Quando il guidaiolo è uno stalker: che fare?

Quando il guidaiolo è uno stalker: che fare?

di Sara Boriosi

Continua a inviarmi messaggi allusivi e insiste nel volermi portare a cena anche se sa che sono impegnata. Ma se non lo fossi, non accetterei comunque.

Benedetta è in difficoltà: nonostante nell’ambito professionale sia riconosciuta come una tipa tosta non riesce a gestire la situazione. Suggerisco di rispondere al gentiluomo con fermezza, sottolineando quanto non solo siano poco gradite, ma soprattutto fuori luogo le sue avances.

Il fatto è, mi spiega, che se non si è sufficientemente diplomatici nel dare l’altolà, i suoi vini rischiano di non comparire più nella tal guida. È già successo con Tizio: gli ho risposto duramente dopo certi messaggi che rasentavano il porno-soft, e i miei vini sono magicamente svaniti nel nulla nell’edizione successiva della guida curata da lui.

Mi mostra i messaggi inviati dal presidente locale di una importante associazione di settore. Ma ti chiama “tesoro”! Non riesco a trattenermi dal farlo notare.

Con rassegnazione, Benedetta mi spiega che quel professionista ha esordito così dopo mesi di silenzio successivi ad un invito formale in cantina per assaggiare i vini che lei produce, scambiando maliziosamente gentilezza per qualcos’altro. I suoi racconti non si fermano a questo episodio. Non senza una punta di imbarazzo, Benedetta mi racconta di quella volta che un giornalista del settore, in visita presso la sua cantina, la bloccò davanti a una vasca: se volessi parlare dei tuoi occhi, anziché dei vini?
Ne seguì un articolo completamente incentrato su di lei; dei vini, solo un vago accenno.

Benedetta è una donna di quarant’anni; non è una di quelle persone dalla bellezza sfacciata, proprompente. È di modi gentili, piccola di statura e dotata di due occhi grandi ed espressivi. Non mi arrendo all’idea di vederla disarmata di fronte al Maschio-Che-Decide-Se-Esisti-O-No.
Una donna così in gamba, capace di gestire con fermezza e in tempi ragionevoli tutte le monumentali difficoltà che può causare in vigna una grandinata estiva, che dirige squadre di operai grandi e muscolosi come Village People sotto steroidi, che combatte battaglie estenuanti contro burocrati privi di logica, si lascia fiaccare dalle profferte di un tanghero con il tastevin al petto che la incalza con il sottile ricatto della presenza in guida.

Però mi stupisco del mio stupore. Di recente ho inavvertitamente intercettato una conversazione tra due insider: il produttore persuadeva l’export manager che tentava di sedurre l’enologa: lasciala stare, quella è già stata marchiata a fuoco.
Già. Non professioniste: puledre da marchiare.

Con buona pace di chi si batte il petto per immolarsi alla causa delle coraggiose produttrici donne di razza femminile. Perché come dice Benedetta, affanculo-affanculo non posso mandarceli, che poi magari rischio di scomparire dalla faccia della terra e il vino lo tengo solo per uso personale; ma che fatica trattenersi!

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Sara Boriosi

Vivo come un’estranea nella provincia denuclearizzata, precisamente a Perugia. Bevitrice regressiva, il mio cuore appartiene al Carso. Dotata di una vena grottesca con la quale osservo il mondo, più dei vini mi piace scrivere delle persone che ci finiscono dentro; lo faccio nel mio blog Rosso di Sara ma soprattutto per Intravino. Gestisco con godimento la migliore enoteca della città, ma lo faccio piena di sensi di colpa.

17 Commenti

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Luisa

circa 7 anni fa - Link

È tremendamente avvilente eppure succede di continuo, a tutti i livelli...

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Nelle Nuvole

circa 7 anni fa - Link

Beh... insomma, poveri guidaioli seri, e sono la maggioranza, rovinati nella reputazione da qualche bischero col pisello ritto! Se il rischio è di non comparire in una qualsiasi guida enoica, non è che sia poi così vitale non correrlo, mandando discretamente affanculo chi si azzarda a ricattarti in questo modo. Il vino si diffonde e si vende anche senza il contributo di recensioni favorevoli. Coraggio sorelle, rassegnatevi ad essere belle, oltre che brave.

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sara

circa 7 anni fa - Link

Grazie delle parole. Non credo sia regola, né che sia circoscrivibile al mondo del vino. Ho raccolto lo sfogo di una amica che si è sentita in difficoltà. Di professionisti seri ce ne sono altrettanti, per fortuna.

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Filippo Benedetti Valentini

circa 7 anni fa - Link

Dato che il titolo del post pone una domanda, avrebbe potuto fare nome e cognome dello spregiudicato critico e della guida in questione, rendendo noto il fatto a mezzo stampa o social o comesivuole, così da indurre la casa editrice a fare indagini e, nel caso di effettiva e reiterata colpa, pulizia. Ma avrebbe anche indotto il sottoscritto e forse altri ad acquistare qualche sua bottiglia, visto che non c’è fascino più irresistibile di chi alza la voce avendo ragione (il fascino è infatti il più eccellente strumento di vendita, in tutti i campi, da parecchio tempo mi pare). Messa così, la storia, sembrerebbe invece inoculare il dubbio che le guide non siano sempre integerrime come dovrebbero. Non sia mai per carità.

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Giovanni Corazzol

circa 7 anni fa - Link

la questione di indicare sto famigerato nomeecognome del colpevole è l'argomento classico di chi cerca di confondere col rumore. la voce di chi, con gli strumenti che possiede, richiama l'attenzione su un atteggiamento tipicamente maschile, va invece protetta e amplificata; quello che si deve fare ogni qual volta un soggetto debole, a prescindere dal genere, si sente minacciato da un soggetto forte. messa così la storia racconta quello che si legge. e basta. insopportabile leggere come ci si dovrebbe in realtà comportare. il modo giusto di dire le cose.

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Filippo Benedetti Valentini

circa 7 anni fa - Link

Ma quale rumore, non buttiamola sempre sui diritti umani. Lui ci prova cercando di sfruttare la sua posizione di guidaiolo (che poi oh mica è Strauss-Kahn, magari è un uomo che ha bevuto due bicchieri in più), lei lo trova inopportuno e gliela fa pagare facendo un po’ la perfida. Ti sto dicendo che se fosse andata così la storia io avrei comprato il vino a maggior ragione, non solo perché magari è buono. Io bevo vino, mica faccio la Boldrini nella vita. Che palle.

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Giovanni Corazzol

circa 7 anni fa - Link

questa sua risposta mi fa pensare a Sonny Liston che per andare KO nemmeno aspetta il pugno fantasma di Alì. cordialità

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Filippo Benedetti Valentini

circa 7 anni fa - Link

Saluti, a tutto il Bar dello Sport.

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Eleonora

circa 7 anni fa - Link

Penso che questo pezzo abbia davvero messo a fuoco una questione diffusa e magari non si parla solo di guide e di un guidaiolo famigerato ma di un modus operandi che spazia ma condiziona anche io mondo del vino. Poi si parla di uomini che importunano donne....ma ci sono sicuramente casi in cui si invertono facilmente le parti. Donne o uomini che siano che sia il vino a parlare di sé !!!!!

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Fabio

circa 7 anni fa - Link

Questo articolo mi ha suscitato diversi déjà-vu. La parola "stalker" può sembrare forte, eppure non lo è. E non è necessario possedere rari doti di empatia per capirlo. Basterebbe avere o avere avuto amiche, sorelle, compagne e essere un po' abituati a mettersi nei loro panni, per esempio. L'esperienza di cui sono stato testimone (e pure coinvolto in prima persona) riguarda tempi in cui praticamente non esistevano ancora le chat come mezzo di comunicazione intima: non sempre richiesta da chi ne è oggetto. Il grande giornalista con cui collaboravo - enormi l'intelligenza e la sensibiltà: un vero "maestro", insomma - era solito ‘provarci’ con qualunque produttrice di vino sotto i 60 anni. Pure con tutte le sue collaboratrici e - finanche - con le mie amiche che io gli presentavo. Io vedevo la sua goffaggine e mi ingenerava compatimento quando mi capitava di assistere a questi approcci. Anche qualcosa di più e diverso, però. Pur quando involontario o preterintenzionale, si tratta di un vero e proprio ricatto psicologico, un genere di attenzioni ricattatorie che noi maschietti non siamo abituati a subire, pur se possediamo un bel culo o dei begli occhi. Io allibivo e lo prendevo in giro, certo, e lui rispondeva confessandomi: "ma come fai a essere sempre circondato di belle donne?…”. Io gli risposi - una tantum - che alle donne "non ho l’abitudine di saltare loro addosso" e che la sensibilità andrebbe declinata anche al di fuori della propria inestimabile competenza, eleganza e bravura con il vino e con lo scrivere. Non è solo questione di non conoscere l'ABC dell'esser galanti, insomma: il confine tra l'essere inopportuni e offendere proprio una persona, fino a diventare - de facto - stalker sono davvero indistinguibili: forse non esistono proprio. L'esercizio del proprio potere e finanche della propria intelligenza che si fa cattedra, se declinato in questo modo, mette spesso la persona che ne è oggetto nell'angolo. E le fa scoprire - per un attimo, magari - di valere non in quanto persona in toto ma solo come femmina oggetto della concupiscenza altrui, non richiesta. Possono nascere dei sensi di colpa, per quanto apparentemente immotivati agli occhi altrui. Ci si può sentire inadeguate e ci si può vergognare. E no: non avrebbe senso "fare nome e cognome". È un atteggiamento diffuso che non sembra il terzo millennio stia gradualmente eclissando, anzi; e non è indignazione quella che muove a denunciarne la presenza nelle nostre vite, costante, troppo spesso sotto traccia. Solo consapevolezza: forse il dirlo pubblicamente è già un piccolo passo in avanti. P.S.: mi dicono che il "guru" in questione sia vieppiù peggiorato, con l'età.

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antonio c.

circa 7 anni fa - Link

Atteggiamento disgustoso e sessista, grave perché rivolto ad una Signora che, come tutti i produttori, farà grandi sacrifici per mandare avanti la sua azienda per poi trovarsi in situazioni che giudicare sgradevoli è riduttivo. A questo proposito sarebbe interessante la vostra su situazioni analoghe, che in questo caso prescindono dal genere, ossia: La nostra guida organizza un Road Show negli USA o in Asia piuttosto che in Cina (ovviamente quota di partecipazione stratosferica), visto che i suoi vini sono tra i migliori la invitiamo a partecipare. E' evidente che dietro a quell'invito c'è sottinteso "se non partecipi l'anno prossimo col cavolo che ti premiamo". Ma come dice Nelle Nuvole, abbiamo ancora bisogno di questi "professionisti"? Se almeno il 50% dei produttori cominciassero a rifiutare i campioni alle guide forse il vento potrebbe cambiare.

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andreuccio

circa 7 anni fa - Link

Coraggio Benedetta!!

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Claudia Donegaglia

circa 7 anni fa - Link

Cara Benedetta sorella in Eva e collega nell'enomondo, Mi Chiamo Claudia e sono nell'eno mondo dal lontano 1988 oramai una dinosaura a pensarci bene. Ti ho letto con attenzione e mi sono trovata a sorridere pensando al mio passato. Nella precedente azienda per la quale lavoravoi facevo l'assemblatrice di vini e mosti. Ricordo la visita di un importatore giapponese alla quale mi ero preparata con particolare dovizia ed attenazione. In quei giorni su tutte le pagine dei giornali si parlava di Bill Clinton- e della liason con la stagista. Dopo qualche assaggio l'importatore chiese se fra me ed il mio capo c'era lo stesso tipo di rapporto. Ricordo ancora l'imbarazzo della traduttrice del formulare la domanda del cliente. Bhe' sorridendo riposi 'Il mio capo non fuma' Cosi' vivo allegramente la mia vita enologica fra:cantinieri camionisti, agenti di commercio, soci coferitori clienti, sommelier ,guidatori, in un ambiente ad alto tasso di testosterone. Un anello all'anulare sinistro non e'il garante della moralita'di una persona e non fa da deterrente ad eventuali avances del gallo di turno, ma con ironia serenita'ed intelligenza si pou'rispondere tranquillamente picche. Le guide edi i guidaioli, ma come nel 2017 il vino mercato si basa solo su questo? Sono davvero una primitiva. Sul fatto che chiamo io tutti tesoro ed amore mio , te lo racconto la prossima volta. A rileggerti Claudia

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carolain cats

circa 7 anni fa - Link

cara Benedetta, sei una vignaiola, alias contadina.... devi sopperire alle avances, alle palpate di culo, ai "parliamo dei tuoi occhi e non del tuo vino". devi proprio? per una guida?... ma mandali affanculo, e anche forte. io ho iniziato a 21 anni quando qualcuno mi disse che " hai gli occhi da cerbiatta...." talmente cerbiatta che parti un sonoro "stronzo" che nulla aveva a che fare con la sua evve di cevvbiatta, lui era stronzo con R grande. Lavoravo per una ditta friulana, abbastanza conosciuta e lui era un" guvu", attempato anche. Li ho imparato che io non sono una merce, che vale il mio lavoro qualunque esso sia, che non sono solo un paio di tette, che se dico tesoro o amore (raramente) ad un maschio non è che gli lancio segnali, che a volte i vaffanculi vanno detti, e se non capiscono la voce media, urlalo. detto questo io non ho mai spedito campioni e vendo lo stesso, me ne frego delle guide, dei giornalisti, delle marchette e campo. chiunque passa per casa viene perchè ne ha voglia lui/lei, io non chiamo nessuno. Cara Benedetta, credi di più in te e in quello che sai fare, credici fino alla morte. Caro.

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Marco Prato - Il Fummelier

circa 7 anni fa - Link

Argomento spinoso. Non se ne verrà mai a capo, perché è un gioco delle parti. Aziende mettono in "front office" belle donne perché sanno che molti uomini sono sensibili alla bellezza e gentilezza femminile.
Molte donne sfruttano la loro bellezza ed atteggiamenti volutamente equivoci per ottenere di più.
Di contro troppi sono ancora gli uomini che considerano inferiori le donne, o che in automatico pensano, se hanno raggiunto posizioni di livello è "perché chissà a chi l'hanno data".
Non so voi, ma io sono rassegnato al fatto che la questione è sempre stata difficile da gestire e lo sarà sempre...purtroppo.
Nel caso specifico - e in alcuni descritti nei commenti - si superano i limiti. Paventare o dichiarare apertamente di non recensire o far scomparire dalle guide un produttore/produttrice non per demeriti oggettivi del prodotto ma per "altro" si chiama ricatto, ed è sempre un infame modalità di relazionarsi con le persone...nonché, in certi casi, un reato.
Altro limite delle discussioni su tali argomenti è l'impossibilità di categorizzare univocamente i generi; esistono uomini viscidi e Uomini (maiuscola non a caso) così come esistono donne che approfittano - a vari livelli - del potere che hanno in quanto donne ed esistono Donne (maiuscola sempre non a caso). Che fare? Quello che si ritiene giusto; dal fare finta di niente, a mandare a quel paese l'interlocutore finanche a denunciarlo se il limite è stato superato in maniera eclatante. Il problema poi son sempre le "prove", e finché resta "la mia parola contro la tua" è difficile far valere le proprie ragioni.
Ad esempio mettere il nome del ricattatore dell'articolo in oggetto porrebbe Benedetta a rischio di denuncia per calunnia e/o diffamazione da parte di "tizio", se lei non avesse sufficienti prove a supportare le parole. Per ultimo credo anche che molto dipenda dal come certe cose vengano dette. anche una frase come "hai gli occhi da cer
biatta" scatena violente reazioni se - come tutti abbiamo intuito dalla descrizione - non c'erano nello scambio fra le due persone in gioco, la confidenza necessaria, o altri fattori che per natura delle relazioni fra persone sono fondamentali per non convertire un complimento in molestia.
Fu il limite della legge sulle molestie approvata tanti anni fa (e probabilmente ancora in vigore) per cui definire se un determinato atto rientrasse nel limite del complimento - magari non voluto né richiesto ma pur sempre "solo" un complimento - o sconfinasse nella molestia, quindi penalmente perseguibile. Una delle chiavi di lettura della legge era il come il/la destinatario/a dell'atto, lo percepisse. Capite quindi che - in determinate situazioni in cui il rapporto fra le parti sia critico - anche solo dire "sei davvero bella", a seconda del tono, del contesto e del rapporto fra le due parti, potrebbe essere percepito dalla "vittima" come una molestia. Quindi?
Alla discussione che si generò in merito a tale legge e tale interpretazione soggettiva del concetto di molestia, una nota donna di spettacolo alla domanda del giornalista (parafraso a memoria, il concetto è comunque questo) "quando un complimento smette di esserlo e diventa molestia?", lei rispose "se te lo dice uno che ti piace è un complimento, se lo fa uno che non ti piace o ti sta antipatico è una molestia". Da decidere se un concetto del genere, soprattutto espresso da una donna, faccia più o meno bene "alla causa".
La soluzione estrema che qualcuno ha paventato per il prossimo futuro? Stile "google glass" (non per niente non commercializzati per problemi legati alla privacy) , registrare audio e video h24, ogni istante della nostra vita...e denunciare gli abusi subiti, di conseguenza. Triste no?

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David

circa 7 anni fa - Link

Questo articolo é perfettamente in linea con l'attuale "giornalismo" italiota, mi ricorda un po' quei trafiletti sugli allarmi alimentari, sulle frodi, anche vinicole, nei quali non c'è mai, dico MAI, il nome o i nomi dei colpevoli. Ma andiamo avanti cosí, a lamentarci, mi dispiace per le professioniste coinvolte, sinceramente, ma questo "stalker" come tutti gli altri maiali continuerà a fare quello che vuole. Te fai i nomi poi ci pensiamo noi. A boicottarli, perlomeno.

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Fiorenzo Sartore

circa 7 anni fa - Link

David, rivelo un segreto: elencare in un post una lista di nominativi riferibili a quel comportamento COSTITUISCE DIFFAMAZIONE. Ora che il fatto è rivelato vediamo di non ripetere più questa affermazione, che se non è dovuta a cattiva conoscenza può apparire cattiva fede, che è pure peggio.

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