Mamojada Vives 2020: i nostri assaggi – parte prima

Mamojada Vives 2020: i nostri assaggi – parte prima

di Andrea Gori

Mediterraneo, entroterra isolano e spirito indomito che per molti tratti si rivela ancora misterioso e originalissimo. I vini di Mamojada rappresentano una realtà già da anni ben distinta dal cannonau di Sardegna generico e turistico. Pur esistendo grandi vini da cannonau al di fuori di questa zona, è indubbio che gli esempi migliori e capaci di far breccia nell’immaginario internazionale dei fine wines o quantomeno dei vini di territorio con personalità vengono tutti da questo fazzoletto di terra dell’entroterra nuorese ad altitudini importanti con vigne che salgono oltre i 6-700 mt. slm.

Questo spiega la ricchezza, la personalità e la freschezza piccante di tanti vini assaggiati ed evita che liquidi con oltre i 15% di alcol divengano pesanti e poco fruibili. I vini di Mamoiada (in totale 250mila bottiglie ogni anno sul mercato, decisamente una nicchia) oggi rappresentano un terroir sorprendente e con una compattezza qualitativa da sottolineare, in un paesino di 2500 anime in cui sorgono ben 200 cantine!

Sono tre le tipologie da approfondire, ovvero, un grande bianco di spessore, sapidità e intensità fuori dagli schemi, rosati sorprendenti e profondi e rossi di eleganza e raffinatezza insospettabile nonostante le gradazioni e la potenza. Del resto siamo ad altitudini medie oltre i 700 mt. slm. con escursioni termiche importanti per quasi tutti i 300 ettari di vigneto dove la parte del leone la fa ovviamente il cannonau (95%) mentre il resto è granazza o granatza (grenache blanc) e altre uve autoctone.

Sconosciuta l’agricoltura meccanizzata e intensiva (si lavora con aratro buoi e lavoro di fino con la zappa) con rese bassissime con alberello come forma di allevamento,  rese attorno ai 20 qli/ha nelle vigne vecchie e 60 in quelle giovani: qui la sostenibilità è praticata da sempre.

N.b.: La degustazione che segue doveva svolgersi in Sardegna ma in seguito alla pandemia, i vini sono stati spediti a casa dei giornalisti e assaggiatori. Questa è la prima parte della degustazione, la seconda sarà curata da Antonio Tomacelli.

mamoja produttori

Cantina Antonio Mele, “Vinera” rosato 2019
Uve a 650 mt. slm., lieve nota selvatica, cipria, lentisco e rosmarino, rosa thea, fragola di bosco poi note verdi di verbena e vetiver, lieve fumè. Sorso di bella freschezza e intensità, di carattere, mandorle, caffè, scarno ed essenziale, di bel carattere e profondità con tratti selvatici che incuriosiscono e fanno tornare sul bicchiere a più riprese. 87

Cantina Antonio Mele “Vinera” rosso Riserva 2019
Scuro porpora e vivido, note di visciola, cumino, pepe e peperoni rossi, miele di eucalipto e castagna fresca, mandorla, macchia mediterranea. Sorso di intensità e polpa molto bella, acidità che sferza il palato e tannino che si fa sentire con discreta arroganza. Non è una passeggiata ma il frutto è nitido, benissimo definito e dotato di croccantezza molto bella, chiude senza lasciar affiorare l’alcol anche se scopre qualche rusticità al naso. 89

Francesco Mulargiu, “Malarthana” rosso 2018
La prima annata in proprio per la famiglia dopo anni in una cantina grande del territorio. Vigna di settant’anni, appare grintoso e ricco già al colore, scuro e con riverberi melanzana. Naso di bergamotto, mora e ribes rosso, fichi neri maturi, prugna secca, toni caldi e speziati. Bocca con tannino molto serrato e nerboruto, grande stoffa e personalità, cacao e frutto si alternano a cannella e cardamomo, finale di profondità umami e fascino unico. 93

Mario Golosio, “Pramas” rosso 2019
Pochissimi ettari in quota, colore ricco e denso, cardamomo e timo con alloro prima ancora di un profondo fruttato di amarena e prugna, pepe e note ematica, visciole sapide, iodio e balsamico. Sorso acceso, ricco con nota ammandorlata e speziata sempre viva, tannino vispo e di personalità, slancio vitale molto bello con una aggressività rustica da smorzarsi nel tempo. 87+

“Vikevike” Rosso 2017
Visciola e pepatura extra, cacao e torrefazione, sorso con tannino che ruga il palato, olive, pasta d’acciuga, lentisco e camemoro nel retropalato dove alcol viene ben mascherato dal tannino anche se risulta scontroso e molto entrante. 83

Vignaioli Cadinu, “Martis sero” rosso 2019 colore porpora acceso e vitale, pulito fragrante e luminoso di visciole, pepe e lentisco, salsapariglia e ribes rosso, tannino e corpo ricchi e di sostanza occupano il proscenio con sicumera e non mollano la beva per molti secondi. Finale cristallino, potente e misurato ma con energia e calore mediterraneo ben riconoscibili. 90

Cantina Teularju, “OcruArana” rosso 2019  (malolattica svolta)
Intenso e splendente di porpora, vigneto unico ma quattro cru differenziati e imbottigliati separati, questo in assaggio è più agrumi e floreale, arancio rosso, bergamotto e rosa, amarene e ribes. Il sorso lieve e dinoccolato, con retrogusto di spezia e pepe rosa, lunghezza con bella freschezza e stile lieve per quanto possibile da queste parti. 90

Cantina Teularju “CaraGonare” rosso 2019 (malolattica in corso)
Prugna, cuoio, lieve lacca e smalto, cupo scuro e piccante, ribes nero, mora di rovo, sandalo e pepe nero. Ha lunghezza e salinità, nota umami molto ricca e ficcante, mallo di noce e cacao. Bocca ancora in ostaggio dell’acido malico ma sottolinea una bella materia e agilità complessiva che sorprende anche se rimane bloccata dal grande estratto materico. 88+

Cantina Giuseppe Sedilesu “Sartiu” rosso 2019
Brodo di giuggiole e anice, salamoia e ribes nero, olive e zenzero, tabacco da pipa e finocchietto. Sorso ricco e potente con verve acida non banale, lunghezza che intriga con piacevolezza notevole di beva e agilità. Finale di succo di ciliegia cotta piacevolissimo. 87

Cantina Giuseppe Sedilesu “Mamuthone” Cannonau di Sardegna 2017
Ricco e impenentrabile con bordi sul porpora acceso, salino, pepato, prugna secca, visciola, carrube, soia, malva, lavanda e bergamotto. In bocca è ampio e sfaccettato con un tannino splendido soffuso e che traccia solchi nel palato allungando il piacere in maniera notevole. Dark materico e intimorente solo all’inizio poi si scioglie in un abbraccio bellissimo di macchia mediterranea viva e pulsante. 93

Cantina Giuseppe Sedilesu “Ballu Tundu” Cannonau di Sardegna Riserva 2015
Da vigneto pluricentenario. Note di mirto e tamarindo, ribes rosso e nero, malva, ginepro, corbezzolo, lavanda e bergamotto, prugna e albicocca in un connubbio strano e sorprendente ma altrettanto stimolante che apre le danze per terziari tra cuoio, tabacco, pepe, ematico. Sorso struggente, persistente all’infinito e di solennità mista a dolcezza, tannino piccante e presente ma mai sovrastante, ricco e intenso senza perdere di vista l’eleganza tutta particolare che solo questa uva riesce ad ottenere. Un ballo tundu per il palato che non perde vigore ad ogni giro, anzi. 95

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

1 Commento

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Max Cochetti

circa 4 anni fa - Link

Bravi! Era ora che si facesse un bel focus su questa zona. Anche perché dire "Cannonau" senza indicare la zona di provenienza è come dire prosecco :D

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