Si è appena conclusa la sesta edizione di Grenaches du Monde

Si è appena conclusa la sesta edizione di Grenaches du Monde

di Jacopo Cossater

Torno da Terra Alta con negli occhi ancora tutta la luce che caratterizza questa piccola porzione di Catalogna, alle spalle o quasi della città di Tarragona. Un territorio il cui nome avrebbe dovuto farmi riflettere: nonostante la primavera le temperature – più continentali che mediterranee – avrebbero meritato più maglioni di lana e meno cardigan di cotone. Nessun problema però, è un raffreddore che valeva comunque il viaggio.

Una denominazione che si sviluppa su altitudini comprese tra i 300 e i 350 metri sul livello di quel mare le cui influenze sono mitigate dalle montagne dei Serres de Pàndols-Cavalls. È qui tra sterminati vigneti piantati ad alberello che trova casa la garnacha blanca, varietà che porta a vini piacevolmente fruttati e sempre caratterizzati da una bella spalla acida, verticali ma non asciutti. È qui, nel piccolo centro abitato di Gandesa, che si è svolta la sesta edizione di Grenaches du Monde, concorso internazionale dedicato ai vini prodotti a partire da una delle varietà più diffuse al mondo. Grenache, garnacha, cannonau: tanti nomi per un unico vitigno capace di esprimersi in modi molto diversi tra loro in base alla provenienza e alla sensibilità del produttore.

Questa era la mia seconda partecipazione: l’anno scorso in Sardegna il focus era naturalmente dedicato al Cannonau nelle sue declinazioni geografiche più facilmente comprensibili, da nord a sud passando per il centro e per la Barbagia, una delle sue terre di elezione. Il concorso, promosso dal Conseil Interprofessionnel des Vins du Roussillon, è infatti itinerante e viene ospitato ogni anno da una delle sue aree produttive più importanti. Un’occasione per immergersi in una tre/quattro giorni di straordinaria intensità caratterizzata dalle degustazioni del concorso ma anche da tantissimi assaggi tra momenti tecnici e bevute più informali.

Oltre 800 i vini iscritti in diverse categorie, la stragrande maggioranza provenienti da Spagna, Francia, Italia. In particolare il nostro Paese presentava com’è ovvio un gran numero di Cannonau sardi affiancanti da una bella batteria di vini provenienti da altre regioni. Dal Tai Rosso in Veneto al Gamay del Trasimeno in Umbria, dal Bordò nelle Marche alla Granaccia in Liguria con alcune interessanti deviazioni dalla Toscana alla Romagna. Una diversità che dimostra ancora una volta la grande varietà che è possibile trovare non solo in Italia ma anche all’interno di un mondo solo apparentemente di facile lettura come quello della famiglia delle Grenaches.

Grenaches du Monde

Grenaches du Monde attribuisce tre tipi di medaglie: d’oro, d’argento e di bronzo in base alla media dei punteggi ricevuti da ogni vino in fase di degustazione. Le commissioni d’assaggio, miste per nazionalità e per estrazione tecnica, sono composte da 5 persone che degustano alla cieca una trentina di vini al giorno utilizzando una scala centesimale. Un metodo di valutazione che ha certamente qualche criticità ma che al tempo stesso ha il merito di riuscire a far emergere quei vini capaci di mettere d’accordo la giuria nella sua interezza.

Proprio l’anno scorso appena tornato dalla Sardegna sostenevo di non amare così tanto assaggiare in batteria. In particolare scrivevo che “il tempo a disposizione è sempre troppo poco: appena qualche minuto per assegnare un punteggio e passare al campione successivo. Il bello di ogni degustazione ha invece a che fare proprio con il tempo, quello necessario. Non tutti, ci sono però vini che hanno bisogno di una particolare attenzione, che spesso tendono a esprimersi al meglio quando gli altri hanno smesso di farlo. È per questo in alcune degustazioni, specie per alcune guide, la stessa bottiglia può venire riassaggiata anche a distanza di 24 ore: per capire il rapporto che può avere quel vino con l’aria che lo circonda. Spesso e volentieri infatti quelli più esplosivi, per certi versi muscolari, esibiscono il meglio di sé nei primissimi minuti per poi vivere di una certa staticità. Fateci caso: i vini più buoni sono sempre quelli capaci di esprimere ogni volta qualcosa di diverso, un aspetto che pochi minuti prima magari era più sfumato, meno incisivo.

Al tempo stesso, ed è questo uno degli aspetti che mi sembrano essere di maggior valore a Grenaches du Monde, è straordinariamente stimolante assaggiare con persone che hanno sensibilità differenti dalla propria. Confrontarsi a partire da esperienze e percorsi culturali molto diversi obbliga dopo ogni bicchiere, o quasi, a porsi delle domande non tanto su ciò che si è appena assaggiato quanto (anche) su come ci si è posti di fronte a quel bicchiere o quella batteria. L’altro, com’è ovvio e come ho già sottolineato in apertura, ha a che fare con la possibilità di esplorare un impressionante numero di vini prodotti a partire dalla stessa varietà.

Ma ecco gli italiani premiati quest’anno.

Medaglia d’oro

Liguria

Durin, Colli Savonesi Alicante 2015

Marche

Le Caniette, Marche Rosso “Cinabro” 2013
Pantaleone, Marche Rosso “La Ribalta” 2013
Poderi San Lazzaro, Marche Rosso “Bordò” 2013

Sardegna

Berritta, Cannonau di Sardegna Classico “Monte Tundu” 2014
Cantina della Vernaccia Oristano, Cannonau di Sardegna “Maimone” 2016
Cantine di Dolianova, Cannonau di Sardegna “Anzenas” 2015
Contini, Cannonau di Sardegna Riserva “‘Inu” 2014
Dorgali, Cannonau di Sardegna Riserva “Nùrule” 2014
Gianluigi Montisci, Cannonau di Sardegna “Istimau” 2016
Il Nuraghe, Cannonau di Sardegna “Nero Sardo” 2015
Locanda Murales, Cannonau di Sardegna “Arcanos” 2015
Olianas, Cannonau di Sardegna 2016
Oliena, Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena “Corrasi” 2012
Puggioni, Cannonau di Sardegna “Mamuthone” 2016
Sassu, Cannonau di Sardegna “Rossosassu” 2016
Sedilesu, Cannonau di Sardegna “Mamuthone” 2015
Sella & Mosca, Alghero Rosato 2017
Sella & Mosca, Alghero Rosso Liquoroso “Anghelu Ruju” 2005
Sella & Mosca, Alghero Rosso Liquoroso “Anghelu Ruju” 2006
Siddura, Cannonau di Sardegna “Fòla” 2015
Siddura, Cannonau di Sardegna Rosato “Nudo” 2017
Su Entu, Cannonau di Sardegna “Su’entu” 2016
Vigne Surrau, Cannonau di Sardegna “Sincaru” 2015
Vigne Surrau, Cannonau di Sardegna Rosato 2017

Toscana

Fattoria Mantellassi, Maremma Toscana Alicante “Querciolaia” 2013

Umbria

Duca della Corgna, Trasimeno Gamay “Etichetta Bianca” 2016
Il Poggio, Trasimeno Gamay “Legamè” 2015
Madrevite, Trasimeno Gamay “C’osa” 2016


Medaglia d’argento

Liguria

Durin, Riviera Ligure Ponente Granaccia 2016
Terra della Luna, Liguria di Levante “Caligré” 2015
Viarzo, Colli Savonesi Granaccia “Trexenda” 2016

Sardegna

Dorgali, Cannonau di Sardegna Classico “D53” 2014
F.lli Puddu, Cannonau di Sardegna Nepente di Oliena Riserva “Pro Vois” 2011
Poderi Parpinello, Cannonau di Sardegna Riserva 2015
Tenute Delogu, Cannonau di Sardegna “Ego” 2014

Veneto

Pegoraro, Colli Berici Tai Rosso “Rovea” 2015


Ed ecco Maurizio Valeriani, responsabile italiano della giuria, parlare di Grenaches du Monde durante la cena di gala organizzata all’interno della bellissima chiesa di Poble Vell di Corbera d’Ebre. Una serata pazzesca anche aperta al pubblico durante la quale assaggiare liberamente tutti gli oltre 800 vini in concorso.

Appuntamento quindi nel 2019 nella sede delle prime tre edizioni, a Perpignan, in Francia.

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

3 Commenti

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tom

circa 6 anni fa - Link

Cinabro eccellente, sono felice del bel successo riscontrato dai bordò marchigiani

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bravotipo

circa 6 anni fa - Link

che figata di luogo e di evento.

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leone

circa 6 anni fa - Link

Interessante manifestazione e articolo, mi piacerebbe visitarla!

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