è la risposta ufficiale, allora lo dica. Se parla ancora a titolo personale, francamente trovo l'atteggiamento della sua associazione deludente. I lettori di Intravino e i produttori biodinamici (e non) vogliono chiarezza. Questo gioco tra l'ufficiale e l'ufficioso continua invece a creare ulteriore confusione. Venendo ai punti che solleva, i suoi espedienti retorici sono francamente poco efficaci. Lei rimprovera me e gli altri di scarsa onestà intellettuale, di pensiero 'sporco' e di confusione, mentre io e gli altri lettori non abbiamo fatto altro che porre lecite domande, alle quali la sua associazione si è finora rifiutata di rispondere. Questi sono i fatti. Quindi, smetta di impartire lezioni al prossimo sull'onestà intellettuale e sul modo di conversare 'onestamente', e soprattutto la smetta di insultare gratuitamente chi non la pensa come lei, che è il primo inequivocabile segno di chi ha opinioni deboli e qualcosa da nascondere. Infine, la smetta anche col giochino per il quale lei è l'uomo di campagna coi piedi nella terra, e noi siamo tutti perditempo che vivono davanti al computer, perché ha già stufato tutti anche con quello. Io ho solo parlato di fatti. E lei evita accuratamente di rispondere alle mie domande e a quelle degli altri. Le ripeto con chiarezza, e amerei ricevere delle risposte, anziché insulti e voli pindarici. 1. Demeter Italia è un ente senza fini di lucro? È quindi una Onlus registrata e certificata oppure no? È un segreto, o si può sapere? Ci fate vedere la registrazione ufficiale, se esiste? E Demeter International? 2. Le dichiarazioni di principio contano poco rispetto ai fatti. Poiché Demeter ha diffidato il monopolio svedese dal vendere vini di viticoltura biodinamica che non fossero certificati da Demeter, il sistema mi pare ovvio: o ti associ oppure ti impediamo di vendere. Questo a prescindere dal fatto che i prodotti in questione provengano o meno da vera viticoltura biodinamica: per esempio le uve con cui sono fatti i nostri vini sono indiscutibilmente biodinamici al 100%. Le sembra questo un comportamento corretto, di un'associazione che vuole diffondere la biodinamica e proteggere i consumatori? Non si diffonde la biodinamica impedendo a chi la pratica onestamente e con scrupolo di vendere i propri prodotti. E non si protegge il consumatore asserendo falsamente che tutti i prodotti genuinamente biodinamici che non sono marchiati Demeter non siano biodinamici. Contesto quindi completamente quello che lei dice: "Demeter non agisce mai entrando nel merito della biodinamicità o meno delle aziende agricole terze e non socie". Non è entrare nel merito cercare di impedire agli altri di vendere i propri prodotti? 3. Leggerei volentieri i vostri standard, solo che, per esempio, quello 'nuovo' del vino non è ancora disponibile. Inoltre, lei conferma quello che dico: il vostro standard ammette eccezioni fino al 33% (34%, forse, visto che 33+66 non fa 100?). Questo è un fatto. Che poi lei scelga esempi dove gli ingredienti sarebbero impossibili da certificare mi lascia indifferente. Se un prodotto è non certificabile al 33%, io eviterei di certificarlo come biodinamico, ma questa è solo la mia opinione. E se il consumatore compra un prodotto pensandolo biodinamico al 100%, quando lo è al 66%, secondo me si fa un disservizio al consumatore. Mi spiegherà poi lei perché il famoso 10% di un prodotto può essere (o deve essere?) biologico: perché non può essere biodinamico se può essere biologico? Avrei bisogno di un esempio pratico. 4. Prendano nota tutti i lettori di Intravino che il vino non è un prodotto alimentare "vero e proprio", e che "vivaddio non c'è solo il vino". Stiamo scrivendo su un blog che parla di vino, ecco perché parliamo di vino. Se il tema l'annoia o le dà fastidio se ne vada. 5. Torniamo al punto fondamentale. Lei afferma che Demeter si occupa di certificare le aziende a tutela dei consumatori. Allo stesso tempo afferma che l'esistenza di un ente certificatore pubblico è impossibile. Delle due l'una: o si può certificare nei fatti che un prodotto sia biodinamico o che sia composto da ingredienti biodinamici, oppure non si può. Che l'ente sia pubblico, o si chiami Demeter, o si chiami Pinco Pallino è assolutamente irrilevante. È completamente illogico dire che non è possibile certificare la biodinamica con uno standard ufficiale e pubblico, per poi affermare che questo è quello che fa Demeter. Se si può certificare la biodinamica, allora si può fare esattamente quello che si fa con il biologico, ed emanare dei regolamenti chiari e condivisibili, e quindi dare spazio a enti di certificazione alternativi e concorrenti. Se la biodinamica non è certificabile, allora non la può certificare nessuno, neppure Demeter. In ogni caso il problema non è se sia pubblica l'entità che certifica, ma se esistano delle regole condivise e che si rispecchiano in regolamenti europei e internazionali. Cosa perfettamente possibile, benché lei, senza per altro fornire spiegazioni attendibili, affermi il contrario. 6. Nel suo punto 3, ancora una volta ricorre a uno stratagemma retorico che non le riesce. Sostiene falsamente che io abbia dichiarato qualcosa, per dimostrare che le mie argomentazioni siano tutte fallaci. Lei sostiene che io avrei detto di non voler pagare per la certificazione biodinamica. Nulla di più falso. Ho detto più volte che sarei felice di pagare per la certificazione biodinamica, come già pago per la certificazione biologica, ma il giusto. Un prezzo equo, NON legato al fatturato, ma al tempo effettivamente impiegato dagli specialisti che se ne occupano e alla dimensione dell'azienda. Non spropositato, vessatorio e ingiustificato, come il vostro sistema attuale di esazione. Ho scritto poche righe sopra: "se esistesse un ente di certificazione biodinamico serio [...] e non esoso, io sarei il primo a farsi certificare." Non è abbastanza chiaro? In ogni caso, non vi è alcuna contraddizione tra il mio punto 3 e il mio punto 4. E la smetta di definire le affermazioni altrui "roboanti, accese, svicolanti, e comunque orientate nella direzione negativa". A parte che non vuol dire nulla, si limiti perfavore a esprimere le sue opinioni, e magari a rispondere alle domande che io e altri abbiamo ripetuto 'ad nauseam', invece di continuare a cercare di mettere in cattiva luce i suoi interlocutori insultandone le opinioni. Parliamo dei fatti, non della percezione personale sulla qualità delle idee degli altri, che non interessa a nessuno. E se permette, non si sta sollevando del fumo, si stanno ponendo degli interrogativi molto seri. Quando un produttore rigoroso come noi si trova dalla sera alla mattina ingiustamente estromesso da un mercato importante come la Svezia, non si tratta di fumo, ma della vera e propria sussistenza di un'azienda. Lei che ama descriversi come l'agricoltore dagli stivali infangati non può far finta di ignorare la gravità della situazione in cui noi, e sicuramente altri, ci siamo trovati a causa dell'arrogante prepotenza di Demeter. 7. Tralascio ogni commento alle sue affermazioni su "asocialità [...] individualismo che gode di se stesso, [...] narcisismo che di necessità si lega alla natura del vino [...] ipertrofia dell'ego" che secondo lei caratterizzerebbe il mondo del vino. A nome di tutti i produttori e amatori del vino che ci leggono respingo al mittente gli ennesimi, infondati e gratuiti insulti. 8. "Quel che è capitata alla Arnaud è semplicemente dovuto al fatto che in America hanno uno standard nazionale più restrittivo di quello internazionale." Ancora una volta, dall'alto dei suoi stivali infangati, lei insulta il lavoro e la sofferenza di un produttore che in teoria dovrebbe tutelare. Ma le pare poco che una produttrice che si è assoggettata alle vostre già esose richieste debba ritrovarsi a pagare di nuovo per esportare i propri vini? E le pare serio uno standard che non solo è diverso da paese a paese, ma cha alla fine ha il risultato di imporre un'esazione doppia o multipla? Perché chissà quali altre differenze ci sono, e se Demeter Kazakhstan non ha uno standard ancora diverso da Demeter USA... Le sembra poco che un produttore debba pagare la stessa certificazione due volte, o tre o quattro? Ma non prova imbarazzo mentre con tanta superficialità ignora la sofferenza della produttrice in questione? E vuole farmi credere che sia normale? Lei dice testualmente "semplicemente"... Lo dica alla Arnaud, guardandola in faccia, perfavore. 9. Infine, vogliamo mettere a nudo il meccanismo di esazione di Demeter? Non si tratta di un ente di certificazione come gli altri. Fino a prova contraria, per esempio nel biologico, io posso scegliere di farmi certificare da ICEA oppure AIAB oppure Ecocert, o altri, "nel rispetto delle norme previste dal regolamento CEE 2092/1991 e successive modifiche ed integrazioni." Nel caso della biodinamica, un regolamento europeo ancora non esiste. Ma questo non significa affatto che l'unica certificazione sia quella di Demeter, che non ha alcuna validità dal punto di vista normativo, perché non esistendo un regolamento ufficiale non lo rispecchia. La realtà dei fatti è che Demeter ha subdolamente registrato la parola "biodynamic" in diverse giurisdizioni, ma non a livello europeo, dove la richiesta è stata chiaramente respinta perché senza fondamento: il termine "biodynamic", come il termine biodinamica, sono di uso comune, e come tali non registrabili. Ma Demeter non si propone in quanto fornitrice di un servizio impeccabile di certificazione (che come dicevamo non ha alcun fondamento o riscontro legale, per ora), ma impone la propria esazione sulla base dell'uso di un termine che ha registrato in barba alle sentenze europee e al buon senso. Questa è la domanda fondamentale. Voi sapete benissimo che esistono realtà biodinamiche al di fuori di Demeter (lo scrive lei stesso), ma cercate comunque di costringerle ad aderire all'associazione e a pagare i vostri tributi esorbitanti, forzandole attraverso il monopolio ingiusto e contrario alle sentenze europee della parola "biodynamic". Se voi vi limitaste ad offrire un servizio di certificazione al quale un produttore fosse libero di aderire, in concorrenza libera con altri, perché no. Ma voi di fatto cercate di costringere tutti quelli che fanno biodinamica e vogliono dirlo apertamente a versarvi una percentuale del fatturato. E questo è palesemente ingiusto. E siccome si è già pronunciata l'Europa sul tema, il re è nudo. Questa, che lei 'svicola' con cura, è la reale materia del contendere. In barba ai suoi insulti al sottoscritto, e all'abilità con cui elude le domande serie. 10. Con tutto il rispetto per i suoi impegni, noi che "non abbiamo niente da fare" a suo confronto, e che "non passiamo mai tempo colle nostre famiglie", e tutte le alte amenità con cui ci ha apostrofato, proponiamo a questo punto un incontro pubblico, in sede neutra, ma dove qualcuno della sua associazione si assuma finalmente la responsabilità di rispondere alle domande ufficialmente, a nome di Demeter, a viso aperto. Io ci sarò. E voi?

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

La differenza tra me, agricoltore biodinamico certificato, e lei, è quella che io partecipo a migliorare e sostenere la collettività biodinamica, mentre lei chi sostiene? Da quando in qua uno per fare agricoltura biodinamica deve sostenere qualcosa? Sarà mica una setta...

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marco serventi

circa 12 anni fa - Link

Gentile Sebastiano, tutto quel che è domandato in tutto questo blog sul tema ha già avuto tutte le risposte. L'ufficialità o la non ufficialità è qualcosa di irrilevante. E' la storia di maometto e la montagna, come volevasi dimostrare. Questo è un blog, non è uno strumento di comunicazione "ufficiale" verso qualsivoglia ente pubblico o privato che sia. Quindi è pretendere risposte laddove non sono state inviate all'interessato le domande. L'interessato non risiede in questo blog. Tutte le nuove informazioni che ha chiesto in più con l'ultimo suo post in risposta al mio sono disponibili come le precedenti presso la Demeter. ma siccome si vuole che la montagna vada a maometto....che ci posso fare? Io parlo col mio nome e cognome e ho già spiegato tutto. Avendo dimostrato che le è facile dimenticare quel che ha affermato poche righe più sopra, nei vari post e che il nucleo del suo personale problema sta nel fatto di non voler pagare chicchessia per farsi certificare ancorpiù se l'organismo è privato e pretendendo altresì che lo stato, il quale è, in questa fase storica, impossibilitato a essere sostenitore della biodinamica quant'anche ci mettesse il naso, lo certifichi a basso costo (cioè a spese dei contribuenti che magari non vogliono consumare nulla di biodinamico), a questo punto termina qui il mio compito. Attendo quindi con piacere le sue pressanti richieste di informazione in Demeter, pur sapendo che qualsiasi risposta possa essa dare per quanto ufficiale, diverrebbe resa vana dal suddetto motivo che la spinge alla "pugna" contro questa vergognosa multinazionale sfruttatrice che osa mettere in discussione la repubblica autonoma Querciabella massimo esempio della migliore biodinamica del mondo e quindi bastante a se stessa e degna di assoluta fede. Tutto il resto è silenzio. Buona primavera e un augurio di scarsa siccità a tutti i biodinamici certificati e non. Marco Serventi

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Maometto e la montagna non c'entrano nulla. Ma oramai è ancor più evidente a me e agli altri che lei si nasconde dietro un dito, non a una montagna. E scusi se noi poveri insetti, lettori di un blog abbiamo osato chiedere risposte in un pubblico forum alla divina Demeter, che certo non può abbassarsi a rispondere in luogo tanto volgare a dei comuni mortali. Provvederemo a inviare missive su pergamena, sperando che l'imperatore ci degni di attenzione. Il mio fondato timore è che sia lei che Demeter rifuggiate la risposta pubblica, per via dell'imbarazzo. Vedremo. Sappia che le mie domande dirette e per raccomandata a Demeter, però, verranno inviate in copia a Intravino, che ha sollevato il dibattito. Come pure le risposte che dovessi ricevere. Ma qui mi fermo anch'io, perché al povero mortale lettore di queste pagine ormai è tutto chiaro, soprattutto la vostra omertà. Mi permetto solo di chiarirle ancora una volta, poiché non vuole leggere o fa finta di non capire, che io sono volentieri disposto a pagare qualcuno, ma non voi. C'è una bella differenza tra 'nessuno' e 'chiunque tranne voi'...

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Così da ignorante Pomponio le dico. La certificazione biologica è regolamentata da leggi e certificata da istituti privati che a queste leggi si rifanno. Perchè la certificazione biodinamica deve essere invece regolamentata da un istituto privato e che il medesimo si pone come unico ente cerficatore? Ed escludendo anche le questiona del come e perchè un privato si sia reso di fatto unico detentore della verità biodinamica, la vera questione è: non le pare tutto ciò molto simile ad un monopolio dove un'unica figura (a scopo di lucro o no in teoria la cosa dovrebbe essere ininfluente) può fare il bello e cattivo tempo in un preciso campo? Ecco questo mi sembra il punto cruciale delle critiche perchè si sà, se non c'è concorrenza, il prezzo lo faccio io non il mercato.

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Pomponio

circa 12 anni fa - Link

Egregio signor Pevere, le suggerisco di avvicinarsi al mondo biodinamico storico per comprendere le origini e gli sviluppi dell'agricoltura biodinamica dal 1924 a oggi. Vada a visitare il Dottenfelderhof o vada a Dornach per farsi un'idea. La certificazione biodinamica non può esere di dominio del pubblico perchè non si possono standardizzare i preparati biodinamici. Se vuole approfondire l'argomento le suggerisco di iniziare a studiare "Impulsi scientifico - spirituali per il progresso dell'agricoltura " di Rudolf Steiner - ed. Antroposofica. Cordialità, Pomponio

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Andrò a leggerlo sicuramente nel frattempo, se i preparati non sono standardizzabili come è possibile certificare? Evidentemente la Demeter in qualche modo standardizza o quantomeno segna dei paletti entro i quali muoversi (o per esempio vendendo i suoi prodotti già belli che pronti...) altrimenti cosa certifica? Crede che tutto ciò non sarebbe possibile allargarlo ad una qualsiasi agenzia certificatrice? Le ripeto, il problema non sono le certificarioni, ne gli standard, ma il fatto che tutto ciò sia in mano (commercialmente parlando ovviamente) ad una unica azienda nel mondo che quindi nel biodinamico fà il bello e il cattivo tempo. Tecnicamente (nel senso di cosa si può e cosa non si può fare) ed economicamente. Mi permetto infine di suggerirle la stessa cosa che Sebastiano CC le ha consigliato. Nome e Cognome, come può ben notare qui sopra c'è il mio e lei sà con chi stà parlando, io no. Aggiorno: a quanto pare lei risulterebbe essere tale Marco Serventi che a quanto scrive lei stesso "attualmente sono nel direttivo demeter italia e visito dal 1993 le aziende socie" lavora per l'azienda in questione, la sua difesa a spada tratta è quindi comprensibile facendone parte ma deprecabile visto che ha prontamente deciso di nascondersi dietro a un nick anonimo. Tutti noi difendiamo ciò in cui crediamo, quasi tutti evitano di sputare nel piatto in cui mangiano ma solo pochi hanno l'onestà morale di dichiarare da quale piatto si riempiono la pancia (tra l'altro è argomento di discussione in questi giorni), ecco lei non è tra questi pochi.

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marco serventi

circa 12 anni fa - Link

Gentile Sig. Pevere, non ho ragione di chiamarmi con altri nomi. Da una vita la mia faccia la metto nelle cose che faccio. Non so(spero non per colpa di qualche bicchiere di vino troppo buono!!!) quale divinazione possa averle suggerito che il sig. Pomponio debba essere io: la tranquillizzo subito dicendo che in questi giorni ero in altre faccende affaccendato e quindi senza il necessario tempo per le chiacchere bloggarole. Non so per quali ragioni lei ce l'abbia con me e la tranquillizzo anche del fatto che per fortuna mangio molto di più col mio lavoro che con il lavoro Demeter. Rimango sempre stupito del fatto che giudizi e stragiudizi su persone che nemmeno si conoscono e che magari non hanno alcun interesse a giudicare chicchessia, sorgano con una facilità un pò, mi permetta, adolescenziale su base di sensazioni e fantasie. Forse è il limite di internet: avere di fronte solo righe e quindi potersi permettere quel che in presenza diretta si avrebbe magari maggior pudore di dire. Ma, probabilmente si tratta di distanze di natura antropologica.

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Riccardo Campinoti

circa 12 anni fa - Link

La certificazione biologica e' regolamentata da leggi perche' si basa su protocolli precisi e su pratiche ben definite. La biodinamica, se si tolgono alcune pratiche colturali sagge (non certo inventate da Steiner), e' un atto di fede. Sarebbe come certificare il terzo segreto della Madonna di Fatima

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Quindi il lavoro di Demeter è fuffa... Visto che loro questo certificano.

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Beh, non direi proprio. A parte quello che si può far risalire direttamente a Steiner - il ritorno a certe pratiche del passato ma anche la concezione innovativa del sistema agricolo come organismo vivente strettamente legato al resto del pianeta e dell'universo - la biodinamica si distingue per una serie di pratiche agricole che hanno non solo un forte riscontro empirico, ma anche dei seri fondamenti scientifici (vedi altri miei post qui su alcuni degli studi). Per esempio, tutte le lavorazioni tese a migliorare e aumentare la vitalità del terreno non sono 'fuffa': la vitalità rende le piante e l'ambiente più sani, ed è chiaramente misurabile, sia in termini di esseri viventi che popolano il campo biodinamico, sia in termini di vita microbica, sia in termini di aumento dell'interazione tra le varie componenti dei processi naturali di crescita e sviluppo delle piante. Come pure l'uso di sistemi di sovescio complessi (nel nostro caso trentadue tipi di piante diverse che interagiscono tra loro e con l'ambiente). Vi sono interessantissimi studi che dimostrano non solo l'effetto delle singole piante sul sistema coltivato, ma l'incredibile interazione tra le piante e l'ambiente, come pure l'incremento di presenza di fauna di tutti i tipi. Insomma, tutt'altro che fuffa. Che poi Demeter certifichi altro, questo lo lascio alle conclusioni che ognuno di noi può trarre, ma perfavore non confondiamo chi registra i marchi e fa pagare le 'tasse' agli altri con chi lavora la terra con passione, entusiasmo e grandi risultati.

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Riccardo Campinoti

circa 12 anni fa - Link

I sovesci li usa anche chi non fa biodinamica e li usavano ben prima del 1924. Cosi' come le influenze della luna sui lavori in campo e in cantina erano gia' seguite prima del 1924. La fuffa sono i rituali pseudo magici inventati da Steiner

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Quindi lei è un produttore biologico certificato, che usa i sovesci e studia l'influenza della gravità lunare-solare sulla vita delle piante? Oppure è il solito produttore chimico che spara a zero sulla biodinamica? Oppure non è nessuno dei due, ma deve comunque screditare la biodinamica per principio e senza informazioni? Se vogliamo fare discussioni serie e dettagliate, sono disponibile, ma se dobbiamo parlare per slogan e giudizi tranchant poco documentati, allora non ho tempo.

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Giusto per precisare. Ho usato il temine "fuffa" ironicamente in risposta a ciò che Riccardo Campinoti diceva e non mi riferivo di certo al suo lavoro.

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Riccardo Campinoti

circa 12 anni fa - Link

Sebastiano non si arrabbi. Qui siamo al bar e si parla in liberta'.... Sono la prima cosa che lei ha detto, con una differenza. Ho lavorato in biodinamica per due anni , ho studiato, letto tutto quello che c'era da leggere. La mia convinzione e' che i preparati cosi' come descritti da Steiner non servono a niente. Tutti i rituali che ci sono dietro poi sono roba da Mago Merlino. Se lei mi vuol giustificare la biodinamica dal lato pragmatico, posso anche starla a sentire.Se pero' vuole giustificarmi l'utilizzo della vescica di cervo maschio nella preparazione preparato 502 , sono io che non ho tempo.

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Caro Riccardo, credo che io lei siamo molto più d'accordo di quanto non sembri. Tanto per dirne una, noi abbiamo sostituito tutti i prodotti animali con prodotti a base vegetale, come suggerito tempo fa da Maria Thun. E i rituali magici, come pure i riferimenti all'astralità, mi fanno venire l'orticaria... ;) Però, la differenza tra la prassi del biologico, e le complicatissime, almeno da noi, lavorazioni della biodinamica - sovesci multipli di trentadue piante non sono la stessa cosa di piantare i piselli una volta l'anno -, è enorme. Anche senza rituali magici, il lavoro che si fa in vigna, e l'applicazione rigorosa di standard non interventisti ma di precisione e controllo maniacali in cantina, danno dei risultati misurabili. Se ha voglia, dia un'occhiata allo studio di Turinek. La differenza tra biologico e biodinamico (il convenzionale non lo considero neppure), è considerevole. Aggiungo che una cosa è dire che certe pratiche (non tutte) erano già note, e non vi è dubbio. Un'altra è recuperarle, analizzarle, capirle e metterle in uso. Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare.

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Grazie Superinformata, lo avevo perso. Ma lei dove lo ha trovato il Sistema Tariffario Demeter? io sul sito non lo trovo. Allora, non spariamo percentuali. Sulla base del fatturato della mia azienda, io pagherei nella migliore delle ipotesi circa l'1.3%, ma, siccome noi i nostri prodotti li trasformiamo e in parte li distribuiamo pure, potrei pagare fino all1.82%. Scusate se è poco! Un 'piccolo' produttore, con un fatturato di 250'000 Euro l'anno, però pagherebbe il 2.73%. E se osasse trasformare e distribuire i propri prodotti, o quelli di altri, passerebbe al 3.36%. Ma vogliamo scherzare? Per una certificazione? Mi sembra che a sparare, però sui produttori, siano quelli che chiedono queste cifre.

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superinformata

circa 12 anni fa - Link

ma no!! le aziende agricole posso trasformare i propri prodotti, ci mancherebbe! e pagano solo come produttori. Per trasformatori intendono quelli tipo fattoria scaldasole che comprano latte e rivendono yogurt. Il tariffario lo trova nel sito della demeter, deve cliccare a sinistra dove c'e scritto modulistica e procedure.

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tenax

circa 12 anni fa - Link

intervengo. mi pare di capire che a livello internazionale l'unico marchio degno di cittadinanza sia Demeter. Chi, come la Svezia, decide che o Demeter o nulla uin quanto si sente poco garantita da autodichiarazioni di biodinamicità fatte dai produttori possa trovare accoglienza senza scandalizzare oltre il lecito. Se Demeter da oltre un secolo ha questa mission e ha investito tempo soldi e risorse umane per consolidare credibilità e ottenere consensi credo possa in parte difendersi, anche in modo a mio avviso scomposto, per tutelare il marchio biodinamico che fino a pochi anni fa era semisconosciuto. Sicuramente la mancanza di alternative a Demeter non gioca a favore del libero mercato. E' auspicabile quindi che sulla scena si ponga un concorrente che possa avere altrettanta credibilità e autorevolezza, anche se la vedo dura stante i fatti. Forse solo l'Efsa potrebbe in qualche modo dirimere la questione e mettere una pietra tombale sulla querelle. capisto SCC quando dice che i costi dui questa certificazione sono troppo alti. E' la stessa cosa in un altro campo che mi permetto di portare ad esempio. Le carte di credito che tutti noi utilizziamo hanno un costo per chi le accetta in pagamento. Variabile sul fatturato. Per alcuni circuiti (Visa E Mastercard) si va da un max del 2% fino a scendere sotto l'1% quando si fatturano milioni. American Express invece attua una politica molto rigida di pricing (chi è commerciante lo sa benissimo) e non scende mai sotto il 3% (escludiamo la gda e i benzinai dove le commissioni sono "calmierate" per ovvi motivi). Amex si difende così dalle accuse di onerosità: "sig. Commercianti se volete che i miei clienti vengano a spendere da voi dovete accettare una commissione più alta perchè i miei cleinti spendono mediamente il doppio degli altri, non hanno limiti sulla carta, in tempo di crisi sono tra quelli che continuano a spendere, inoltre i miei clienti sono estrememente fidelizzati e se tu non accetti amex non comprano nemmeno se in tasca hanno altre tipologie di carta di credito, quindi...mangia sta minestra o perdi delle vendite". Naturalmente quello che dice American Express è vero all'80% ma credetemi fa molto effetto. Per concludere. Sigg. Produttori se volete vendere in alcuni paesi a voi molto cari in termini di fatturato il vostro buonissimo vino biodinamico non avete oggi scelta. Cconcludo dicendo che io non lavoro per Demeter e fossi l'autorità preposta al controllo obbligherei Demeter a farsi da parte in alcuni casi. I monopoli a me non sono mai piaciuti. Forse per questo che andavo a comprare le sigarette in Svizzera ai bei tempi dei 20anni.

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Caro Signor Tenax, Purtroppo il suo intervento parte da una premessa errata: "mi pare di capire che a livello internazionale l’unico marchio degno di cittadinanza sia Demeter". Non è affatto così. Per esempio, in Francia, l'organizzazione più nutrita sia dal punto di vista numerico che di fama dei produttori aderenti è Biodivin (www.biodyvin.com/index2.php). Questa e altre associazioni sono nate per riunire i produttori che non volevano associarsi a Demeter. per via dei costi, per via degli standard (quelli di Biodivin sono da sempre più rigidi di quelli di Demeter), e così via. Veda i miei commenti precedenti sugli standard. Mi permetto poi di dissentire dalle sue analogie. Se io sono un negoziante e non voglio usare il circuito carte di credito, non mi chiudono il negozio e non mi impediscono di vendere. Invece,se io voglio esportare vini biodinamici, che eccedono gli standard di Demeter (e quelli di Biodivin), Demeter mi boicotta, insinuando al monopolio che non sono biodinamici, solo perché non ho pagato la loro tassa. Ma poiché non esiste una legislazione europea che certifichi il biodinamico, questo è un vero e proprio sopruso. Non so se coglie la differenza, ma se ci fosse un ente europeo dedito alla verifica e alla certificazione biodinamica, i miei vini passerebbero con la medaglia d'oro. Invece, siccome questo ente non c'è, i prepotenti fanno il bello e il cattivo tempo sulla base della registrazione di un marchio, non di una verifica sui miei prodotti. Se ci fosse una verifica, non esisterebbe il problema. Una cosa è dire che esiste uno standard di legge, come nei vini biologici, riconosciuto dalle leggi internazionali, un'altra è un ente che registra un marchio (lo 'sequestra'), e poi impone il pagamento di una tassa a chi vuole descrivere come sono fatti i propri prodotti usando un termine comune come è ormai 'biodinamica'. La situazione mi sembra assolutamente diversa. Grazie al cielo abbiamo una scelta. Siccome viviamo nell'Unione Europea, e finché esistono leggi e tribunali i prepotenti hanno ragione solo fino a un certo punto, i produttori che non si fanno intimorire, come noi, ricorreranno nelle sedi opportune. Sappia che l'OHIM (Ufficio per l'Armonizzazione nel Mercato Interno) ha già pronunciato diverse sentenze contro l'indebito tentativo di Demeter di registrare in uso esclusivo la parola Biodynamic. E la ragione è semplicissima: si tratta di un termine di uso comune, che si riferisce a un insieme di pratiche agricole di uso comune. Il gigante coi piedi d'argilla spaventa il prossimo con gli avvocati i, e ciò che rimprovera non è che un produttore non abbia rispettato certi standard: ma che non abbia pagato la loro tassa per l'uso della parola 'Biodinamica'. Questo non ha nulla a che vedere con il mantenimento di alcuno standard, ma solo con gli interessi economici di chi vuole sfruttare la registrazione di una parola che, come 'biologico', 'comunista', 'freudiano' o che so io è entrata da tempo nell'uso comune, e quindi non può essere monopolizzata a fini di lucro. Dalla sentenza del Board of Appeals dell'OHIM, pronunciata rigettando l'appello di Demeter che cercava di registrare la parola 'Biodynamic' anche come marchio europeo: "In any case the evidence shows that BIODYNAMIC is already in such widespread use that from the end consumer’s point of view it would actually be seen as a descriptive or even generic term." Più chiaro di così? Cordialmente, SCC

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tenax

circa 12 anni fa - Link

è stato chiarissimo ma lo era anche prima. qui si parla di certificazione. lei non può autocertificarsi, mi par di capire. io so che lei produce ottimi vini biodinamici al 100% ma il sig. Larsson come fa a saperlo? è questo il punto nodale. poi nessuno le impedisce la vendita in svezia. come nessuno impedisce ad un merchant di vendere la propria merce utilizzando circuiti alternativi ad amex. credo lei possa farlo ma non utilizzando la parola biodinamico. sbagliatissimo per me e per lei ma giustissimo per il sig. Larsson che vuole una tutela. forse mi sono espresso male dicendo che a livello internazionael l'unico marchio riconosciuto sia Demeter, lo intenda per favore con "l'unico marchio a livello internazionale che certifica i vini italiani è Demeter". comunque sia ribadisco che l'organo europeo di competenza dovrebbe essere l'Efsa. provi a rivolgersi a loro.

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Ecco, però c'è sempre un punto importante. Il Signor Larsson non sa che Demeter non è un ente pubblico di certificazione, ma un ente privato. Che certifica chi paga, anche se il suo prodotto contiene fino al 35% di ingredienti non biodinamici. E questo al Signor Larsson chi glielo spiega? Insito. Siccome non esiste una certificazione 'legale' europea, in realtà siamo tutti vittime, perché neppure il marchio Demeter è una garanzia. L'unica garanzia che ho se compro Demeter è sapere che il produttore ha pagato il fio, e che il prodotto è biodinamico (attenzione, sempre secondo gli standard Demeter, che sono meno rigidi dei miei) almeno al 65%. Quindi, valendo la mia scritta esattamente come il marchio Demeter, dal punto di vista legale e della certificazione di qualità, cioè valendo entrambi nulla fino a verifica di un ente come l'Efsa, non si capisce perché Demeter possa vendere in Svezia e io no. L'unico motivo è che Demeter ha approfittato della distrazione della gente che considera Biodynamic un termine - com'è - di uso comune, e l'ha registrato. È come se domattina io registrassi la parola 'cappuccino', e poi facessi pagare una percentuale del fatturato a tutti i bar di Stoccolma. Posso anche essere un esperto di caffè, e magari il cappuccino che faccio a casa è buonissimo, ma resta il fatto che non tutelo nulla e il mio marchio non dimostra affatto che il mio cappuccino sia migliore di quello degli altri. Il povero Signor Larsson pagherà solo un po' di più per lo stesso cappuccino. Ma che io poi chiami la polizia per far sequestare i cappuccini degli altri, beh, allora si cade davvero in basso.

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link

Il vero genio a questo punto è il signor Icardi che al primo bollino Demeter vino biodinamico® in Italia si potrà presentare armato di ditino oscillante e farà, no no, il giocattolino è mio.

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GiacomoPevere

circa 12 anni fa - Link
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superinformata (forse)

circa 12 anni fa - Link

Cioè il vino demeter può avere il 35% di uva non demeter??

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Cara Superinformata, eccoti il link - prima che sparisca - al sito di Demeter Italia. Sul tema del 90%-65%, leggi il quarto paragrafo. http://bit.ly/HNwxQ2

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Alessandro Fenino

circa 12 anni fa - Link

No, questa percentuale fa riferimento ad altri prodotti alimentari trasformati dove sarebbe impossibile reperire il 100% degli ingredienti Demeter. Per il vino, come scritto nello "standard Demeter vino" le uve devono essere 100% Demeter. Anche perchè la certificazione la paghiamo sul valore della produzione di uva, non di vino.

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Allora lo standard vino Demeter attuale apparentemente non è sul sito. In ogni caso, ammesso che sia così - e sarebbe bello se qualcuno di Demeter si prendesse la briga di chiarirci un po' di dubbi ufficialmente, ma evidentemente non gliene importa nulla - mi spiega perché dovrebbero essere marchiati Demeter (e quindi in teoria riconosciuti dai consumatori come biodinamici) altri prodotti che contengono fino al 35% di ingredienti non biodinamici? È questa la garanzia di qualità, di trasparenza e di tutela dei consumatori che offre Demeter? In ogni caso, le dispiacerebbe condividere con noi un documento ufficiale dove sia evidenziato questo standard per il vino? O è un segreto? Grazie, SCC

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tenax

circa 12 anni fa - Link

bene, difficile uscirne senza rompersi le ossa. intantto lei registri questo: BeveteItalianoOppureDiventereImpotentiNeglettiAntipaticiMicragnosiInsopportabiliCoglioni e concludo con una battuta: inserisca in etichetta la foto di qualche bellezza nazionale in bikini, ammiccante il giusto, e la frase "il mio vino è più buono di quelli marchiati demeter"

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link
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Alessandro Fenino

circa 12 anni fa - Link

Guardi che l'ha linkato lei qui sopra: sulla sinistra trova un elenco, clicca su "standard e linee guida" e poi clicca su standard vino. Una volta che lo avrà letto capirà che è sicuramente meno rigido degli standard che adotta lei, però non è neanche così convenzionale. Inoltre sta per essere approvato il nuovo standard (probabilmente entrerà in vigore con la nuova vendemmia) che è decisamente più rigido. Personalmente ritengo che la "rivoluzione" della biodinamica stia nel lavoro agricolo e nella qualità superiore dei frutti che produce. Poi in cantina sono favorevole a standard che impediscano di stravolgere la qualità del frutto, ma credo che i paletti debbano permettere a più aziende possibile di entrare. Fare a gara a chi vinifica in modo più severo serve solo a disincentivare nuove aziende a intraprendere la via biodinamica lasciando che ettari di vigna restino convenzionali.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

Credo che il problema non sia se Demeter può certificare o no e quanto debba farsi pagare. Demeter è un privato, e può fare quello che vuole. Il problema è che Demeter non può apporre il copyright sulla parola "Biodynamic" o "Biodinamico". Certamente non in Italia, e molto probabilmente neanche in Europa. In Italia sono convinto che la corte di Cassazione, o addiruttura la Corte Costituzionale, boccerebbero senza appello questa procedura.

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Massimiliano Montes

circa 12 anni fa - Link

La registrazione in esclusiva delle parole “Biodynamic” o “Biodinamico” è illegittima per due motivi: sono parole di uso comune, la registrazione in esclusiva determinerebbe un monopolio di fatto, cosa credo non gradita all'anti-trust europeo. Consiglierei al Sig. SebastianoCC di valutare con i suoi legali la possibilità di un esposto all'Anti-trust della UE. E' possibile che dopo Microsoft regali un mega-multone anche a Demeter (inibendogli di operare commercialmente se non adempie). Così Svezia e Norvegia si adegueranno.

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SebastianoCC

circa 12 anni fa - Link

Ma sono solo io a stupirmi dell'assordante silenzio di Demeter? Possibile che non abbiano nulla da dire? Oppure fra poco ci ritroviamo tutti dodici lettere del famoso 'Studio Legale Prepotenti, Arroganti e Associati'?

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marco serventi

circa 12 anni fa - Link

Gentile Sebastiano, se si pensa che le persone possono lavorare anche lontano dal computer, come per esempio in campagna, oppure che possono anche ammalarsi e quindi starsene a letto, oppure semplicemente avere una famiglia e occuparsene nei periodi di festa o...chissà che altre forme la realtà (quella vera) vive al di fuori dei blogs e di internet, forse i silenzi sarebbero meno assordanti e più piacevoli. A volte la montagna potrebbe anche rifiutarsi di andare a maometto no? Io sono sempre intervenuto a titolo personale e certamente senza alcuna autorizzazione o mandato di Demeter. Certo poi dico cose che loro hanno molte probabilità di condividere. Ma quel che conta sono sempre i motivi che muovono all'azione. I miei sono solo legati a quelli che muovono una militanza antica per la biodinamica ma sopratutto per rimuovere gli ostacoli inutili che sul piano sociale creano scelte inconsapevoli e conflitti le cui vere ragioni non emergono subito. Con simpatia.

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Salvatore Licciardello

circa 4 anni fa - Link

Sono un piccolissimissimo produttore sull'Etna. Faccio biodinamica da due anni su un 1 ettaro di vigneto. Con cura, con passione, approfondendo gli argomenti specifici per operare con la maggiore attenzione possibile e seguendo il più fedelmente possibile i protocolli biodinamici. Le argomentazioni che ho attentamente letto non mi stimolano di certo ad intraprendere alcun rapporto con demeter. Ma non mi stimolano neanche a continuare a fare biodinamica in vigna, che è decisamente sacrificate, perché non vedo sbocchi legali, ragionevoli, per il futuro. In ogni caso penso che, come succede con tante altre cose in tanti altri ambiti sociali, lo stato dovrebbe prendere il mazzo in mano e regolamentare legalmente e ufficialmente la certificazione, con standard precisi, Così come avviene per il biologico e per tutte le certificazioni di qualità. Fino ad allora mi sentirò un biodinamico clandestino, solo e incompreso.

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