Ora che è passata la sbornia delle guide, chiediamoci: di che vino stiamo parlando?

di Antonio Tomacelli

Ora che sappiamo tutto sui vini premiati è arrivato, inevitabile, il momento di tirare le somme per capire quali e quanti di essi abbiano messo d’accordo tutte le guide. Al solito, dopo l’assaggio di decine di migliaia di bottiglie, pochissimi vini sugli scudi, quattro per la precisione: Barolo Cannubi Boschis 2008 Sandrone, San Leonardo 2007 Tenuta San Leonardo, Bolgheri Sassicaia 2009 Tenuta San Guido, Bolgheri Superiore Grattamacco 2009. Il confronto tra le guide è opera del sito Winenews di Alessandro Regoli ma quello che ha attirato la nostra attenzione è stato ben altro. So a cosa state pensando: “che fine ha fatto l’Es di Gianfranco Fino che l’anno scorso provocò tanto scandalo?”. Beh, ha perso la vetta per pochi centesimi, giusto quelli che gli ha fatto mancare la guida de l’Espresso, ma non è questo il punto.

Regoli, da buon osservatore, si pone sul suo ultimo Quaderno alcune domande che vi rigiriamo volentieri, riassumendole in poche righe. La prima si interroga sul ruolo delle guide e sull’ormai prossima fine delle stesse: non domani né dopodomani, intendiamoci, ma la strada è più o meno segnata. La seconda domanda è, forse, la più interessante e recita così: “di che vino stiamo parlando?”. Già, di che parliamo? La maggior parte del business enologico dell’Italia è appannaggio di cantine che ogni anno esportano all’estero qualche centinaio di milioni di bottiglie dai nomi sconosciuti ma dal fatturato imponente. La fascia di prezzo coperta non supera i 7/10 dollari e, all’interno di essa, ci trovi quasi tutte le denominazioni italiane. Non cercateli sulle guide, non li troverete mai: nessuno di questi produttori sprecherebbe cinque minuti per spedire i campioni per il semplice motivo che non ne hanno bisogno. Vivono al traino dei Sassicaia di turno e a loro basta quel “Product of Italy” sfoggiato in etichetta per vivere tranquilli. Non sto parlando di frodi o di prodotti “sounding italian” ma di un fiume di vino italiano diretto all’estero che, probabilmente, non assaggeremo mai. E allora, più che mai, la domanda di Regoli è utile per riportarci tutti sulla terra: di che vino stiamo parlando?

 

 

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

42 Commenti

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claudia

circa 11 anni fa - Link

Semplicemente mi piacerebbe che si trattasse di un vino raccontato bene, con onestà e coerenza. Di un vino che nasce con il rispetto del lavoro di tutti, in un territorio anche sconosciuto ai più , ma conosciuto ed amato . Non so se questo vino esiste , la mia forse è solo una speranza. Il mio è un sogno e mi è venuto scritto così al volo all'inizio della prima settimana lavorativa dopo la vendemmia. Però chi ha scritto l'aricolo ha dimenticato che oltre a 'Prodotto in Italia' esistono anche scaffali monotematci di un unico consulente . Stiamo semplicemente parlando di vini per il consumo quotidiano, perchè come dico ai ragazzi che vengono a fare gli stages vendemmiali:'Non si pasteggia sempre di Brunello, Sassicaia, San Leonardo, dobbiamo imparare a fare bene anche questi vini qui...' Cordiali Saluti Claudia

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C.Moon Cats

circa 11 anni fa - Link

quoto, a mille

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Manilo

circa 11 anni fa - Link

Questa cosa la penso da quando ho incominciato questa passione, per esempio un Montonico Calabrese, quanti l'avranno bevuto?

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Rossano Ferrazzano

circa 11 anni fa - Link

Tomacelli, io non ho capito bene il senso della domanda. A Vinitaly c'è il 95% dell'Italia del vino di qualità decente, il 99% di quella che esporta. Le aziende presenti a Vinitaly che non sono presenti in nessuna guida nazionale sono davvero poche, e di quelle poche quasi nessuna è assente per scelta, avendo comunque inviato puntualmente i campioni, almeno alle principali. Dove sarebbe tutto questo vino di qualità che scorre a fiumi all'estero, che in Italia non sapremmo nemmeno cosa sia, a me sfugge. Premesso che ovviamente non consideriamo le private label con cui moltissimi produttori lavorano con l'estero, spesso realizzando cuvèe ad hoc, di natura e significato prettamente commerciali, che di norma sono destinate a consumatori che, dell'idea di qualità a cui si dedicano le guide e gli appassionati, cioè quella di cui si parla qui su intravino, non sanno che farsene. Nel caso delle private label sotto cui si celano invece vini regolarmente prodotti e venduti con i marchi principali e le etichette note al pubblico degli appassionati, è rarissimo che questi vini sfuggano totalmente al vaglio delle guide con la loro etichetta "ufficiale". Nel qual caso sappiamo benissimo di che vino si parla, con l'aggiunta che ce lo potremmo trovare in un bicchiere di un ristorante di Rio de Janeiro, Miami o Singapore sotto mentite spoglie. Che questo caso possa riguardare in misura rilevante vini di rilievo per l'appassionato mi risulterebbe strano. Boh, onestamente non mi pare un tema così centrale. Certo, ogni occasione è buona per ripetere che le guide cartacee non servono più a niente. Questo sì... :°)))

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francesca ciancio

circa 11 anni fa - Link

stiamo parlando del vino degli imbottigliatori, quelli che comprano vino da tutta italia, ci appiccano un nome e vendono. E' così? ok. Ma questo cosa c'entra con il "vino italiano di qualità"? E' di quello che le guide - ma aggiungerei le riviste di settore e le pubblicazioni in generale e i blog - si occupano. E' un pezzo di mercato, certo magari non il più vasto, ma è un segmento importante di riconoscibilità. Allora la domanda potrebbe essere un'altra ( che poi suona come una proposta): perchè non esiste una guida - o una pubblicazione in genere - che ponga l'attenzione su tutte quelle etichette "italiane"misconosciute a noi ma presenti sugli scaffali di tutto il mondo? e se ci fosse avrebbe un seguito? Forse calza in modo chiaro il paragone con la moda: perchè tutti vogliono un foulard Gucci o una borsa Prada e non un accessorio qualunque? Eppure di borse e foulard no logo ce ne sono a miliardate. Per me la risposta è nel valore aggiunto, anche nel "sogno", nello "status" che una bottiglia di Brunello fatta davvero a Montalcino regala. C'è poi da dire che è insensato pensare a un mercato dove i guadagni non siano parcellizzati in segmenti. "il vino delle guide" rispetto al grande mare rosso ( o bianco) di vino può sembrare poca cosa, ma è quello che fa la differenza

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

Francesca, penso che una guida del vino da grande distribuzione e panel di assaggio e scelta come avvengono da tempo nei paesi anglosassoni, sarebbe mica una cattiva idea... In quel mare di vino che allaga la gdo di tutto il mondo c'è anche roba buona... Ciao A

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roberto gatti

circa 11 anni fa - Link

Mi riallaccio a questa domanda : "So a cosa state pensando: “che fine ha fatto l’Es di Gianfranco Fino che l’anno scorso provocò tanto scandalo?”. Evidentemente Vi è sfuggita la classifica pubblicata dalla Guida delle Guide di Class del 27 Settembre 2012, in cui l'Es è ancora ben piazzato al 1° Posto. Ora si tratta di dare piu' credibilità all'una o all'altra classifica. Da parte mia consulto con piacere questa : http://www.guidediclass.it/risultato_100Vini.aspx?id=R https://fbcdn-sphotos-h-a.akamaihd.net/hphotos-ak-snc6/c0.0.403.403/p403x403/183333_433483260020963_1840145777_n.jpg

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Edoardo Fioravanti

circa 11 anni fa - Link

E' come se al posto dei Leoni a National Geographic facessero vedere la giornata tipo del moscerino... A chi interessa la guida al vino mediocre?Certo per una bottiglia buona ce ne sono ettolitri di vino anonimo..è chiaro.. Piuttosto suggerirei a Wine News di aggiungere qualche banner pubblicitario colorato sulla homepage, perchè quelli che hanno mi hanno dato solo un "principio" di attacco epilettico..

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

sono d'accordo, è necessario... sempre di più, separare i campionati. vedete vino artigianale, vino industriale e vino da imbottigliatori, sono cose differenti che hanno in comune solo parlare di un liquido, esattamente come calcio, pallavolo e basket, a qualcuno verrebbe mai in mente di confonderli solo perchè tutti e tre partono da una palla? il problema non sono quanti numeri faccia l'uno o faccia l'altro, ma se i vari campionati stanno in piedi, diano, ad ognuno che li esercita secondo le regole proprie, abbastanza da fare impresa. Insomma se ci guadagnano e si reggono. ciò non toglie che ci siano casi che stanno in mezzo, che fanno prodotti di assoluta qualità o di assoluta non qualità, compito delle guide è segnalarli e spiegarli a seconda di quel che fanno... scegliendo le cose migliori nelle fasce di prezzo in cui il consumatore può scegliere... Mi sembra più semplice di quel che sembra o no? Le guide sono morte? Forse... però quello che non mi torna è perchè la rete a caccia di click continua a farci pezzi intorno, magari non sono ancora così morte e c'è parecchia gente che le cerca in rete ;) ciao A

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gian piero staffa

circa 11 anni fa - Link

Guarda Alessandro che se conti bene quanti frequentatori di blog parlano delle Guide ne troverai qualche decina e non di piu' e quasi tutti Operatori del settore. Le ricerche di mercato dimostrano in modo lampante che tra i Consnumatori solamente il 9% segue le Guide ma le usa per informarsi sulla locazione e la produzione di un vignaiolo sconosciuto. Dei punteggi se ne fregano tutti. Le Guide moriranno? Ma certamente. Ci sara' una Guida che sopravvivera'? Certo, quella che fara' informazione e non persuasione. Le pubblicazioni del vino dovrebbero in primo luogo cercare di fare cultura e migliorare le conoscenze di quanti il vino lo comprano gia', magari al supermercato. Quindi, il loro compito e' di creare nuovi consumatori. Quelli che il vino non lo bevono perche' hanno bevuto spremute di acido, sempre al supermercato a 5 euro. Se gli dicessero che a 5 euro si possono comprare prodotti dignitosi e piacevoli farebbero del bene alla propria reputazione (delle Guide) e el mercato

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

certo... però i post continui sui premi regione per regione e sulle classifiche sui blog, qualcosa significheranno... o no? ;) Ciao A

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

altra cosa: che a 5 € si possano comprare prodotti dignitosi e persino buoni (io vengo d una regione con con 3€ cantina puoi bere alla grande) lo dicono quasi tutte le guide e le pagine sono piene di vini a quei prezzi... per nonb parlare delle guide specifiche ciao A

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

Ho qui alcune Guide (me le hanno regalate come Operatore) Io di vini sui cinque euro non ne trovo proprio. Ci sono poi gli Almanacchi del Bere bene, ma si parla di vini sotto i 15 euro e ben lontani dai 5. E' vero quello che dici su vini buoni a 3 euro in cantina, ma perche' le Guide non ne parlano?

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Alessandro Bocchetti

circa 11 anni fa - Link

Beh giampiero se guardi quelli segnalati a due bicchieri o con punteggi sotto i 17 o altre scale che non ricordo né trovi parecchi, nella regione che seguo io alcuni li abbiamo persino premiati... Guarda un po'... :D Ciao A Ps 5 € cantina, significano almeno 8/9 scaffale, perché ci sono i millanta passaggi ;)

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Giovanni Solaroli

circa 11 anni fa - Link

Au contraire mio caro: mai saputo di una qualsivoglia guida che faccia persuasione e non informazione. Foss'anche per dare numeri di telefono e indirizzi, visto dove mandano i navigatori...

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

penso che la tua risposta sia ironica. Le Guide italiane ignorano Produttori osannati all'estero per ricorprire di premi i soliti del loro giro. Chissa' mai perche'.....

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Giovanni Solaroli

circa 11 anni fa - Link

Ironica mica poi tanto. Una guida non è l'anagrafe dei vini: in genere ci si trovano quelli che i produttori inviano. E come ci possa essere potere di persuasione proprio non lo so. Io ci ho sempre trovato un sacco di informazioni, molte utili, altre meno. Del resto non lo dice la parola stessa? " guida", non " giuda". Ciao.

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gian piero staffa

circa 11 anni fa - Link

sono d'accordo che ci si trovano anche informazioni utili. Io ho scoperto cantine che non conoscevo ( agli albori del web) grazie alle Guide. Oggi vado sui siti dei Blogger o su quelli di FIVI, La Terra Trema, etc, che danno informazioni anche piu' dettagliate senza sparare giudizi in numeri. Una domanda: Quali sono le informazioni 'meno' utili che trovi sulle Guide?

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Giovanni Solaroli

circa 11 anni fa - Link

Meno utili: quelle che non interessano me, ma possono interessare altri.

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Jean

circa 11 anni fa - Link

Che 2 e mezzo (il mezzo è per il Grattamacco) dei vini italiani sui quali tutte le guide sono d'accordo siano dei tagli bordolesi per me già significa molto. Il discorso fatturato-e-qualità o fatturato-contro-qualità, invece, è un discorso che vale praticamente per tutti i prodotti in commercio, siano vini, smartphone o automobili, e ha a che fare con alcune caratteristiche fondamentali del capitalismo di oggi, come il valore sociale o il valore aggiunto di un dato prodotto. Infine, stabilire che i vini fuori guida o da meno di 30 euro siano necessariamente mediocri vuol dire non saper bere.

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alessandro bocchetti

circa 11 anni fa - Link

guarda che le guide sono piene di vini sotto i 30 €... ciao A

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Jean

circa 11 anni fa - Link

Certo, infatti ho scritto O fuori guida O sotto i 30 euro. ;)

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Francesco Spadafora

circa 11 anni fa - Link

Sarebbe simpatico parlare di quel vino che è stato appena prodotto , che è sicuramente figlio dell'uva e che ,solo per qualcuno,andrà in bottiglia così come è . Di quel vino che ha appena finito la malolattica e che tu ti ricordi uva e che ora riconosci , di quei vini bianchi che hai vinificato pieno di dubbi , e che ora evidenziano eleganza e profumi , di quel vino che in contemporanea svolge la fermentazione alcolica e quella malolattica , ma termina prima la seconda ed ogni mattina controlli se fermenta ancora . Insomma ,parlare di quel vino che non so in quanti assaggeranno !!!

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Michele

circa 11 anni fa - Link

Io ho iniziato ad approfondire la conoscenza del mondo enoico alcuni anni fa e sono partito dalle guide. Tuttora mi informo sulla rete dei risultati di questo o quel vino che mi interessa acquistare. Poi sono passato a frequentare le fiere e assaggiare direttamente i vini, parlare col produttore e confrontarmi con gli altri. Internet rimane ora fonte di spunti, approfondimenti e confronti. Per me è stato un percorso. Le guide, più che per le classifiche e i punteggi, mi hanno aiutato ad avere una visione di insieme dalla quale partire per scendere nel particolare. Per un neofita, partire dal mare delle informazioni della rete potrebbe risultare caotico. È uno strumento utile ma non è la bibbia. Per quanto riguarda l'Es di Fino, io dopo averlo assaggiato ne ho comprato 2 bottiglie. Quel giorno avevo sentito anche il barbaresco di Gaja e avrei preso 2 bottiglie anche di quello ma mi mancavano i 240 eurini necessari. Fino non poteva stare ancora al n. 1 con una produzione di 15000 bottiglie annue.

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Antonio Tomacelli

circa 11 anni fa - Link

Giusto per rimettervi in topic: conoscete questa cantina? http://www.schenkitalia.it/it/i-nostri-vini-italiani/ Fattura 80 milioni di euro l'anno ma secondo me non avete mai comprato una bottiglia. Eppure guardate la sezione premi.... http://www.schenkitalia.it/it/premi-dei-vini-italiani-/

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Francesco Spadafora

circa 11 anni fa - Link

Alla Gdo in Germania e se si incominciasse a guardare dove viene imbottigliato e chiedersi se hanno cambiato la carta geografica e che Vigneti delle Dolomiti ,Primitivo e Nero D'Avola suona strano . Mi rifiuto di pensare che i Vostri lettori possano porsi il problema del perché non conoscono l'industria che li imbottiglia .

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cicciottinho

circa 11 anni fa - Link

Robert Parker chianti classico Castellare di Castellina 2010 .90/100 € 7,80 nella grande distribuzione poco di più in enoteca...e sicuramene c'è sangiovese e di buona qualità come da capitolato di chianti classico.... tanto per citare l'uso delle guide :-))

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Federico

circa 11 anni fa - Link

Qui un'altro esempio, vini di tutti i tipi, da tutte le regioni, per tutti i gusti e per di più pluripremiati! http://www.cantinesgarzi.com/index.asp Anche qui qualche miglioncino di fatturalo lo fanno sicuramente.

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Federico

circa 11 anni fa - Link

ops ... scusate il "gl" ! :-(

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Antonio Tomacelli

circa 11 anni fa - Link

Curioso, anche qui solo diplomi di concorsi vinicoli e nessuna guida

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daniele

circa 11 anni fa - Link

Questi vendono anche mosti...non voglio beccarmi querele..ma io ho visto un servizio di un notissimo post TG di TV commerciale qualche giorno fa.

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Federico

circa 11 anni fa - Link

1) Le guide non spariranno così in fretta, o almeno fino a quando anche in rete e gratuitamente non ci sarà chi esprimerà qualcosa di simile in modo così vasto, dettagliato, con giudizi chiari e rinnovati annualmente, come fanno ora le guide cartacee. Chi si interessa o inizia a interessarsi di vino e compra le guide, vuole questo e cercherà ancora questo, le comprerà finchè non ci sarà qualcosa di simile semmai più comodo o più economico. 2)Il vino di cui si parla è vino di qualità. Chi cerca questo legge le guide di vino, i blog e si informa. A chi non interessa non interesserà mai, non comprava ieri una guida e non lo farà domani da semplice consumatore, come non consulterà un blog online gratuito se non per caso o per vedere quanto costa la bottiglia che glia hanno regalato. Lo stesso discorso lo si potrebbe fare con il cibo di qualità e sarebbe uguale. Figuriamoci all'estero. Gli imbottigliatori avranno lunga vita, ma qui si parla di altro vino. Del resto il mondo è pieno di parmesan, ma non per questo varrà meno o smetterà di esistere un bel Parmigiano di 36 mesi di vacca rossa reggiana. Questo è un altro vino, infatti è Vino. Beato chi si gode la differenza.

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Montosoli

circa 11 anni fa - Link

Non capisco....che senso ha la domanda ! Perche' le Guide Americane, Wine Spectator etc.....si preoccupano di premiare il vino venduto al gallone con etichetta Carlo Rossi ? Con l'aria che tira in Italia....parlate a favore di chi crea posti di lavoro o fa lavorare qualcuno....per fare una guida

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Stefano Cinelli Colombini

circa 11 anni fa - Link

Le guide mi hanno sempre incuriosito; qualche volta beccano in anticipo degli sconosciuti che diventano maestri, ma il più delle volte sembrano snobbare volutamente il gusto dei loro lettori. Esemplare è il fenomeno Morellino, è l'unico vino che ha aumentato del 500% le vendite nei tristi anni dopo il duemila quando tutti piangevano eppure non ce ne é (quasi) mai uno premiato. Possibile che siano tutti vinelli? Grondano riconoscimenti ai SuperTuscan che fanno la polvere sugli scaffali, e questo è davvero accanimento terapeutico. Non li capisco proprio.

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

Quanto dice Stefano conferma che le Guide sono uno strumento consultato dagli Operatori ma il Consumatore medio non le segue. Il Morellino sembra godere di un grande successo commericiale anche se e' ignorato dalle Guide ed i supervini premiate da quest'ultime languiscono sugli scaffali. E i Blog? Uno molto seguito ( 18.000 contatti/giorno) mi ha sconsiglaito di fare pubblicita' sulla loro testata perche' 'la stragrande maggioranza dei visitatori sono Operatori'. Stessa musica per un altro sito/blog con un numero simile di seguaci. Beh, almeno ho parlato con gente onesta. Invece su Facebook ci sono 570.000 italiani che hanno inserito la parola 'vino' tra le proprie preferenze. E' un pubblico passivo perche' scarsamente interattivo ( la percentuale di feedback nei commenti e' simile a quella dei post dei blog)ma rappresentivo del mercato. Produttori, stampa e Bloggers dovrebbero preoccuparsi di come interfacciarsi a questi Consumatori, comunicare qualita' e fare si' che le vendite del vino al dettaglio passino su canali piu' qualificati e non da un supermercato

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cicciottinho

circa 11 anni fa - Link

io sono uno di quei 570.000 che si è avvicinato a questo blog casualmente sperando di trovare ispirazioni,consigli e novità da commentare, e da assaggiare ma fino ad ora ho trovato solo personaggi che degustano iperiper vini che non sono alla portata della tasca, nè nella cultura enologica dell'italiano medio. Cosa mi rappresenta un blogger che mi fa le note di degustazione di uno champagne da 400€ che io no berrò mai nella mia vita? Infine nel mese di agosto sonno andato a trovare un produttore di Bolgheri (mio amico) non grande, non famosissimo,e mi ha confessato chiaramente che le tre principali catene di distribuzione in italia gli comprano il 90 del mercato italiano con tre eticette diverse per lo stesso vino in quanto alcuni di questi hanno migliorato molto la loro offerta enologica.......non vendono più solamente tavernello.

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Alessandro Morichetti

circa 11 anni fa - Link

Tranquillo ciccio, per 570.000 anime potrei farmi verticali di Ronco anche in batterie di 10 brick! Peccato l'annotazione superficiale: se cerchi trovi anche vini quotidiani e, se permetti, a noi piace anche sognare perché l'equazione blogger=vini piccoli o a buon mercato dove sarebbe scritta? Te lo dico io: da nessuna parte ;-). E siccome manco io posso permettermi certi vini, almeno li faccio raccontare a chi ne beve e mi diverto un po'.

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gian piero

circa 11 anni fa - Link

Una domanda che pongo spesso ai Consumatori e': 'Sai quante etichette di champagne sono presenti in Italia?' MI sento rispondere 40-50 al massimo. In realta' sono 450. La gente conosce solo le grande Case e, a causa della Distribuzione spesso molto limitata ignora che e' possibile comprare prodotti di nicchia superlativi a prezzi accessibili. Riserve a meno di 30 euro Iva compresa, Grand Cru allo stesso prezzo e champagne che fanno 7 anni sui lieviti in fascia alta, cioe' a 49 euro sempre IVA compresa e trasportati a casa. Sinceramente, a me non interessa farmi raccontare un vino da 400 euro. Tutte le volte che li ho assagiati mi hanno lasciato l'amaro in bocca. Mi piacerebbe invece che chi parla di vino professionalmente mi mettesse a conoscenza di realta' indedite che mi posso permettere e visto il web azzera i problemi di distribuzione li posso anche comprare facilmente.

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cicciottinho

circa 11 anni fa - Link

Non ti avvicinare ad un fuoco perchè con la coda di paglia che hai rischi di brutto......sull'utimo paragrafo del tuo post sorvolerei....si presta toppo a volgari risposte.

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cicciottinho

circa 11 anni fa - Link

io caro giapiero non ignoro affatto quello che dici tant'è vero che consumo circa 24/30 bottiglie per anno di blanc de blanc 2005 di una maison non da grande distribuzione i cui prezzi sono in linea con quello che dicevi tu.

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uno_che

circa 11 anni fa - Link

bevite nà bottiglia... da solo, in 2, in 3 se ne hai 2. Goditela se è buona! ma non parlarne a nessuno di quelli che non l'han bevuta.

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armin kobler

circa 11 anni fa - Link

"c’è una correlazione negativa fra i giudizi che danno gli esperti di un certo vino e i giudizi che ne danno i consumatori non esperti" http://osservatoriodelvino.wordpress.com/2012/10/06/aspettando-skywine/

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