Nudi alla cena. Perché il ristorante nudista ci fa bene, spiegato in qualche modo

Nudi alla cena. Perché il ristorante nudista ci fa bene, spiegato in qualche modo

di Pietro Stara

Ieri sera si è svolta la prima cena per nudisti in Italia presso il ristorante Italo-Americano di Cerro Maggiore, a soli 30 minuti da Monza. Come funzionano queste cene che si ripeteranno con cadenza mensile? Si arriva vestiti, ci si spoglia completamente (non ho capito dove), et voilà, si mangia. Ammesse soltanto le borsette da sera con gli effetti personali e, per questioni igieniche, asciugamani su cui sedersi.

Tre i vantaggi immediati: 1) Nel caso in cui ci si sporchi di sughi, bevande e intingoli vari, il problema della lavanderia è bello che risolto: mai più a casa con patacche varie, macchie impossibili, lavatrici a manetta. Una doccia e via! 2) Niente telefonino. Vietate foto di ogni tipo e sorta. Serate finalmente scevre da inutili selfie, da telefonate perniciose e da suonerie sgradevoli. 3) Fine degli scambi di battute sui vestiti, sulle scarpe, e ammennicoli vari. Al massimo confronti contenuti su cellulite, sulle smagliature e similari.

Graditi i complimenti su stazze e misure di ogni ordine e grado: “Toh, però il ragionier Martinelli! Chi se lo sarebbe mai immaginato in un corpicino così striminzito!”. “Rifatta! Lo sapevo che la signora De Angelis si era rifatta da capo ai piedi. Altro che quarta. Gliela do io la quarta!” Lascio perdere commenti e le battutine facili. Sono sicuro che siete in grado di produrvele almeno quanto un gruppo di alcolizzati ad un addio al celibato o al nubilato. So per certo che si sta andando nella direzione giusta. Qui sappiamo benissimo che “Il sesso è una cosa molto bella tra due persone; in cinque è fantastica”.

Girassimo tutti un po’ nudi ci sarebbero meno guerre e, soprattutto, meno assalti all’arma bianca. Ma, detto questo, trovo fantastico che si possano somministrare cibi e vini senza che si parli di quest’ultimi. La nuova frontiera è stata valicata! Era ora che pensassimo ad un nuovo modo di abbinarci, ma anche di distrarci.

E a questo proposito, tanto per autocitarci addosso come conviene, noi l’avevamo già detto che il nudismo degustatorio fa bene.

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Pietro Stara

Torinese composito (sardo,marchigiano, langarolo), si trasferisce a Genova per inseguire l’amore. Di formazione storico, sociologo per necessità, etnografo per scelta, blogger per compulsione, bevitore per coscienza. Non ha mai conosciuto Gino Veronelli. Ha scritto, in apnea compositiva, un libro di storia della viticoltura, dell’enologia e del vino in Italia: “Il discorso del vino”.

5 Commenti

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sergio

circa 8 anni fa - Link

Proseguendo nel discorso sarebbe interessante fare delle ricerche scientifiche sul fronte della degustazione del vino. La degustazione a genitali scoperti: 1 Può accrescere le capacità di analisi? 2 Può dare nuove emozioni? 3 Che rapporto c'è tra lunghezza del genitale è risultati analitici? 4 Il prof Perullo potrebbe inserirla nella riedizione di epistenologia? 5 Una curiosità, oltre a Pietro Stara chi, dei redattori e delle redattrici, è disposto a cenare nudo in un ristorante?

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Stefano Cinelli Colombini

circa 8 anni fa - Link

Viva la libertà e ciascuno scelga pure se vuol essere nudo o vestito, ma mi sento di escludere che un bicchiere di vino o una fettuccina cambino sapore se le si degusta in smoking o in costume adamitico. Per cui, dal punto di vista della ristorazione, il format nudista è ininfluente. Per cui inutile. Com'era quella parola di cui mi parlava il mio analista? Narcisismo, mi pare.

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Montosoli

circa 8 anni fa - Link

Al limite della noia.....

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vincenzo

circa 8 anni fa - Link

SAREI CURIOSO DI SAPERE SE ANCHE LO STAFF GIRA NUDO PER IL RISTORANTE

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vinogodi

circa 8 anni fa - Link

... originale come il cocktail di gamberetti in salsa rosa. In questo contesto un vino invece di emozioni dona ... erezioni?

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