My Feudo di Zonin è il primo vino open source o la prima idiozia del decennio?

di Antonio Tomacelli

francesco zoninCalma e sangue freddo, ho le sinapsi in corto. Sono le 10 del mattino e ancora non ho capito se My Feudo, l’ultima creatura delle cantine Zonin è una solenne idiozia o l’idea del secolo. Mi rileggo per bene la presentazione: Francesco Zonin in persona lancia in questi giorni quello che lui chiama “il primo vino open source”, ovvero la creazione di un vino “con l’aiuto degli attori del mondo del vino, dalla ristorazione al wine blogging tematico al giornalismo specializzato“. Partendo dai vini prodotti nella Tenuta Feudo dei Principi di Butera in Sicilia, tredici esperti comporranno la loro miscela (blend) preferita.

Durante il prossimo Vinitaly i tredici vini così ottenuti,verranno sottoposti al giudizio di tutti i partecipanti per eleggere il blend migliore, quello insomma, che finirà in commercio. Dice Francesco Zonin che “l’idea è di rendere partecipi gli appassionati prima della creazione del vino stesso”. Tutto chiaro, no? Invece di star lì ad impazzire in cantina mischiando merlot e cabernet, si passa la palla ai critici e agli appassionati e se il vino non vi piace cavoli vostri, l’avete prodotto voi.

Cos’è allora che non mi torna e fa scattare mille allarmi impazziti nel cervello? Sarà la puzza di marketing guasto o la sensazione di una sorta di scaricabarile in versione 2.0? Vero è che il mondo del vino è cambiato con l’avvento della rete e nuovi attori (e registi) si sono affacciati sulla scena, ma l’operazione My Feudo somiglia tanto a una captatio benevolentiae di giornalisti e blogger studiata a tavolino. Nel dubbio giro a voi lettori la domanda iniziale: My Feudo di Zonin è una cavolata bestiale o l’idea del secolo?

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

53 Commenti

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Marco Massarotto

circa 14 anni fa - Link

Ciao Antonio, mi chiamo Marco Massarotto e sono il titolare dell'agenzia (http://hagakure.it) che assieme a Francesco e a Casa Vinicola Zonin ha sviluppato MyFeudo. Leggo con molto dispiacere una tua critica che trovo superficiale, scorretta e francamente anche inutile. Ti rispondo per parte mia come parte in causa del progetto, appassionato di vino e operatore del web: 1) MyFeudo NON è e NON vuole essere l'idea del secolo, non mi pare nessuno l'abbia mai dichiarato o sia scritto da nessuna parte, per cui attribuirgli questo ruolo è un tuo primo errore, che a mio avviso serve solo a "darti il la" per poterla di contro poi definire "un'idiozia". Chissà perché poi... 2) MyFeudo non è uno "scaricabarile 2.0", perché il vino lo stanno facendo Cuffari e Giacosa e se ne assumeranno meriti e demeriti. Il vino non lo "faranno" i dodici partecipanti e quindi nessuno dirà (né ha intenzione di dire, né sta scritto da nessuna parte ancora una volta) "questo vino lo avete fatto voi..." e tantomeno "vi deve piacere per forza". Ti posso assicurare che nessun produttore sano di mente direbbe (anche in caso di un vino fatto dai consumatori) "se il vino non vi piace cavoli vostri, l’avete prodotto voi". Come sottolinea Francesco nel suo post [ http://www.myfeudo.it/2010/01/la-voglia-di-fare-il-passo-“oltre”/ ] MyFeudo vuol essere un passo in una direzione fatto da un produttore, quella di un confronto più aperto e intenso con alcuni dei soggetti che ruotano introno al mondo del vino 3) My Feudo NON è una "captatio benevolentiae" (lo dimostri tu per primo!) e puoi chiederne conferma a chi vi partecipa, a partire da un tuo compagno di scrittura su Intravino, Dan Lerner, che è il primo partecipante annunciato e conoscendo Dan non si farà captare proprio niente :-) Facendo sperimentare e "preparare" un vino a dodici persone Casa Vinicola Zonin si apre a scenari in cui qualcuno può dire che il vino fatto da Tizio è migliore di quello fatto da Zonin e lo dica pubblicamente sul web, anzi sul sito stesso del vino, altro che captatio benevolentiae, dunque... L'unica cosa che IMHO, quindi, puzza di guasto è questo modo di fare critica. Se come dici tu "il mondo del vino è cambiato con l’avvento della rete" forse è ora che cambi anche il modo di fare le reviews, che non si basino sul voler essere "contro" a tutti i costi o sul polarizzare e trovare le punte per far discutere, come stai facendo furbescamente in questo post. Forse è ora che la critica aprioristica verso il produttore e il marketing lasci spazio a un confronto più sereno, ragionato e aperto anche da parte di chi il vino lo commenta e lo discute.

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Riccardo

circa 14 anni fa - Link

nel momento in cui tu ne parli, nel momento in cui io ti rispondo, nel momento in cui tanti vorranno mettere il naso in questo "vino"... posso solo dire che l'idea è geniale, commerciale ma geniale. Alla fine, gira e rigira tutti cerchiamo il soldo, chi con metodi più semplici ed intuitivi, chi attraverso la soddisfazione personale di un lavoro lungimirante e curato, magari con tasche meno piene ma la soddisfazione di un vero "territorio" sotto il tappo... Ognuno sceglie il proprio obiettivo e trovo ridicolo e deleterio parlare male di queste persone perché nel momento in cui se ne parla, hanno già vinto, e chi ne scrive fa il loro stesso "gioco" in chiave giornalistica.

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Marco Massarotto

circa 14 anni fa - Link

Riccardo, sia tu sia Antonio avete proprio capito male il progetto. Non verrà messo in commercio uno dei 12 vini prodotti. Verrà fatta una degustazione e un confronto pubblico tra quello in commercio (selezionato e prodotto da Butera) e i 12 dei partecipanti al progetto. È un modo di confrontarsi per un'azienda e migliorarsi, tutto qui. I 12 vini (come spiegato) verranno imbottigliati in pochi esemplari senza affinamento per la degustazione del Vinitaly. Invece dimettere in commercio un vino tout court, qui si vuole affiancarlo da "possibili varianti" su cui ragionare assieme. Tutto qua.

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Comprendo bene il tuo entusiasmo nel difendere l'idea che stai promuovendo, ma se il tuo mestiere è quello di fare promozione il mio è di porre (e pormi) delle domande. È una regola che adottiamo di default per capire e comprendere meglio questo mondo. Il fatto poi che né io né Riccardo come tu dici abbiamo compreso appieno le finalità del progetto non depone a vostro favore. Resta il fatto che in questi anni abbiamo visto troppe iniziative fallite per eccesso di furbizia, ma sarò il primo nel caso ad ammettere l'errore e, credimi, lo farò con piacere.

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Marco Massarotto

circa 14 anni fa - Link

Antonio, non è questione di entusiasmo, ma di precisione. (Riccardo ha capito male leggendo il tuo post che dà un informazione imprecisa). Può darsi che il sito possa essere più chiaro (di sicuro non dice da nessuna parte quello che tu riporti), su questo punto abbiamo già segnalato la cosa. Il fatto di non aver capito, però, non depone nemmeno tanto a favore di Intravino, che poteva informarsi/leggere meglio :-) A voler essere pignoli poi (e così sdrammatizziamo anche un po'... :-) ), il decennio degli anni '10 pare inizi il 1° gennaio 2011, l'ho scoperto anche io la settimana scorsa... :-(

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Neanche voi a precisione scherzate :-) Incollo qui la frase che tu stesso hai scritto e che andrebbe aggiunta al vostro sito. Ora (finalmente) è tutto chiaro: "Non verrà messo in commercio uno dei 12 vini prodotti. Verrà fatta una degustazione e un confronto pubblico tra quello in commercio (selezionato e prodotto da Butera) e i 12 dei partecipanti al progetto."

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Luigi

circa 14 anni fa - Link

Non vorrei rovinare l'amicizia sul nascere ma mi spiegate perchè il sig Massarotto parla al posto di Zonin?

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Alessandro Morichetti

circa 14 anni fa - Link

Questa la so, è facile. Forse perché...

mi chiamo Marco Massarotto e sono il titolare dell’agenzia (http://hagakure.it) che assieme a Francesco e a Casa Vinicola Zonin ha sviluppato MyFeudo
;-)

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Marco Massarotto

circa 14 anni fa - Link

@Luigi, Lol è come ti ha detto Alessandro, avevo premesso a che titolo parlavo. @Antonio infatti probabilmente aggiungeremo qualcosa del genere, anche se ripeto, non è mai stato scritto/detto che andava in vendita. Probabilmente è un progetto con delle caratteristiche inedite che può suscitare dei dubbi...

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Riccardo

circa 14 anni fa - Link

Marco quello che voi fate o che Zonin fa non mi può interessare di meno, il mio era un messaggio per chi scrive e divulga certe notizie. Null'altro! Cin Cin con Primo Fiore

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Marco Massarotto

circa 14 anni fa - Link

Cin Cin a te Riccardo :-) Puntualizzavo solo visto che il post dà un'informazione sbagliata, scusa se ho usato un reply al tuo commento.

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Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

@ Massarotto: sto leggendo adesso il tuo libro, gentile regalo di un amico appassionato(Gori?), oltre a farti i complimenti per la lucida e preziosa analisi, vorrei intervenire velocemente sulla questione. Trovo il progetto Feudi molto interessante, per come è stato posto e per l'idea che sia cmq un passo che le aziende fanno in direzione del consumatore finale e di una sua crescita tecnica- culturale sul mondo del vino. Posso immaginare che per un consumatore consapevole il "vino open souce " è una gran figata; tuttavia dopo aver scorto il progetto , mi rendo conto che già la spedizioni delle campionatura, ne inficia un pochino la credibilità. Non è spiegato se il loro tecnico ha già effettuato le giuste stabilizzazioni e filtrazioni, e in caso affermativo che senso avrebbe ? A Contadi Castaldi ogni anno viene tenuto il Gioco della Cuvèé, ma è realizzato con delle basi provenienti dalla cantina, non con partite di vino inviate per l'Italia. Senza mettere in dubbio l'onesta del progetto, mi sembra che vi siano lacune tecniche indiscutibili; non sarebbe stato più facile farlo direttamante in cantina con prelievi su vasche e Barrique, perlomeno l'apparenza era salva e razionalmente sana. Non vorrei che le meravigliose energie spese per avvicinarsi al consumatore, fossero indirizzate per proporsi in modo più semplice ma poco rispondente alla realtà di una cantina. Naturalmente scrivo ciò in quanto mi baso su quello che ho potuto apprendere dal sito di MyFeudo, pronto a cambiare idea qualora ricevessi particolari più nitidi.

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Marco Massarotto

circa 14 anni fa - Link

@Simone, ottimo spunto. Passo la parola su un tema così tecnico (se ne era parlato, non è facile coordinare persone che vivono lontane...), ma l'idea di farlo in cantina in un futuro è stimolante e parte del progetto è anche raccogliere stimoli anche in questo senso. Comprendo e condivido i tuoi dubbi, su cui sono sicuro ti risponderanno Francesco o Giacosa. Per parte mia ti posso dire che MyFeudo in questa fase non può ambire a "fare un vino", al massimo a aprire un confronto e a presentare un vino in modo un po' più social di come si faceva il millennio scorso.. :-)

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Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

Infatti, come dicevo, il progetto è interessantismo; trovo molto inteligente limitarsi ad aprire il confronto senza immettere bottiglie sul mercato (in ogni caso Zonin le venderebbe in 15 min...alla faccia di chi gli gufa!). Sfondi una porta aperta sul presentare il vino in modo più social e sul fatto che va consumato in modo social; l'auguri che faccio a MYFeudo è quello di non trascurare particolari che ad occhi più attenti possono risultare indigesti. Anche se tali coppie di occhi sono certamente poche....

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Alessandro Morichetti

circa 14 anni fa - Link

@Marco Massarotto Caro Marco, sei un'autorità del marketing digitale e questa trovata lo conferma. A noi il compito di suscitare dibattito e fornire un taglio critico. Avevo capito esattamente come Antonio e Riccardo, solo ora alcune puntualizzazioni hanno chiarito elementi dell'iniziativa che, pur già presenti, erano sotto-traccia e non immediati. A parer mio, la vostra iniziativa è tanto geniale quanto "inutile". Certamente utile a far parlare del brand - e questo è il tuo ruolo, d'altra parte - ma se l'interazione produttore-consumatore di cui parla Francesco Zonin (in questa sorta di "Anche tu piccolo enologo per un giorno") ha come obiettivo quello di fornire "le indicazioni circa la strada da seguire in vigna e in cantina per lo sviluppo qualitativo di questo vino nelle prossime vendemmie", beh, permettimi una domanda: state cercando indicazioni, attraverso il "confronto" su un vino che commercialmente non esisterà, per migliorarne la versione delle annate future? Ma.. non si dice che non sarà venduto? Aiutami a capire perché certamente ho perso qualche passaggio in questo corto-circuito. Innegabile la bravura per "far parlare di My Feudo", forse la mia è solo allergia ad un eccesso di autoreferenzialità. Di certo, quando sento parlare di interazione produzione-consumo ho in mente altro. L'iniziativa è geniale perché, almeno in Italia e via web, nessuno è ancora riuscito a fare "tanto rumore per nulla". Sito, proclami, inviti, vini, esperimenti, tagli da diverse uve, cuvee journaliste nel senso proprio, incontri al Vinitaly... e poi? E poi niente. Fine. Credimi, come partecipai al Panel Test dell'Astraio, così potrei partecipare a questo, per viverne le dinamiche e capirle ancora meglio. Ma spesso ciò non significa condividerle. Giusto per dire, Zonin fece il panel test dopo Gianpaolo Paglia. Relazionarsi con entrambi ha permesso ai partecipanti di fare confronti, cogliendo lo slancio delle due proposte. Ora Zonin fa un bell'investimento in marketing enoico d'avanguardia e il progetto ha una sua coerenza interna definita. Il "problema", qui, è che lo scopo non mi sembra l'interazione in sé bensì la "comunicazione intorno all'interazione". L'importante è che se parli, tanto quel vino non lo berrà mai nessun consumatore. O sbaglio? ;-) Rispondo alla domanda posta da Antonio: My Feudo è una bella campagna di marketing 2.0 del vino. Creativa e open minded, al passo coi tempi. Appena iniziata e già "ne stiamo parlando". Curioso poi che proprio oggi ci si trovi a discutere di iniziative diverse proprio di Zonin e Paglia. Sarà mica che le strade del marketing si siano già spostate altrove? Ecco, magari leggere domani "Zonin per Haiti" (con uomini e mezzi annessi e connessi) potrebbe già essere un bel passo avanti nell'interazione col cliente ;-). Siamo comunque a disposizione per ogni ulteriore chiarimento (nostro, in primis). ps: nonostante tutta la buona volontà, siamo i primi ad essere imperfetti nel fare informazione, sappiamo di correre il rischio. Ne avessimo paura, certo non scriveremmo sul web. Per essere al sicuro da smentite ci sono il 95% della carta stampata e della tv. Quanto tempo gli sia ancora rimasto lo puoi sapere molto meglio di me.

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Marco Massarotto

circa 14 anni fa - Link

@Alessandro e per fortuna che ci siete, e ci state aiutando a fare un fine tuning di alcuni aspetti. È proprio il bello di Internet, ognuno legge le cose in modo diverso e te lo dice! Non volevo sollevare tutto questo casino, comunque. Solo per finire di esser chiari: il consumatore berrà un vino! Quello assemblato da Cuffari e Giacosa e in più potrà sceglierne il nome sul sito MyFeudo e leggere alcuni stimoli di persone che hanno provato a "giocare" con le stesse uve e si sono confrontate con gli enologi. È un primo passetto, son d'accordo con te, niente di rivoluzionario. Infatti è stato annunciato senza proclami, ma con un "cinguettio" :-) Tornando al post, mi sono sentito un po' toccato nel leggere e vedere tanta fretta di scatenare il dibattito (è il vostro mestiere, chiaro..), quando forse leggendo una volta in più si capiva che non si stava facendo "scaricabarile" o altro. Ma tant'è... e siam qui per parlare e discuterne, no? Altrimenti non vi chiamereste Intravino, ma "Il gentil calice" o chessò... :-) Quindi spero che le mie risposte, per quanto dirette, siano prese con la giusta dose di leggerezza e ironia. Cià. Ho fatto il mio debutto su Intravino e anche un po' rumoroso mi pare, adesso mi ritiro per un po' in cantina e lascio parlare di vino voi e Zonin che ne sapete molto più di me... :-)

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Carlo Macchi

circa 14 anni fa - Link

Faccio una proposta molto seria. Il primo vino "open sors"! Cioè il primo vino veramente democratico, bevibile da tutti. Il progetto si potrebbe così sviluppare: un grosso produttore di vino prepara una serie di assemblaggi, con percentuali variabili. Mettiamo vi siano 10 candidati a diventare il primo vino open sors. A questo punto, in ogni gazebo delle primarie del PD mettiamo i dieci campioni e tutti possono, anzi devono, assaggiarli tutti e votare quello che gli piace di più. Il più votato diventerà il primo vino open sors d'Italia. Ovviamente prima assaggiano e poi votano, così il candidato per amministrative o politiche del PD nascerebbe da quello che potremmo definire "spirito divino". La cosa andrebbe fatta, per par condicio, anche per il PDL, così si potrebbe magari capire (controllando gli uvaggi) se il cabernet o il merlot o il sangiovese sono più di destra o di sinistra. Infine i due vini eletti dalle primarie si sfiderebbero a "singolar bevone", scegliendo ognuno un proprio campione per rappresentarli. Da una parte quindi, mettiamo, Bersani e dall'altra il Berlusca. I due sfidanti dovrebbero bere ognuno il vino dell'altro e quello che, dopo averne bevuto di più, riesce a dire "trentatretrentinientraronoatrentotuttietrentatretrotterellandomachicazzosenefrega" diventa automaticamente presidente del consiglio. Così il berlusca potrà dire, eventualmente, che è presidente per volere di vino e Bersani perchè con il rosso ci sa fare.

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Marco Massarotto

circa 14 anni fa - Link

ROFL :-) Fantastico...

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gianpaolo

circa 14 anni fa - Link

Vabbe', pero' se le cantine non usano internet le criticate perche' non usano internet, se invece lo usano, vi piglia subito lo sturbo e la reazione é: oh, non è che si staranno allargando troppo? Io credo che sia un gioco, io almeno l'ho preso cosi', e senza dubbio qualche rischio c'e' sempre, come dimostra il post in questione e alcuni dei commenti. Sono sicuri che sconti non gliene faranno (faremo, perche' ci sono anche io nel panel, lo dico ora senno'...), come non li hanno fatti nei tasting panel ne a me ne a loro. Non è questo il bello della cosa?

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Francesco Zonin

circa 14 anni fa - Link

Inizio il mio commento con lo scusarmi per il ritardo, ma solo ora mi sono potuto sedere e rispondere alle domande e precisazioni che sono necessarie (senza offesa per nessuno, ma il cliente è sacro come mi insegnano tutti!). Ringrazio Marco che ha cercato di chiarire il qui-pro-quo nato, ora spero di chiarire il tutto di persona. Antonio, libero di pensarla come vuoi, mi preoccuperebbe il contrario e condivido con te che fa parte del tuo ruolo porti alcune domande, anche "dure". Faccio una premessa innanzitutto per "quantificare" l'impatto commerciale di Myfeudo e fugare eventuali dubbi: parliamo di 6000 bottiglie in un'azienda che conta 160 ettari a vigna... Pochine per determinare le sorti della nostra tenuta. Seconda premessa per chiarire: il vino si sta già affinando in bottiglia (quindi l'eventuale flop sarà colpa nostra), ed è proprio da questo spunto che è nata l'idea Myfeudo. Piccolo riassunto di come nasce l'idea (non siamo così furbi come credete). L'ho detto spesso, ho la fortuna di lavorare in un'azienda nella quale è difficile stufarsi (stancarsi si, stufarsi mai!) perchè ogni giorno c'è sempre qualche novità, che venga dal Friuli, dalla Maremma o dalla Sicilia. Uno dei momenti più interessanti, anche dal punto di vista commerciale, sono le riunioni in sala degustazione (2 o 3 al mese) in cui degustiamo, alla cieca, di tutto: vini nostri e della concorrenza nazionale ed internazionale in ogni posizionamento del mercato. Per noi è fondamentale, perchè il mercato va conosciuto nella sua interezza, clienti e produttori. In queste riunioni ogni tanto il tema è "il taglio definitivo" durante le quali la direzione tecnica propone a noi "commerciali" (la cadenza è un pò dispregiativa...) i 4/5 tagli per cominciare la discussione e scegliere poi quello finale. (La settimana prossima dovremmo decidere il taglio del metodo classico, ad esempio). Di solito i partecipanti sono 4/5 enologi, 4/5 commerciali tra Italia ed Estero, io e mio fratello Domenico che si occupa di produzione. Da qui l'idea: perchè non aprire questa tavola rotonda anche ad altri? Lo abbiamo sempre fatto, ma quasi per sbaglio tirando dentro in sala degustazione il primo agente o cliente che passava per i nostri corridoi. Ma poi nessun feedback, nessun follow up, nessuna continuità tra un anno e l'altro. Gli impedimenti per questo tipo di operazioni erano sostanzialmente due: uno mentale del produttore, uno logistico/pratico. Difficile mettere insieme 15 persone rappresentative, da tutta Italia, e costoso poter tener traccia dei commenti di tutti. Beh, Internet ci da la possibilità di abbattere il secondo impedimento. Per il primo basta che il produttore faccia un passo indietro e investa "nell'ascolto". È vero che degustare da delle bottiglie spedite non è lo stesso che farlo in cantina, penseremo a come colmare anche questo gap. Intanto ci sembrava un buon primo passo. E se le bottiglie spedite non bastassero a farvi un'opinione, ve ne mandiamo un'altra cassa, eh... :-) Tutto qui, nè più nè meno. Il risultato di Myfeudo 2010 spero sia quello di dare indicazioni molto precise alla direzione tecnica per il futuro di questo vino in particolare e per l'evoluzione del gusto dei consumatori in generale. Come già detto prima, in commercio andrà il vino già deciso da Franco Giacosa e Antonio Cufari (anche perchè al massimo avremmo accontentato un solo consumatore, il vincitore... mercato troppo piccolo!), ma la discussione dovrà gettare le basi per il miglioramento qualitativo di questo vino che passerà necessariamente attraverso il lavoro in vigna. Sarà un processo lungo, perchè le variazioni si fanno di anno in anno, di vendemmia in vendemmia, ma mi piace l'idea che la direzione tecnica possa confrontarsi, anche a muso duro, con i consumatori. Noi produttori siamo troppo barricati dietro i cancelli delle nostre aziende. Quest'anno lanciamo l'annata 2007, per il taglio 2008 mi piacerebbe ci fossero già indicazioni chiare da condividere con gli enologi e da questo Vinitaly alcune indicazioni da dare in vigna per la vendemmia 2010. Vedete quanto lunghi sono i tempi, per questo più precisi e puntuali siamo (e più commenti avremo, nel bene e nel male), prima si potrà riscontrare nel bicchiere quanto discuteremo dentro le 4 mura delle nostre e vostre degustazioni. E' difficile per un produttore spiegare le dinamiche proprie dell'azienda, spesso l'imprenditore stesso impiega anni per comprenderle. Non voglio tediare nessuno con le nostre dinamiche ma sono fermamente ed assolutamente convinto di una cosa: più i nostri enologi parlano con i consumatori, più ne guadagna la qualità dei vini! Sta a noi creare queste opportunità di dialogo, e prima avvengono gli incontri all'interno del "ciclo di vita" di un vino, più credo ne beneficeremo in termini di indicazioni chiave. Da qui Myfeudo. Ovvio che posso anche sbagliarmi e potrebbe scaturirne il caos, ma come dicevo prima ho la fortuna di lavorare in un'azienda magnifica che mi ha messo a disposizione 6000 bottiglie di un cru per questo test. Se sbaglio il danno sarà limitato. Quindi, perchè non rischiare? Perchè non provarci? Perchè non fare il passo oltre? Credo faccia parte dell'anima dell'imprenditore. Mi sono dilungato forse troppo e spero di non aver annoiato nessuno. A ciascuno di voi le proprie consideraizioni, sarò qui a leggerle ed apprezzarle tutte, se non altro per il tempo che vorrete dedicare loro.

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Davide Cocco

circa 14 anni fa - Link

Ciao Francesco, se avete bisogno di un parere esterno nelle degustazioni non avete che da fare un fischio. In 5 minuti ci arrivo a Gambellara ;-) Ti segnalo anche quello che sta facendo Teo Musso nel mondo della birra, con un progetto abbastanza simile al tuo http://www.fermentobirra.com/spillature/aprile-2009/open-baladin-birra-birrerie. Per il resto Myfeudo in sé mi piace, anche perché proietta per una volta chi è solitamente abituato a parlare di vino dall'altro lato della barricata. Anche se penso che sarà difficile fare meglio di Giacosa, che ha più di quaranta vendemmie alle spalle. Ma chissà. Staremo a vedere. Sicuramente sarà divertente. Ciao.davide

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Bell'intervento Francesco, da vero comunicatore. Posso consigliarti un copiaincolla sul tuo sito? ;-)

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gingerjack

circa 12 anni fa - Link

...toh... e io che pensavo che Francesco fosse "solo" bello!! MI sei piaciuto, molto! Buon Lavoro. G.

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Vignadelmar

circa 14 anni fa - Link

Una cosa simile è già stata fatta anni addietro dalla Contadi Castaldi per la formazione di una cuvée per un suo spumante. Mi ricordo abbastanza bene perchè ad una sessione di bevute partecipai anche io. Funzionava così credo in ogni Regione: i partecipanti venivano suddivisi in squadre (1 per tavolo); ad ogni squadra venivano dati i vini base con i quali dosare la cuvée. Una volta che ogni squadra, dopo aver fatto numerose prove era sicura di aver approntato la cuvée perfetta, la sottoponeva alla presidenza certificandone la composizione in percentuali. Alla fine, tutte le cuvée (1 per ciascuna squadra) venivano rese anonime e sottoposte al giudizio qualitativo (voto) di ciascun partecipante. La cuvée che risultava vincitrice sarebbe approdata alla finale nazionale. . Si, ricordavo bene, infatti sul sito aziendale è riportata l'esperienza: http://www.contadicastaldi.it/cuvee.php?lang=it&UID=Gu1gGhE,s2zUe2xdcF4-iqcL9R8 . Ciao

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Simone e Zeta

circa 14 anni fa - Link

Chiedi al Gori, che un anno ha pure vinto!!

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Andrea Gori

circa 14 anni fa - Link

esperienza bellissima e soprattutto istruttiva! http://vinodaburde.simplicissimus.it/2008/07/18/gioco_della_cuve_contadi_castaldi_2008_veni_vidi_vici/ anzi io direi che alla fine queste iniziative se ben condotte da chi le organizza e soprattutto da chi ci partecipa, contribuiscano a divulgare le dinamiche di cantina e ciò che sta dietro al fare un vino. Che poi si pretenda di fare esattamente come in cantina sarebbe come pretendere che solo uno Schumi possa giocare a GranTurismo 4 su Playstation...

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Jacopo Cossater

circa 14 anni fa - Link

Questa sera sarò alla scuola di cuvée precedentemente citata, non vedo l'ora ;)

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Alessandra Rossi

circa 14 anni fa - Link

"Idiota"? "Geniale"? Mah.. nessuno dei due termini mi pare appropriato, direi che è una delle tante iniziative che vedo intraprendere da chi fa vino *anche* con creatività e vuole comunicarlo e lo scalpore (virgolettabile anche questo) probabilmente è generato dal fatto che trattasi di Zonin e non di Pincopallino. Che piaccia o no il progetto My Feudo (e non dico di esserne una fan, preferisco osservare nel tempo, per capirlo), parmi allora "idiota" o "geniale" questo post. A buoni intenditori poche parole. Saluti maremmani. Ale

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

Diciamo che gli 8 commenti di "Casa Zonin" per chiarire meglio l'iniziativa giustificano da soli il post? A buon intenditor, Alessandra...

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

E se non bastasse, copioincollo la risposta di Massarotto sul blog Vinix che chiude la discussione. "Su domande e dubbi, assieme a Casa Vinicola Zonin abbiamo rivisto un po' il testo del progetto, dopo gli interventi su Intravino [ http://www.intravino.com/primo-piano/my-feudo-di-zonin-e-il-primo-vino-open-source-o-la-prima-idiozia-del-decennio/ ] speriamo sia più chiaro, casomai siamo qui , eh..."

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Alessandra Rossi

circa 14 anni fa - Link

Giusta la tua replica Antonio. E' il "tono" che hai usato che ha destato la mia osservazione e che continua a farmi pensare che MY FEUDO non sia una genialata, ma un modo per far notare un'attività creativa come altre, 'round wine. Opinabile ma perfettamente comprensibile. Così come il tuo personalissimo stile è un modo per far notare la tua, di attività. Opinabile ma perfettamente comprensibile. Ma nn fraintendermi, io non sono da meno.. una volta per parlare di vino ho pubblicato un video (1 su 70 circa) dove con uno chef ed un sommelier si parla di trombate. Opinabile ma comprensibile anche questo :-). Ale

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Antonio Tomacelli

circa 14 anni fa - Link

A questo punto credo sia necessaria qualche precisazione. Il primo commento al mio post è dell'autore del progetto, Marco Massarotto, che esordisce così: "Leggo con molto dispiacere una tua critica che trovo superficiale, scorretta e francamente anche inutile." Dopo 8 post di chiarimenti da parte Zonin, tra i quali, devo ammetterlo, uno molto bello di Francesco, vengo a sapere da un altro blog che: "...abbiamo rivisto un po’ il testo del progetto, dopo gli interventi su Intravino" (M. Massarotto) Posso chiedere allora dove sono le imprecisoni, la superficialità e la scorrettezza? Evidentemente c'era un problema di comunicazione che, grazie alla discussione su Intravino, è stato risolto. Non mi resta che augurarvi buon lavoro, ma la prossima volta oltre alle critiche (affrettate), gradirei anche le rettifiche. Grazie Antonio Tomacelli

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Vignadelmar

circa 14 anni fa - Link

Giusto. . Ciao

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Marco Massarotto

circa 14 anni fa - Link

Antonio, volentieri ma non saprei davvero cosa rettificare :-) Ero intervenuto qui perché nel post il progetto è (tuttora) descritto in modo sbagliato. Oltretutto, come sottolinea anche Alessandra, la mia critica era prevalentemente sul modo di impostare il discorso: sullo scatenare la polemica a priori... Questo è l'unico post che ha equivocato il progetto, ma è un segnale importante e utile, l'avevo anche scritto: "@Alessandro e per fortuna che ci siete, e ci state aiutando a fare un fine tuning di alcuni aspetti." Ieri notte ho finito di scrivere su Vinyx e, dopo che il testo era stato aggiustato nel pomeriggio, ne ho approfittato per scrivere lì (riconoscendo l'utilità del dibattito che si è generato qui per fare ulteriore chiarezza, casomai servisse). Non ho avuto ieri notte la forza e la prontezza di aggiungere anche qui la rettifica, lo faccio ora, scusami: certo, da questa discussione abbiamo pensato che forse si poteva essere ancora più chiari, e sicuramente ci è stato utile. Anzi: grazie! Detto questo non mi pare che fosse una critica affrettata (anzi, così rischiamo di girare la frittata, dai... :-) ), vedo che anche altri la pensano come me, e non saprei davvero in cosa rettificarla... :-)

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Max Cochetti - Avvinare.it

circa 14 anni fa - Link

L'iniziativa la trovo interessante per diversi motivi. Primo, di aziende del vino italiano che sperimentano in questo modo ne abbiamo citate giusto due o tre e non venti o cinquanta. La tendenza delle italiche aziende (e quindi di chi le gestisce) è avere meno sbattimenti possibile e vendere. Un'iniziativa come MyFeudo è fatta anche per parlarne, per "svecchiare" o "migliorare" il brand Zonin, ed in questo non ci vedo nulla di male. Dubito personalmente, ma potrei essere smentito dall'assaggio di una delle 6000 bottiglie, che possa uscirne un gran vino, ma sicuramente è un vino che si differenzia nel suo processo produttivo dal 99,9% dei vini in commercio e non è poco. Poi è giusto farne tutte le critiche e le lodi che ci vengono in mente, internet non serve per questo? :-)

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chicco di caffè

circa 14 anni fa - Link

Semplicemente per segnalare un precedente tentativo...mi pare che l'obiettivo sia lo stesso e commento come memoria storica fuori dalle polemiche. Mi pare di aver già messo del mio proprio in quel caso precedente. http://chiccoetazzina.blogspot.com/2008/07/non-sappiamo-pi-quale-vin-santo-votarci.html

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Marco Massarotto

circa 14 anni fa - Link

@chicco di caffè: è abbastanza diverso, nel caso da te segnalato si trattava di una produzione "delegata" al consumatore, qui il vino lo produce la tenuta coi suoi enologi. Un gruppo di persone sono chiamate a parlarne, confrontarsi e ipotizzare delle varianti/alternative, questo è il punto di partenza, almeno... Se leggi i commenti capisci l'equivoco.

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Francesco Fabbretti

circa 14 anni fa - Link

Sembra proprio impossibile tacere su questa avventura a cui auguro ottime sorti fin dall'inizio. Detto questo mi permetto di spostare il focus della discusione su un argomento a me molto caro e che pare a nessuno abbia destato particolare interesse: la scelta dei vitigni. Colgo l'occasione della educata e cortese risposta del sig. Francesco Zonin per rivolgergli (e rivolgere anche a voi amici bloggers) una domanda: in un momento storico in cui stiamo lentamente tornando a difendere le specificità territoriali attraverso una riscoperta dei cosiddetti vitigni "tradizionali" non sarebbe stato interessante riproporre lo stesso concetto evitando il trittico Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot a vantaggio dei vitigni indigeni a bacca rossa dell'isola?

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Anna

circa 14 anni fa - Link

E' la cosa più sensata che ho letto finora!

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Francesco Zonin

circa 14 anni fa - Link

Francesco, ottima domanda! Premetto che la scelta dei vitigni è stato argomento di discussione per mesi con Franco Giacosa. Abbiamo scelto il Feudo perché lascia ampio margine di manovra in vigna (se volete in futuro approfondiremo anche questo aspetto...). Quanto ai varietali, la scelta è caduta sui 3 bordolesi per un motivo molto semplice: avevamo bisogno di una base quanto più omogenea e condivisa per cominciare la discussione. Sono convinto che non basti un incontro al Vinitaly per innescare un circolo virtuoso produttore/consumatore, occorrerà molto più tempo. Ma credo sia importantissimo partire tutti con una stessa idea in mente per poi entrare nei meandri della discussione. E quale miglior base di partenza di un taglio bordolese con uno "standard" abbastanza conosciuto e condiviso? Fatto il primo passo a Vinitaly 2010 che spero serva anche ad "amalgamare" il gruppo, posso già anticipare che proprio durante la prossima manifestazione uno dei temi che porremo sul tavolo sarà l'allargamento o la scelta dei vitigni che entreranno a far parte di Myfeudo 2011. In lista ci sono già un cru di Nero d'Avola 2008 e Syrah 2008 (e non è detto che ne esca qualcuno presente oggi, dipenderà dal gruppo di lavoro). Ma anche la scelta dei vitigni fa parte di quell'aspetto "vivo" che caratterizza Myfeudo e lo rende così interessante ai miei occhi.

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TERROIR

circa 14 anni fa - Link

mi sento irresponsabilmente escluso e quindi : http://www.youtube.com/watch?v=0oAzaxWhRp4 sostituite "la corazzata potiemkin" con myfeudo

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ni

circa 14 anni fa - Link

salve, breve premessa: non me ne intendo di vino, lo bevo soltanto e non so come il vino si faccia. però a volte riesco a distinguere fra un barbera e un dolcetto! :) per quanto riguarda invece il mondo open source ho collaborato a qualche modulo aggiuntivo di un abbastanza noto progetto mondiale open source largamente utilizzato sul web. fine premessa. la cosa è interessante indubbiamente. però ritengo che sia impostata male. voi forse qui l'avete chiamato "open source" un po' per ribadire il fatto che questo vino vuole essere aperto a critiche e commenti, l'avete inteso come un'idea di marketing. è vero, sarà anche un'idea di marketing, ma nella pratica è fattibile, ma deve essere sviluppata (questa idea) a stretto contatto con l'azienda che produce questo vino (gli enologi, quelli che lavorano le vigne e i cantinieri). ora come ora chiamarlo open source è azzardato, nel senso che sarebbe un vero modello open source soltanto se si facesse come nello sviluppo del software: si collabora durante la fase di produzione. non è che si fanno tante versioni dello stesso software (una separata dall'altra) e poi si sceglie il migliore soltanto alla fine. si scelgono le idee e le strade megliori e i pezzi di codice migliori durante la fase di sviluppo (questa fase di sviluppo avviene in modo che tutte le persone che partecipano allo sviluppo siano consapevoli delle modifiche e dei cambiamenti che si stanno facendo). quindi occorrerebbe che: 1) la cantina andasse online onde permettere a tutti di visionare l'andamento della produzione e potervi apportare delle modifiche oppure che: 2) gli sviluppatori del vino (permettetemi il termine sviluppatori) si trovassero ogni volta assieme sul luogo fisico della cantina per produrre e lavorare sulla stessa versione di vino apportando e discutento insieme le opportune modifiche. siccome occorre essere presenti sul posto almeno per la cura delle vigne (anche qui ognuno potrebbe presentare le sue tecniche e parlarne), penso che la soluzione 2 sia la più fattbile.

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ni

circa 14 anni fa - Link

dimenticavo la cosa più importante: in seguito questo vino dovrebbe essere rilasciato (a pagamento oppure gratis, ma gratis lo sconsiglio per ovvi motivi :) ) in un modo che anche chi lo consuma possa sapere esattamente come è stato fatto (che sia competente o non sul mondo del vino non importa) e da chi è stato fatto. anche se possedessi le competenze che possiede un enologo, ora come ora quando bevo un vino non penso di poter sapere esattamente come questo vino sia stato fatto, perchè sull'etichetta mi viene detto al massimo il nome del vino, se è una DOC o un vino da tavola, e che contiene solfiti. P.S.: non so se ho usato qualche termine in modo sbagliato (ad esempio DOC); in ogni caso non è mia intenzione danneggiare il mondo del vino. anzi, cerco soltanto di apportare qualche critica costrutttiva.

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chicco di caffé

circa 14 anni fa - Link

@marco massarotto: la ringrazio per la risposta. Credo di aver anche ri-letto il tutto attentamente e non credo che la mia opinione sia mutata. In cosa l'esperienza citata si differisca da quella di Zonin mi è chiaro, quello che forse non è chiaro a Lei è che nascono probabilmente dalla stessa carenza o trovata. Semplicemente mi piacerebbe che ognuno facesse il proprio lavoro, chiamando le cose con il loro nome. E' marketing? chiamiamolo così. E' un momento in cui non sappiamo più che inventarci? chiamiamolo carenza di idee. Non mi venga a parlare di un vino "delegato" ai consumatori...è chiaro che il vino in questione non lo avrebbero prodotto i consumatori, ma gli enologi dell'Azienda. L'unica differenza è nei tempi: in quel caso il consumatore avrebbe chiesto di creare un blend, qui il blend è creato ma viene valutato. L'obiettivo, mi sembra, il medesimo: raccogliere informazioni, produrre in tempi successivi un vino che quasi sicuramente avrà il consenso dei consumatori...se non altro per tutti i rumors che è riuscito a crearsi intorno.

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Marco Massarotto

circa 14 anni fa - Link

@chicco di caffè quello che non capisco della tua posizione (scusa, ma proprio non riesco a dare del lei a qualcuno su un blog), oltre ad alcune imprecisioni che cerco di chiarire una seconda volta, è questa acredine aprioristica verso il marketing. <> Cioè? Va messa un'avvertenza? :-) Dovevamo chiamarlo MyFeudo, l'iniziativa di marketing invece di MyFeudo? :-) È chiaro che il progetto fa parte della comunicazione di Casa Vinicola Zonin, che ovvietà, e quindi? Che male ci sarebbe se fosse SOLO marketing poi? Posto che comunque, dal mio punto di vista, è anche qualcosina in più di "Marketing", È anche un piccolo precedente in cui chi fa il vino accende una piccola lampadina in cantina, smitizzandola quel poco che serve, lasciandola un posto di alchimie e mistero, certo, ma non necessariamente un caveau di segreti, e quindi forse umanizzandola un po' di più. È chiaro che in questo senso la strada da fare è moltissima, ma lo trovo anche un piccolo segnale in questa direzione. <> No anzi, ho proprio specificato che non lo è riferendomi al tuo commento precedente e spiegando apposta che è un progetto diverso rispetto al caso citato della birra! <> Abbiamo già spiegato anche questo: il blend è già fatto, PRIMA di coinvolgere i partecipanti a MyFeudo, quindi NON è così. Oltre che sperare "di avere il consenso dei consumatori" perché ci si è consultati online con 12 persone è francamente impensabile :-)

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Claudio

circa 12 anni fa - Link

Salve, sono il gestore di un ristorante di fascia medio alta ed ho trovato l'idea molto interessante.Per molto tempo ho cercato il così detto vino perfetto, ma sono pienamente convinto che non esiste in quanto parliamo di qualcosa che dipende molto dal gusto personale e dallo stato emozionale in cui ci si trova nel momento in cui si esprime il giudizio.Sono stati tra i primi ristoratori a presentare il vino Siciliano nella mia zona e devo dire che il successo è stato più che soddisfacente.Creare un vino sfruttando i pareri di esperti e amanti del vino credo che sia una ottima idea, in perfetta contrapposizione con tutte le cavolate che si vedono in giro. Spero che chi ha visto la cosa come una perfetta idiozia ritorni sui suoi passi,e capisca che per un prodotto come il vino,simbolo di passione "forse un pò troppo sfruttato" , è fondamentale che nasca dalla passione di tutti coloro che lo apprezzano, solo così si riuscirà a trasmettere a tutti, "anche i meno apposionati" la vera passione di un buon calice di vino. P.S. : Amo il vino, e faccio i miei complimenti a tutte le aziende che continuano a produrre vino con la stessa passione che le ha portate ad aprire una azienda vinicola.

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