Mendocino County, piccola guida all’altra California del vino

Mendocino County, piccola guida all’altra California del vino

di Salvatore Agusta

Molto spesso, affrontando il tema dei vini californiani, si conclude per ritenere sia Napa sia Sonoma come le uniche denominazioni per la produzione di vini pregiati. In parte è vero e in questo articolo non si vuole mettere in dubbio l’importanza di entrambe le aree; al contrario, si vuole offrire l’opportunità di approfondire una zona limitrofa che, sebbene vanti minor fama, esprime altrettanta qualità.

Del resto, come spesso accade, all’ombra di una prestigiosa regione vitivinicola si celano delle aree virtuose che talvolta vengono accantonate anche (ma non solo) per un mero tornaconto economico. Oggi vi parlerò di Mendocino County, contea sita al confine nord di Sonoma, dunque nell’alta California; una terra capace di esprimere vini molto stimolanti che, a parer mio, andrebbero menzionati come una delle espressioni più integrali del terroir californiano.

Un primo dato che supporta la tesi secondo cui Mendocino dovrebbe rientrare nella lista delle principali aree vitivinicole americane risiede nell’uso strategico che si fa di questi vini.

Infatti, la maggior parte dei vini imbottigliati come Sonoma e Napa County vengono regolarmente tagliati con produzioni provenienti proprio da Mendocino; ed invero, secondo quanto stabilito dalla regolamentazione americana, sino ad un quarto del vino usato per gli imbottigliamenti relativi ad una County AVA (American Viticultural Area – diciamo più semplicemente una classificazione produttiva similare alla nostra I.G.T. o I.G.P.) può tecnicamente provenire da qualsiasi altra zona fuori da essa, senza che tale dato debba esser riportato in etichetta. Pertanto, tutti i cabernet sauvignon targati Napa County potenzialmente possono avere al loro interno fino al 25% di vino proveniente da fuori i confini citati in etichetta e quasi sempre quell’esterno è proprio Mendocino.

Alcuni fattori chiave per meglio inquadrare Mendocino.
Mendocino è, a detta di tutti, la contea verde, per via della sua particolare attenzione verso la sostenibilità e il rispetto della natura.

In effetti se vi capitasse di imbattervi nelle sue lussureggianti vallate, restereste letteralmente a bocca aperta. Qui la prepotenza della natura è disarmante, svetta su tutto e chi ne condivide il suo ardore non può che inchinarsi in segno di ossequioso rispetto. Tale premessa servirà per comprendere l’origine dei dati che qui di seguito vi indicherò.

Sin dagli esordi, gli agricoltori di questa zona hanno sentito il dovere di seguire uno sviluppo sostenibile, privilegiando quasi sempre sistemi biologici e poi biodinamici. A Mendocino vi sono 570 vigneti e la maggior parte di questi rimane ancora nelle mani di famiglie locali (di origine italiana) che, a partire dal 1850, decisero di convertire questo spazio in una regione vitivinicola.

Oltre il 25% delle uve da vino della contea di Mendocino sono certificate biologiche e 1/3 delle superfici californiane per la produzione di uve biologiche destinate alla vinificazione si trova proprio in questa contea.

Pensate che qui la superficie coltivata secondo i principi biodinamici è 10 volte superiore a qualsiasi altra regione della California.

Gli ulteriori 9110 acri (distinti in 135 vigneti) sono certificati secondo il programma Fish Friendly il quale previene l’inquinamento delle falde acquifere e supporta la sostenibilità di tutte le fonti d’acqua. Ed è interessante considerare che da queste parti vi è attualmente l’iscrizione più alta a questo programma rispetto a qualsiasi altra certificazione verde.

Vi sembra poco? Be’, pensate a cosa hanno fatto in North Dakota quando per instaurate delle infrastrutture petrolifere hanno letteralmente calpestato i diritti dei nativi locali (Sioux) e abusato delle falde acquifere locali.

Ad oggi, in Mendocino si contano 108 cantine locali, le quali di fatto continuano la tradizione dei pionieri italiani.

Come immaginerete, la prima cantina biologica negli Stati Uniti – Frey Vineyards – è stata fondata proprio qui nel 1980. La stessa, nel 1996 è diventata il primo produttore di vino biodinamico statunitense.

Bonterra Vineyards è il più grande produttore di vino biologico nella nazione mentre  Parducci Wine Cellars è stata la prima azienda americana ad essere certificata carbon neutral.

Mendocino è anche un centro di sviluppo di energia solare. La regione vanta la prima cantina a energia solare (McDowell Valley Vineyards); la prima cantina off-grid al 100% (Philo Ridge Vineyards) mentre l’azienda Fetzer Vineyards possiede il più grande impianto solare del settore vinicolo, capace di generare circa il 90% del suo fabbisogno annuale energetico.

All’interno di Mendocino troviamo ben 9 AVA e sotto denominazioni, tutte in grado di produrre vini di spessore. Ecco qui le zone vitivinicole più interessanti.

ANDERSON VALLEY.
Qui si producono principalmente vini a base di uve pinot noir. Non vi è una produzione molto vasta, ma dal punto di vista della qualità siamo decisamente nel posto giusto; il segreto di questa zona risiede nella moderata vicinanza alla fascia costiera; l’influenza dell’oceano Pacifico regala intense brezze notturne, capaci di generare importanti sbalzi termici, necessari per garantire freschezza e fragranza nei vini. Suggerisco di provare Goldeneye Ten Degrees Anderson Valley Pinot Noir 2016, vino elegante quanto vibrante, con sentori di frutta rossa ed amarena, terriccio e foglie di eucaliptus, nonché una solida bilancia di acidità e mineralità. Una versione di pinot noir che non fa rimpiangere minimamente il vecchio mondo e che schiarisce le idee circa la qualità dei vini californiani.

COLE RANCH.
Questa zona vanta il primato di essere la più piccola AVA degli Stati Uniti ed è interamente posseduta dalla famiglia Sterling. Siamo in prossimità del celebre Russian River chiamato così poiché si racconta che durante la corsa all’oro, una azienda russo-americana si occupò di esplorare tutta la contea. Le uve principalmente coltivate sono cabernet sauvignon e merlot.

La maggior parte dei cabernet sauvignon prodotti dalla famiglia Sterling riportano in etichetta la dicitura Napa, infatti l’intera produzione di questa zona viene destinata al taglio.

EAGLE PEAK.
Questa è una delle zone più montuose in Mendocino e i suoi vini esprimono un profilo leggermente più austero rispetto agli altri. Sarebbe troppo facile suggerire un altro pinot noir ma qui preferisco richiamare Masút Estate Vineyards Chardonnay 2018. 

Si tratta di un bianco tosto ma equilibrato; forza e coraggio non gli mancano ma riesce ad abbinare anche una notevole qualità, proponendosi come uno dei bianchi più sontuosi nell’intera area. Se state pensando al tipico chardonnay legnoso americano, non temete, questo esemplare fermenta e matura in rovere francese di tipo neutro. Al sorso richiama a gran voce i classici della Borgogna e mantiene un finale soffice ma non oltremodo consistente.

McDOWELL VALLEY.
Anche questa è una AVA sita in altura a circa 500 m dal livello del mare. Qui primeggia la coltivazione di varietà provenienti dal rodano, anche per via della temperatura più contenuta. Syrah, grenache, marsanne e viognier sono le uve più interessanti e alcune di queste derivano da vigneti centenari.

Marietta “Gibson Block” McDowell Valley Mendocino Syrah 2016.
Gibson Block è il cuore di questa AVA, qui la cantina Marietta produce vini da molto tempo e le vigne site in questa zona hanno più di 100 anni. Siamo nel bel mezzo di un bosco di sequoie che circonda questa minuscola radura dove sono site le vigne.

Questo è un vino che non guarda in faccia a nessuno, non vuole arruffianarti con i tipici sentori goliardici dei vini californiani. È scuro, burbero e rissoso, ama vivere in solitaria e la sua personalità è talmente forte che dopo averlo bevuto, ho deciso d’iscrivermi ad un corso per taglia bosco. Può invecchiare per 10 o 20 anni, ha il potenziale per rasserenarsi la mente e evolvere interiormente.

REDWOOD VALLEY.
Redwood Valley è una valle montuosa dove il clima è più fresco rispetto alle denominazioni circostanti, questo a causa di un gap nella dorsale costiera che consente alle correnti d’aria fredda del Pacifico di penetrare in modo longilineo. Queste condizioni portano ad una graduale maturazione dei frutti che rende raffinato e complesso il vino prodotto. Le varietà principali sono cabernet sauvignon, zinfandel, barbera e petite sirah. Il terreno rosso, altamente ferroso, tipico di questa zona conferisce un certo carattere ai vini.

Pensate che i primi vigneti della Contea di Mendocino furono piantati da immigrati italiani proprio qui, tra le antiche sequoie. L’area ha ottenuto lo status di denominazione ufficiale nel 1997.

Da queste parti è localizzata Frey Vineyards che ho citato prima. Il loro Biodynamic Cabernet Sauvignon, Mendocino CA 2018 è un rosso forte e deciso con sentori di sottobosco, terriccio e spezie essiccate. Esprime un buon livello di tannini, mantiene una buona acidità che bilancia il residuo zuccherino. È un cabernet tipicamente americano ma riesce a trasmettere sensazioni fluide, senza seguire schemi prefissati o decisi a tavolino.

Con questa piccola nota spero di avervi incuriosito un po’ e se qualcuno di voi dovesse pianificare un viaggio in California, contattatemi pure. Uno dei vantaggi di trovare cantine di origine italiana sta nel fatto che i vari proprietari non hanno perso il tipico spirito ospitale nostrano e sono sempre molto felici di avere con loro visitatori stranieri.

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Salvatore Agusta

Giramondo, Francia, Lituania e poi Argentina per finire oggi a New York. Laureato in legge, sono una sorta di “avvocato per hobby”, rappresento uno studio di diritto internazionale negli Stati Uniti. Poi, quello che prima era il vero hobby, è diventato un lavoro. Inizio come export manager più di 7 anni fa a Palermo con un’azienda vitivinicola, Marchesi de Gregorio; frequento corsi ONAV, Accademia del Vino di Milano e l’International Wine Center di New York dove passo il terzo livello del WSET. Ho coperto per un po’ più di un anno la figura di Italian Wine Specialist presso Acker Merrall & Condit. Attualmente ricopro la posizione di Wine Consultant presso Metrowine, una azienda francese in quel di New York. Avevano bisogno di un italiano ed io passavo giusto di là. Comunque sono astemio.

1 Commento

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Leone Zot

circa 4 anni fa - Link

Articolo interessante su una realtà che non conoscevo. Grazie!

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