Maison Louis Latour: tutti i vini 2015 in anteprima

Maison Louis Latour: tutti i vini 2015 in anteprima

di Salvatore Agusta

C’è una canzone che ogni anno, di questi tempi, ascolto con piacere: L’estate sta finendo dei Righeira, targata 1985.
Durante la canzone si accenna ad una ragazza che ha già trovato un nuovo amore con cui consolarsi cosí, prendendo spunto da ciò, anch’io ho deciso di provare qualcosa di nuovo per consolarmi: il tasting in anteprima di tutti i vini 2015 della Maison Louis Latour esportati in USA.

Piccolo riassunto doveroso per quella che è una delle più antiche realtà vinicole della Francia: fondata nel 1797 e sita ancora oggi in 18 Rue des Tonneliers in Beaune, Borgogna, la Maison Louis Latour in origine era una compagnia di spedizioni che ricopriva il ruolo di “maison de négoce”.

Da quel giorno si sono susseguite ben undici generazioni e l’azienda è tuttora, dopo oltre 200 anni, di proprietà della medesima famiglia. Sebbene molti considerino questo marchio uno dei più autorevoli négociant francesi, dal 1985 (ecco il perché della citazione musicale di partenza) i Latour hanno cominciato a produrre vini da vigneti di proprietà ed oggi vantano in Borgogna una estensione di 120 acri (48.56 ettari), di cui circa la metà facente parte della prestigiosa classificazione Grand Cru. Si tratta della tenuta più grande della Borgogna per ciò che concerne la citata classificazione.

Le uve provenienti dai loro vigneti vengono vinificate presso la monumentale cuverie di Château Corton Grancey in Aloxe-Corton; il frutto di queste produzione viene imbottigliato sotto il nome di Domaine Louis Latour per distinguerlo dalle produzioni della Maison. A detta degli esperti, in Borgogna l’annata 2015 è stata una delle più prodigiose degli ultimi sei anni, specialmente per la produzione dei vini rossi. Le condizioni climatiche favorevoli e la perfetta tempistica nelle fasi fenologiche della vite hanno permesso di produrre 1518 ettolitri di vino (oltre il 7% in più rispetto gli anni passati). In sintesi il ciclo biologico della vite non ha subito alcun intoppo.

Ma passiamo in rassegna i vini assaggiati:

Schermata 2018-09-27 alle 18.37.00

Meursault 1er Cru “Goutte d’Or”
L’appellativo “goccia d’oro” di questo cru deriva dal fatto che il terreno è colmo di detriti di pietra focaia. Di colore giallo paglierino con riflessi dorati, al naso presenta note di fiori gialli e mandorla. Al palato è fresco, pieno con note leggere di menta piperita. Acidità bilanciata, ma finale medio corto.
Apprezzabili le note di vaniglia che non coprono affatto i sentori più vividi. 88

Corton-Charlemagne Grand Cru.
Questo è un esempio di produzione proveniente dai propri terreni. Le vigne sono localizzate in una delle sezioni più importanti delle colline di Corton con esposizione a sud-est. Giallo un po’ più intenso, tendente al dorato; al naso sentori di cereali e mandorle tostate. Acidità brillante, legno perfettamente integrato, per uno di quei vini che vale la pena bere. 93

Savigny Les Beaune.
Distese appena sotto le colline di Beaune, le vigne si trovano in quello spicchio di terra che tende verso Beaune da un lato e Aloxe-Corton dall’altro lato. Rosso rubino con sentori di ciliegia e mirtilli rossi. Ottima acidità, il vino è ricco, soffice e delicato. 90

Chassagne-Montrachet.
Vino decisamente corposo, con una intensa struttura che richiama alla memoria i rossi della Côte de Nuits.
Tuttavia trovo molto equilibrio, forse un po’ meno spontaneo, decisamente più earthy (che sa di terra) ed austero. Esprime dei tannini alquanto fitti e le note di legno donano complessità. 90

Aloxe-Corton “Domaine Latour”.
Questa denominazione risale al 1862, quando si prese la decisione di aggiungere al nome del village Aloxe la nomenclatura Corton relativa ad uno dei climat più raffinati della zona.
Il vino, che rappresenta una delle loro produzioni vitivinicole, presenta un rosso rubino quasi brillante, al palato è fresco ed equilibrato, pieno, con un finale molto persistente. Sentori di ciliegia matura, sorretti da un leggerissimo sapore di menta, bilanciano le note di mandorla tostata e caffè. 90

Nuits-Saint-Georges.
Sapevate che durante la missione Apollo XV uno dei crateri della luna è stato battezzato Nuits-Saint-Georges in onore di questa denominazione? Il vino possiede un forte carattere, con una struttura un po’ intransigente. I tannini sono piuttosto intensi e prorompenti e il tutto viene accompagnato da sentori lievi di verdure a foglia larga. Per altro verso, si sentono note di ciliegia, cereali e piccoli accenni di caffè tostato e vaniglia. In definitiva il vino risulta complesso e bilanciato, sicuramente con grandissimi margini di invecchiamento. 90

Aloxe-Corton 1er Cru “Les Chaillots”.
La denominazione prende il nome dalla fitta presenza di ciottoli misti nella terra. Il vino presenta note di fragola, ciliegia e mirtilli accompagnati da una ottima acidità e bilanciati da soffici note di legno tostato. Sorso piacevole, lungo con finale decisamente persistente. 92

Morey-Saint-Denis.
Un vino nettamente più concentrato e strutturato rispetto ai suoi pari di Gevrey-Chambertin. I tannini sono meno austeri, e rendono il vino ricco, pieno, dotato di una ottima complessità e di un finale lungo e persistente. Le note di fragola e ciliegia sono ben definite e rendono nel complesso l’esperienza molto elegante. 92

Beaune 1er Cru “Perriéres”.
Il terreno calcareo ed argilloso nonché la notevole pendenza di questo cru permettono la produzione di vini con un grosso potenziale d’invecchiamento. Al naso risulta molto intenso, con note di ciliegia e mirtilli che si ripetono anche al palato. Ma in definitiva si tratta di un vino non troppo strutturato o complesso. 90

Volnay 1er Cru “en Chevret”.
L’eleganza di questo vino è proverbiale, tanto quanto le qualità straordinarie di questo specifico terroir. Il vino presenta note di rosa, viola, ciliegia ed amarena. Grandiosa complessità, finale lungo, vino corposo, tendente al muscolare, dotato comunque di una ottima acidità. 92

Adesso entriamo nel vivo dell’eleganza con gli ultimi quattro assaggi:

Corton Grand Cru “Clos de la vigne au Saint”.
Sebbene non si tratti di un Domaine, tuttavia va precisato che i Latour a partire dal 19esimo secolo hanno cominciato a possedere parte di questa area ed oggi, tranne alcuni spicchi, sono totalmente gli unici proprietari. Vino piacevolissimo, succoso ed armonico, impressionante per l’eleganza e la potenza. Note di viola, rosa, ciliegia ed amarena, incorniciate in una delicata struttura di vaniglia. Il vino è complesso, possiede una grande acidità e un cospicuo fascio di tannini soffici e smussati. 94

Corton Grand Cru “Clos du Roi”.
La definizione di “recinto del re” gli venne data già nel 15esimo secolo quando Carlo VII decise di riservare i vini provenienti da questo spicchio alla sua collezione personale. Replica le note del “Clos de la vigne au Saint” ma risulta un po’ più elegante e fine. Degno di un vero re! 93

Château Corton Grancey Grand Cru.
Il cru mantiene ancora il nome del penultimo possessore prima della famiglia Latour che oggi ne possiede la totalità. Vino molto elegante, capace di esprimere sia note di fiori di campo sia di frutti a bacca rossa. Ottima nota di legno, totalmente integrata e finale lungo e piacevole. 94

Clos Vougeot Grand Cru.
Questo recinto venne identificato già nel 12esimo secolo dai monaci di Citeaux. Si tratta di uno dei clos più estesi. Il vino è senza dubbio il migliore che abbia provato durante questo tasting. Fine ed elegante, bilanciato ma allo stesso tempo molto espressivo. Piacevolissimo. Replica tutte le note poc’anzi richiamate ma si tratta dell’effetto finale che rende il vino decisamente diverso e più armonico. 96

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Salvatore Agusta

Giramondo, Francia, Lituania e poi Argentina per finire oggi a New York. Laureato in legge, sono una sorta di “avvocato per hobby”, rappresento uno studio di diritto internazionale negli Stati Uniti. Poi, quello che prima era il vero hobby, è diventato un lavoro. Inizio come export manager più di 7 anni fa a Palermo con un’azienda vitivinicola, Marchesi de Gregorio; frequento corsi ONAV, Accademia del Vino di Milano e l’International Wine Center di New York dove passo il terzo livello del WSET. Ho coperto per un po’ più di un anno la figura di Italian Wine Specialist presso Acker Merrall & Condit. Attualmente ricopro la posizione di Wine Consultant presso Metrowine, una azienda francese in quel di New York. Avevano bisogno di un italiano ed io passavo giusto di là. Comunque sono astemio.

2 Commenti

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Luca

circa 6 anni fa - Link

Salve, di questo Domaine ho recentemente stappato un Vosne Romaneè 2013 e uno Chambolle Musigny 2012. Prima di dire la mia, mi piacerebbe sapere se qualcuno ha qualche giudizio da dare su queste due bottiglie. Grazie molte anticipatamente.

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Salvo

circa 6 anni fa - Link

Si tratta di due produzioni della Maison non del Domaine. I Latour ancora non sono proprietari in quella zona poiché hanno un rapporto di collaborazione con due vignaioli. In ogni caso non li ho provati, saranno ottimi ma non eccezionali.

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