Fondatore: Antonio Tomacelli
Senior Editor: Alessandro Morichetti, Jacopo Cossater
Editor: Andrea Gori, Leonardo Romanelli, Thomas Pennazzi, Gianluca Rossetti, Graziano Nani, Giorgio Michieletto, Stefano Senini, Alberto Muscolino, Tommaso Ciuffoletti, Lisa Foletti, Alessandra Corda, Nicola Cereda, Simone di Vito, Massimiliano Ferrari, Denis Mazzucato, Vincenzo Le Voci, Leone Zot, Clizia Zuin, Daniel Barbagallo, Jacopo Manni, Antonello Buttara, Francesca Ciancio, Marco Colabraro
Hanno scritto su Intravino: Fiorenzo Sartore, Angela Mion, Adriano Aiello, Mauro Mattei, Vincenzo Donatiello, Vittorio Manganelli, Terry Nesti, Salvatore Agusta, Sara Boriosi, Giovanni Corazzol, Sabrina Somigli, Pino Mondello, Pietro Stara, Emanuele Giannone, Samantha Vitaletti, Michele Antonio Fino, Maurizio Gily, Alessio Pietrobattista, Antonia Maria Papagno, Tommaso Farina, Francesco Annibali, Manuele Colonna, Marco Pion, Cristiana Lauro, Paolo Cianferoni, Lucia La Gatta, Lorenza Fumelli, Sara Porro, Giulia Graglia, Francesco Fabbretti, Federico Ferrero, Slawka G. Scarso, Federica Benazizi, Gianpaolo Paglia, Lorenzo Abussi
5 Commenti
Nelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkE già, questa é l'amara verità, in Svezia e credo anche in Norvegia, il vino bag in box copre almeno il 50% del mercato. Con i costi del monopolio, spesso i grandi bevitori nordici si devono accontentare dei vini "inscatolati", dove la confezione conta più del contenuto.
Rispondigianpaolo
circa 13 anni fa - Linkio credo che il baginbox sia un alternativa credibile alla bottiglia per un ampissima fetta dei vini che non sono destinati o pensati per invecchiamento, e che a ben guardare rappresentano probabilmente il 90% della produzione. Il vetro costa, sia acquistarlo che trasportarlo che riciclarlo, i tappi anche. In Svezia trovi baginbox di molte aziende jtaliane che si vergognerebbero di fare la stessa operazione in Italia, ma io penso che non dovrebbero vergognarsi.
RispondiNelle Nuvole
circa 13 anni fa - LinkNon credo che sia vergogna, ma mercato e anche organizzazione. Il BIB conviene quando si fanno grandi numeri, quando c'é anche un cliente (Monopolio) che é disposto a rischiare e ci sono strutture in grado di provvedere degnamente all'"inscatolamento", cioé con un impianto adeguato per funzionalità e igiene. In Italia non siamo culturalmente preparati ad accettare il BIB, che é una cosa molto diversa dal brick. Per me é meglio così, anche se riconosco a tanti vini confezionati in BIB più sincerità di altre operazioni commerciali ben più pretenziose.
Rispondi