Prima gli italiani! 10 polibibite per l’estate autarchica

Prima gli italiani! 10 polibibite per l’estate autarchica

di Thomas Pennazzi

“Prima gli italiani!” è la parola d’ordine della primavera/estate 2018.

Il popolo (sovrano) ha scelto così e il popolo (bue) ha sempre ragione, come la mamma ed il Mascellone d’anteguerra.

La redazione alcolica di Intravino, come un giunco piegato al vento che spira impetuoso dall’America fino ai patri lidi, obbedisce da subito all’ordine nuovo sovranista e vi propone dieci ricette di bibitoni tassativamente autarchici che potrete ricopiare per tormentare il vostro barista (chi dice bartender d’ora in poi sarà multato), sia che siate seduti a bordo piscina in cima all’attico del metropolitano Albergo Panorama a cinque stelle, oppure nella sdraio vista mucillagini di Alga Adriatica, a fianco del baretto gestito dalla lega dei bagnini, in quest’estate populista come mai prima.

Dalla scogliera di Ventimiglia fino alla Cala Francese di Lampedusa si leverà un solo grido da parte dei nostri beneamati ospiti stranieri: “Italians drink it better”. E c’hanno ragione, c’hanno: siamo la patria di ogni liquore, di tutti gli amari, dei vèrmut e pure dell’aperitivo, e se ancora non bastasse, di alcuni dei miscugli più amati urbi et orbi; per sopramercato, i nostri creativi della miscelazione siedono al comando di molti tra i più prestigiosi banconi dei bar da Londra a Sidney, passando per Nuova York: tié! Quindi?

Chiudete i porti! Autarchia! Wir schaffen das! Libiam nei lieti calici!

1. L’Americano
Che fossimo esterofili fino a ieri mattina, lo testimonia il nome di uno dei beveroni più antichi preparati sui banconi zincati delle nostre province. La verità ci sussurra però in fondo al bicchiere: tu sì nato in Italì.
La ricetta: 3 cl di vermut rosso piemontese, 3 cl di Bitter Campari, ghiaccio. Uno spruzzo di selz, e mezza fetta di arancia.

2. Il Negroni
Evoluzione dell’Americano, oggi è tra le misture più amate (e plagiate al mondo) della Dolce Vita. Ma quanta semplicità nell’eleganza delle sue proporzioni: non poteva nascere che a Firenze, e da un nobiluomo per giunta.
La ricetta: Parti uguali di vermut rosso (Carpano? Punt e Mes? Cocchi?), di gin nostrano (avete a disposizione circa cento marchi tricolore tra cui scegliere), e di Bitter Campari. Mescolare dal basso verso l’alto, consiglia “The MaestroSalvatore Calabrese.

3. La Commedia all’Italiana
Siamo fonte di ispirazione per tutto il mondo, non è vero? Questo intruglio nasce al festival del cinema di Mar de Plata, in Argentina, dal folgorante incontro tra un allievo barista locale ed un grande regista italiano.
La ricetta: 2,5 cl ciascuno di Aperol, di Bitter Campari, e di vermut rosso Cinzano, più 1,5 cl ciascuno di maraschino Luxardo e di grappa di moscato. Mescolare insieme e colare nel bicchiere freddo.

4. Il Rossini
Figlio illegittimo del nobile Bellini, assieme ad una pletora di fratelli. Ma in questo 150° anniversario sarà perfetto per glorificare il genio pesarese da cui prende il nome: l’immenso Gioachino, dal quale un tempo si recavano in pellegrinaggio adorante tutti, ma proprio tutti i musicisti d’Europa: manco fosse una seconda Madonna di Loreto, se mi passate il paragone blasfemo.
La ricetta: Una parte di fragole di montagna frullate e due parti di prosecco ben freddo. Musica maestro!

5. Viva Alberti!
Onore agl’italici liquoristi! Questa ricetta celebra il già celeberrimo Liquore Strega, della ditta Alberti di Benevento; che nei cocktail è una brutta bestia, per la sua complessità aromatica: potremmo pensarlo come una via di mezzo tra una fiera centerba abruzzese e l’inarrivabile Chartreuse, ma in più mite complessione. Will Elliott, barista di Nuova York, l’ha addomesticato in una sorta di spritz erbaceo ed aromatico.
La ricetta: Due parti di Liquore Strega, una di brandy (italiano), una di succo di limone, un cucchiaio di amaro trentino Cappelletti, qualche spruzzo di bitter all’arancia (fatto dal barista); colmare il bicchiere con prosecco.

6. Il Corretto
Versione fresca e rivisitata del padano resentin per turisti nordici spiaggiati tra Grado e Cattolica, il Corretto è perfetto anche ad ore mattutine.
La ricetta: 4 parti di grappa bianca non aromatica, 3 parti di caffè espresso, 2 parti di liquore al caffè, 1 parte di liquore alla vaniglia, ghiaccio. Scuotere nell’agitatore, filtrare, e decorare con la schiuma, un po’ di polvere di caffè ed un chicco di cioccolato.

7. Il Martini
Questo è un monumento universale, bisogna accostarglisi con rispetto. La ricetta deriva il suo nome dall’omonimo (ex) vermut? Forse, però, chissà. Indubbiamente è secco, secchissimo, almeno da quando le dosi di vermut sono calate drasticamente. Adoperate un autentico vermut secco e un gin oltremodo algido, entrambi rigorosamente nazionali. Meno è pasticciato il gin, più il Martini sarà buono. Con l’oliva? Certo!

Permettete un consiglio? Il gin dei monaci di Vallombrosa è preparato col miglior ginepro del mondo. Quale? Ma che domande, quello italiano: di Sansepolcro.
La ricetta: 6 cl di gin, 1 cl di vermut bianco secco; versare nel bicchiere da miscelazione col ghiaccio, mescolare (senza dar retta a quel presuntuoso del cinema) e filtrare nel bicchiere apposito.

8. L’Hugo
Largo alle minoranze etniche! Nato nel 2005 dal capriccio di Roland Gruber, barista di Naturno in Val Venosta, questa bibita è ormai un classico regional‑ popolare. L’Italien dal Brennero a Salorno d’estate infatti si disseta così.
La ricetta: un calice di vino pieno di ghiaccio, 6 cl di prosecco, 6 cl di selz, 3 cl di sciroppo di sambuco, e un rametto di menta pestata.

9. Il Mulo Italiano
Variante autarchica della più nota mistura “moscovita”, il Mulo Italiano non è solo l’eroe silenzioso e mai abbastanza celebrato della Grande Guerra, di cui ricorre quest’anno il vittorioso centenario. Ma anche un beverone estivissimo. Vi servirà una robusta grappa friulana non aromatica sui 48°/50° e una birra di zenzero nostrana: non è impossibile trovarla. La ricetta: 4,5 cl di grappa, 12 cl di birra di zenzero e un generoso spruzzo di limone del Garda. Da mescolare nella gavetta di rame e servire con tanto ghiaccio.

10. Lo Spritz
Chiudiamo con l’ennesima gloria della Serenissima. Avete già capito che i veneti trincano più di tutti gli altri italiani messi insieme, vero? Col Negroni, questo bibitone vorrebbero averlo inventato in mezzo mondo, ma è solo nostro: me spiase, ciò. Appena finita l’epoca dei muli e dei veci alpini, si ricominciò a produrre bitter, e da Bassano del Grappa e da Murano uscirono rispettivamente l’Aperol Barbieri ed il Select Pilla. Quale sia quello giusto, decidete voi.
La ricetta: Quattro parti di prosecco, due di bitter, e una di selz. Una fetta d’arancia e l’aperitivo di fama mondiale xé pronto.

 

Bonus track: ad articolo già pubblicato, ricevo dai maghetti di Les Rouges di Genova altre due italiche misture con le quali mandare in soffitta gin, rum ed altre porcherie dei foresti.

Ve le propongo tali e quali. Salute!

11. La Missione nazionale

La ricetta: 25 ml Cynar, 35 ml Antica formula, 15 ml Grappa Nardini Bianca, 15 ml Liquore caffè Bosoni

La tecnica: mescolare –  Il bicchiere: coppetta  – La decorazione: Scorza d’arancia

12. La Mezzaluna

La ricetta: 30 ml Grappa Bruzzone treipaexi,  20 ml Erba cedrina Bosoni, 20 ml succo di limone. 20 ml succo d’arancia,  20 ml sciroppo di basilichito.

La tecnica: agitare – Il bicchiere: tumbler – La decorazione: basilico & scorza di limone.

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Thomas Pennazzi

Nato tra i granoturchi della Padania, gli scorre un po’ di birra nelle vene; pertanto fatica a ragionare di vino, che divide nelle due elementari categorie di potabile e non. In compenso si è dedicato fin da giovane al suo spirito (il cognac), e per qualche anno ne ha scritto in rete sotto pseudonimo.

1 Commento

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bt

circa 6 anni fa - Link

slurp, che buoni! però qualcuno mi deve spiegare cosa è il selz!

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