“Power and grace”: e il Monfortino sorse da una piscina di rovere
di Andrea GoriE’ meglio che lo faccia direttamente uno di loro; che sia un americano a spiegare uno dei nostri vini più grandi ai suoi conterranei. Finirà con l’ammettere che non è proprio la stessa cosa, raccontare i vini di Giacomo (Roberto) Conterno, o descrivere l’ultima meraviglia cabernettiana dalla Napa Valley. Alder Yarrow, il wineblogger più linkato del pianeta, a volte esagera con interminabili descrizioni di premium wines californiani da 100 dollari a bottiglia; così, quando lo ritroviamo ad Aspen, Colorado, a descrivere i Barolo immortali di Conterno, o i cru di Cascina Francia, all’inizio fa un certo effetto, compreso quando tratteniamo il respiro a leggere come raffigura l’enorme dimensione delle botti del Monfortino: “piscine di rovere”, che danno literally zero oak influence. Però gli perdoniamo tutto, anche quando dà solo 9,5 al Monfortino 2001, perché non speravamo di trovare un american writer capace di emozionarsi davvero davanti ad un grandissimo vino italico.
Rubino leggero, con bordo aranciato, questo vino profuma di pietra bagnata, legno vecchio bagnato, ed ha sentore di frutto verde brillante, come di guaiava matura, prima che si tagli a metà. In bocca c’è una combinazione insolita di grazia e potenza. Acidità viva con intenso lampone, ribes rosso, e ciliegia pungente, questo vino ha un suono profondo, ed una struttura tannica che si mostra come la mole di un culturista sotto gli abiti. Alla fine è aereo, espansivo, e oh-so-delicious.
Quel “oh-so-delicious” non me la sono sentita di tradurlo, ma direi che la prova è passata alla grande: del resto, come dice Alder, “i vini di Giacomo Conterno si possono descrivere tutti, facilmente, usando solo superlativi”.
1 Commento
michele
circa 15 anni fa - LinkMonfortino.....qualcosa che e' difficilmente spiegabile a parole....e....che va assolutamente oltre.... un semplice punto di riferimento per chiunque faccia vino...in una certa maniera..........
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