Quaderni di degustazione anarchica: birra e Champagne, questa volta
di Gianluca RossettiTempo fa strapazzai la mia bacheca Facebook con un post britannicamente intitolato “Basta pubblicare foto di vini mitici a cazzo di cane. Fai anche tu come me: pubblica locandine di film mitici a cazzo di cane”. E giù flame e polemiche interminabili sul fatto che suggerivo un lungometraggio a me caro come “Burn after reading” dei fratelli Coen. Un post, il mio, di gran successo. A metà strada tra il memorabile e il bidone del compost: credo di aver raccattato in tutto tredici like, due commenti e un par di vaffanculo. Una gioia.
Sulla scia di cotanto successo, pur restando umile, mi ripropongo. Il tema è quello a me sempre caro della degustazione anarchica, irregolare, ad mentulam canis, che svela i segreti di una bottiglia per contrapposizione, quando i contrasti sono talmente definiti che anche senza naso, senza lingua, senza vergogna, si devono poter cogliere. Non li descriverò quasi per nulla, vi dovrete fidare ma qualche indizio su ciò che mi è piaciuto di più lo troverete.
Champagne Extra Brut Cuvée n.740 – Jacquesson
Chardonnay, pinot meunier, pinot noir.
Assemblaggio di vini della stessa annata (2012) più un 30% circa di vins de réserve. Sboccatura 2016. Dosaggio di 1,5 g/l. Roccia frantumata, brioche, cedro e mela gialla: non ammaccata, non stramatura ma colta al momento suo. Pepato, salino, freschissimo. Se la gioca tra parmigiano 30 mesi e mortadella a tocchetti. Più consolatorio con la mortadella; una sessione di pratiche hardcore con il parmigiano. Circa 60 euro.
Barolo Perno Vigna Santo Stefano 2013 – Mascarello Giuseppe e figlio
Nebbiolo biotipo Michet. Menzione: Perno. Comune: Monforte d’Alba.
Sosta sui 30 mesi in botti di media grandezza. Vivido eppure cupo, più nell’umore che negli attributi. É buonissimo ma si vede che davvero non trova un senso al fatto che io sia lì, in piena fregola, col cavatappi in mano. Naso di spezie piccanti e sottobosco, ribes e (strano?) uvaspina. Saporito e lunghissimo. Fa gola solo a bagnarsi le labbra. Infatti me lo bevo di gusto. Ma quanto accidenti mi perdo a non saper aspettare. Ho capito: è una 2013. Non la volevo stappare. È successo. Circa 100 euro.
Gare de Roubaix – Birrificio Mezzavia
Bière de garde ambrée.
Birra “da conservazione” spettacolare e banda brassotti che lavora da dio. Luppoli tedeschi, amaro intorno ai 30 IBU, sentori maltati e di caramello, abamele e uva passa. Birrificio che, praticamente, è a venti secondi da casa mia. E non ci sono mai andato. Dico io: come se fa? Do la colpa al traffico, problema endemico in Sardegna. Circa 10 euro la bottiglia da 0,75 l.
Pommard 1er Cru Les Rugiens 2008 – Henri Boillot
Il mio ricordo di Pommard è… Sfoglio il libro di Armando Castagno e…
Ma dai, ce la puoi fare anche da solo: provaci. Ok, vado: saldatura, sale, chiodi di garofano, sottobosco. Scuro, molto persistente, arancia rossa, agrumi canditi, pepe rosa, acidità pazzesca, gelè ai lamponi, fumo. Com’è andata?
Bocciato.
2 Commenti
Nelle Nuvole
circa 6 anni fa - LinkInvece per me sei promosso, perché ho letto tutto senza intoppi, ho capito tutto, ho preso nota e non mi sono annoiata. In più ho apprezzato la citazione relativa a quel delizioso film dei mitici Coen Bros!
RispondiMonterosso
circa 6 anni fa - LinkIo invece ho capito poco o niente di questa modalità di scrivere tanto di voga su questo sito: molta fuffa, come si dice, ma poco senso. E per favore lasci stare di banalizzare il termine anarchia e si rilegga Gino Veronelli, le farà solo bene.
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