Quando Intravino beve birra alla frutta vuol dire che l’estate è iniziata davvero

Quando Intravino beve birra alla frutta vuol dire che l’estate è iniziata davvero

di Redazione

Il grande caldo è arrivato e con il caldo arrivano i consigli del Tg2: non uscite nelle ore più torride, idratatevi bevendo molti liquidi, mangiate cibi leggeri e, soprattutto, tanta frutta e verdura. L’Intravinico carogna ci mette poco a fare 2+2 e, messi da parte vini e bollicine moleste, si butta sull’unico binomio Frutta+Liquidi che conosce: le birre alla frutta (e verdura).

Queste nove rappresentano il nostro personale contributo ai consigli del Tg2: bevetele e sarete felici. Senza esagerare, mi raccomando

Figu Morisca – Birrificio di Cagliari
Biere blanche con fichi d’india + scorza d’arancia e coriandolo a dare lo sprint. Alcol giusto (5,2%), amaro pure (20 IBU): piacerà anche ai vostri figl…ah, no. Cancella! (G. Rossetti)

Sexy Pompia – Marduk Brewery
fruit beer sarda a bassa fermentazione aromatizzata alla Pompia, agrume locale profumatissimo. Con i suoi 4,5% alcol l’afa estiva se la mette in tasca di sicuro. (G. Rossetti)

Cuvèe de zrisa Cherry sour Ale – Cá del brado
Il colore rubino brillante ricorda proprio la ciliegia. Due le varietà di duroni lasciati macerare all interno delle botti di rovere: una più dolce, una più aspra. Il naso è caldo di ciliegia matura e ricordo di frutti rossi, note di cacao vaniglia cuoio e spezie. Un boero. La bocca è fresca, secca, quasi aspra, spigolosa, con una leggera acetica e un frutto che non stanca. Rinfresca e stupisce. Di grande equilibrio tiene testa alle belghe. (A. Mion)

Insolita – Fabbrica della Birra Perugia
Fatta con il 15% di mosto di Trebbiano Spoletino della cantina Tabarrini di Montefalco; la qualità del mosto usato rende la disponibilità di questa IGA molto limitata, ma di grande qualità. Luppoli meno performanti rispetto alle altre birre prodotte dalla brewery, allo scopo di eliminare il tipico finale amarognolo, e fermentazione spontanea in botte di cemento precedentemente usata per il vino: un equilibrio da funambolo tra l’acidulo del mosto fermentato e il muscolo di una birra chiara. Il mio consiglio: se la trovate, fatene incetta perché in giro ce n’è poca.(S. Boriosi)

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Dr. Caligari – Toccalmatto
Dell’importanza che nella scena tricolore tutt’ora riveste Toccalmatto non c’è molto da aggiungere, Fidenza continua infatti a rappresentare una tappa irrinunciabile per scoprire alcune delle etichette che hanno fatto la storia non solo recente dell’Italia della birra. La Dr. Caligari è una Berliner Weisse alla frutta prima concepita come one-shot e poi meritatamente entrata in produzione stabile, frutto di malti pils e di frumento, di luppolo celeia, soprattutto di una copiosa dose di lamponi. Asciutta, elegante nonostante un certo calore alcolico (ben 6,3 i gradi indicati in etichetta) è birra che appaga e che rinfresca, specie se servita alla giusta temperatura, intorno ai 6 gradi. Aperitivo con gli occhiali da sole. (J. Cossater)

South Sardinia – Birrificio Le Springo Cagliari
È una Sour Gose Ipa, con aggiunta di limoni nostrani. Fresca e salata, alcol moderato. Già mi vedo sotto il sole con un cartoccio di oziadas (anemoni di mare fritte), in attesa di provare la loro acida a fermentazione spontanea, con aggiunta di uva Nuragus, che sosta tre anni in barrique. Dove l’avete nascosta, maledetti?! (G. Rossetti)

Kowacchy Pumpkin Ale – Birrificio Decimoprimo
La zucca d’estate ha il suo perché. Quelle di Decimoprimo sono pugliesi e vengono cotte nel forno, poi aggiunte in bollitura. Malto di segale e aromaticità a pacchi per quella che resta uno dei capolavori del piccolo birrificio foggiano. (A. Tomacelli)

Tropical Ipa – Birrificio Antoniano
È diversa. Non è fatta con la frutta tropicale, in Italia il mango e papaya non vengono bene…qui il sentore tropical è dato da una particolare varietà di luppolo, l’ekuanot, foriero di note tropical di papaya, mango, pepe verde e agrumi. La birra non è né filtrata né pastorizzata, è ambrata e torbida. Asciutta, note erbacee ed aromi resinosi. Per chi ama il luppolo ma non rinuncia a farsi sorprendere, in questo caso da splendide e percettibili note calde tropicali. Non manca niente per l’estate. (A. Mion)

Sciresina – Stradaregina
È l’anno di Leonardo, e allora una birra dalla sua città ideale, Vigevano, cade a fagiuolo, come avrebbe detto lui, che mal digeriva i dialetti lombardi. La Sciresina di Stradaregina è una ‘italian kriek’ passata in botte: morbida e più facile rispetto all’aggressività lattica delle madri belghe, aggiunge le note legnose al piacevole fruttato. E al diavolo Scipione l’Anticiclone! (T. Pennazzi)

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