Quando è la bottiglia a scegliere te

Quando è la bottiglia a scegliere te

di Alberto Muscolino

Le migliori scoperte si fanno per caso e il caso si avvale sempre della facoltà di presentarsi sotto le forme più disparate e impensabili. A volte sembra come se tutto fosse stato architettato ad hoc, i fatalisti direbbero “era scritto”, ma il dubbio che ci sia una sorta di traccia, già delineata, è venuto pure a me. Perché è vero che quando desideri fortemente una cosa, ti predisponi bene per ottenerla, ma c’è un limite anche ai segnali del destino.

Già, perché ero andato ad Aosta a conoscere Stefano Lunardi che da qualche anno ha iniziato un’attenta ricerca delle migliori produzioni di formaggi della valle, per affinarli a regola d’arte. Immaginatevi una stanza scavata nella roccia, luci soffuse, una leggera nebbiolina e scaffalature in legno piene di centinaia di forme di fontina d’alpeggio, caprini, gessati, erborinati, crottin, ricotte, robiole e chissà cos’altro.

Schermata 2019-03-07 alle 16.21.22

Ora, non so se siano stati gli effluvi inebrianti del penicillium camemberti o del penicillium glaucum, fatto sta che, tornato al piano di sopra dell’Antica Latteria, prima di degustare, mi siedo un po’ intontito al tavolo, rivolto distrattamente verso la parete dei vini, e mi dico: “adesso sbaglio clamorosamente il vino, qua tutti si aspettano il miracolo e io figurati se c’azzecco!” e invece: “SI”. La risposta era davanti ai miei occhi, scritta sull’etichetta di una bottiglia bordolese con chiusura in ceralacca e quel fascino ineluttabile di chi ti guarda pensando “beh che aspetti?!”. Niente, non ho fatto altro che puntare meccanicamente il dito verso di lei, manco fossi un automa, ed era fatta. Per la prima volta ero stato scelto, senza ombra di dubbio. Passata l’estasi del momento sono anche riuscito a segnarmi delle impressioni, mentre mangiavo la fontina più buona che esista.

SI 2015 – Les Petits Riens
Petit rouge 100%, naso di un’eleganza inaspettata in cui si avverte una trama speziata in delicato accordo con piccoli frutti rossi ancora freschi e una balsamicità leggermente resinosa. In bocca è una goduria, slanciato e ben equilibrato, dritto, senza sbavature, portandosi dietro una scia speziata molto invitante. Troppo invitante. Sarebbe bastato questo, ma Stefano ha voluto aggiungere che affina solo in acciaio ed è frutto di un approccio minimamente invasivo, con fermentazioni spontanee, senza chiarifiche né filtrazioni. Ci ha anche raccontato una storia interessante sulla coppia di produttori Stefania e Fabien, ma preferisco sentirla direttamente da loro, magari la prossima volta.

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Alberto Muscolino

Classe '86, di origini sicule dell’entroterra, dove il mare non c’è, le montagne sono alte più di mille metri e dio solo sa come sono fatte le strade. Emigrato a Bologna ho fatto tutto ciò che andava fatto (negli anni Ottanta però!): teatro, canto, semiotica, vino, un paio di corsi al DAMS, vino, incontrare Umberto Eco, vino, lavoro, vino. Dato il numero di occorrenze della parola “vino” alla fine ho deciso di diventare sommelier.

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