Stephane Ogier in Côte Rôtie: la prevalenza del cru

Stephane Ogier in Côte Rôtie: la prevalenza del cru

di Andrea Gori

È vero che pensando allo storytelling del Rodano vengono subito in mente la collina dell’Hermitage e lo Chateneuf du Pape, ma se vogliamo andare a vedere dove si è svolto davvero il miracolo di punteggi stratosferici e follie di prezzo, il posto in cui cercare non può che essere la Côte Rôtie, un “pendio arrostito” poco fuori Lione. Qui l’uva è sempre syrah, storicamente abbinato ad un saldo di uva bianca viogner, vinificato anche in purezza per ottenere bianchi dalla personalità originale e mai troppo diretti.

Ma la fama di questa AOC è in realtà antichissima perché era già famosa ai tempi di Plutarco come “vini di Vienne”, per poi avere una continuità impressionante di fama e notorietà per tutto il medioevo con esportazioni forti in Inghilterra e Russia. Sopravvive alla fillossera e altre malattie di inizio novecento ma non alle guerre in cui muoiono due generazioni di vigneron azzerandone quasi la produzione fino a soli 60 ettari negli anni ’60. Il revival comincia negli anni ’80 con Parker e simili con i quali però si è arrivati spesso al parossismo nell’uso di legno e barrique, con vini monumentali e difficilissimi da approcciare in gioventù e che pure con il tempo mostrano spesso i segni di tale trattamento enologico.

Solo in tempi più recenti si è riaffermato un modo di lavorare più leggero, con un bell’effetto di apertura del terroir  verso espressioni più lievi e attente alle sfumature di microclimi e conformazioni geologiche. Sull’esempio di Guigal, il gigante per prestigio prezzo e qualità (con la famosa triade di cru “La-La-La”, La Mouline, La Turque, La Landonne)  con cui tutti devono confrontarsi, molti altri produttori si sono lanciati nel vinificare separatamente i propri appezzamenti e terrazze arrivando ad offrire sul mercato una ricchezza entusiasmante di vini territoriali che ricordano la bellezza di alcuni village borgognotti.

I vigneti sono tutti tra i 180m e i 325mt slm, su colline molto ripide (oltre 60 gradi) e terrazzate, tutte su roccia metamorfica suddivisibili in tre terroirs: scisti di mica nella zona più a nord, gneiss al sud, e migmatite a sud est. La roccia è molto superficiale ma con spaccature che permettono alle radici di andarsi a prendere l’acqua che serve.

In mezzo a questo mosaico bellissimo, il Domaine Stéphane Ogier (già Domaine Michel Ogier e Domaine Michel e Stèphane Ogier, o M & S Ogier) è  da 7 generazioni sulle pendici di Ampuis – come da foto evocativa in cantina – e imbottiglia dai primi anni ’80 (fino ad allora vendeva quasi tutto ad aziende del calibro di Guigal e Chapoutier). La svolta positiva avviene con l’arrivo di Stéphane nel 1998 di ritorno dagli studi in Borgogna, che applica immediatamente la vinificazione dei singoli vigneti separatamente, con le etichette forse più dettagliate mai viste nel mondo del vino. Nonostante 16 ettari da curare, compreso 1 a Condrieu in bianco, Stéphane ha tempo anche per gestire un negoce con uve acquistate da terzi e realizzare un vino indovinato e godereccio come “Le Temps Est Venu – Côtes du Rhone”.

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Nella bellissima e funzionale nuova cantina ci addentriamo negli assaggi parcellari, un godimento continuo fatto di sfumature, la maggior parte della quali ben percepibili anche dagli assaggi dalle barrique. Vinificazioni e microvinificazioni in acciaio con uso parziale o completo dei raspi a seconda del cru, con una maestria davvero rara su 250mila bottiglie totali di cui 30mila solo di Côte Rôtie su 30 selezioni di vigna. Quasi la metà dei vini vengono vinificati da vendemmia intera con il  cappello sommerso.

“Le Temps Est Venu” 2017
Note classiche del locale syrah con marasca e pepe.Sincero e intenso, bocca ispida e carnosa ma fresco e appuntito con rimandi balsamici. 90

Côte Rôtie 2016 Village
Rotondo e piacevole di ribes rosso e lamponi, bocca agile, croccante e rifinita con grazia. Nota vegetale di raspi e mentolato appena nel finale. 88

L’Âime Soeur Igt 2016
“Anima gemella” perchè questo syrah non cresce esattamente nella Côte Rôtie ma nel vigneto di Vienne, a nord di Ampuis, a Seyssuel, ed è vigneto erede di piante antiche come la dominazione romana, in un suolo più simile alla Côte Brune. Ci sono note di macchia, ginepro, alloro e succo di ribes neri, bocca che danza leggera, lunghezza di frutto, resine, carrube e menta. Tannino vispo ma di grana finissima e carnosa. 93

Côte Rôtie Reserve 2015
Un assemblaggio da più vigneti (ovvero i lieux-dits di But de Mont, Fongeant, Côte Blonde, Côte Rozier, Champon, La Viallière, Bertholon, Montmain, Côte Bodin, Lancement anche da Besset e Leyat ) che si affinano per 24 mesi in legno. Note di tabacco, pepe, mandorla e cassis, rotondità e materia, ampiezza inusitata ma non freschissimo. Vino tra i più grassi di Stephane più che fine, ma impressionante per intensità e capacità seduttive. 95

Côte Rôtie La Valiere 2015
Carnoso ed ematico, alloro e acidità poi legno, vaniglia, cipria e rafano. Bocca con allegria ed energia sottese ma profonde e dinamiche, finale di erbe aromatiche che duettano su trama tannica bellissima. 96

Côte Rôtie Côte Blonde 2015
Vicino al famoso La Mouline di Guigal. Tabacco, ribes nero e cassis, timo e pepe nero, poi incenso e talco. Trama tannica importante ma giocata in modo femmineo e sinuoso, finale appuntito e in crescendo. 97

Côte Rôtie Lancement 2015
Incenso balsamico, molto più arioso e meno giocato sul frutto. Bocca di fragolina di bosco e viole, delicato, fine e stiloso, affascina e seduce. 98

Côte-Rôtie La Belle Helene 2015
Dal vigneto La Landonne. Ribes scuro, mirtillo, noci e fichi, poi tartufo e mirto. Struttura imponente che si attarda nel palato per dei minuti aggrovigliando il sorso con spinte acide e aromatiche. 95

Côte-Rôtie But de Mont 2010
La matassa si dipana con il tempo e si allarga ad abbracciare tutte le note aromatiche pensabili: floreale ricco e dolce, frutto rosso e sinuoso, in bocca la materia è fine e il sorso soave delicato tra erbe aromtiche, lunghezza stupenda e armonia complessiva. 96

Côte-Rôtie Champon 2010
Ginepro e salsa rossa, confettura di lamponi e ribes rosso, prugne in maraschino e note ematiche. Bocca soave, delicato e appuntito con finale di cardamomo, pepe nero e ginepro. 93

Côte-Rôtie La Belle Helene 2010
Il vino più importante della casa, fatto di strati e strati di componenti aromatiche: pepe, amarene, cassis, carrube, goudron e peperoni abbrustoliti, talco e rosè. Tannino che comincia a dipanarsi tra rivoli balsamici, fichi neri, cannella e alloro. 96

Si riemerge dall’assaggio con sensazioni bellissime e confortanti, che mostrano una Côte-Rôtie lontana dagli stereotipi di vini muscolari e fruit bomb cui siamo abituati, vini frutto di una sensibilità moderna che trae linfa da storia e tradizione locale. Il risultato è un vino contemporaneo che appaga gli appassionati del terroir che qui troveranno pane e vino per i loro denti.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

7 Commenti

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Lanegano

circa 5 anni fa - Link

Articoli sempre interessanti e suggestivi, però spesso trattano vini difficilmente reperibili o quantomeno in un range di prezzo poco fruibile ai più. Con la tua competenza sarebbe fantastico se potessi recensire prodotti di vignerons magari meno 'titolati' ma comunque molto interessanti e abbordabili. Il primo che mi viene in mente è Julien Guillot di cui ho recentemente assaggiato un gamay (uva che solitamente non mi emoziona più di tanto) di ottima fattura. Credo che di gemme nascoste o quasi ve ne siano davvero tante e maggiormente alla portata di tanti. Magari un articolo con, che so, i bianchi di Borgogna più curiosi e godibili per qualità prezzo....Si, lo so, sono un rompiballe ma ogni volta che leggo questi reportage mi viene l'acquolina e la tentazione di non pagare il mutuo....Saluti :)

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Andrea Gori

circa 5 anni fa - Link

Hai perfettamente ragione ! Ma bisognerebbe avere tempo e magari la disponibilità dei consorzi di zona di organizzare dei tasting ad hoc. Alcuni giornalisti italiani (Paolo Zaccaria del Gambero Rosso e Dario Cappelloni Doctorwine per esempio) sono andati per anni su ad assaggiare e hanno una invidiabile conoscenza della zona dove in effetti non mancano le cantine che lavorano bene e sono ancora comprabili. Il problema resta sempre il relativamente poco interesse da parte dei lettori italiani per queste zone...stiamo parlando di poche decine di lettori potenzialmente interessati quindi è normale che ci sia difficoltà nel preparare report e articoli che poi vengano pubblicati... La soluzione è organizzarsi e passare in zona magari iniziando con una guida francese per i primi assaggi e sfruttando le belle enoteche in zona che hanno spesso prezzi molto interessanti.

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Littlewood

circa 5 anni fa - Link

Ssssttttt! Lasciali andare in borgogna ! In questa zona NESSUNO fa' buoni vini! Fidatevi! Tutti in fila indiana verso la SACRA VALLE! Mi raccomando!!

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Lanegano

circa 5 anni fa - Link

Per pura fortuna ho avuto modo un paio di mesi fa di bere un Bienvenues Batard Montrachet 2006 del Domaine Leflaive.....ancora oggi penso con un sospiro di malinconia al nettare divino che ho avuto sorte di assaggiare....Se mi dicessero dove acquistare vini vagamente rassomiglianti a quello con un prezzo umano mi ci fiondo e salto la rata del mutuo..... :) Altrimenti, per carità, mi dirigo dalle parti di Oslavia e non sbaglio mai......

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Lanegano

circa 5 anni fa - Link

Peraltro bottiglia bevuta in due (due terzi io...) ma se fossero stati sei litri non ci sarebbe stato problema : mi prendevo una giornata libera o due e non mi alzavo da tavola fino a quando non era finita !

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Elle

circa 5 anni fa - Link

Credo che la pendenza sia 60% (dove il 100% equivale a 45 gradi) e non 60 gradi.

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Andrea Gori

circa 5 anni fa - Link

si intendevo quello, sorry

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