MC77 e Bonavena sono i vincitori di Birraio dell’Anno 2019

MC77 e Bonavena sono i vincitori di Birraio dell’Anno 2019

di Jacopo Cossater

A Cecilia Scisciani e Matteo Pomposini di MC77 il premio Birraio dell’Anno per il 2019, affiancati da Vincenzo Follino di BONAVENA nella categoria “Emergente”. Succedono rispettivamente a Marco Valeriani di HAMMER e Luca Tassinati di ALTOTEVERE.

I primi non rappresentano certo una novità e anzi la straordinaria crescita delle birre prodotte lungo la Strada Statale 77 della Valle del Chienti, nelle Marche, è sotto gli occhi di tutti. Produzioni che sono diventate dei veri e propri capisaldi della scena tricolore, penso per esempio alla “Fleur Sofronia”, “libera interpretazione di una Blanche belga in cui la speziatura si arricchisce di fiori di ibisco interi di origine nord africana”, o alla “Mild the Gap”, omaggio straordinariamente centrato al classico stile inglese. A “L’Ape Regina in Inverno”, Belgian Strong Ale prodotta con sapa di miele e mosto cotto di Vernaccia di Serrapetrona, o alle classiche “Bastogne” (un’APA) e “Velvet Suit” (una NEIPA), tra le altre.

Tutte birre su cui per fortuna riesco a tornare con una certa frequenza: non lontano da casa ha aperto ormai da un paio d’anni un locale, si chiama Ebè, che per scelta serve solamente birre prodotte in Italia Centrale. Un spicchio di Penisola che offre non solo costanti novità ma anche alcuni dei migliori birrifici italiani di oggi. Basti pensare che nella selezione dei 20 candidati al premio di Birraio dell’Anno di questi giorni a Firenze erano presenti tra Toscana, Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo ben 8 produttori: Brasseria della Fonte di Pienza (SI), Birra Perugia di Perugia,  Ritual Lab di Formello (RM), Hilltop di Bassano Romano (VT), Eastside di Latina, MC77 di Serrapetrona (MC), Mukkeller di Porto Sant’Elpidio (FM) e Opperbacco di Notaresco (TE).

Il secondo vincitore di oggi potrebbe essere la dimostrazione di quella vitalità che sta (forse) investendo anche le produzioni del Mezzogiorno. Bonavena, dal nome dell’omonimo (e iconico) pugile argentino, è infatti birrificio che nasce nel beneventano dall’incontro tra Mario Di Lunardo, precursore nella produzione di birra artigianale nel Sud Italia con il suo Saint John’s, e Vincenzo Follino, presidente dell’associazione  “Southern Homebrewers”.

 

 

Jacopo Cossater

Docente di marketing del vino e di giornalismo enogastronomico, è specializzato nel racconto del vino e appassionato delle sue ripercussioni sociali. Tra gli altri, ha realizzato i podcast Vino sul Divano e La Retroetichetta, collabora con l'inserto Cibo del quotidiano Domani e ha cofondato il magazine cartaceo Verticale. Qui su Intravino dal 2009.

Nessun Commento

Commenta

Sii gentile, che ci piaci così. La tua mail non verrà pubblicata, fidati. Nei campi segnati con l'asterisco, però, qualcosa ce la devi scrivere. Grazie.