Stanko Radikon, un anno fa. Il ricordo di tanti amici. Živijo!

Stanko Radikon, un anno fa. Il ricordo di tanti amici. Živijo!

di Emanuele Giannone

Ha avuto un tempo, il vino, una sua scienza riconosciuta normale, con le sue teorie e le sue dimostrazioni, strumenti e scienziati a validarne il paradigma unico e universale, a distinguere vini e pseudo-vini. Tra le tante anomalie irrise e soppresse, uno pseudo-vino particolarmente tenace seppe tener testa a strumenti e scienziati, si guadagnò rispetto e fiducia, fu di esempio per anomalie meno tenaci e le sostenne. Oggi sono tante e riconosciute speciali, ognuna un paradigma, in ciò tutte diverse l’una dall’altra e da quello normale, sempre dominante ma non più unico. Stanko Radikon era quello pseudo-vino, il punto di discontinuità.

Živijo! era il nome dell’evento (è l’augurio che fanno gli sloveni quando brindano), a cui hanno partecipato alcuni dei più bei nomi del vino italiano e sloveno, tutti amici che con Stanko hanno diviso parte del loro percorso. A ognuno di loro ho chiesto un ricordo, un pensiero. Per quel poco che l’ho conosciuto, credo sia venuto fuori un ritratto discretamente veritiero. Quello di un uomo particolare, buono e testardo, allegro e disponibile.

E, soprattutto, nelle voci di tutti si sente il rimpianto per una scomparsa davvero troppo prematura. Živijo, Stanko!
(Mauro Fermariello, Winestories)

 

Emanuele Giannone

(alias Eleutherius Grootjans). Romano con due quarti di marchigianità, uno siculo e uno toscano. Non laureato in Bacco, baccalaureato aziendalista. Bevo per dimenticare le matrici di portafoglio, i business plan, i cantieri navali, Susanna Tamaro, il gol di Turone, la ruota di Ann Noble e la legge morale dentro di me.

Nessun Commento

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.