Ornellaia 2018 o della Grazia del merlot a Bolgheri

Ornellaia 2018 o della Grazia del merlot a Bolgheri

di Andrea Gori

La notizia nel ristretto mondo dei fine wines sta facendo abbastanza rumore: Ornellaia, la Bolgheri ammiraglia della tenuta omonima fondata nel 1985, si presenta per la prima volta nella sua storia con una predominanza del merlot sugli altri elementi.

Il  51% che balza agli occhi nel leggere il blend nei bicchieri in realtà non è così spiazzante e, come del resto racconta il direttore Axel Heinz insieme alla bravissima enologa Olga Fusari, non è un passaggio così significativo per questa etichetta, ma il risultato di una serie di circostanze.

Non c’è nessun cambio di rotta o inversione di tendenza, semplicemente per dare struttura e intensità al vino quest’anno il merlot era più adatto di alcuni cabernet sauvignon e ci si è accorti della percentuale insolitamente alta solo a fine blend, non si tratta certo di una formula voluta e dettata a priori.

Per questa vendemmia la parola chiave scelta è stata “Grazia” e il progetto Vendemmia d’Artista ha visto di scena Jan Fabre (che avevamo incontrato a Firenze qualche anno fa con “l’Uomo che misura le nuvole” in piazza Signoria) che realizza a partire dalla tradizione del corallo rosso degli artigiani napoletani tre decorazioni per tre salmanazar uniche, ovvero, “A Candle of Mercy”, “The Crown of Kindness”, “The Heart of Virtue”.

A queste statue e alla loro fusione grafica è ispirata l’etichetta artistica 2018 che, come sempre, potrete trovare nella vostra cassa da sei oppure averla da sola corrompendo il vostro enotecario di fiducia.  Il gioco di immagini delle etichette nelle bottiglie destinate ad andare all’asta per beneficienza (che paiono sbattere le ali in sequenza) richiama molto bene l’idea del vino, della sua leggerezza e della sua fusione molto particolare tra elementi legati al territorio e la terra in genere e l’aspirazione a lasciarsi tutto alle spalle volando leggeri sopra le pesantezze quotidiane. Una sensazione che si sprigiona  potente dal bicchiere che mostra il lato lieve e femminile di Ornellaia, un’etichetta troppo spesso associato a vinoni bodybuilder impegnati a flexare le proprie doti (pensiamo ad annate come 2009, 2012 o 2017).

Il curatore artistico Bartolomeo Pietromarchi sottolinea la storia della grazia come concetto, da sempre equilibrio tra bellezza e significato, con soprattutto una dimensione spirituale molto importante. Il tema dell’equilibrio sposa bene in effetti la 2018 con la giusta piovosità invernale e primaverile e un ciclo vegetativo regolare, un’estate calda ma senza ondate di calore, l’invaiatura in giornate pulite a fine luglio e una vendemmia che è partita con i merlot il 31 agosto e terminata l’8 ottobre con il cabernet.

Ornellaia Bolgheri DOC Superiore 2018 51% merlot 40% cabernet sauvignon 7% cabernet franc 2% petit verdot.
Colore intenso e raggiante, naso splendido, finissimo e intenso con una brillantezza e nitore rari davvero, frutta di bosco matura ma fresca, macchia mediterranea, susine mature, arancio rosso, cassis e prugne, cipria. La classica idea salina che rivela il suo ruolo d’origine e le argille peculiari che ospitano il merlot. Emergono note di bergamotto e melograno, fico maturo e latte di mandorla, cipresso e resina di pino, caramello appena accennato, un’idea di pirazine, legno di cedro.

Bello il sorso con una delicatezza figlia dell’equilibrio dell’annata, sottile eppure forte e con tannino di caratura precisa che accarezza e seduce. I bicchieri si susseguono frenetici per capire dove può arrivare e ci si deve davvero forzare per non finire in un attimo la bottiglia. Il sorso sembra viaggiare sospeso per poi planare con serenità traguardando un luminoso futuro senza trascurare il godimento presente. 99OR18 VDA Formati grandi + 0,750L - Packshot

Il viaggio nel bicchiere termina ma ci piace sottolineare proprio la prova di grazia del merlot a dare questo vino magico e proporzionato che gode non solo della sua complessità ma anche della perfetta complementarietà dei cabernet, puntuali nel sorreggere il sorso in ogni fase e indispensabili per allungarne la vita e infittirne i tannini.

Un vino che non nasce come clone del cugino Masseto ma vive come sempre di vita propria con la sua espressione aromatica dolce ma vivace che per certi tratti ricorda la  2010 per levità ma a tratti anche la 2015 con ampiezza e dolcezza.  La grazia per questi vini è certo aspirazionale e Axel sottolinea che è un risultato cui si tende ogni anno, ma in anni come la 2018 è tutto più semplice.

 

L’Ornellaia lo trovi su Enosearcher

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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