Ntsiki Biyela e il vino post-covid

Ntsiki Biyela e il vino post-covid

di Elena Di Luigi

Abbiamo conosciuto Ntsiki Biyela nel 2013 quando era winemaker per la cantina Stellekaya in Stellenbosch. La ritroviamo oggi proprietaria di Aslina, la cantina che ha chiamato come la nonna che è stata la sua luce guida. L’ambizione di iniziare a fare i suoi vini è maturata in seguito a una collaborazione con l’enologa californiana Helen Kiplinger, nell’ambito dell’iniziativa Wine for the World di Mika Bulmash. È stato durante una cena e un bicchiere di vino con i suoi nuovi colleghi statunitensi che Ntsiki ha capito che era arrivato il momento di intraprendere una nuova avventura.

L’ultima volta che ci siamo sentite era il 2013. Da allora hai vinto molti premi e l’ultimo, assegnatoti il 2 Febbraio al Wine Harvest Commemoration in SA, è il Diversity and Transofmation Award per il tuo contributo ad abbattere le barriere nell’industria vinicola. Quanto sono stati importanti questi premi per la tua carriera di winemaker?
Ricevere premi è fantastico, ma ancora piú fantastico é vedere crescere la tua attivitá e constatare l’apprezzamento che la gente dimostra per i vini che fai. Questo è ancora piú importante per me.

Come sta andando la vendemmia?
Sta andando benissimo e ci aspettiamo ottimi vini.

Anche nuovi vini?
Certo ma non ne posso parlare, non ancora.

Le vendite online sono andate alle stelle un pó in tutto il mondo. È questo il futuro?
È una combinazione di quello che vedremo sempre piú affermarsi nel futuro. Le vendite online hanno aperto nuove opportunitá e non sostituiranno le vendite al dettaglio. Quindi é un’aggiunta, qualcosa in piú.

La pandemia ha alterato i rapporti commerciali tra l’Australia e la Cina e si é aperta una grande opportunitá per il SA tanto che le esportazioni verso la Cina sono aumentate del 50%. Cosa ne pensi?
Le vendite sono vendite e ovviamente sono molto felice.

La produzione di vino in SA è la seconda attività agricola più redditizia. Nonostante questo il governo nel 2020 durante i lockdown ha imposto il bando di vendita di alcol e bloccato le esportazioni. Per molti questo ha significato chiudere per sempre. Qual è la tua posizione?
Il motivo del bando sulle vendite domestiche di alcol è stato necessario per ridurre la diffusione del virus e, viste le circostanze, la pressione nei pronto soccorso. Decisioni di questo tipo comportano sempre delle conseguenze, in questo caso nel nostro settore, ma poi tutto dipende da come vengono gestite queste misure.

Quando la pandemia sarà superata, o semplicemente sotto controllo, cosa ti aspetti che il governo faccia per aiutare l’industria vinicola a rimettersi in piedi?
Prima di tutto non possiamo aspettarci che tutto torni come era prima, questo significherebbe che non abbiamo imparato nulla. Quindi speriamo che le problematiche che abbiamo vengano gestite al meglio. Forse il governo interverrá con un aiuto finanziario, ma resta il fatto che la vera differenza la possiamo farla noi migliorando le nostre piccole attività.

Il 2020 è stato anche l’anno in cui ci si è battuti per l’uguaglianza di genere e contro le discriminazioni razziali. Da questo punto di vista tu sei stata una pioniera in SA. Basta la determinzione per far capire alle gente che l’uguaglianza non è solo una questione morale ma anche necessaria per un’economia solida?
La determinazione è solo una parte di una strategia che richiede la combinazione di altri fattori, altrettanto necessari se vogliamo che l’economia sia piú forte per tutti. Le leggi per esempio sono fondamentali.

Nell’intervista del 2013 hai detto che la varietà Pinotage meritava più apprezzamento. Oggi sei nel consiglio di amministrazione della Pinotage Youth Development Academy (HOME | PYDA).
Qual è l’obiettivo dell’Accademia?
L’Accademia si sta concentrando nel dare ai giovani l’opportunità di cambiare le loro vite e quelle delle loro comunità da cui provengono. Intraprendono questo percorso accademico e vengono formati attraverso la catena del valore dell’industria del vino. Alla fine del percorso ottengono delle posizioni lavorative non solo nel settore enologico ma anche in altri. Questo è un esempio pratico di come possono essere cambiate le cose.

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