Montenidoli? Avanti con fede!

Montenidoli? Avanti con fede!

di Nicola Cereda

Sembrava facile. Giunti alle porte di San Gimignano si imbocca la strada bianca ed è fatta. E invece eccoci in mezzo alla campagna su uno sterrato che non finisce mai. Innesto la prima marcia per superare un tratto in particolare pendenza e mi decido a telefonare: “sono quello che… siamo sullo sterrato ma…”.

Dall’altra parte una donna che pare ascoltarmi distrattamente interrompe il mio flusso di dubbi con un deciso: “AVANTI CON FEDE!”. Mi sembra quasi di sentirla ridere, ma è solo un attimo perché ha già riattaccato. Percorriamo un altro chilometro sotto il cielo blu tra ulivi nodosi e vigne lussureggianti. Superiamo un casolare. Non ci siamo ancora. Navigatore dimmerda!

Richiamo, ma stavolta non faccio in tempo a presentarmi: “AAAAAAAVANTI CON FEDE!” … e riaggancia. E’ allora che, spronata dal rinnovato imperativo, la nostra utilitaria decide di scrollarsi di dosso la fantozziana nuvola di polvere che ci avvolge da un’eternità e per incanto ci ritroviamo a destinazione dove c’è lei, Elisabetta Fagiuoli, ad accoglierci con un sorriso grande così.

“Siamo in paradiso?” domando estasiato. “Gliel’avevo detto, avanti con fede che senza fede in paradiso ‘n ci s’arriva miha”. La sua Vernaccia è l’anima di questo luogo magnifico fin dalla sua prima vendemmia datata 1971. Elisabetta ha visto diverse migliaia di lune più di me eppure mi surclassa per energia, vitalità, bellezza. Racconta, racconta e noi restiamo attoniti di fronte a tanto entusiasmo. Montenidoli, ci dice, è anche sede della fondazione “Sergio il Patriarca” che aiuta “anziani disagiati e giovani incoerenti” a stabilire un dialogo intergenerazionale per “superare difficoltà e dissipare la violenza”.

Il vino non è tutto ma in fondo noi siamo qui per quello, quindi carichiamo i nostri cartoni che già è tempo di tornare sui nostri passi. E’ stato tutto così veloce! Il vino non è tutto ma mi rendo conto che non abbiamo assaggiato nulla e se non è fede questa…

Arresto l’auto in bilico sullo sterrato per un’ultima foto e mia moglie ne approfitta per cogliere abusivamente un grappolo tra i filari. Mentre gli acini verdi scrocchiano sotto i nostri denti, il cielo plumbeo ci cade addosso come una maledizione rammentandoci la storia di due tipi nudi espulsi dal giardino dell’eden. Navighiamo fino alla nostra Itaca dove domina il grigio della routine e del cemento ma ci portiamo in salvo il carico di emozioni e di bottiglie che stapperemo di volta in volta con rinnovata sorpresa e totale soddisfazione.

E dal momento che siete arrivati fin qui permettetemi un suggerimento: dovesse capitarvi a tiro, non lasciatevi sfuggire la Vernaccia di San Gimignano Montenidoli. Fatevi conquistare, indifferentemente, dal carattere della versione “Tradizionale”, dall’eleganza del “Fiore”, dalla complessità del “Carato” o dalla confortante morbidezza del “Templare”. E qualora foste interessati a far visita a Elisabetta Fagiuoli sappiate che è facile: arrivati a San Gimignano si prende la strada bianca e poi… AVANTI CON FEDE!

avatar

Nicola Cereda

Brianzolo. Cantante e chitarrista dei Circo Fantasma col blues nell'anima, il jazz nel cervello, il rock'n'roll nel cuore, il folk nella memoria e il punk nelle mani. Co-fondatore di Ex-New Centro di arte contemporanea. Project Manager presso una multinazionale di telecomunicazioni. Runner per non morire. Bevo vino con la passione dell’autodidatta e senza un preciso scopo. Ne scrivo per non dimenticare e per liberarmi dai fantasmi delle bottiglie vuote.

5 Commenti

avatar

Stefano

circa 4 anni fa - Link

Ma perché, il loro Chianti è cattivo? uno dei pochi fatti ancora anche con uve bianche, se non ricordo male!

Rispondi
avatar

Nic Marsél

circa 4 anni fa - Link

Giustissimo! Il Garrulo ha un 5% di uve bianche. Bono!

Rispondi
avatar

Luca Miraglia

circa 4 anni fa - Link

Elisabetta Fagiuoli è una delle più autentiche donne del vino italiane e non a caso, nel 2015, fu premiata dalla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, di cui la sua azienda fa parte, in omaggio al forte e solido esempio che da sempre costituisce per tutti i vignaioli che si reputano scevri dalle mode ed impegnati, come lei, a difendere tradizione e qualità del vino. Ed è un messaggio che ritroviamo non solo nei suoi bianchi ma anche, direi soprattutto, in vini rossi emozionanti ed ostinatamente fedeli alle origini del Chianti.

Rispondi
avatar

Nic Marsél

circa 4 anni fa - Link

Lei stessa era piuttosto contrariata della mia preferenza per i suoi bianchi. E certo non le manda a dire. Mi ha asfaltato! :-)

Rispondi
avatar

Eugenio Amato

circa 4 anni fa - Link

Bevuto di recente la 2 bottiglie della Vernaccia Fiore 2017: La trovo straordinaria. Dritta, pulita, senza fronzoli. Si inizia a bere e non si vorrebbe smettere più. Ho bevuto però anche 5 bottiglie del rosso "SONO" 2008. Mamma mia che vino. Applausi.

Rispondi

Commenta

Rispondi a Nic Marsél or Cancella Risposta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.