Qualcuno era modernista

di Fabio Cagnetti

Qualcuno era modernista perché da piccolo era ghiotto di cioccolata e crema alla vaniglia, e non è più cresciuto.
Qualcuno era modernista perché vedeva Bordeaux come una
 promessa, la Borgogna come una poesia, la barrique come il paradiso terrestre.
Qualcuno era modernista perché la gente voleva vini più pronti.
Qualcuno era modernista perché era nato in Langa, ma con il cuore in Francia.
Qualcuno era modernista perché si sentiva solo.
Qualcuno era modernista perché aveva avuto una educazione troppo tradizionale.
Qualcuno era modernista perché il mercato lo esigeva, 
le guide lo esigevano, gli agenti lo esigevano, gli importatori anche… lo esigevano tutti.
Qualcuno era modernista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era modernista perché l’enologo non gli aveva detto tutto.
Qualcuno era modernista perché prima… prima… prima… era tradizionalista.
Qualcuno era modernista perché non si fidava di nessuno, neanche dei lieviti dei propri vigneti.
Qualcuno era modernista perché Caviola era una brava persona.
Qualcuno era modernista perché Bartolo Mascarello era comunista.
Qualcuno era modernista perché il vino buono sta nella botte piccola.
Qualcuno era modernista perché il vino è un prodotto della tecnica, il prodotto naturale è l’aceto.
Qualcuno era modernista perché aveva la testa di legno, e aveva bisogno di un vino legnoso quanto lui.
Qualcuno era modernista perché era talmente affascinato dai langainisti che voleva essere uno di loro.
Qualcuno era modernista perché tutti i vini da 100/100 erano fatti in barrique.
Qualcuno era modernista perché un grande vino moderno italiano oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.
Qualcuno era modernista perché la barrique, i lieviti, il rotomaceratore…
Qualcuno era modernista per fare rabbia a suo padre.
Qualcuno era modernista perché leggeva solo Wine Spectator.
Qualcuno era modernista per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era modernista perché il tannino del nebbiolo non bastava, mettiamoci sopra anche quello del legno piccolo.
Qualcuno era modernista perché doveva pagare il mutuo delle vigne.
Qualcuno era modernista perché aveva scambiato l’enologia per il Vangelo secondo Michel Rolland.
Qualcuno era modernista perché era convinto di avere dietro di sé la critica.
Qualcuno era modernista perché era più modernista degli altri.
Qualcuno era modernista perché credeva non ci fosse niente di meglio.
Qualcuno era modernista perché non abbiamo mai avuto una grande scuola enologica.
Qualcuno era modernista perché nebbiolo e pinot noir sono due facce della stessa medaglia.
Qualcuno era modernista perché non ne poteva più di quarant’anni di vini che non si aprivano mai.
Qualcuno era modernista perché dopo lo scandalo del metanolo bisognava dare un segnale che le cose erano cambiate.
Qualcuno era modernista perché chi era contro era modernista.
Qualcuno credeva di essere modernista, e forse era qualcos’altro.
Qualcuno era modernista perché sognava un mercato che era proprio quello americano.
Qualcuno era modernista perché voleva fare un vino che facesse felici se stesso, il mercato, i consumatori e le guide.
Qualcuno era modernista perché non sopportava più quella cosa sporca che ci ostiniamo a chiamare territorio.

[Credits: Qualcuno era comunista, Giorgio Gaber]

30 Commenti

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Francesco Maule

circa 13 anni fa - Link

ahahah! bello, bello! moderno!

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Francesco Maule

circa 13 anni fa - Link

ci starebbe anche il... qualcuno era naturalista perchè...

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francesca ciancio

circa 13 anni fa - Link

Beppe Caviola é davvero una brava persona e lo è in maniera trasversale. Fortunata nell'essere sua amica

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Mammamsterdam

circa 13 anni fa - Link

Assolutamente geniale, sia rispetto a Gaber che rispetto al vino. Chapeau.

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Mattia Maugeri

circa 13 anni fa - Link

Che bella!! Mancava solo... Giovanni Ciravegna non era una brava persona... ( arrestato per il metanolo bel vino negli anni 80)

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

qualcuno era modernista perché "il Sangiovese a Montalcino non va bene dappertutto e allora bisogna correggerlo e temperarne la durezza"... qualcuno era modernista perché "per vendere il vino sui nuovi mercati si deve produrlo con i gusti di quei Paesi"...

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ag

circa 13 anni fa - Link

La vera essenza del modernismo....

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she-wolf looking back

circa 13 anni fa - Link

Qualcuno era modernista perché giovane, ambizioso e si trovava a lavorare in tempi generosi di soldi e novità. "Era" é una forma verbale passata, la mia domanda retorica é: Qualcuno "è" tutt'ora modernista? In questo caso cambierei il termine in "conformista" o in "rimastista ancoratista a qualcosista che non funziona più" (graziealcielista).

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luigi fracchia

circa 13 anni fa - Link

bello, bello, bello. Però guardandoci dentro, in profondità, quanti di noi, che guardano con velato sarcasmo e spolverate di snobismo i modernisti, avrebbero perseguito, in controcorrente, gli insegnamenti dei vecchi, i quali, certe volte, sono solo vecchi e non saggi, per continuare a fare un vino che pareva non avere più spazi se non nei libri di storia enologica. Quindi senza i modernisti non ci sarebbero stati i tradizionalisti così come senza buio non ci sarebbe luce.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Interessante. Nessuno puo' darti torto se ti riferisci ai bianchi e i rosati. Oggi sono sicuramente molto piu' buoni di una volta, per via della tecnologia del freddo e di una maggiore attenzione in vigna. Per quanto riguarda i rossi, il Barolo che sapeva di "merdin" (da inzupparci anche i biscotti) o il Grignolino "vecchio" per fortuna non ci sono piu' in giro, come tanti vini fatti da uve che effettivamente non si coltivano piu' perche' peggioravano i tagli, anziche' migliorarli. Diciamo che sarebbe sempre meglio modernizzare la tradizione privilegiando l'anima, nel vino, e non la tecnologia, evitando le forzature, le estemporaneita', le frivolezze e lavorando sodo, prima col cervello e poi con le mani.

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fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

una volta c'erano i modernisti poi sono semplicemente passati di moda...

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Mr. R

circa 13 anni fa - Link

Lapidista!

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fabrizio pagliardi

circa 13 anni fa - Link

Ne passa una ascolti... ne passa un'altra ascolti pure quella... e poi un'altra... e poi un'altra..... tutte mode, e sempre con il codazzo di quelli che "lo dicevano o lo scrivevano in tempi non sospetti" ...... e poi ti rompi le palle e segui solo il tuo naso e di quelle poche persone a cui dai credito che alla fine sono sempre quelli da anni, e non sono stati modernisti, non sono stati tradizionalisti, non sono oggi naturisti.

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luigi fracchia

circa 13 anni fa - Link

Nel mezzo sta la virtù. Ma sono le perdite di equilibrio le cause dei cambiamenti. Il gusto comunque muta, le tradizioni mutano e si inventano e si millantano. Qualcuno ha scritto parlando di cucina e io allargherei al vino:"Solo la forsennata volontà di far perdurare un mondo scomparso a dispetto dello scorrere del tempo può spiegare come sia possibile credere nell'esistenza di un "territorio":...Al contrario la grande cucina (il grande vino) non esiste senza evoluzione, erosione, oblio. La cucina (il vino)è diventata arte grazie a una continua elaborazione, alla mescolanza di passato e futuro, qui e altrove, crudo e cotto, salato e dolce e si può continuare a vivere solo liberandosi dall'ossessione di chi non vuole morire.".

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

io sono un modernista della prima ora. o meglio io sono un precursore. nel 1976 assaggiata la prima bottiglia di "abate nero" dissi: questo spumante è meglio dello champagne e quando nessuno, sempre nel 1976, pensava al brasile come meta di turismo sessuale io già sbavavo per andarci.

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

una sola piccola correzione a questo bell'apologo di Fabio Cagnetti, quando dice che "Bartolo Mascarello era comunista". Ho avuto il privilegio di frequentare Bartolo e di godere della sua considerazione e non l'ho mai sentito definirsi "comunista" bensì orgogliosamente socialista, ovviamente non craxiano, ma lombardiano o nenniano, come socialista tutto d'un pezzo era suo padre Giulio.

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Simone Maglioni

circa 13 anni fa - Link

;-)

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Francesco Annibali

circa 13 anni fa - Link

Sono commosso. 10, a Merano ti offro 1 forst

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Geniale. Brillante.

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Alessandro Ceretto

circa 13 anni fa - Link

Bellissimo!

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Ho letto due volte il post. La prima con sottofondo blues alla Chris Rea, la secondo con qualcosa più country immaginando l'elenco cantato da Johnny Cash. Comunque una lagna, perdonami Fabio Cagnetti. Questo Signor Qualcuno non ne ha azzeccata una, circa vent'anni buttati al vento. Ho capito il canto malinconico di quel che é stato, mentre passano i titoli di coda di un film così frusto e sbagliato, sepolto il Modernismo, aspetto con ansia l'arrivo e la presa di coscienza del Contemporaneo. A tempo di Rap, o Hip Hop.

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enrico togni viticoltore di montagna

circa 13 anni fa - Link

io me lo sono immaginato cantato da Rino Gaetano con quel suo modo di protestare, di dire le cose con un pò di strafottenza, quasi prendendosi e prendendo in giro. Venendo al punto direi che qualcuno è stato fortunato e qualcuno meno, perchè se fai vini buoni, nel momento giusto e qualcuno capisce il tuo lavoro e ti aiuta nel farlo capire agli altri allora puoi avere successo. se sei solo, puoi essere bravo quanto vuoi, ma sei sempre solo!

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silvana

circa 13 anni fa - Link

No, ci vuole il grande Leonard.

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Elia Cucovaz

circa 13 anni fa - Link

o il buon vecchio Bennato.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

@Fabrizio Pagliardi: come ti capisco. Antropologicamente innovazione e conservazione sono due facce della stessa medaglia: la mutazione adattiva dell'essere umano nel suo ecosistema naturale. Se non fossi così giovane io mi verrebbe da dire "ah...questi giovani"

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Il Consumatore

circa 13 anni fa - Link

Faccio eco a quanto già puntualizzato dal sig Ziliani - visto che Bartolo appare nell'immagine stilizzata del Che - creata da appassionati americani, ossia che Bartolo non era assolutamente comunista.

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Beh, ma devi considerare il materiale umano con cui hai a che fare. Per certe sottoculture è comunista chiunque esprime dissenso. Questo accade in Italia e, strutturalmente, negli USA. E' proprio un problema di sottocultura. Diciamo che se qualcuno mi dice che sono comunista perché dissento sono contento. Vuol dire che ho colto nel segno.

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

???????????????????????????????????????

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Ricordo come ieri le polemiche e gli appellativi con cui fu etichettato dopo queste etichette: http://www.feltrinellieditore.it/FattiLibriInterna?id_fatto=4597

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