Montalcino rimane la patria del 100% sangiovese! Così parlò l’Assemblea

di Alessandro Morichetti

La maggioranza dei produttori di Montalcino ha votato NO. 678 voti (oltre l’80% del totale) hanno deciso le sorti di una storia travagliata: i NO al cambio del disciplinare sono stati 465 (69%), i SI 210 (31%); 3 le schede bianche. Il Rosso di Montalcino rimane 100% sangiovese e questa non e’ la fine, ma l’inizio. Ora che si è fatta piazza pulita delle incertezze, è il momento di deporre le armi e lavorare per rilanciare il nome di Montalcino tra le eccellenze del vino italiano nel mondo.

La risonanza mediatica del “caso Montalcino” ha dimostrato l’attenzione per questo borgo toscano e per la sua centralita’ nel panorama enologico internazionale. Allora, che il vino di Montalcino diventi il colpo d’ala, che si ponga come simbolo se non di rinascita almeno di crescita di un comparto centrale per agricoltura, turismo, storia e cultura in Italia.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

153 Commenti

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Alessandro Bandini

circa 13 anni fa - Link

Si trattava solo di lasciarli riflettere, i loro interessi li sanno fare

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

una fantastica vittoria! E poi provino a dire che la libera informazione, quella proposta da blog come il vostro ed il mio, da tanti wine writer internazionali e master of wine che hanno detto risolutamente NO al cambio di disciplinare, non ha fatto la sua parte e non ha aiutato i produttori a votare coraggiosamente contro la perdita d'identità dei vini di Montalcino!

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francesco

circa 13 anni fa - Link

Ed ora le cantine si svuoteranno come d'incanto

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

E adesso sarebbe anche giusto che il Consorzio cambiasse Presidente. Quello attuale rappresenta solo le idee, le aspettative ed i progetti di una ristretta minoranza di produttori, meno di un terzo. Sarebbe piu’ giusto e rappresentativo un nuovo Presidente che rappresenti le idee, le aspettative ed i progetti della larga maggioranza dei produttori, piu’ dei due terzi. Il quale dovra’ comunque mantenere l’unita’ dei produttori. Temo una forzatura ed una spaccatura.

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Mike Tommasi

circa 13 anni fa - Link

Il Presidente intanto si occupava di cose ben più importanti, ha appena ridotto le rese assurdamente alte del Brunello da 80 a 60 q/ha. Mica lo mandi a casa perchè la facciata B del 45 giri non gli è riuscita?

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gionni1979

circa 13 anni fa - Link

Urrà Urrà Urrà!

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gionni1979

circa 13 anni fa - Link

E quasi quasi stasera mi stappo una bella boccia per festeggiare!!!!

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davide bonucci

circa 13 anni fa - Link

Non conosco le modalità da statuto. Ma so che c'è l'assoluta volontà di cambiare subito il Consiglio, da parte di molti soci. Il Presidente è emanazione del Consiglio, quindi sono i Consiglieri che si devono dimettere o essere sfiduciati, con le modalità previste dallo statuto. L'importante è che questo 71% abbia presto le idee chiare su chi deve rappresentarli. Questo è l'unico dubbio di questa faccenda, fin dall'inizio. Se non votano compatti, poi torniamo ai soliti problemi. Una rappresentatività compatta e che porti avanti proposte utili. Questi hanno perso gran tempo! Facendo anche dei notevoli danni d'immagine!

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Enoteca Pitti Gola e Cantina - Firenze

circa 13 anni fa - Link

Tutto il giorno attaccati al computer...Dopo l'addio di Pierino, un'altra mazzata non l'avrei retta ! E ora si festeggia ! 100% Sangiovese , of course ! ;)

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Armando Castagno

circa 13 anni fa - Link

Molto felice per il risultato di una votazione che ha escluso le varietà peggiorative dal Rosso di Montalcino. Visti gli esiti, il prezioso istituto delle dimissioni potrebbe rivelarsi un ottimo modo per far tirare fuori dal cassetto dei cronisti la parola "dignità".

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Antonio Tomacelli

circa 13 anni fa - Link

Intanto le do una lucidata ;-)

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

;-)

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Alberto G.

circa 13 anni fa - Link

Contentissimi, la manfrina,per il momento e' chiusa. Ma che dite sarebbe il caso di iniziare a parlare di tutti quei produttori 210 mi sembra,che non sanno dove mettere il loro merlot e cabernet?poverini,dove lo metteranno? Spero non a quel posto di noi,poveri consumatori,ristoratori appassionati.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Bene, come ha scritto Alessandro Morichetti, che sia un inizio. Passata la sbornia, cari montalcinesi datevi da fare per mettere insieme un progetto di rivalutazione del vino di questo borgo. Qualcosa che accomuni anche quel 31% che ha votato SI' e quei 3 che si sono astenuti. Il colpo d'orgoglio che ha fatto fuori il colpo di coda di una minoranza tutto sommato corposa deve diventare un colpo d'ala. Altrimenti tutta la fatica di questi giorni non avra' senso.

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giulio

circa 13 anni fa - Link

Chissà come ha votato Tipa...

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...bella notizia : non compravo prima il Rosso di Montalcino (se non qualche boccia sporadica del vecchio Biondi Santi e di Poggio di Sotto , tra l'altro ecccessivamente care) , non lo comprerò ora . SE voglio un Sangiovesino leggero e poco impegnativo mi bevo un Pian del Ciampolo o un Caprandole o un Pàcina che costano un botto meno . Se voglio bere del gran Sangiovese , come faccio spesso e non dandomi per perseguire questo obiettivo alcun limite di spesa ... vade retro , Rosso di Montalcino...

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Adolfo

circa 13 anni fa - Link

E chissenefrega?

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Di solito sono piuttosto garbato ma stavolta me la tiri fuori con le pinze, a maggior ragione visto che bevi vini come aux cros parantoux et similia: sei un perfetto incompetente di vini che dubito abbia mai assaggiato un rosso di montalcino fatto da sangiovese in purezza. Addendum: il fenotipo è sangiovese grosso, il tessuto scheletrico di Montalcino è un puzzle come quello in Chianti Classico. Adoro pian del ciampolo che NON è sangiovese in purezza e NON si può paragonare per stoffa carattere e ricchezza a un Rosso di montalcino 2006 o 2007 di poggio di sotto (ahimè recentemente passata di mano), a un Rosso 2007 di Pian dell'Orino, a un Rosso 2009 di Gianni Brunelli. I grandi vinoni che bevi li bevo anche io ma questo non mi autorizza a trattare con sciatteria e, tuttosommato, evidente grossolana ignoranza una produzione italica di eccellenza. Anche se è la stessa zona il rosso di certi produttori è tut'altro che un prodotto di "ricaduta". Smettila e smettiamola di assecondare questa visione e cominciamo tutti a mettere in evidenza chi in questa tipologia di vino eccelle e chi continua (e continuerà nonostante il voto di ieri) a fare il gioco delle "tre carte"

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gionni1979

circa 13 anni fa - Link

Ma Palmucci ha venduto davvero oppure no????

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...egregio Fabbretti , solitamente mi limito a parlare di vino ,nel bene e nel male,con gusto del paradosso o con iperbole, ma mi limito all'argomento della nostra passione (almeno mia , i suoi interessi in merito , me ne possono fregar di meno) per cui le sue illazioni sulla mia persona e personale competenza su vini di fascia che poco a me interessa, mi rimbalzano gioiosamente , visto che sono avezzo a prendere in considerazione i giudizi solo di chi stimo . La sola cortesia è che si limiti a quel che scrivo , fossero pure le uniche enostronzate leggibili sul web ... PS: mò a Martino (ciao Arraphao!...), appena ci vado , glielo dico per l'ennesima volta di fare il PdC in purezza , come mi aveva promesso ... ma quel testone 'un ci sente , da quell'orecchio e mi fa fare 'ste figure ... PPS: grazie della meritoria lezione territoriale che non scalfisce la mia convinzione che così come è nato come secondo vino di Montalcino ,dall'iniziale "Rosso dai vigneti di Brunello" così morirà tale ... come son morti fin dall'inizio i Guidalberto , le Serre Nuove i Carruades de Lafite e tutti i second vins del cazzo delle grandi maisons bordolesi...

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Adolfo

circa 13 anni fa - Link

"Visto che prendo in considerazione solo i giudizi di chi stimo". Meglio di Zelig, grazie. "PPS: grazie della meritoria lezione territoriale che non scalfisce la mia convinzione che così come è nato come secondo vino di Montalcino ,dall’iniziale “Rosso dai vigneti di Brunello” così morirà tale … come son morti fin dall’inizio i Guidalberto , le Serre Nuove i Carruades de Lafite e tutti i second vins del cazzo delle grandi maisons bordolesi" Si vede che non hai mai dovuto vendere mezza bottiglia di vino in vita tua, io di Guidalberto e (specialmente) Serre Nuove 2007 ne ho venduto a pacchi. Ti hanno dato dell'ignorante appunto perché non sai, ignori.

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Vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...in tanti ignorano tante cose , siam qui per imparare dai più enodotti...

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Ristorante Vino

circa 13 anni fa - Link

Chi ha venduto certi vini a pacchi... Non ha venduto vini, ma pacchi.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Chiedo scusa a Dante per la parafrasi "non ragionar di lui, ma guarda e passa"

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...in tutta aderenza dialettica , ma vai a cag...beep...

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

not feeding trolls

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

si é votato il 7 settembre, ma per Rivella, Bindocci & co é stato un vero 8 settembre...

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Michele Rossi

circa 13 anni fa - Link

Egregio Signor Ziliani, Lei dice che per Rivella, Bindocci & co. è stato un 8 Settembre. Chiedendo ho saputo che il CdA aveva votato con 14 si e 1 no perciò la causa del "male" va spalmata su tutti e non su alcuni. Cerchi di essere più intellettualmente onesto. Così sembra un vecchio "compagno" che quando non ha argomenti per controbattere usa l'attacco personale e argomentazioni pretestuose. Perché non ha pubblicato l'articolo del suo amico (o forse non più visto che mette in discussione il suo verbo) Asenjo che mi sembra parli bene ma fuori dal suo coro. Cerchi di essere più obiettivo e dia spazio a tutti.

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

prima di parlare a vanvera, controlli, legga e colleghi il cervello. Il link all'articolo del mio amico Juancho c'é e penso anche di pubblicarlo integralmente sul blog. Quanto a darmi del "compagno", beh, potrei incazzarmi ancora di più che se dicesse di me che sono un sostenitore del Merlot nel Brunello... :)

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Fabio Cagnetti

circa 13 anni fa - Link

Un piccolo passo per il Rosso di Montalcino, un grande balzo per l'intera Italia del vino.

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Giovanni Gagliardi

circa 13 anni fa - Link

dedicata ai cirotani (non tutti naturalmente): http://www.youtube.com/watch?v=DGWcqT3hgks&feature=related

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Lido Vannucchi

circa 13 anni fa - Link

Ottima scelta, ora cambiare i vertici. Lido

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

Succi Gabriele quando cambi il disciplinare e fai un Sangiovese bastardizzato con uve merlot? cosi' tanto per vedere cosa dicono i blog tematici addendum se lo fai vengo a casa tua e ti bastono.

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Gabriele Succi

circa 13 anni fa - Link

@ Anonimo Il disciplinare del sangiovese di romagna consente già l'uso del 15% di altre uve rosse autorizzate nelle provincie interessate dalla DOC. Io non uso uve internazionali assieme al sangiovese; mettevo il 2/3% di Ancellotta, in fermentazione, solo nella riserva (c'è fino alla 2008, poi nel '09 e'10 non c'è più) che da sempre è coltivata nella ns. zona, la si chiamava "uva tintura". Adesso la vendo a terzi, o la vinifico da sola. D'altronde se un vuole fare un taglio con percentuali maggiori c'è l'IGT (che io produco).... Non capisco perchè a Montalcino tutte le uve extra-sangiovese non siano state usate per produrre IGT..... Con il nome Montalcino, se il vino è da buono a molto buono anche se è anche fatto con Merlot o Syrah, va là che hai una bel valore aggiunto... O no? PS Se non se li fila nessuno, come dice Ziliani, allora si espiantano perchè altrimenti è antieconomico.... Sbaglio?

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Angelo

circa 13 anni fa - Link

E' la vittoria del Sangiovese. Di chi sa cosa vuole da un Rosso e da un Brunello. E del buon senso. Adesso però basta autocelebrazioni, piuttosto vendiamoli e facciamoli bere sti vini...

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Ogni tanto mi chiedo perché da anni, io che non bevo che autoctoni, non compri Rosso di Montalcino né mi punga vaghezza di farlo. Il problema da risolvere, adesso, è dare una risposta ai tanti marossi (e vinogodi etc etc). A bocce finalmente ferme, si può dire che gli esecrabili migliorativisti avevano una visione - non necessariamente giusta -: creare un secondo rosso di stile (più) internazionale che rendesse più facile produrre rosso. Cosa significa più facile? Significa, a parità di bontà (con beneficio di inventario e ovviamente a scapito della tipicità: ma non tutto ciò che non è tipico è ipso facto meno buono, questo non andrebbe dimenticato), dicevo a parità di bontà prezzi più contenuti. Oppure a parità di prezzo vini più vendibili. Hai detto niente. Il loro progetto, che ovviamente rispondeva ai loro interessi, è stato bocciato da una maggioranza significativa (la quale senza scandali ricercava la salvaguardia anche degli interessi propri: come competere coi cugini rossi di Montalcino più facili e più internazionali?). Quindi, mi pare che il buon senso suggerisca di abbandonare la discussione sui vitigni internazionali. Tuttavia mi piacerebbe, da amante del vino italiano autoctono, sapere se c'è qualcuno che, al di là delle belle parole, ha qualcosa in mente di concreto. L'unico che l'ha sparata è anonimo, con lo spumante. Ma anche chi fosse meno cazzaro del 'mittico' può dare suggerimenti...

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

leggi il commento che ho scritto per vinogodi e in parte trovi la risposta

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Addendum: "come competere coi cugini rossi di Montalcino più facili e più internazionali?".... ma chi l'ha detto che i gusti più facili da vendere siano quelli internazionali????????? non lo vedi che anche gli ammerregani (leggiti qualche post indietro) cominciano a discutere pacatamente di biodiversità, di rispetto del terreno, di pratiche poco invasive di cantina, di naturalità evidenziando sempre più come il vino prodotto debba essere la risultante tra la intersezione della sensibilità del produttore (sensibilità, non furbizia), di un ecosistema sano in cui la vite non ha bisogno di "aiuti" esterni per crescere e produrre grappoli perfettmente sani e ricchi di lieviti indigeni, di pratiche di cantina il meno invasive possibili.... insomma, quanto ci vuoi scommettere che questi yankees arrivano ancora prima di noi (la barique in america la usavano ben prima che cominciassimo noi a bariccare pure la falanghina... la falanghina!!!!!) a capire l'importanza di ecosostenibilità, terroir e zonazione???

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Marossi

circa 13 anni fa - Link

Egregio Fabbretti, spero che il rimando alla risposta a Vinogodi non comprenda anche una certa acredine (in parte 'meritata' quando si trinciano giudizi con l'accetta, anche se a me il cattivismo piace). Io non me la tiro, sono un consumatore appena appena evoluto, e non bevo Rosso di Montalcino. Mi chiedo cosa fare per quelli come me, che non sono pochi, anzi. Gli ameregani, dici. Può essere, ma nell'attenzione a evitare troppa invasività nei vigneti e nella cantina non credo che c'entrino i vitigni di partenza. Molti sostengono (e non portebbero fare diversamente in tutto il mondo tranne che in Italia) che il terroir sia più importante del vitigno. Ho poi l'impressione che si scambino battaglie di avanguardia per il mainstream ,molto differente. Mi pare che tutta la questione, però, nasca da una certa crisi del prodotto. Mi piacerebbe (ma davvero, non per amor di discussione) che qualcuno ne cavasse fuori qualche risposta. Magari è solo una questione di marketing, chissà. La mia impressione ignorante è che il Rosso costi troppo. Magari è la difficoltà del territorio etc etc. Me lo dicono anche qui in liguria che i nostri vini vuoi mettere i terrazzamenti i pendii e compagnia, e io rispondo non ve lo ha detto il medico di fare il vino che costa come quelli più buoni. Montalcino ha il nome, dalla sua, e non vorrei che questo fattore incidesse sul prezzo più dei costi oggettivi. Che nei periodi di vacche grasse ha un suo perché, ora no. Insomma. Riposizionarlo - anche a scorno dei margini di utile immediato? Boh. Cordialmente

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Ovviamente nel tuo caso non c'entrava l'acredine. La mia perfetta convinzione è che se vuoi bere un buon brunello di montalcino e spendi 30 euro le possibilità sono due: - - hai scovato la nicchia (e allora tienitela stretta) - stai bevendo un prodotto commerciale che 9su10 ha poco a che fare con un sangiovese grosso di razza: a partire dal colore rosso luminoso, trasparente, al limite tra il rubino e il porpora con un'unghia aranciata, passando per i suoi profunmi semplici ma dalla grande intensità (diffida da sentori tipo goudron, vinili, prugne surmature, marasche sotto spirito e similia: c'è qualcosa che non quadra), proseguendo con una astringenza acido-sapida palatale unita a un tannino fitto ma mai aggressivo e concludendo con una piacevolissima persistenza di fresca cerasa in punta di frutto la bocca continua a salivare come nel disperato tentativo di chiederti un altro sorso. Lo stesso discorso vale per il rosso... io qualche nome l'ho fatto... se qualche altro collega si vuole aggiungerte ben venga

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

ps Ricordo ancora una chiacchierata con un sommelier "intravinico" su facebook... ci domandavamo se il rosso 2007 di pian dell'Orino (24 Euri) fosse migliore o meno del brunello del medesimo produttore.... dando per scontato che si metteva letteralmente "in tasca" parecchi ma parecchi sedicenti brunelli.

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silvana

circa 13 anni fa - Link

Veramente gli americani è un bel po' che parlano di rispetto della terra e di naturalità (Wendell Berry è americano, ad es.). Ovvio: non tutti gli americani; i farmers americani che producono ortaggi 'al naturale', hanno un mercato di fascia alta, da anni. Lavorare con quello spirito però comporta sacrifici. E i risultati si vedono più lentamente, ma sono più duraturi. E alla fine vengono capiti e apprezzati. Il problema è sempre l'obiettivo con cui si lavora; con la terra è difficile pensare al business in termini immediati, a meno di essere palazzinari... La Toscana inoltre è sotto attacco, perché anche nell'immobiliare vale sempre di più "l'affaccio su un paesaggio idealizzato a livello mondiale". "A livello mondiale", non è uno scherzo: e la politica non è capace di valorizzare l'aspetto intangibile (che dovrebbe rimanere tale: intatto); omissis. Il vino è una delle espressioni più ... bevibili di questo ragionamento.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Ah, dimenticavo. All'egregio Cinelli Colombini chiedo: perche non promuovere una reale ed ufficiale attività di zonazione dell'enclave ilcinese sullo stile borgognotto. E' vero che molti di noi sanno che tra i Greppi e Sant'Angelo scalo ci corrono anni luce ma perchè non rendere la cosa ufficiale?

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Angelo

circa 13 anni fa - Link

Francesco, qualcuno ci sta lavorando per conto proprio e da tempo; magari persone come queste avessero un po' più di visibilità di quanta ne attirano certi soloni...: http://www.sangioveseperamico.com/ Naturalmente gli interessi sono quelli che sono.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Conosco il gruppo... il problema è che ci sarebbe bisogno di una regolamentazione ufficiale con tanto di classificazioni tipo "Brunello di montalcino" village, 1er cru e gran cru.... tutti ovviamente 100% sangiovese grosso

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Simone e Zeta

circa 13 anni fa - Link

Cultura batte Banalità 7 a 3.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 13 anni fa - Link

Gentile signor Fabbretti, conoscendo bene il territorio a Montalcino la vedo poco utile. Da un punto di vista pratico perché moltissime aziende (anche piccole) hanno terre in più microaree, e da un punto di vista più tecnico perché le grandi differenze tra le varie aree sono probabilmente inferiori all'influsso della tecnica di coltivazione e/o di vinificazione delle singole aziende. Questo è ovviamente solo un punto di vista.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Grazie per la sua cortesia Dr. Colombini. La sua osservazione però non sposta di una virgola il mio pensiero: anche in borgogna esistono proprietari con appezzamenti in zone non limitrofe e con caratteristiche spesso non omologabili eppure esiste concetti come village, 1er cru e Gran Cru. Sappiamo bene che i Gran Cru della Vosne Romanée sono tutti mediamente di livello superiore rispetto a un Echezaux Gran Cru (le eccezioni ovviamente esistono ma si contano sulle punta delle dita di una mano)... questo però dipende dalla comunicazione e dall'immagine che la Borgogna, in primis, da di se stessa.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 13 anni fa - Link

Non ho la sua conoscenza della Borgogna, ma per quanto ne so quel sistema di zonazione è basato su proprietà e parcelle vitate che sono note e producono da decenni, se non da secoli. E in tutto questo tempo hanno prodotto sostanzialmente lo stesso vino, con tecniche di vigna e di cantina più o meno stabili e di tutto questo esiste documentazione ed analisi. Tutto questo non esiste a Montalcino, salvo che in cinque o sei proprietà. E anche qui con molti se. In una realtà che definire magmatica é dire poco partire con una zonazione, secondo me, è prematuro. Dopo almeno quattro o cinque decenni di stabilità si potrà fare una riflessione seria. E poi va notato che il sangiovese subisce molto di piú dei vitigni borgognoni la differenza tra una impostazione di vigna ed un'altra, e questo rende ancora più difficile il dire se un certo risultato é dovuto all'uomo o al luogo. A mio parere Montalcino ha una fascia ideale che va dai 180 ai 450 metri slm che si allarga nella parte sud e si assottiglia moltissimo verso nord, formando quasi una mezzaluna; quella fascia é sostanzialmente omogenea e da la massima qualità con minime variazioni tra un'annata e l'altra. Sotto quella fascia il settore ovest ha le problematiche della Maremma interna, e quello a est è più affine alla parte meridionale del Chianti Classico; in ambedue i casi le variazioni dovute all'annata sono molto più forti. Sopra la mezzaluna si dipende moltissimo dall'annata. Ma da qui ad arrivare ad una zonazione ci vuole un secolo di lavoro. Mi scuso per la noia mortale e per la lunghezza, ma più sintetico di così su una roba così pesante non potevo.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Stefano, mi ricordo quando venne a Varsavia qualche anno fa la baronessa Philippine de Rotschild che ci disse, moldo modestamente, che per fare un grande vino una casa vinicola ci mette almeno 200 anni (e la sua, Château Lafite Rothschild, fondata nel 1815, non li ha ancora...). A parte i Barbi Colombini, i Biondi Santi e qualche altra famiglia storica che puo' vantare radici secolari, penso che a Montalcino tutti gli altri 240 hanno cominciato da pochi decenni, sull'onda della famosa annata 1964 che ha dato risonanza mondiale al vostro vino. Sono dunque d'accordo che prima di "separare le acque dalle acque" ci voglia esperienza e documentazione per qualche decennio. Vorrei fare una domanda: come mai nei disciplinari e' stata tolta la dizione "grosso" dal Sangiovese che si puo' utilizzare a Montalcino per fare Brunello e Rosso? E' dunque vero (e alcuni lo fanno) che si puo' utilizzare qualsiasi clone di Sangiovese, per esempio romagnolo, corso, chiantigiano per metter su vigne a Montalcino e fare sia il Brunello che il Rosso?

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

purtroppo è vero... e mi lacrima il cuore pensando alle storiche marze del BBS12

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

E' un'inizio di zonazione anche questa :-)

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Andrea Gori

circa 13 anni fa - Link

Comunque bene che abbia vinto il Sangiovese 100% ma più che lavorare a Montalcino ci sarebbe da lavorare a Londra. http://www.decanter.com/news/wine-news/529055/argentina-sweeps-the-board-at-decanter-world-wine-awards a me pare assurdo che il paese con più premi oggi in un concorso internazionale sia l'ARGENTINA...e non mi venite a dire che il Malbec legge il territorio, esalta il terroir ed è minerale e tipico a seconda delle zone, pliz

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Fabio Cagnetti

circa 13 anni fa - Link

Concorsi. Basta la parola. (e l'effetto è il medesimo del celeberrimo confetto da me evocato)

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Magari i concorsi servissero a sweep the shelves in qualsiasi enoteca, persino a Londra!

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Durthu

circa 13 anni fa - Link

Una precisazione su come funzionano questi Award di Decanter: sono i produttori o i distributori che scelgono di far partecipare i vini al concorso e li inviano per essere giudicati (ma immagino che molti concorsi funzionino cosi'). Storicamente, molti grandi nomi scelgono di non partecipare a questo concorso, o di inviare solo un numero assai limitato di vini (questo e' stato soprattutto vero per i vini italiani): non ho ancora i dati di questa edizione, ma posso immaginare che lo scenario si sia ripetuto anche quest'anno. Non e' la prima volta che la maggior parte dei premi vengono assegnati a vini del Nuovo Mondo, ma onestamente non vedo niente di cui scandalizzarsi. Se il miglior vino italiano inviato e' il Ronco (per assurdo, ovviamente), mi pare ovvio che i premi vadano ad altri paesi.

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she-wolfe for clarity

circa 13 anni fa - Link

Mi trovo d'accordo con Fabbretti, forse la sua esperienza giornaliera di contatto diretto col consumatore finale, fa sì che rifiuti la vulgata del "i gusti più facili da vendere sono quelli internazionali". A parte che ci sarebbe da stabilire che cosa vuol dire oggi "gusto internazionale" e anche capire come il diabolico "mercato" sia cambiato. Una cosa é cercare di vendere in Cina ciofeche in bottiglia dal gusto fra lo sciroppo-medicinale e frutta tropicale, a pochi euro, una cosa é consolidare in Nord America (USA e Canada) la tipicità di vini come Brunello, Rosso di Montalcino, Barolo, Amarone, ecc.a prezzi alti. Il mercato americano é molto cambiato, ha evoluto il gusto, ed é capace di apprezzare l'eleganza e la complessità di certi vini "old world", anzi é proprio questo che cerca. Se vuole pesantezza, concentrazione estrema, marmellata e frutto spinto, pesca abbondantemente a casa propria. Quello che però vuole il bravo anglosassone di stampo puritano é un'immagine pulita. Vuole comprare un vino che corrisponda a quanto scritto sull'etichetta, e non deve essere troppo complicato. Se finalmente ha imparato che Brunello e Rosso di Montalcino sono fatti solo con Sangiovese, e ha recepito le caratteristiche essenziali di questo vitigno, si confonde di fronte ad una scelta che recita "quello sì al 100%, quell'altro solo all'85%, quello si chiama Normal, quell'altro Special, quell'altro ancora Abarth" e rinuncia. Marossi, ma secondo te se i vini di impronta "internazionale" sono veramente così più vendibili, i produttori di vini con questo stile, proprietari di vigne a Montalcino con varietà, appunto, "internazionali", si sarebbero sbattuti così tanto per il taglio del Rosso di Montalcino? Avrebbero pensato a vendere le loro etichette IGT o Sant'Antimo senza tanti problemi.

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

da ex bevitore di brunello con ampie riserve in cantina dico la mia anche se vi frega meno di zero a me sto brunello ha stufato, mi annoia, e lo ritengo sopravvalutato. ovviamente è una mia opinione personale che non può essere messa in discussione. ultimamente all'orizzonte si sono affacciati altri vini, meno costosi magari meno impegnativi anche se con nomi meno altisonanti ma di seri e ottimi produttori. il ragionamento che faccio io è questo: sono un consumatore medio (quindi numeroso e che fa mercato) che può permettersi di spendere più di 10 euro a bottiglia e non più di 60 euro a bottiglia. del terroir mi frega una sega. della monovitignità ancor meno. il produttore di brunello smanioso di fare bilancio conta su di me per vendere il suo vino. ma sa che ce ne sono sul mercato altri che a costi inferiori incontrano di più il mio gusto personale. l'equazione quindi diventa semplice. avvicinare il brunello alla bevibilità di questi vini senza snaturalo troppo mantenendo prezzi più alti contando su un brand decisamente più forte. chiamalo stupido.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Anonimo ex bevitore di Brunello (ma quanti "ex" ci sono nel tuo curriculum?), visto che sei un espertone di marketing metti all'asta le bottiglie di Brunello che non berrai più giacenti nelle tua cantina, ci sta che hai un bel ritorno economico e anche d'immagine. Oppure regalale a chi é tuttora bevitore di questo vinino costoso e noioso (magari il Succi a cui stranamente piace). Aggiungo she-wolf datti una calmata :)

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Adolfo

circa 13 anni fa - Link

Ribadisco il Echissenefrega!

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muncia!

circa 13 anni fa - Link

Ciao mattiaccitroll! Senti, ma oltre alla tua fantasmagorica cantina di Brunello noiosi potresti mettere su eBay anche la tua carica al consorzio? Anche Groupon va bene, il 70% di deprezzamento mi pare ragionevole.

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esperio

circa 13 anni fa - Link

La realta': Erano riusciti,in un modo o nell'altro, a produrre un vino capace di stimolare e invogliare il consumatore, spesso straniero, a sognare e a desiderarlo. Un buon numero di mie conoscenze americane/britanniche pellegrinavano periodicamente a Montalcino alla ricerca di nuove etichette. Dopo la diatriba quasi tutti hanno smesso. Si e' rotto,in parte, l'incanto. La rogna alcuni se la sono cercata. Perche' voler riparare un qualcosa che rotto non e'?

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Adolfo

circa 13 anni fa - Link

Ma appunto, il problema del Brunello é la progressiva estensione dell'area, non il sangiovese grosso.

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esperio

circa 13 anni fa - Link

Quello di strafare E' ,in questo senso, una calamita' nazionale. Non avere il senso della misura E' "Male nostrum". M.... oggi sospetto di essere un po' pessimista.

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Er Plastichino

circa 13 anni fa - Link

Fatemi capire: si esulta perché i produttori hanno votato e deciso che da grandi saranno sangiovese dipendenti, invece che taglio dipendenti. Embe'? Allora esultate anche perché il mio condominio ha deciso di mettere plafoniere invece di applique nei corridoi? Suvvia, l'idea di bere un vino "puro" 100% ma buono un anno si e tre no non mi trova consenziente, meglio un possibile taglio ma buono tutti gli anni. Allora chissenefrega dei disciplinari, che lo decidano chi i vini li fa, a patto che poi li rispettino. Io punto sul produttore, non su un sistema e a maggior ragione se fosse vero che e' il territorio a marcare il vino. Cosa conta allora un impiego contenuto di altre uve?

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Pino Fuoco

circa 13 anni fa - Link

Se non hai la minima idea di quel che dici, non è obbligatorio commentare, sai.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Scusate signori ma qui mi sembra che a monte ci sia un grandissimo fraintendimento generale. Anche a rischio di sembrare OT mi sembra che tanti anni di brunelli internazionalizzati abbiano fatto perdere al consumatore finale il gusto REALE del sangiovese grosso (non le marze di "foglia tonda" importate dalla Romagna - "che sono più resistenti!!!" sic.) nelle zone meglio vocate alla sua produzione. Ci vorrebbe un corso di formazione globetrotter in giro per il mondo del mio stimatissimo Armando Castagno per rimettere le cose a posto!

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

A quanto scritto da Fabbretti aggiungo: piantiamola con la vulgata del Sangiovese Grosso, dei cloni che una volta sono 5 poi diventano 500. Il Sangiovese a Montalcino può dare risultati buoni, eccellenti o stratosferici in un vino come il Brunello o anche nella versione giovanile Rosso di Montalcino. E se non sono stratosferici possono però essere identificabili ad uno stile e ad un'emozione che non é riproducibile altrove. Ma il merito è di dove da secoli sono state piantate le vigne, il territorio che ha ricevuto il Sangiovese e lo ha plasmato e trasformato. E di una "classe dirigente", un gruppo di famiglie che ne ha perfezionato la produzione e commercializzazione. Quando gran parte di questi primi produttori sono scomparsi, chi é arrivato dopo ne ha raccolto il lavoro e l'esperienza. Qualcuno lo ha fatto con rispetto e lungimiranza, altri no, pensando che comprare i cloni giusti, o l'enologo giusto fosse sufficiente, anche piantando le vigne nei fossi. Non é un tipo di clone che differenzia il Brunello da altri Sangiovese, ma il territorio, inteso come suolo, esposizione, microclima. Se poi si vuole un vino che rispecchi questo fantomatico "gusto internazionale" non c'é bisogno di spendere tanto per qualcosa che abbia in etichetta la parola "Montalcino", non c'é che l'imbarazzo della scelta italiana, australiana, californiana, neozelandese, cilena, ecc.

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

bene se il discorso di ga serio io dovrei andare a commentare altrove. ma visto che abbiamo la fata del brunello a disposizione in versione maestrina dalla matita rossa ecco le domande: nel 1998/1999 il brunello era un gran vino. le annate fino a questa data mi piacevano e stimolavano il ritorno alla bottiglia. i prezzi non erano indecenti e tuttosommato , amarone e barolo a parte, di meglio non c'era da nessuna parte (se escludiamo i 3/4 bolgheresi che costavano e costano un perù). a mio avviso il declino è iniziato nei primi anni 2000 ho incontrato brunelli con altri profumi altri sapori. forse il mio gusto si è evoluto oppure le papille gustative si sono atrifizzate, vai a sapere, ma lo stesso vino dello stesso produttore non mi pareva cosi buono come il precedente. esiste una spiegazione scientifica? un progetto del produttore che ha assemblato uve differenti per migliorarne (??) la qualità oppure una rara combinazione astrale? boh sta di fatto che ho iniziato a rivolgermi altrove i cerca di nuovi orizzonti. il bello è che li ho anche trovati. amen fratelli

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anonimo

circa 13 anni fa - Link

"se il discorso di ga serio" da intendersi "se il discorso si fa serio"

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Anonimo, ormai sei in fase happy hour quindi arrivo tardi. comunque le tue papille per quanto un poco rozze funzionano bene. Nel 1995 ci fu la possibilita', credo per l'ultima volta, di piantare nuove vigne di Brunello a Montalcino. Alcune di queste vigne furono piantate in zone poco adatte, poi sai com'e', se dai la possibilita' ad uno la devi dare anche ad un altro e cosi' via. E la superficie vitata della Denominazione Brunello di Montalcino aumento' esageratamente. Dopo 5 anni dall'impianto si puo' cominciare a produrre Brunello, quindi nel 2000 arrivarono vini prodotti con uve molto giovani piantate in zone poco vocate. A questo aggiungici l'allora uso eccessivo di legni nuovi, comprati all'uopo dai nuovi produttori, l'ambizione degli stessi produttori e degli enologi chiamati a fare "da subito" un Brunello spaccamontagne per adeguarsi al gusto allora corrente. Come minimo direi che molti peccarono d'ingenuita', e questo e' un understatement. Ah, dimenticavo, era ancora il periodo della corsa al rialzo dei prezzi perche' il mercato tirava come una Ferrari. Infine era ancora il momento dell'esaltazione di uno stile di vino molto lontano dal Brunello/Sangiovese tradizionale da parte di molti palati fini e meno fini che pero' scrivevano su riviste molto seguite. Tutto questo ha fatto si' che adesso hai vini in cantina che non vuoi piu' bere. Naturalmente e' un'analisi molto approssimativa, anche perche' penso che i motivi della crisi d'identita' del Brunello e del Rosso di Montalcino siano iniziati ben prima del 1995, ma quella data rimane importante.

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

E' un'analisi chiara e lucida. Brava NN. Comunque concordo con Ken. Ci sono Brunelli imbevibili. E' questo uno dei motivi che mi convince che bisogna evitare ulteriori "deterioramenti" dei disciplinari.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Domanda da un milione di dollari: se ci sono brunelli imbevibili e rossi che gli "fanno le scarpe" perchè accanirsi contro questi ultimi??? Certo cercare un GRANDE rosso di Montalcino a 9/12 euro non è un'impresa semplicissima... non sarà il caso di guardare un po' più in su? So benissimo che rischio la bestemmia perchè Barolo e Barbaresco vengono da terreni diversi, mentre Brunello e Rosso sono inseriti nella stessa enclave ma di fronte a grandi rossi mi corre alla mente il paragone. Personalmente sarei per un Brunello di Montalcino D.O.C.G., un Rosso di Montalcino D.O.C.G. e un "Rosso Ilcinese" D.O.C. su una macroarea più ampia dove si possano utilizzare tutti i vitigni miglio-peggiorativi che saltano in mente ai vari produttori. Aggiungerei alle due D.O.C.G. la menzione "Classico" restringendone l'uso alle microaree della famosa "mezzaluna" a cui faceva riferimento il dott. Colombini

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

scusa NN, ma perchè piantarla con la storia del sangiovese "grosso"... le cose sono due: o ci hanno raccontato una bufala per più di un secolo o quel fenotipo nella zona "classica" di Montalcino da un prodotto difficilmente replicabile. Sono davvero interessato al problema pur non avendo nulla contro le marze di foglia tonda romagnolo. Rammento che se il Sassicaia è SASSICAIA lo si deve alla fortunata tessitura scheletrica di minuscole parcelle della Tenuta San Guido MA ANCHE al fatto che le marze utilizzate sono quelle del Lafite Rotschild.... insomma terreno e clone direi proprio che fanno la differenza

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Non ci hanno racontato una bufala. Su Vinoalvino.org Stefano Cinelli Colombini ha risposto ad una mia affermazione sul Sangiovese Grosso con questo commento che estraggo da http://vinoalvino.org/blog/2011/07/meditate-riflessioni-sul-rosso-di-montalcino-di-un-produttore-storico.html: "A proposito dei biotipi e cloni del Sangiovese, l’Accademia dei Georgofili ha fatto all’inizio ed a metà del XIX° secolo due sperimentazioni di impianto di biotipi di Sangiovese di varie provenienze in varie località del Chianti e a Montalcino, sempre con questi risultati; a Montalcino ogni Sangiovese dava un tipico Brunello, ed in Chianti dava un tipico Chianti. Lo stesso esperimento è stato replicato negli anni trenta del XX° secolo dall’Ispettorato Agrario, con gli stessi risultati. Anche il Progetto Chianti 2000 ha certificato che il Sangiovese, a differenza dei vitigni “internazionali” e nello stesso modo di molti autoctoni italiani, subisce moltissimo l’influenza del territorio e delle quantità e molto meno quella del clone o del biotipo. E con territorio non intendo macrozone, ma parlo di piccole aree che solo nel caso di Montalcino (che a quanto pare è il territorio ideale per il Sangiovese) raggiungono l’estensione di un Comune. La nostra esperienza aziendale, lunga alcuni secoli, è del tutto coerente con questo. Per questo alcuni decenni fa il Consorzio cancellò il concetto stesso del cosiddetto “Sangiovese Grosso detto Brunello” dai Disciplinari e dalle tabelle nazionali dei vitigni, perchè non è mai stato vero che ci vuole un clone particolare per fare il Brunello. E anche perchè se il Brunello si fosse identificato con un clone allora chiunque avesse piantato quel clone in Australia o in Cile avrebbe avuto diritto a fregiarsi del nome. Così come accade con l’Aglianico. Scritto da Stefano Cinelli Colombini, il 28 luglio, 2011 at 15:43"

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Caro Francesco, una risposta più tecnica te la può fornire Cinelli Colombini che é molto più ferrato di me in materia. Sempre che stia leggendo. Io ho scritto "piantiamola con la vulgata del Sangiovese Grosso, dei cloni che una volta sono 5 poi diventano 500" per evidenziare quanto aggiunto dopo. Cioé che la qualità e la tipicità del Brunello sono frutto del territorio e non del clone. Inoltre la definizione di clone Sangiovese Grosso é molto vaga, in realtà i grappoli a Montalcino sono piccoli e con acini spargoli. Lo stesso clone piantato in pianura con un diverso mircroclima produce dei grappoloni bazooka, esagero, ma insomma questo rende l'idea. Nel corso dei secoli sono state fatte delle sperimentazioni a Montalcino e in Chianti e si é visto come gli stessi cloni piantati in posti diversi davano vini diversi. Ho parlato di vulgata perché la parola "clone" é stata utilizzata da alcuni produttori come certificato di qualità del Sangiovese di Montalcino, uno strumento promozionale come altri, con estrema superficialità. Mi permetto di aggiungere un commento riguardo a "preferisco bere un grande Rosso di Montalcino piuttosto che un Brunello imbevibile" beh!, posso scriverlo? E' come minimo una stupidaggine. Ma non é colpa di chi lo pensa, la colpa é nel peccato di mettere sul mercato vini con l'etichetta Brunello che non corrispondono a quanto promesso. In un Rosso di Montalcino non cerco quello che cerco nel suo fratello maggiore. In uno mi piace la freschezza, l'immediatezza, l'esplosione di gioventù piena del frutto, accompagnata dal colpo di frusta tipico del Sangiovese giovane. Nell'altro la complessità, la persistenza, l'eleganza e la struttura. Se il primo si maschera come il secondo non mi convince. "E' quasi un Brunello" é una frase che mi ha sempre lasciato perplessa, spesso vuole giustificare un prezzo molto alto per un Rosso. Che senso ha mettere in botte o in barrique un futuro Rosso per 12 o 18 mesi? Questo naturalmente é il mio gusto personale, ma trovo che accentuare la differenza di stile fra il Rosso di Montalcino e il Brunello, sempre all'interno delle caratteristiche del Sangiovese, sia un vantaggio.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Gli Spagnoli con lo stesso vitigno fanno il Tinto joven, il Tinto crianza, il Tinto reserva e il Tinto reserva especial, per distinguere il vino che non vede botte dagli altri 3 gradi diversi d'invecchiamento in botte.

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Er Plastichino

circa 13 anni fa - Link

@pino fuoco: bevite un po d'acqua che e' meio. Io so quel che che dico, mentre tu non stai dicendo nulla.

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Credere che l'obiettivo fosse quello di produrre un vino più pronto (non uso le parole "più buono" perché sarebbe un eresia nei confronti del Brunello) o più facilmente esportabile all'estero è, nel migliore dei casi, un'ingenuità. La modifica del Rosso era un "passepartout" per disarticolare successivamente il disciplinare Brunello. Lo scopo dell'aggiunta dei vitigni "peggiorativi" (come brillantemente li definisce il buon Armando Castagno) è solo quello di aiutare la produzione con metodi industriali e di ridurre i tempi di affinamento prima della commercializzazione. Ovvero la morte del Brunello. Inoltre, per le aziende con filari di merlot e cabernet "illegali", diventa una sorta di sanatoria, un condono. Come diceva giustamente qualcuno ora saranno costretti ad espiantare. Quella del vino più "commercializzabile" è una bufala, ed uno specchietto per le allodole per gli ingenui. Può valere per certi autoctoni di scarso pregio, non certamente per il Brunello (che non è vero, per inciso, che sia buono un anno si e quattro no). I miei complimenti ai piccoli e medi produttori di Montalcino. Si sono dimostrati persone intelligenti e tutt'altro che ingenue. Dopo la sconfitta a Barolo adesso i "coca-cola boys" hanno preso una batosta anche a Montalcino. Vedremo le loro prossime mosse.

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

....CITO:"La modifica del Rosso era un “passepartout” per disarticolare successivamente il disciplinare Brunello. Lo scopo dell’aggiunta dei vitigni “peggiorativi” (come brillantemente li definisce il buon Armando Castagno) è solo quello di aiutare la produzione con metodi industriali e di ridurre i tempi di affinamento prima della commercializzazione. Ovvero la morte del Brunello" RISPONDO: ....il "buon Armando" ha le sue sacrosante idee e se le porta avanti , magari tenendo pure conto della platea che lo legge come professionista del settore .Ho però la sensazione che questa sia solo un'ipotesi fantasiosa , da teoria del complotto a tutti i costi . La forzatura interpretativa non la ritengo aderente alla realtà e i pochi tentativi effettuati non hyanno avuto né avranno successo , così come con il Barolo/Barbaresco in Langa . Chi vuole "delinquere" , come ampiamente dimostrato negli anni novanta sotto l'egida e la copertura di parecchia stampa specializzata, se ne fotte altamente sia dei disciplinari che dei consorzi . I produttori seri lavorano bene e nelle regole a prescindere , interpretando la loro mission aziendale non solo come impresa per fare profitto ma anche come aderenza ad un contesto qualitativo/culturale/storico che non può prescindere dal loro successo d'impresa . Abbiamo fra di noi Cinelli Colombini che ci potrebbe spiegare bene questo concetto che la sua famiglia porta avanti da millanta tempo . Ripeto che i grandi produttori e le grandi produzioni , nell'ambito ilcinese, esistono e si possono ben individuare e catalogare da noi come consumatori consapevoli . La storia che il mercato degli enobeoti debba avere sempre e comunque il sopravvento , mi perplime . L'anello al naso il consumatore evoluto l'ha meno di quel che si pensi... PS: io chiederei solo trasparenza e chiarezza nella comunicazione , come nell'ingredientistica degli alimenti . Tu dichiari tutto ciò che metti in etichetta , compresi i coadiuvanti tecnologici e i vitigni migliorativi , dove il disciplinare te lo consente . Altrimenti è frode in commercio e basta . Sta poi al consumatore decidere se preferisce questo o quello . Chiaro , il Brunello rimane sacro ed inviolabile , come prerequisito e concetto inalienabile e qui non solo sono d'accordo ma anche battagliero e cattivo...

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Manilo

circa 13 anni fa - Link

Ma sti "cocacola boys " quante proprietà hanno sparse per la penisola?.

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

:-) assai! E poi la coca-cola è internazionale, lo sai ;.)

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damiano brognara

circa 13 anni fa - Link

eureka, parola fine per questa storia senza senso e senza logica ora possiamo dirlo il trionfo del sangiovese.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

No credo sia finita. Le grandi ditte che hanno piantato centinaia di ettari a vitigni diversi non espianteranno, non venderanno i terreni e ritenteranno qualcos'altro. Quindi per questa vendemmia e' andata così, ma per la prossima prevedo ancora la riapertura del caso. Dal 90% contrari al cambiamento in pochi mesi si e' arrivati al 69%. Non e' poco. E non e' immutabile. Il sangiovese 100% per trionfare sul sicuro deve diventare DOCG anche nel Rosso, oltre che nel Brunello, in modo da precisare zone specifiche di produzione, numero minimo di ceppi per ettaro, forma di allevamento dei nuovi impianti, forma di allevamento ancora permessa agli impianti esistenti, tipo di potatura, carica di gemme per ettaro, resa massima di uva per ettaro in coltura specializzata, consenso all’eventuale irrigazione di soccorso, luogo di vinificazione e di imbottigliamento, resa massima di uva in vino, divieto di pratiche di forzatura, soglia di tenore alcoolico maggiore, norme per l’etichettatura. Si dovrebbe estrarre una DOCG Rosso di Montalcino Superiore esattamente come è stato fatto in tutte le altre DOCG estratte da una DOC precedente, tipo Barbera del Monferrato Superiore, Dolcetto di Dogliani Superiore, Dolcetto di Ovada Superiore, Valtellina Superiore, eccetera.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 13 anni fa - Link

Si, e visto che ci siamo regoliamo anche l'orario per fare pipì. O Mario, ma che t'è presa la regolite?

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

No, caro Stefano: la mia ormai è regolosi... Piuttosto, perche' non vai un po' piu' su a rispondere ad una domanda che ti ho fatto e che risponderebbe anche alle aspettative di Fabbretti?

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Mario ho appena scritto poco più su una mia idea.... che ne pensi?

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Fabbretti, se io ho la regolosi, ormai, mi sa che ti sei preso la regolite... comunque bravissimo! Servono tutte le idee, anche le tue, per riportare la pace a Montalcino, perche' la votazione del 7 penso che sia stata soltanto l'inizio di una nuova contesa. E Stefano, che potrebbe ma forse e' ancora troppo impegnato, ancora non ha risposto alla questione del Sangiovese che non piu' grosso per Montalcino...

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

"Si dovrebbe estrarre una DOCG Rosso di Montalcino Superiore" E ridaglie con le riserve indiane. Mario, perdi il pelo ma non il vizio ;-)

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Lone Wolf tutto capire e dire... "Augh"! :)

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

….CITO:”La modifica del Rosso era un “passepartout” per disarticolare successivamente il disciplinare Brunello. Lo scopo dell’aggiunta dei vitigni “peggiorativi” (come brillantemente li definisce il buon Armando Castagno) è solo quello di aiutare la produzione con metodi industriali e di ridurre i tempi di affinamento prima della commercializzazione. Ovvero la morte del Brunello” RISPONDO: ….il “buon Armando” ha le sue sacrosante idee e se le porta avanti , magari tenendo pure conto della platea che lo legge come professionista del settore .Ho però la sensazione che questa sia solo un’ipotesi fantasiosa , da teoria del complotto a tutti i costi . La forzatura interpretativa non la ritengo aderente alla realtà e i pochi tentativi effettuati non hyanno avuto né avranno successo , così come con il Barolo/Barbaresco in Langa . Chi vuole “delinquere” , come ampiamente dimostrato negli anni novanta sotto l’egida e la copertura di parecchia stampa specializzata, se ne fotte altamente sia dei disciplinari che dei consorzi . I produttori seri lavorano bene e nelle regole a prescindere , interpretando la loro mission aziendale non solo come impresa per fare profitto ma anche come aderenza ad un contesto qualitativo/culturale/storico che non può prescindere dal loro successo d’impresa . Abbiamo fra di noi Cinelli Colombini che ci potrebbe spiegare bene questo concetto che la sua famiglia porta avanti da millanta tempo . Ripeto che i grandi produttori e le grandi produzioni , nell’ambito ilcinese, esistono e si possono ben individuare e catalogare da noi come consumatori consapevoli . La storia che il mercato degli enobeoti debba avere sempre e comunque il sopravvento , mi perplime . L’anello al naso il consumatore evoluto l’ha meno di quel che si pensi… PS: io chiederei solo trasparenza e chiarezza nella comunicazione , come nell’ingredientistica degli alimenti . Tu dichiari tutto ciò che metti in etichetta , compresi i coadiuvanti tecnologici e i vitigni migliorativi , dove il disciplinare te lo consente . Altrimenti è frode in commercio e basta . Sta poi al consumatore decidere se preferisce questo o quello . Chiaro , il Brunello rimane sacro ed inviolabile , come prerequisito e concetto inalienabile e qui non solo sono d’accordo ma anche battagliero e cattivo…

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Michele Rossi

circa 13 anni fa - Link

Infatti, si continua a dire che dopo il Rosso sarebbero passati al Brunello e che l'aggiunta (peraltro facoltativa) di altre uve sarebbe stata per forza con vitigni internazionali. I vitigni ammessi in Toscana sono molti, e molti, vedi colorino, canaiolo, ecc. sono anche autoctoni. Era poi stata anche proposta l'irrigazione di soccorso (che potrebbe aiutare molti in annate particolarmente calde) e l'utilizzo (sempre facoltativo) di tappature alternative che molti mercati accettano di buon grado.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 13 anni fa - Link

Caro signor Michele Rossi, ho letto con attenzione i post che ha messo qui e su Vino al Vino e devo dire che su un punto sono assolutamente d'accordo con lei; le due o tre decine di aziende (i famosi 210 voti) su 256 produttori che erano per il taglio non vanno demonizzate. Hanno pieno diritto alle loro opinioni. E non vanno demonizzati i consiglieri, anche se l'aver buttato via un anno dietro ad un fatto non condiviso che da loro e poco più fa dubitare che conoscano davvero quelli che sono chiamati ad amministrare. Sul resto con lei, il signor Asenjo e altri con idee simili non trovo accordo perché alla base dei vostri ragionamenti ci sono molte nozioni su Montalcino che temo non siano esatte. Ad esempio, come dimostrato da tantissimi documenti e dai registri nostri e dei Biondi Santi (c'erano anche tanti altri produttori, ma purtroppo non sono più tra noi) il Brunello é solo sangiovese da oltre due secoli; la parentesi 1966/1980 fu una forzatura politico/personalistica voluta per contrapporre un altro Brunello a quello dei "padroni", erano tempi in cui queste cose succedevano ma pochissimi viticoltori con pochissime bottiglie lo applicarono. Posso dirlo con nozione di causa perché per quasi tutto quel periodo la mia Fattoria dei Barbi produceva più o meno la meta del Brunello in commercio. Quanto al fatto che il Rosso di Montalcino non è poi granché e verrebbe buono solo ogni tanto per cui il taglio lo potrebbe solo migliorare, permettete a me che ne ho bevuti davvero tanti di non essere d'accordo. È in genere un buon vino, soprattutto se tenete conto che negli ultimi dieci anni é stato prodotto quasi sempre dalle tantissime vigne nuove che sono state piantate nel 1997/2002 a Montalcino; la naturale evoluzione qualitativa dei vigneti non può che migliorare una qualità già spesso abbastanza alta. E quanto alla non perfetta vocazione a sangiovese di molte parti del nostro colle, non vorrei che si confondessero i possibili errori di qualche azienda con supposti demeriti del luogo; se fate attenzione alla geografia in praticamente ogni pezzetto di Montalcino esiste almeno una azienda riconosciuta da tutti come ottima, come si concilia questo con una supposta poca vocazione di quei luoghi al sangiovese? E quanto alla necessità di dare "gusto internazionale" per vendere di più, ma mi sapete spiegare come ha fatto quel disgraziato del Brunello, che di internazionale non ha un bel cavolo di nulla, a sfondare così pesantemente in tutto il mondo? No, non ci siamo. È stato legittimo per alcuni chiedere una cosa così palesemente retró come il taglio, così come è legittimo che ogni anno qualcuno mi chieda il Brunello bianco o come é stato legittimo per un cinese al tavolo accanto a me tagliare un Latour con la Coca Cola, ma legittimo non vuol dire che produca vantaggi economici né che abbia un senso.

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Michele Rossi

circa 13 anni fa - Link

Egregio Sig. Cinelli Colombini, La Sua famiglia ha sicuramente una storia importante per il panorama dei vini di Montalcino e Lei ha indubbiamente una grande conoscenza della storia di questi vini. Ma tralasciando il taglio facoltativo, sul quale abbiamo opinioni diverse, vorrei parlare di altri punti. Intanto l'irrigazione di soccorso, in alcune annate come il 2003 (e purtroppo potrebbero esserci molte altre nel futuro, con estati sempre più calde e vendemmie anticipate rispetto a 10/15 anni fa), questa aiuterebbe, se ben regolamentata, a produrre grandi vini in annate più difficili. Riguardo le chiusure alternative, vediamo spesso negli USA e in altri Paesi, vini venduti al bicchiere. E spesso c'è un RdM tra questi vini. Non sappiamo mai da quanto queste bottiglie sono state aperte e sicuramente l'utilizzo di tappi a vite aiuterebbe a preservarne la freschezza; Lei sa benissimo che sono ancora pochi i ristoranti/bar ad utilizzare i nuovi sistemi di conservazione delle bottiglie aperte. Inoltre i vari monopoli e le compagnie aeree richiedono sempre di più e obbligatoriamente i tappi a vite e i mercati di altri Paesi, non solo il nuovo mondo ma anche la Francia ed altri, sono pronti ad entrare...

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Stefano Cinelli Colombini

circa 13 anni fa - Link

Se vogliamo la qualità non c'è motivo di opporsi all'irrigazione di soccorso, ma già oggi la si può fare grazie alla norma sulle colture a rischio. La si può introdurre, ma è pleonastico. Piuttosto va tolta la possibilità di usare l'MC (mosto concentrato) dai nostri Disciplinari, va introdotto il principio che quando una vigna scende sotto le 3.000 piante per ettaro si deve ridurre la resa e va introdotta la norma che il 15% del Brunello si può tenere fuori botte, perché ogni anno la produzione è leggermente diversa e non è possibile tenere le botti vuote aspettando il vino dell'anno dopo. E quanto al tappo tocca un dente dolorante, ho da poco perso 30.000 bottiglie di Brunello Riserva 2004 per via di sugheri difettosi; una botta da un milione e più, la mia azienda ha barcollato forte. Con i tempi dei processi italiani tra dieci anni li riavrò, ma nel frattempo tiro la cinghia. Sono incavolato nero con chi ha arrischiato questa che è di fatto una causa temeraria perché ora sarà molto più difficile parlare pacatamente di queste cose, che sono molto più importanti del taglio. Solo per questo, non per aver espresso legittime (anche se da me non condivise) opinioni. Ah, dimenticavo, e per aver disperso le energie e il tempo del Consorzio dietro a un sogno (su cui avevamo già più che votato!) e per aver creato divisioni inutili tra i soci. Che solo stando insieme possono far crescere il Brunello.

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Sono assolutamente d'accordo con lei Dott. Cinelli Colombini. Il mosto concentrato snatura le qualità originali del vino, non solo nel Rosso o nel Brunello ma in tutte le Doc e le regioni d'Italia.

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giorgio

circa 13 anni fa - Link

@ Dott. Cinelli Colombini Mi dispiace per il danno che ha subito a causa dei tappi, ma ormai da anni è buona abitudine acquistare i tappi da diversi fornitori, proprio per limitare il danno in caso di infezione dovuta al TCA

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

... o bella , che casino ho combinato con i post? PS: ma la funzione "metti in citazione" non esiste su questo forum?...

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Jacopo Cossater

circa 13 anni fa - Link

Non è un forum ma si può fare, basta inserire il testo che vuoi citare all'interno di questi due codicillli: < blockquote > < /blockquote > (naturalmente vanno tolti gli spazi, senza non sarei riuscito a farteli vedere).

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

@Vinogodi, hai scritto qualcosa di interessante e ben articolato. Ero sicura che non fossi solo un cazzaro sborone che vuole provocare per forza. Ma una persona della tua levatura non si merita l'utilizzo della parola "ingredientistica":)

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...limite personale dovuto a deformazione professionale ...

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Min Cul Pop

circa 13 anni fa - Link

Se Montalcino non resiste sarà una caporetto su tutta la linea dei vini italiani caratteristici. Viva Montalcino e il suo Sangiovese, avete tutto il mio sostegno. E non è poco.

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vinogodi

circa 13 anni fa - Link

...Bolgheri non è d'accordo...

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

???

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Min Cul Pop

circa 13 anni fa - Link

???!!!!boh?

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giorgio

circa 13 anni fa - Link

D'altronde Montalcino ha fatto la sua fortuna con il sangiovese 100%. Evidentemente anche nel 2011 la maggioranza dei produttori ilcinesi è convinta che con sangiovese 100% le vendite di rosso continueranno a salire vertiginosamente. Ma le cantine non sono piene di rosso di montalcino ? Ed allora ci facciamo qualche domanda pratica e terra a terra, senza tanti voli pindarici ? Se è vero che l'invenduto di rosso è elevato, forse gli esperti del consorzio ( perchè Rivella non potrà essere simpatico a tutti ma di esperienza ne ha da vendere ) avevano capito che era necessario qualche cambiamento, ma la maggioranza non ha voluto che fosse cosi'. Non lamentiamoci se poi in cantina le scorte di rosso aumenteranno ancora. Condivido con chi scriveva prima che il rosso costa troppo per quanto vale, cosi' come il brunello è , ed è stato supervalutato per troppi anni. Ora in giro per il mondo si trovano vini nettamente migliori a prezzi nettamente migliori. Santè

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Stefano Cinelli Colombini

circa 13 anni fa - Link

Le giacenze di vino sono pubbliche, si possono leggere su internet nel sito della agenzia regionale di controllo Artea. Le giacenze invendute di Rosso di Montalcino erano modestissime già l'anno scorso e sono state bruciate tutte quest'anno, tanto è vero che il prezzo del vino sfuso è aumentato enormemente. Quensto era noto fin dall'inizio di questo ambaradan, per cui non si capisce perché persone di esperienza abbiano deciso di fare un casino simile quando non ce ne era necessità. Lei pensa che Rosso e Brunello di Montalcino siano sopravvalutati e questa é una opinione legittima, però il mercato la sta pensando in modo diverso; siamo tra i pochissimi vini ad avere le giacenze in forte calo, segno che le vendite aumentano. Che nel mondo si trovino tanti vini che le piacciono di più é di certo vero, ed é anche vero che si trovano vini a prezzi migliori; noi abbiamo scelto (e confermato con questo voto) una strada diversa, noi non competiamo con nessuno e facciamo un prodotto unico. Poi se il prezzo è corretto lo stabilirà il mercato, come sempre. Per ora lo è.

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giorgio

circa 13 anni fa - Link

Sinceramente se le cose stanno come ha scritto il dott. Cinelli Colombini, e non ho motivo per dubitarne, non capisco perchè i vertici del consorzio abbiano convocato quella assemblea e proposto la modifica al disciplinare: autolesionismo ? Non credo. In tutta questa vicenda c'è ancora qualcosa che mi sfugge e che non riesco bene a capire. I miei migliori auguri ai bravi produttori di Montalcino, affinchè riescano a vendere i loro vini ancora piu' cari e sempre in aumento come quantità. Ho forti dubbi che questo possa avvenire nei prossimi anni, visti i vini che da alcuni anni stanno arrivando dal Portogallo, Spagna, Argentina, Cile e Sudafrica a prezzi decisamente piu' " umani " e con qualità che nulla hanno da invidiare ai vini di Montalcino, che secondo il mio modesto parere sono stati sovrastimati per quanto contenuto nelle bottiglie.

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

I vini che arrivano da quei paesi sono generalmente piu' economici, ma anche tutti molto simili nello stile e nel gusto. Nella guerra al ribasso dei prezzi molti produttori del Nuovo Mondo ci stanno rimettendo le penne e anche qualcuno del Vecchio Mondo. Mi sembra che sia di difficile comprendonio qualcosa che infine e' abbastanza ovvio: se l'offerta di qualcosa che si distingue per gusto, stile, qualita' costante, cultura e storia e' inferiore alla domanda, il prezzo non e' un problema. Con questo non auspico certo un aumento dei prezzi dei vini di Montalcino e non credo che Cinelli Colombini intendesse questo. Ha semplicemente evidenziato come il prezzo delle uve sia aumentato e questo vuol dire o che ce ne e' di meno a disposizione o che la domanda e' aumentata. Quindi addurre a ragione del cambiamento la scarsa vendibilita' del Rosso di Montalcino come e' adesso e' una scusa. Quanto al perche' sia stata convocata l'Assemblea e sia riproposto il cambio di disciplinare per il Rosso di Montalcino si e' trattato di un tentativo di trovare uno sbocco per le uve diverse dal Sangiovese, piantate a Montalcino e destinate alla Doc Sant'Antimo che si e' rivelata un flop. Le aziende che hanno spinto per questo sono principalmente quelle che hanno piu' vigneti non a Sangiovese. Il 31% dei voti per il SI e' ripartito fra circa una ventina di aziende. L'elenco delle stesse non mi interessa. Mi farebbe piacere che ci fosse un'azione comune concreta non solo per rilanciare l'immagine e la qualita' del Brunello e del Rosso di Montalcino, ma anche creare un canale di sfogo trasparente e complementare per i vini di Montalcino non a base Sangiovese. In questo senso auguro buon lavoro ai produttori di Montalcino che hanno a cuore il futuro della loro comunita'.

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

Lisini come ha votato?

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Er Plastichino

circa 13 anni fa - Link

@Giorgio: il sig. Colombini ha ragione. Quanto al fatto di altri vini migliori mi pare una banalita'. I gusti sono vari, e a ognuno può piacere qualunque cosa. Il Brunello e Montalcino sono UNICI e questo ha un valore.

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

domanda: ma avete letto questo commento, particolarmente visionario soprattutto nella parte finale? http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/09/08/stop-al-condono-almeno-a-montalcino/156138/ Ma dove vive questo signore, sulla Luna o su Marte forse?

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gionni1979

circa 13 anni fa - Link

Perdonatelo perchè non sa quello che dice.....

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giorgio

circa 13 anni fa - Link

Evidente che si riferisce al suo collega Gianluca Mazzella, un bravo e stimato professionista

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esperio

circa 13 anni fa - Link

I primi tre quarti dell'articolo, mi sembra, centrano l'argomento. Per il resto bisognerebbe discuterne. Senza essere proppo permalosi. Possibilmente.

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Massimiliano Montes

circa 13 anni fa - Link

"Non da meno sono stati alcuni noti critici, italiani e inglesi e americani, che hanno pensato di rinverginarsi schierandosi contro i cambiamenti del disciplinare, anziché scusarsi di aver promosso e celebrato per anni gli stessi vini che sono stati frutto di frode commerciale." Chissà a chi si riferisce...

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

ribadisco che l'unica giustificazione possibile per un commento del genere, riferito a critici, giornalisti, wine writer, wine blogger italiani ed esteri, e al loro modo di fare informazione e di partecipare al dibattito nei giorni precedenti alla votazione del 7 settembre, é una sola. Che la persona in oggetto viva sulla luna o su Marte e sia stata catapultata improvvisamente sulla terra. Che non conosca le cose, che non sappia quello che dice, che non sappia destreggiarsi con la lingua italiana. Altre spiegazioni é veramente difficile trovarle. E non c'entra affatto essere "permalosi", ma semplicemente rispettare la realtà

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esperio

circa 13 anni fa - Link

Egregio Ziliani, per favore argomenti il suo disappunto causato dall'articolo scritto dall'extraterrestre Mazzella. Ci dica. Possibilmente chi fa' vita extragalattica , non po' essere informato di tutto.

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Gian Luca Mazzella

circa 13 anni fa - Link

Ringrazio chi mi ha segnalato questo commento, consigliandomi di ignorarlo, cosa che non voglio fare seppure è domenica. -Ziliani: lei che scrive di “realitas”, concetto millenario per quanto a lei avulso, è un fatto ridevole oltre che ipocrita. Non è mai tardi per prendere coscienza di sé, ma non è mio mestiere aiutarla.   Quanto a Montalcino: rammento su questo blog alcuni passaggi in cui Cernilli le chiedeva di fare i nomi delle aziende coinvolte nelle frodi, e lei rispondeva di non poterlo fare: una bella informazione 2.0 la sua!    D’altra parte lei è stato capace di riportare le opinioni (da paladino del Rosso) di chi ha patteggiato con la Procura di Siena per le medesime frodi: di nuovo complimenti per l’informazione. E ciò attesta o ignoranza o disonestà. Forse le conviene leggere chi fa informazione e ha potuto riportare i nomi delle aziende o i numeri di sentenza, in quanto li conosce e non perché li ha letti in un quotidiano o li ha orecchiati, ma perché ha fatto un’inchiesta e non teme gli venga chiuso il blog o di finire in tribunale.   Ipocrita è chi si è schierato a favore del Rosso, come Suckling ad esempio ma anche come altri preclari scrittori, dopo che per anni ha magnificato le aziende coinvolte nelle frodi, accettando anche compensi per fare degustazioni ad personam: e senza essersi mai scusato di aver magnificato Brunelli o Rossi fatti illecitamente per 25 anni in blend con altri vitigni. Questa è la realtà. Come attestano le schede di massa rivenute dalla Procura di Siena: un’informazione che di certo non ha potuto riportare lei, dato che ignora come si faccia.   Quanto al personale: non voglio battibeccare con uno che mescola professionale a personale, ed ogni intervento altrui che riporta scrive “è del mio amico…” Ricordo che lei, dopo avermi richiesto per email personale e in modo alquanto strambo, perché io non avessi mai scritto sul suo blog, si è alterato quando l’ho fatto segnalandole di aver riportato una notizia non pochi giorni dopo che l’avessi fatto io. E non solo, ma in modo poco opportuno (e ancor meno onesto) mi ha impedito di replicare sul suo blog, tagliando a metà un intervento e cassandone un altro (come ha fatto con diversi altre persone) che non erano peraltro nemmeno offensivi, ma spiegavano solamente che era stato lei a invocare un mio intervento. E lei invoca la realitas? Lei che ogni volta che altri riportano un fatto dopo di lei si altera e sbraita di non essere stato citato?     Come del resto era stato lei, tanti mesi fa, a scrivere sul giornale che ora pretende di non leggere, fra i commenti ad un mio articolo, stizzendosi perché un povero commentatore non aveva fatto il suo nome mentre alludeva al suo blog.  Ed io mi ero pure scomodato a contentarla. Fatto testimoniato da uno dei lettori del quotidiano come si può notare fra i commenti a questo articolo http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/05/19/i-nuovi-barolo-barbaresco-e-roero/112295/   In questa occasione lei mi ha apostrofato quale “wine blogger in disperata ricerca di popolarità” dimostrando ancora una volta di ignorare i fatti (“realtà” come le ho detto è un concetto che non le s’attaglia), e di proiettare sugli altri le sue angosce: in quanto il primo ed unico blog che ho avuto è sul Fatto Quotidiano (quotidiano dove scrivo anche articoli), da un anno, e non tratto solo di vino. Prima d’allora (come del resto faccio ora), mentre lei cambiava e cambia un blog dopo l’altro (peraltro ora ne ha ben due), io non avevo mai avuto uno spazio in rete: ma campavo e campo lavorando per Tv e pubblicazioni in Europa. Non che le debba interessare, figuriamoci. Infine, mi piace rammentare di quando, al telefono, mi ha detto di avere alcune carte sul neo caso Chianti: confesso di aver sempre dubitato che lei le avesse mai lette, come ad esempio ha fatto Andreas Maerz di Merum o come ho fatto io. Ma, dopo non avermele mai mandate, mi ha detto di averle curiosamente strappate e buttate…    Mi avevano avvertito su di lei ma, come è mia abitudine, ho voluto accertare i fatti senza riportare orecchiamenti. Mi stia bene e, come è stato scritto fra i commenti di questo blog, continui a scrivere di quanto le sia piaciuto il Brunello di Banfi nel 2005…

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

il tono del suo intervento e quello che scrive mi fa pensare, una volta di più, che lei abbia qualche serio problema...

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

non rispondo, perché non ho nulla da rispondere alle affermazioni di carattere personale, peraltro tutte da dimostrare, fatte da una persona che non considero un interlocutore serio, al quale debba rendere conto (e perché mai dovrei farlo?) e che rivela tutto di sé e della propria personalità con il modo in cui si esprime. Devo solo tutelare la serietà e la credibilità dei produttori di Montalcino che sono intervenuti sul mio blog nei giorni precedenti al 7 settembre e i cui contributi sono stato e sono tuttora orgoglioso di aver ospitato. Sono persone che vengono ingiustamente accusate di "frodi" che non hanno compiuto. Non sono "riciclati sofisticatori", che non avrebbero diritto ad opporsi all'introduzione di altre uve nel Rosso di Montalcino in quanto collusi o comunque soci nel delinquere di sofisticatori e furbetti vari. Un produttore, in particolare, che se vorrà potrà benissimo difendersi da solo, può esibire analisi pulite dei suoi Brunello dove non ha tagliato né sofisticato nulla, e la sua unica colpa che l'ha costretto a declassare il tre o quattro per cento del suo Brunello più del Rosso di Montalcino e del Chianti è solo quella di aver usato le vigne migliori (di solo sangiovese) di Montalcino per fare Brunello, quelle un poco meno buone per il Rosso ed il resto per il Chianti. Cosa che ora è legale, ma allora si potevano usare solo le vigne iscritte. Quanto ai wine writer tacciati di ipocrisia che si sono schierati a favore del Rosso Sangiovese 100% non ho nulla a che fare, con James Suckling, che in effetti "per anni ha magnificato le aziende coinvolte nelle frodi" e non si é "mai scusato di aver magnificato Brunelli o Rossi fatti illecitamente per 25 anni in blend con altri vitigni". Suckling non é intervenuto sul mio blog e non ha aderito alla lettera appello di Nicolas Belfrage e di altri MW, la cui coerenza e trasparenza e credibilità non può essere in alcun modo intaccata dalle parole del "signore in oggetto.

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jan alias tafazzi

circa 13 anni fa - Link

Ziliani io qualche volta ho provato a scrivere sul tuo blog e i tuoi toni sono spesso maleducati quando si dicono cose diverse da quelle che pensi te. Ma non me ne frega niente della tua polemica con gli altri, mi frega più dei contenuti. Ho letto per anni Jancis Robinson e le aziende che sono finite in Brunellopoli non gli facevano schifo!

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Quoto: "Ho letto per anni Jancis Robinson e le aziende che sono finite in Brunellopoli non gli facevano schifo!". Dì la verità che hai fatto solo un nome esemplificativo perché la fila sarebbe oerfin troppo lunga. In quanto alla diversita' d'opinioni con Franco sul suo blog, in questa vicenda io avevo un parere molto diverso da lui, ho anche calcato un po' troppo la mano con la mia "regolosi", eppure non e' stato mai maleducato. Anzi mi ha lasciato molto spazio, come ne sta lasciando a Juancho e come ne lascera' anche ad altri. Io penso che i toni li alzi solo con chi lo fa arrabbiare, indipendentemente dalle opinioni che ha, per certi commenti tendenziosi, sarcastici, insinuanti, di doppio senso, senza fondamento. Ma sfido chiunque a non arrabbiarsi per cose del genere.

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she-wolf to be precise

circa 13 anni fa - Link

Jancis Robinson é una donna, casomai "non LE facevano schifo"

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veronelliano

circa 13 anni fa - Link

Così Veronelli sul Ziliani per chi fosse stato troppo giovane allora: Il doppio tiratore di Luigi Veronelli da Veronelli Ex Vinis aprile maggio 2003 “Ogni volta che leggio le news del doppio tiratore (non ne do il nome perché mi fa schifo) mi torna in mente, immediato e puntuale un detto di Francia: “qui a les pieds froits, la roupie au nez et le cas mol / s’il demande de la faire, est un fol”. Quello che tira ad un fantasma che non c’è, va da sé, non viene. Ne rido con molta allegria giovanile. Ha il cas mol, logico, di conseguenza che abbia vertigini (anche per l’Internazionale), imbarazzi, tristezze e pene infinite. Se li tenga ben stretti. Quel tiratore (senza eiaculazioni) ha piedi freddi, gocce al naso e cazzo molle anche per ciò che si riferisce al cervello. Sicuro del suo imbarazzo della perspicacia della dottrina e della cultura, mi diverte pubblicare il pezzullo seicentesco di Vincenzo Maria di Santa Caterina da Siena: “Riceve il Bassà del mare nel partire da Constantinopoli, in occasione di qualche risoluzione, il comandamento del Gran Signore scritto e sigillato, quale non può aprire se non uscito dalli Dardanelli, cento miglia lontano dalla città, con che s’incammina più secreta l’impresa e si fuggono quelle turbazioni che dalla pubblicità possono nascere”. Non lo capisce il Bassà parrocchiale? Apra il Comandamento (del gran signore: io) e se lo faccia leggere ( e soprattutto spiegare)”.

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vsr

circa 13 anni fa - Link

Lei non può scrivere che per il fango quotidiano.

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

non sono il padrone di casa, ma credo di interpretare il pensiero anche dei responsabili di Intravino invitando tutti a postare, replicando a me e all'intervento di chi mi ha chiamato in causa, in maniera civile e composta...

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esperio

circa 13 anni fa - Link

L'unicita' del Brunello/ Rosso era una cosa gia' ben assodata e lampante e la loro fama internazionale indiscutiblile, cio' che mette a rischio il loro smercio e' l'incertezza che questa diatriba a causato. Il consumatore ha incominciato a sentir odore di marcio e incomicera' a vedere imbrogli anche dove non c'e' ne sono. Come ben si sa' all ' estero non perdonano. Non vedo perche' dovrebbero.

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Er Plastichino

circa 13 anni fa - Link

Ben detto Nelle Nuvole. Mi pare che stai coi piedi ben ancorati a terra, altroché.

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francesco

circa 13 anni fa - Link

Non conosco i contendenti ma mi pare che il sig.Mazzella abbia riportato dei fatti, mentre il sig. Ziliani non ha risposto, anzi ha glissato con offese. I fatti riportati sono gravi pe un giornalista.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

effettivamente per la stima che ripongo nel signor Ziliani, pur avendo avuto modo di scambiare soltanto una mail di pacifico chiarimento su un misunderstanding sorto proprio qui su intravino, credo che una risposta latrettanto dettagliata non guasterebbe alla sua reputazione. Io personalmente avrei risposto per le rime.... ma si sa: sono un po' fumantino ;-)

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

al "veronelliano" che ha ritenuto opportuno ricordare una evidente caduta di stile del Veronelli degli ultimi anni (non certo i migliori della sua sfolgorante storia di giornalista e scrittore del vino) e citare un attacco di dubbio gusto che mi fece, replico con il link alla risposta che gli diedi nell'aprile 2003 sul sito Internet Wine Report: http://www.winereport.com/winenews/scheda.asp?IDCategoria=21&IDNews=914 Mi dispiace tantissimo ricordare quel Veronelli, perché di Luigi Veronelli, della sua intelligenza, del suo magistero, del suo esempio, tutti noi credo preferiamo avere ben altri ricordi... E con questo chiudo, anche se il veronelliano (o qualsiasi altra persona: nel Web si aggirano, come ormai ben si sa, strani personaggi che intervengono su siti e blog assumendo diverse identità, evidentemente non avendone nessuna...) dovesse nuovamente intervenire e accusarmi di essere stato io a ideare e organizzare l'attentato contro le Torri gemelle...

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esperio

circa 13 anni fa - Link

Ho il sospetto che tutto questo dibattito balordo se lo e' tirato addosso da solo. Adesso a sangue fretto tirando le somme, puo' ben dire - ma chi me l'ha fatto fare tirare in ballo il Mazzella? - Ovviamente lei era libero di criticare chiunche le fosse passato d'avanti, era ed e' una sua prerogativa, ma il metodo, il metodo e le parole usate l'hanno fatto scivolare, tirandosi addosso il pubblico ludibrio. Le suggerisco piu' distacco e ponderazione e vedra che andra' lontano.

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esperio

circa 13 anni fa - Link

Ponderatezza ovviamente.

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

esperio rilegga quello che ho scritto io, sul filo dell'ironia "la persona in oggetto viva sulla luna o su Marte e sia stata catapultata improvvisamente sulla terra. Che non conosca le cose, che non sappia quello che dice, che non sappia destreggiarsi con la lingua italiana" e lo confronti con la risposta.. Forse il distacco sarebbe stato più saggio, ma viste le accuse gratuite e infondate fatte a produttori, wine writer, wine blogger e master of wine, non ce l'ho fatta proprio a fingere indifferenza...

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francesco

circa 13 anni fa - Link

É più forte di lui : fate prima s trovarne uno che non sia stato criticato, offeso, deriso, oltraggiato Credo fermamente che questo signore abbia seri problemi irrisolti. Veronelli lo sapeva ed oggi lo sappiamo in tanti.

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

al confronto Osama Bin Laden una mammoletta! Mi chiedo cosa si aspetti a porre una taglia, ovviamente "dead or alive", sulla mia testa...

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giorgio

circa 13 anni fa - Link

Nessuno è disposto a spendere un solo centesimo

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Civile e composta intervengo Quanto riportato sopra non é brutto, é pessimo. Ancora una volta sono le parole che pesano come pietre e trascinano verso il fondo chiunque le abbia scritte. Per me sono vergognose non solo per un giornalista, ma per un uomo. L'argomento del post é sconfinato in un attacco personale, mascherato da motivazioni "pure" di giornalismo rampante. Personalmente mi sfiora appena la prima pelle il passato di Ziliani e quello di Mazzella. Mi sembrava si parlasse del presente e del futuro di un microcosmo vinicolo che in qualche modo simboleggia il mondo vitivinicolo italiano. Non mi voglio far coinvolgere in una rissa da mercato del pesce. Spero di non essere la sola. Non ho altro da aggiungere.

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agricoltore in trasferta

circa 13 anni fa - Link

A me invece non interessano i giudizi umani, quello che nelle Nuove o sulla Terra pensa sia brutto do mercato, e lo dico con rispetto. Mi interessa invece quello che è uscito fuori dallo scambio seppur duro fra due persone e che è molto interessante se riguarda la professionalità millantata o quello che è successo. I fatti mi interessano sempre. Concordo che alla Robinson piacessero i vini di alcune aziende finite nello scandalo. Ma ricordo pure che Belfrage fu quello che disse che la 1997 a Montalcino era l'annata delo secolo. E così non è stato. Saluti.

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direttore commerciale

circa 13 anni fa - Link

Scusate il ritardo con cui intervengo ma questo post mi è stato segnalato (all'estero dove sono pensate un po'!) da uno di quelli che hanno commentato in precedenza. Conosco entrambi i giornalisti in questione e dati i fatti tirati fuori non c'è nemmeno bisogno che li conoscessi. I fatti sono evidenti tranne che per Nelle Nuvole perché? Mi sento di contribuire dicendo che questo suo commento, signora Nelle Nuvole, lei che pretende di essere neutrale lavorando per una delle aziende a cui hanno alluso tutti e due i giornalisti, cioè una di quelle coinvolte in Brunellopoli riportate dal Mazzella, non le fa onore. Come non le fa onore commentare le vicende in cui è impelagato il suo datore di lavoro. Questo lo trovo vergognoso e non il fatto che uno difenda il suo lavoro che è stato offeso da un altro... a viso aperto coi fatti dichiarati. Proprio come non fa lei.

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Mario Crosta

circa 13 anni fa - Link

Sono all'estero anch'io, non si preoccupi, ma stabilmente. E quando clicco su Intravino mi aspetto di leggervi dei commenti interessanti che parlano di vino e del mio Paese. Invece mi ritrovo dei thread come questo che ad un certo punto, direi con una puntulita' da orologio svizzero, si trasformano in ben altro, in un muro da plotone d'esecuzione, dove piuttosto ci si diverte a colpire qualcun altro. Se uno vi sta sulle balle, che sia un commentatore, anonimo oppure no, famoso giornalista oppure no, non sarebbe meglio dirglielo in faccia oppure per e-mail? Perche' tediare i lettori con polemiche infinite che incattiviscono gli interessati e trascinano il dibattito, che potrebbe risultare interessante, fuori dai binari?

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

può portare una documentazione circa l'affermazione riferita a Nicolas Belfrage? Comunque mettere in dubbio la serietà e la professionalità di un grande giornalista di lingua inglese, master of wine, che da oltre trent'anni si occupa, seriamente, di vini italiani, é francamente assurdo

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agricoltore in trasferta

circa 13 anni fa - Link

facendo il suo di lavoro mi sono accorto che non solo non è cosi' difficile ma è pure sorprendente.... cercavo le dichiarazioni su decanter di Belfrage e invece ho trovato qualcosa scritto proprio da lei su Belfrage (la memoria fa cilecca eh?), siamo al colmo: "In occasione della vasta degustazione, svolta lo scorso febbraio a Montalcino, dei vini dell’annata 1997, Belfrage racconta di essere stato ben certo che “il Brunello 1997 sarebbe riuscito a sopravvivere al soffocante peso della sua altissima reputazione e che avrebbe mostrato uno standard all’altezza offrendo un piacere crescente man mano che il vino maturerà in bottiglia”. Innegabile pertanto, che “in una grande annata, da un vigneto di media altitudine, il Brunello possa essere pieno zeppo di frutta, ma anche di tannini e d’acidità che gli conferiscono una struttura tale da assicurare un invecchiamento armonico se non per 100 anni quantomeno per venti o trenta. E’ questo il caso del 1997, che può essere un valido candidato al rango di annata del secolo”. preso da dal suo http://www.winereport.com/winenews/scheda.asp?IDCategoria=6&IDNews=473

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

va bene, prendo atto che Belfrage ha espresso quel giudizio (che non si é poi rivelato azzeccatissimo) e che io avevo riportato quella valutazione su WineReport. E allora, se Belfrage sul millesimo 1997 a Montalcino non é proprio stato ispiratissimo vuole dire che é diventato uno che non capisce niente di vino? Ma niente affatto! Ne capisce tanto e l'ha dimostrato in decenni di specchiata carriera e aveva tutti i titoli e la credibilità per scrivere la lettera aperta ai produttori di Montalcino perché respingessero la proposta di cambiamento di disciplinare del Rosso. E la mia é una considerazione oggettiva, non dettata in alcun modo dal fatto che Nick é un carissimo amico ed un vero maestro da cui ho imparato molto

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francesco

circa 13 anni fa - Link

No, no non la abbiamo capita la sua abilità a lavorare dietro le quinte ed a ribaltare le frifrate. Bsda di coprirsi meglio il culo che ultimamente d sempre scoperto, poi ci crediamo che ha molto fa imparare e non solo dal suo amico

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

un produttore attaccato da alcuni commenti (ma senza avere il coraggio di fare esattamente nomi e cognomi) a questo articolo dice la sua su cosa fare ora per il Rosso di Montalcino: http://www.aisitalia.it/rosso-di-montalcino-cosa-fare-ora--intervista-a-stefano-cinelli-colombini.aspx

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