Nebbiolo Prima 2016 | Barbaresco 2013. Grande annata? Probabilmente sì. Per tutti? Decisamente no

Nebbiolo Prima 2016 | Barbaresco 2013. Grande annata? Probabilmente sì. Per tutti? Decisamente no

di Francesco Oddenino

Nebbiolo Prima 2016 ci regala una bella giornata di assaggi con un centinaio di Barbaresco 2013 serviti come d’abitudine alla cieca.

Anzitutto due parole sull’annata 2013: fredda e piovosa, ma non troppo fredda né troppo piovosa, salvata in extremis da un settembre e un ottobre di bel tempo che hanno ritardato la vendemmia e fatto maturare all’ultimo i nebbioli. E nei bicchieri si sente: dopo un paio di decenni (forse interrotti dalla ’99), ritroviamo un’annata maturata al fresco con tutti i pregi e i difetti, esaltando le capacità dei grandi viticoltori ma anche le difficoltà di quei tanti (troppi) produttori che probabilmente non hanno saputo gestire le problematiche di un’annata oramai atipica per le nostre zone.

I Barbaresco 2013 hanno un profilo aromatico freddo, i nasi spesso hanno più florealità e toni vegetali che frutto, i colori sono scarichi, le bocche sono foderate di tannino (di solito ottimo), con acidità e mineralità pronunciate e, in alcuni casi, poco frutto ad equilibrare il centro bocca. Ho sentito parlare di diluizione per tanti Barbaresco: devo dire di aver trovato bocche tendenti alle durezza più che mancanza di concentrazione, ancora in divenire, probabilmente bisognosi di un’estate in bottiglia per far maturare il tannino. Tanti nomi interessanti tra quelli assaggiati, cito i 5 che mi hanno colpito di più:

  • Giuseppe Cortese Barbaresco Rabaja 2013: scarico ma non troppo al colore, al naso frutta chiara, lampone, ribes rosso, sussurrato e ondivago, continuo nel riproporsi di spezie nobili, folate vegetali, fiori secchi, sentori pietrosi. In bocca è foderato di tannino, con una presa importante, allarga e allunga, acido, dritto, maschio, moderno nell’interpretazione “in sottrazione” del territorio. Mette sete tanto è salato. Wine of the vintage, di nuovo, come al solito. 94

  • Castello di Verduno Barbaresco Rabaja 2013: naso classico del Rabajà, chiaro, completo tra frutto, mineralità e florealità. Tipicissimo Rabajà da annata fredda. Bocca presente, lunga, in questo caso più succosa di Cortese. Stile altrettanto tradizionale ed interpretazione magistrale in finezza di una vigna conosciuta in passato più per la potenza. 91

  • Prunotto Barbaresco Bric Turot 2013: l’impostazione è più moderna dei due vini precedenti, naso floreale/vegetale tra note di geranio, fruttini, fiori dolci (gelsomino/caprifoglio), erbe aromatiche fresche. Bocca con tannino dolce, equilibrata, acida, non lunghissima ma veramente piacevole e completa al momento. 91

  • Paitin Barbaresco Sorì Paitin 2013: anche qui di impostazione meno classica dei due Rabajà, offre un naso dolce e chiaro, convesso e debordante tra sentori floreali dolci e rinfrescanti, note vegetali di timo, geranio, lavanda. Accenni agrumati complicano e nobilitano il naso. Tannino presente e nobile, molto minerale, forse non acidissimo. Assaggiandone un bicchiere ha fatto un figurone, lo aspetto alla prova del nove seduto a tavola per vedere se riesco a finire la bottiglia. 92

  • Bel Colle Barbaresco Montersino 2013: impostazione invece classicissima per questo Barbaresco di un produttore “under the radar” ma che lavora molto bene in tutto il comprensorio, dal Barolo, al Pelaverga, al Barbaresco. Naso chiaro, fresco, minerale, giovane. Fiori. Tannino ben presente e spiccata acidità lo fanno un ideale compagno di serate in cui si rischia di bere troppo. Solo apparentemente semplice, va giù che è una meraviglia, caratteristica che solo i grandi nebbiolo in realtà hanno. 91

Oltre a questi vini, comunque, purtroppo ancora ben presenti nelle batterie vini ossidati, foderati di legno, non maturi o amaroneggianti, brettati, con acetiche oltre la soglia di tolleranza. Perché? Forse tra i produttori continuiamo ad avere grandi vignaioli e pessimi assaggiatori.

Riassumendo: annata da grandi cru, da produttori molto bravi in vigna, con mano leggera/leggerissima in vinificazione. Aspetto con trepidazione l’uscita dei cugini Baroli 13 dove una maggior concentrazione media rischia di far saltare fuori un’annata strepitosa.

[Foto credits: Luca Appiotti – Alessandro Lercara (Albeisa Wines FB)

1 Commento

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Vinocondiviso

circa 8 anni fa - Link

Molto buono anche Olek Bondonio, il Barbaresco 2013.

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