Quattro passi in Oltrepò: Riesling, Bonarda, Sangue di Giuda e Buttafuoco

Quattro passi in Oltrepò: Riesling, Bonarda, Sangue di Giuda e Buttafuoco

di Andrea Gori

Uno scrigno di vera meraviglia l’Oltrepò in tavola e molto spesso anche nel bicchiere ma di certo anche il peggior marketing di territorio di ogni tempo, almeno finora. Tra bollicine e storia, bianchi autoctoni e alloctoni di stile e pregio, rossi di eleganza e signorilità, opulenza e finezza , salumi, formaggi, piatti e frizzanti di classe non ci sono molte regioni italiane che potrebbero competere con l’Oltrepò Pavese e quello che è in grado di mettere in campo oggi.

Ci volevano proprio questi tre appuntamenti  (ne abbiamo vissuti soltanto due) organizzati dalla Camera di Commercio di Pavia e UnionCamera Lombardia per riscoprire con la sempre forbita e profonda guida di Massobrio e Gatti alcune chicche del territorio.

Abbinati a splendidi salumi, offelle saporose, formaggi pastosi ma mai stancanti e due risotti da prepararsi a casa che hanno aiutato i partecipanti a calarsi nei panni della massaia pavese, ecco cosa abbiamo assaggiato lo scorso dicembre.

salame di varzi

Riesling La Versa 2019
Vino di ingresso ma che ben figurerebbe in molti contesti di livello, ha note di pesca matura, sottile la sapidità anche al naso con toni affumicati e senape, salinità e grinta che rendono giustizia al terreno gessoso vicino a Montalto, nella località dal nome molto chiaro di “Oliva Gessi” e da Mornico, due terreni in questa valle molto adatta a riesling. Acidità piccante molto ben presente, scorre veloce e preciso con un finale divertente e intrigante, proposto ad un prezzo che stimola la voglia di berne a secchi. Da provare sul salame di Varzi per la sua grande freschezza ma che si rivela meglio a tutto pasto e per aperitivo. 86

Buttafuoco Storico 2015 Enologo De Filippi, Consorzio del Buttafuoco Storico
Ecco una gloria italiana che nasce in territorio molto limitato ovvero quello delimitato dai due torrenti Scuropasso e Versa , sullo sperone di Stradella. Qui ci sono tre terreni (illustrati in maniera esemplare sul sito) tra ghiaie a nord con alcolicità e acidità poi arenarie a dare tannino e parte più a sud con argilla a dare struttura. È un vino completo, ricco e netto con poche concessione al gusto moderno. Il simbolo del veliero preannuncia i fuochi dell’annata (5 per la 2015), i vitigni sono quelli classici ovvero croatina, barbera, uva rara e ughetta. Naso di pepe resine, arancio rosso, ribes nero, marasca, spezia elegante e poi nota elegante di liquirizia quasi sempre presente. Palato di forza, spalla ed energia, acidità e tannicità vive che ne assicurano longevità ma anche adesso lo rendono godereccio ricco ed esuberante. Finale mentolato e piccante con note cremose di noce di cola, nocciole, resine e ambra.  In tavola è incredibile per versatilità e ricchezza di gamma di sapori che abbraccia, per esempio Taleggio e miele di castagno dove dipana la matasse di grassezza e dolcezza in maniera unica e irripetibile. 93

Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese DOC Dolce Francesco Quaquarini  2018
Il ruolo di vino dolce lo penalizza fortemente. Se ci leviamo i paraocchi è vino sapido e ficcante  con note squillanti di prugne e amarene, tabacco mentolato, anice e finocchietto come corredo balsamico, sorso fresco e agile che si rivela di un bilanciamento particolare, dove l’acidità duetta con lo zucchero senza farsi sopraffare. Ottimo anche su salumi ma speciale sulle Offelle di Paronia.

Il Sangue di Giuda ha le stesse uva di Buttafuoco ma in versione dolce, una sorta di binomio Amarone e Recioto dell’Oltrepò, uno dei tanti vini dolce e frizzante di cui ci siamo dimenticati come altri simili. Però sono comunque 2 milioni e mezzo di bottiglie per il Sangue di Giuda, chi lo assaggia rimane sempre sorpreso e anche all’estero ha potenzialità pazzesche in Cina e altri territori, come curiosità sappiate che è venduto molto in California e al confine con il Messico ma è anche il classico vino le cui sorti dipendono dal marketing che gli si fa intorno. E’ ottimo con lenticchie e cotechino e non solo con i dolci. 87

Bonarda dell’Oltrepò Pavese Fatum 20 Febbraio Maggi Francesco 2019
La data ricorda la nascita della nuova generazione in famiglia e la bottiglia è quella del gruppo dei produttori storici di qualità per questo vino anche troppo diffuso in grande distribuzione. La croatina è il vitigno più coltivato in zona  a bacca nera, caratteristico il suo grappolo allungato con due ali laterali molto riconoscibili, dà origine alla Bonarda sempre molto svilita nella sua deriva più commerciale, mentre oggi c’è inversione di tendenza anche grazie a validi produttori che si stanno impegnando a fondo.

Le zone in cui si produce la Bonarda dimostrano che ci sono vari stili e tante differenze territoriali che il consumatore tipico di questo vino non immagina neanche. Questa Bonarda in particolare ha note belle definite di amarene e fragole in confettura, pepe nero, anice, cardamomo e felci, sorso con bellissima acidità e tannino che sferzano e sistemano l’abbondante frutto, importante ma snello per via della bollicina. Si abbina benissimo a carni bollite e servite con mostarda ma anche bevuto con salumi in un ricco antipasto Oltrepò o su cotechino e lenticchie.  Ottima anche sul risotto alle fragole essiccate proposto nel box. 88

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

6 Commenti

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hakluyt

circa 3 anni fa - Link

Prendo l'occasione di questo articolo per chiedere lumi agli esperti a riguardo di una cosa che mi lascia perplesso. Secondo la legislazione italiana (https://deltadelvino.com/blog/la-legislazione-sui-vini-italiani) la gradazione alcolica minima per potersi chiamare vino è di 8°. Come la mettiamo con il Sangue di Giuda che arriva a malapena a 6° ??? Grazie per le spiegazioni che mi vorrete dare.

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Andrea Gori

circa 3 anni fa - Link

credo che quei 8 gradi si riferiscano all'alcol potenziale che nei vini dolci è appunto pari a quello degli altri vini "secchi" che hanno zuccheri trasformati in alcol. Anche Moscato e Asti sono spesso sotto gli 8

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Sancho P

circa 3 anni fa - Link

Buttafuoco storico, il vino più sottovalutato del mondo.

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vinogodi

circa 3 anni fa - Link

... come non condividere ... consiglio, il libretto storico , soprattutto legato all'Oltrepò Pavese enoico "I cento vini d'Italia" del grande Adriano Ravegnani , cultore dei vini dell'Oltrepò e splendido cantore dei vini di questa terra benedetta e assolutamente sottostimata ....

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MM

circa 3 anni fa - Link

Ma il vitigno a bacca nera più piantato in Oltrepò non è il pinot nero? Non è ( o era , a sto punto), la zona più vitata a pinot nero in Italia?

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Andrea Gori

circa 3 anni fa - Link

Oltrepo è la regione al mondo con più ettari di Pinot nero dopo la Borgogna ma credo ci siamo molti più ettari di barbera e altre uve...

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