Polvanera, luce bianca e muri a secco: voglio ancora un bicchiere di primitivo

Polvanera, luce bianca e muri a secco: voglio ancora un bicchiere di primitivo

di Antonio Tomacelli

“Passo da quelle parti nel pomeriggio, ci sei?”. Filippo Cassano c’è sempre, ormai vive tra vigneti e cantina ed ora, con l’ampliamento in vista, è stabilmente in azienda. Il pomeriggio di ottobre sotto il pergolato di Polvanera è ancora piacevole, l’aria lucida di Gioia del Colle ha un che di letterario: ci vorrebbe uno bravo per descrivere certi tagli di luce dorata. Filippo è uomo di poche parole e di cavatappi veloce, neanche il tempo di due strette di mano e siamo già al terzo bicchiere.

Sul tavolo il vignaiolo smazza tre bianchi che varrebbero da soli una cantina: un fiano minutolo (il bianco), il bianco d’Alessano e un moscato secco, tutti 2016. Sei nel posto giusto, pensi, e il tizio ci sa maledettamente fare: il minutolo è aromatico, strabordante come solo lui sa essere, ma berlo è un’altra storia. Sa di essere nato tra le rocce e si presenta tutto sapore e geometrica eleganza.

Schermata 2017-11-09 alle 11.50.48

Il bianco d’Alessano è il più “murgiano” dei tre, asciutto, secco e tagliente come il calcare che ho sotto i piedi. Risulterà il mio preferito anche se qualche cassa di Moscato la farei fuori volentieri. Sguardo d’insieme e conclusioni ovvie ma neanche tanto: Filippo il vino lo sa fare, ha lasciato i vitigni liberi di esprimersi in un terroir baciato da Dio e il risultato sono tre grandi bianchi vincenti per carattere e pulizia.

Poi è il turno del Primitivo.

14, 16, 17: sono le tre gradazioni alcoliche che corrispondono a tre vigneti diversi anche se il vitigno è sempre lo stesso. Li bevo, non degusto, li bevo e li annuso avido di profumi e sapore. Amarene e cioccolato, senza mollezze, poi spezie luce e sole in quantità diverse a seconda della bottiglia ma i tratti caratteriali sono quelli. E la pulizia, netta, senza concessioni. Se proprio dovessi essere costretto a scegliere, la mia sequenza sarebbe 17, 14, 16.

Un vino ancora, dice Filippo, e stappa il 17 del 2007. Sua strafottenza brilla magnifico nonostante i dieci anni in bottiglia senza mai conoscere una botte. Non ha più bisogno di noi fortunati che lo stiamo consumando bicchiere dopo bicchiere. Ha vita da vendere, con noi o senza di noi.

Pausa, per favore, ché il cervello che bisogno di rimettere insieme le idee: io ero di passaggio da Gioia del Colle, volevo solo salutare un amico e ho appena bevuto una batteria di vini da togliere il fiato. Il terroir di cui sopra non spiega tutto e il primitivo non lo ha certo inventato Filippo, ma allora cos’è che li rende così unici?

Saluto e vado via con questa domanda in testa, che avrà la sua risposta molti giorni dopo mentre scelgo tra le foto scattate da Polvanera. Chissà perché ho fotografato dei vigneti che conosco benissimo, ma il tramonto è traditore e qui la luce scioglie le pietre.

Ecco la risposta: c’è luce, tanta luce in questa foto, la stessa che c’è nei vini di Filippo.

polvanera

 

N.b.: i vini bevuti:
14 vigneto Marchesana – Gioia del Colle Primitivo doc 2013
16 vigneto San Benedetto – Gioia del Colle Primitivo doc 2012
17 vigneto Montevella – Gioia del Colle Primitivo doc 2013

Cantina Polvanera
Strada Vic.le Lamie Marchesana, 601
70023 Gioia del Colle (Ba)
tel +39 080 758900
fax +39 080 2140523
info@cantinepolvanera.it

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

3 Commenti

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Nic Marsél

circa 6 anni fa - Link

Sono sempre più affezionato al "vinino" come da definizione di Angelo di Peretti. Però qualche mese fa mi son tracannato il 17 annata 2009 e adesso il vuoto sta là che mi guarda da sopra il buffè per ricordarmi che in fondo è tutta una questione di magico equilibrio.

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Capex

circa 6 anni fa - Link

Chiedo scusa per essere off, nonostante il post sia interessante, ma leggere i commenti di frequentatori come Nic Marcél mi riporta indietro ai primi tempi di intravino. Bei tempi.

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Or.Ge

circa 6 anni fa - Link

Buongiorno, vorrei chiedere il perchè ha preferito il 17 e il 14 al 16.

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