Nuove frontiere della degustazione alla cieca: il vino in lattina
di Elena Di LuigiOra che l’idea del vino in lattina è stata digerita si comincia a parlare di blind tastings oltre che di vendite per capire se e come questo contenitore cambierà il volto dell’industria vinicola.
L’agenzia di ricerca WIC Research, leader nel mercato del vino in lattina, ha supervisionato la prima degustazione alla cieca svoltasi a luglio nell’azienda Nisseley Vineyards in Pennsylvania, che ha coinvolto 86 volontari di età compresa tra i 21 e i 74 anni. I produttori partecipanti e provenienti dallo stato di New York, hanno potuto presentare sia vini in bottiglia che in lattina, delle varietà piú utilizzate per questo tipo di contenitore, cioè lo chardonnay, il riesling, il rosé e lo sparkling moscato dolce.
I dati raccolti dal team della WIC Research hanno dimostrato che il 48.5% dei degustatori ha espresso una preferenza per il vino in bottiglia, mentre il 45.3% per quello in lattina, con un restante 5.8% incapace di cogliere una differenza tra i due campioni.
Queste percentuali dicono che vetro e alluminio sarebbero equivalenti se si valuta la qualità, ma la WIC Research ribadisce che la lattina, o per mancanza di marketing serio o per una limitata distribuzione, ancora stenta a decollare, a differenza delle previsioni favorevoli di appena un anno fa. Infatti, un’altra ricerca basata su un campione di 3,500 consumatori americani dimostra che solo il 50% dice di aver provato un vino in lattina, cioé nulla rispetto alla rivoluzione dei tappi. Sul fronte della sostenibilità, invece, il verdetto tra vetro vs alluminio è ancora tutto da scrivere ma si sa che il secondo è meno costoso da riciclare e piú leggero da trasportare.
Anche il mondo della birra si sta trasformando con Stella Artois, Budweiser e Bud Light che si preparano a sostituire entro il 2020 l’uso degli anelli di plastica che servono a contenere le lattine. Questa scelta, che costerà alla Budweiser un investimento di £6.3 milioni, aiuterà ad eliminare 850 tonnellate di plastica che ogni anno finiscono nei mari britannici.
3 Commenti
Lanegano
circa 5 anni fa - LinkLo so, probabilmente il mio è un preconcetto di carattere 'estetico' e legato ad un'abitudine e a un immaginario forse datato però scusate ma in lattina non ce la posso fare.....
RispondiRadici
circa 5 anni fa - LinkImmagino non ci siano grandi differenze organolettiche... Ma l'idea mi fa orrore. Un po' meno orrore se nella lattina ci fosse del moscato dolce (scadente) o del prosecco. Quello riuscirei, con qualche sforzo, ad accettarlo. Ma del vino, mai!
RispondiPier
circa 5 anni fa - LinkGià negli anni 80 Giacobazzi ha messo il Lambrusco in lattina, si chiamava 8 1/2!
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