Liveblog | La presentazione ufficiale della guida Slow Wine 2011

di Antonio Tomacelli


Ore 11,00 – Ci siamo. Presentazione della Guida vini Slow Wine e parterre ricco di ospiti. Solito  benvenuto delle autorità e subito il comico Antonio Albanese nell’imitazione del Sommelier (Ais?)

ore 11.16 – Sul palco Roberto Burdese: “La guida è il nostro modo di riallacciare i legami con il mondo del vino”

ore 11,20 – Lo so, a voi materialisti interessa il prezzo della guida, vero? Ventiquattro europei per 1216 pagine, poca pubblicità e grande completezza di informazioni corredate da mappe e tabelle

11,30 – La mappa della Valpolicella, giusto per rendere l’idea

11,35 – I cervelli informatici stanno lavorando alla versione per iPhone! L’annuncio lo fa Marco Bolasco che subito dopo introduce i curatori Gariglio e Giavedoni

11,45 – Parola d’ordine della Guida è “coralità”, ma pronunciata con pesante accento piemontese. Gariglio e Giavedoni si stanno alternando sul palco per spiegare la guida che, almeno come libro, è davvero una bellezza. Per giudizi più articolati, c’è tempo

12,01 – Inizia una sintesi regione per regione condotta da Gariglio e Giavedoni, con spiegazione di come leggere le cartine. La suddivisione riprende quella per Osterie d’Italia, cantine non in ordine alfabetico ma per ordine alfabetico dei comuni. Gariglio prende ad esempio il Piemonte (chi l’avrebbe mai detto?), ora Giavedoni parla della Lombardia

12,07 – Si parla della difficile suddivisione dell’Alto Adige ed è bello che di ogni zona venga fatto il nome dei collaboratori che hanno girato

12,22 – Con la Sardegna sta finendo il breve excursus dei territori italiani

12,37 – Siamo ai saluti. Parla Carlo Petrini, ricordando gli albori di chi girava per vigne con la guida di Veronelli. Mai dimenticarsi di chi come Veronelli ha speso la vita per il mondo del vino. Quando nel 1987 nasce la guida Gambero-Slow, l’interesse non era capillare come ora. Dare dignità al mondo agricolo è ormai una priorità, e domani 6000 persone da oltre 160 paesi nel mondo invaderanno il Salone

12,43 – Anche nel nostro paese la situazione agricola è disperata e il mondo del vino non fa eccezione. Il lavoro per il cibo è un valore e parlare solo di prezzi e necessità di consumo è fuorviante

12,47 – Petrini ringrazia tutti i collaboratori della guida perché il passaggio di testimone è fondamentale. I 3 bicchieri sono stati utilissimi per invitare al miglioramento qualitativo ma oggi l’approccio deve essere totalmente diverso, la conoscenza di cantine e vini deve essere il più descrittiva possibile. Il motto “gli esami non finiscono mai” è sul viale del tramonto, i produttori non devono più sentirsi esaminati e non si deve più esasperare la valutazione. In 23 anni, grazie a Slow Food e tanti altri (associazioni, movimenti) la cultura del vino è cresciuta enormemente. L’invito è vedere sempre dietro alle bottiglie, pensando a famiglie e persone che stanno dietro al vino. Fate il vino come piace a voi, quando avete raggiunto quel capolavoro buono, pulito e giusto, nessuno potrà giudicarvi.

12,55 – Petrini tra gli applausi sottolinea che il vino deve rimanere un prodotto agricolo e dare dignità ai contadini è un imperativo. La crisi non è passeggera e i media sono schizofrenici al riguardo

(da destra, in prima fila: Roberto Burdese, Marco Bolasco, Giancarlo Gariglio e Fabio Giavedoni)

13,20 – Fine della presentazione. I più si dirigono alla Reggia di Venaria Reale dove nel pomeriggio si assaggiano le cantine con chiocciola.

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Antonio Tomacelli

Designer, gaudente, editore, ma solo una di queste attività gli riesce davvero bene. Fonda nel 2009 con Massimo Bernardi e Stefano Caffarri il blog Dissapore e, un anno dopo, Intravino e Spigoloso. Lascia il gruppo editoriale portandosi dietro Intravino e un manipolo di eroici bevitori. Classico esempio di migrante che, nato a Torino, va a cercar fortuna al sud, in Puglia. E il bello è che la trova.

36 Commenti

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Stefano

circa 13 anni fa - Link

Ottimo! Da oggi si trova in libreria? Ieri non c'era ancora :-)

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Lara

circa 13 anni fa - Link

Vista la mappa della Valpolicella, spero sia stata fatta una distinzione tra Valpolicella Classica e allargata...

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Lizzy

circa 13 anni fa - Link

@Lara, la Valpolicella è la Valpolicella. Qualsivoglia altra distinzione è superata dalla storia, prima ancora che dai risultati (in bottiglia). L.

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Lara

circa 13 anni fa - Link

@Lizzy, per quanto riguarda i risultati in bottiglia... assolutamente niente da dire, in Valp. allargata ci sono dei vini ottimi! Invece, "Qualsivoglia altra distinzione è superata dalla storia" non mi trovo d'accordo con Lei, ma forse avremo modo di parlarne!

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Sara' che sono un po' lontana, sara' che dopo giorni di cibo bislacco e vino a gogo'sono leggermente inacidita e ho il fegato ingrossato, ma una domanda insistente si aggiunge al jet lag: avete intenzione di andare ancora avanti per molto con la Guida Slow? Si trattera' di una telecronaca in diretta, tappa per tappa come il Giro d'Italia? Abbiamo capito che vi piace un casino e che ci siete in qualche modo coinvolti, tranquilli non solo ce la compriamo, ma andiamo anche a visitare le cantine chiocciolate, ma dateci ora qualche giorno di rifiato prima di raccontarci com'e' andata e quanto successo ha avuto, ecc. PS Scusate, sono imbranata e non so come inserire la faccina sorridente, fate come se ci fosse.

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Che l'uscita di Slow Wine sia un evento centrale per il mondo del vino italiano non siamo noi a inventarlo. Gli elenchi di vini e cantine, una lettura di strafugo, un liveblog e qualche domanda pepata da girare ai curatori ci stanno: massimo rispetto per chi si annoia o non sente il bisogno di una copertura capillare. Se chi legge compra o meno non ci interessa granché, non siamo un ufficio marketing. Ora come in ogni altra occasione, l'unico interesse è che il nostro lettore abbia tutti gli elementi per capire di cosa stiamo parlando. Un prodotto editoriale nuovo merita un'attenzione particolare, tutto qua. Ci avesse fatto un'impressione negativa, immagini cosa avresti letto.

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daniele

circa 13 anni fa - Link

qual è il prezzo in libreria? grazie

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Stefano

circa 13 anni fa - Link

24 euro

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Leonardo Romanelli

circa 13 anni fa - Link

l'indignazione non è di questo mondo, su alessandro! Più semplicemente, c'è un accordo di collaborazione tra dissapore group e salone del gusto, chiaro che uno copre con maggiore specificità e notizie la manifestazione che in oggetto. Tanto per fare un esempio, sul mio blog leggerai molto di "Degustibooks" e poco del resto, in questo periodo, è normale, e non ci trovo niente di strano, chi legge decide in maniera autonoma cosa seguire, e si fa un'idea. Ma non metterti a fare la vergine violata, dai, non mi sembra il caso..

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Mi spiace dover ammettere che tutta la querelle è tanto normale quanto delicata. Per esser più chiari diciamo tondo tondo che le guide "storiche" (senza alcun giudizio positivo o negativo) sono state criticate a dovere da questo blog, mentre su questa guida sono volati petali di rose. Non mi sembra fair-play. Detto in altri termini nel mio negozio sono liberissimo di lavorare un dato prodotto, piuttosto che un altro di un suo competitor; detto questo per esaltare le qualità del prodotto da me trattato non critico l'altro ma esalto la mia scelta dicendo chiaramente che ho scelto di abbracciare spontaneamente una filosofia gustato-olfattiva (o editoriale, nel caso in questione). Ovviamente la scelta comporterà anche dei vantaggi nei miei confronti ma almeno mi assumo esplicitamente la responsabilità di quanto fatto e detto, dichiarando apertamente la soggettività del mio giudizio. Altra cosa è "lanciare la pietra e nascondere la mano" celandosi dietro una oggettività fasulla e facilmente controvertibile da una persona un po' addentro al mondo del vino. Avevo evitato di intervenire perchè la questione, ripeto, era spinosa, e non si può giudicare secondo le categorie del giusto o sbagliato in senso assoluto; però sento di dovere questo commento a quanto leggono (e sono tanti) questi post senza comprendere che tutto ciò che vi vinene pubblicato va preso con un atteggiamento serenamente critico.

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bordeaux79

circa 13 anni fa - Link

Mi sembra che il tuo discorso non fà una grinza amico france...

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

Ore 12.47. Ecco, un quasi-mezzogiorno di fuoco enoico: "la cultura del vino è cresciuta enormemente". "Cultura", "cresciuta", "enormemente"... ancora una volta, con lo sguardo perso nel vuoto, ti sembra di vedere sulla scrivania una rivoltella carica, pronta per risolvere la questione in un attimo... Ma poi allunghi una mano e per fortuna è solo un'illusione. Catzo, perché?

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

Lo so, quattro righe così polemiche buttate giù alla svelta mentre fai un sacco di altre cose non hanno né capo né coda (e danno pure fastidio, già). Allora provo a spiegarmi meglio. Quello che secondo me sono cresciuti enormemente nel mondo del vino nel nostro paese sono l'interesse, la passione, la voglia di esserci, di farne parte. Si tratta di un fenomeno per molti versi eccezionale, assai positivo, apprezzabilissimo e che per molti versi lascia ben sperare. Tuttavia, sebbene questo comporti inevitabilmente una certa diffusione di conoscenza, siamo ben lontani dal poter affermare che si sia evoluta e diffusa una cultura del vino. La parola “cultura” è assai impegnativa, bisogna essere prudenti quando si decide di utilizzarla. E mi fermo qui, proprio perché il tema è troppo vasto per essere affrontato anche solo con un accenno. In ogni caso, dunque, attenzione alla strumentalizzazione fuori luogo di certi importanti concetti...

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Franco Ziliani

circa 13 anni fa - Link

non ho potuto intervenire questa mattina alla presentazione della guida a Torino. Personalmente, anche se capisco bene che Petrini abbia dovuto dirlo, non sono assolutamente d'accordo che, come ha detto, "i 3 bicchieri sono stati utilissimi per invitare al miglioramento qualitativo". Sono stati utilissimi, molto spesso, ad indurre gli uomini e le donne del vino a produrre vini che non sempre si ricordavano che dovevano "rimanere un prodotto agricolo" e parlare ai consumatori, ma sono diventate tante altre cose. Di cui oggi non si più assolutamente bisogno, che avvertiamo come negative e controproducenti. C'é chi certe cose le ha capite e dette per tempo, e c'é chi le dice - non é mai troppo tardi - con forza oggi...

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

...di questo intervento io non ho capito una mazza. Colpa mia. Grazie per l'attenzione.

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

“rimanere un prodotto agricolo”... che cosa vuol dire "prodotto agricolo"? ... da sempre dopo che l'hai raccolta, l'uva la porti in cantina o nello stabilimento vinicolo... e quindi si passa in un altro ambito che è quello, o dell'artigianato, o quello dell'industria vinicola. L'uva è un prodotto agricolo, il vino non lo è. Punto e basta. Perché certe banali semplificazioni? Detto questo, perché dare ai "tre bicchieri" (di cui non faccio fatica a riconoscere i meriti) un'importanza tendente alla sopravvalutazione? Le "concezioni" evolvono, le esigenze cambiano. C'è spazio per idee nuove?

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Monica Piscitelli

circa 13 anni fa - Link

Per chi come me non è potuta esserci oggi pur avendo dato un suo contributo la tua attenzione autentica per la guida è graditissima. Sto seguendo sul web le dirette. Avevo già letto il tuo post precedente e lo avevo condiviso. Mi è sembrato molto equilibrato, saggio. Mi volevo complimentare per questo: siamo tutti dalla parte del vino. Spero che anche chi si annoia un pò possa capire, in fondo, che questa impostazione di lavoro merita molta attenzione. Non è per il vino, ma per l'agricoltura. E' per il futuro delle nostre comunità. Io ci credo. Saluti a tutti.

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Monica Piscitelli

circa 13 anni fa - Link

Pardon: mi riferivo al post di alessandro morichetti di ieri. questo: http://www.intravino.com/primo-piano/ho-sfogliato-slow-wine-2011-in-anteprima-e-ho-goduto. mea culpa.saluti culpa.

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Caro Francesco, trovo inesatto e personalmente fastidioso quanto scivi. Su Intravino esprimiamo valutazioni sulle guide in uscita (come sul resto) e non sono affatto tutte negative come dici: prima di tutto, sono libere e non vincolate da accordi sotto banco. Gestione promozionale ed editoriale di questo blog viaggiano su due binari separati e tali devono rimanere, nella migliore tradizione. Poi le allusioni maliziose fanno parte del gioco. Stesso discorso per Slow Food. L’unico prodotto che qui ci interessa “vendere” sono i nostri contenuti, nient’altro. Le vendite di Slow Wine sono competenza di Slow Food, a me non interessano proprio e non ci guadagno nulla in alcun caso. Il mio unico interesse è argomentare un’interpretazione. Non prendiamo soldi da Repubblica-L’Espresso quando diciamo che l’opera in edicola è fatta davvero bene e vale l’acquisto: non è colpa nostra se il prodotto affine del Gambero Rosso non è neanche paragonabile. Che il lettore compri l’uno piuttosto che l’altro può rendermi felice ma non ricco, questo devi avercelo ben chiaro in testa. Non prendiamo soldi da Porthos quando osserviamo che Sandro Sangiorgi e company hanno fatto propri certi temi 10 anni prima che Slow Food ci costruisse intorno una guida. Continuare la lista di chi non ci foraggia né omaggia di alcunché pur avendo la nostra stima sarebbe noioso. Anzi, dico “mia” stima perché siamo un collettivo composito e rispondo innanzitutto delle mie parole. Dirò di più. Proprio oggi, un importante esponente della concorrenza guidaiola così commentava Slow Wine: “la guida ha un’ampiezza, un’articolazione di livelli di lettura e di uso davvero notevoli: proprio un lavoro stimolante, di quelli che ti spingono a fare meglio il tuo”. Rispetto la tua posizione autarchica (“sono io il consigliere del mio cliente, non mi serve nessuna guida”), tu per favore cerca di rispettare la serietà del lavoro altrui. Nelle nostre intenzioni, soggettività fa rima con indipendenza e professionalità. Nessuno è perfetto ma lanciare il sasso e nascondere la mano è uno sport che proprio non mi appartiene. @Leonardo Romanelli L’indignazione è di questo mondo eccome. Poi se uno preferisce adeguarsi, la strada è trafficata.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

Credo che tu abbia mescolato un po' le carte in tavola, cerco di riordinarle. esiste un gentleman agreement o no fra dissapore group e salone del gusto (diretta emanazione di slow food)? E' lecito aspettarsi un atteggiamento di cooperazione o no fra le due realtà? Non ho mai parlato di soldi ma di vantaggi: non credi che in questo senso Dissapore group possa trarne da una partneschip con il gruppo slow food? Bssta rispondere "si" o "no" alle tre domande senza indignarsi Non era questo il blog dove si innegiava all'indipendenza dalle guide tanto pubblicare interi post sul fatto che il mondo dell'informazione stia cambiando e che la guida sia uno strumento desueto p.s. 9articoli9 su questo blog li intendo come un "atto informativo inteso a conquistare il favore o l'adesione di un pubblico sempre più vasto" PROPAGANDA... dal vocabolatio DEVOTO-OLI della lingua italiana

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

p.s. il riferimento al blog dove si innegiava al fatto che le guide fossero uno strumento desueto (ironizzando sulla giurassicità rispetto alla "nuova infomkazione) era per sottolineare come le parole possano spesso essere contorte per dare un senso anzichè un altro. Tu questo punto (abbasso la "guida-dipendenza) lo hai sostenuto più di una volta, io lo applico al mio lavoro. Secondo la tua ottica dovrei essere il più moderno dei moderni (visto che uso solo il mio palato con tre degustazioni circa a settimana in cui mi confronto anche con colleghi... of course)ma siccome ho avuto da ridire su equesta estenuante tortura mediatica sulla guida slow, ecco che per magia divento un autarchico

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Forse ti confondi. Mai detto che le guide sono uno strumento giurassico ma solo che il loro ruolo sta cambiando. Che il mondo dell'informazione sia in evoluzione non prescinde dal raccontare il lavoro dei professionisti delle guide. Mescolare come fai quantità dell'informazione e qualità è fuorviante: non vedo ancora vantaggi dalla collaborazione con SF, ma che qualcuno pensi ad un collateralismo che influenza i giudizi espressi è il primo degli svantaggi. Pace.

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Francesco Fabbretti

circa 13 anni fa - Link

E quando mai guerra, ti voglio troppo bene! Però stavolta con sti 9 articoli m'hai fatto proprio incXXXXre!

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Pochi meno quelli dedicati al Gambero, per cui il tasso di novità editoriale è pari a zero. Rispetto e non condivido il tuo reputare eccessiva la copertura ma stai certo che puzza di fumo proprio non ce n'è.

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Leonardo Romanelli

circa 13 anni fa - Link

@alessandro Ripeto, non vale la pena indignarsi. La qualità di un lavoro la si esprime anche con un solo articolo, con 9 dedicati ad un argomento, il buono, pulito e giusto, senza che tu abbia nemmeno accennato ad una velata critica sul concetto che si arroga un'associazione per decidere chi rispetta questi parametri. Non parlo, ovviamente , del contenuto editoriale, lo farò appena la guida è nelle mie mani. Poi, che tu critichi a capofitto il Gambero perchè ci credi, a me va benissimo,ma dimostri un'ottima conoscenza del lavoro svolto tra i collaboratori di SF e meno di quelli del Gambero. Questo è quello che appare dai tuoi articoli. Che non sia nelle tue intenzioni, ne prendo atto, figurati, ma leggendo si ricava una impressione diversa

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Ripeto, contare il numero dei post senza entrare nel merito non aiuta a capire. Ne abbiamo dedicati parecchi anche ai premi del Gambero e banalmente riunendo tutte le categorie utilizzate da Slow Food ne avremmo la metà. Non critico a capofitto nessuno, ho stima di collaboratori validissimi con cui ho anche assaggiato qualcosina e mi avventuro in considerazioni sul senso attuale di un'opera il cui senso attuale è cambiato a causa del lavoro altrui: liberi tutti di fare considerazioni, ma non è di conoscere o meno certe dinamiche che si tratta. Se sai, e lo sai, cosa fu Osterie d'Italia per una certa ristorazione oltre 20 anni fa, ipotizzo che avendo tra le mani la novità il quadro avrà un dettaglio potente. L'invito è entrare nel merito dei testi, e chiedere un surplus di attenzione per qualcosa che non c'era mi sembra il minimo, quale che sarà il giudizio.

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

Il tentativo di negare l'evidenza è forse apprezzabile in termini dialettici, ma non può che lasciare l'amaro in bocca all'osservatore appena un attimo attento. Alla fine apprezzo lo sfogo di Fabbretti non tanto per la polemica da lui innescata e che io ho preso al balzo, ma perché credo lui voglia esprimere un senso di disagio per un qualcosa (il blog) che lui sperava essere in un certo modo ed invece si è rivelato palesemente in un altro. Ma insomma, parliamoci chiaro. La forma è anche sostanza. Quando riservi nove (o quelli che sono) titoli ad un certo argomento, a prescindere da quello che c'è sotto il titolo hai chiaramente l'intenzione di enfatizzare la sbobba. Non prendiamoci in giro, please. Ma non importa. Io però osservo una cosa. Non è ancora finito il mese di ottobre e se vado indietro nei post di questo blog fino al mese di settembre, la parola “vendemmia” la puoi contare sulle dita di una mano. Per me questo è inconcepibile. Il blog è dedicato al vino e non si parla di vendemmia. Ovvero non si parla di vino. Ovvero non si sente il bisogno, la curiosità, l'esigenza di sapere cosa sta succedendo nel momento più cruciale dell'annata. Non si focalizza l'attenzione su questo “sacro” evento, ma ci si dedica, con profluvi di post, sulla solita fuffa gossippara... Ma capisco, son soldi... ;-) P.S.: questo paese non è abituato a distinguere i migliori dai mediocri, non è uso dedicarsi alle cose buone che riesce ad esprimere, ma si dedica più facilmente all'argomento leggero, a quello passionale, a quello emotivo e quindi alla fine semplifica e banalizza tutto. Mi si consenta, per contro, di esprimere il mio personale apprezzamento (per quel che vale) per Francesco Fabbretti che dimostra competenza eccelsa, passione vera, capacità espressive di prim'ordine. Non so se lui è uso pagare i fornitori con tempestività e regolarità ( :-) ), ma per me lui è un esempio per il mondo del vino. (io non conosco lui e lui non sa minimamente chi sono io)

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corrado dottori

circa 13 anni fa - Link

Minchia, è successo qualcosa... Son d'accordo con Bacillus...

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Mettetevi d'accordo. Fare un tot di post su Slow Food vuol dire enfatizzare la sbobba a prescindere, farne un tot sul Gambero no. Delle due l'una. A questo punto caro bacillus, se qualcosa ti interessa del merito, non hai che da cercare una libreria e farti un'idea su Slow Wine. Perché il bello di molti interventi - tuoi e non solo - è il totale disinteresse per le considerazioni contenute salvo dare a intendere che: 1) sapete contare 2) attenzione mostrata da Intravino per SW + collaborazione = inattendibilità = blog irrevocabilmente corrotto. Mi spiace, troppo facile. Prima cerca di capire di cosa si è parlato, poi ne parliamo e se ho pompato qualcosa immotivatamente saremo lieti di offrire al lettore le tue considerazioni. Ma venire qui a fare la morale giusto per squalificare l'interlocutore, insomma, non è roba di cui essere fieri (intanto, alcune delle tue domande sono sulla scrivania di Gariglio e Giavedoni). Sulla vendemmia, mi piacerebbe capire come svilupperesti l'argomento nel tuo blog preferito. Conosco le dinamiche produttive del periodo ma vorrei capire cosa ha in mente l'editore bacillus al riguardo. Concludo con una chiosa per chi non ti conosce e magari pensa "bravo, ben detto, proprio gossippari qui su Intravino": hai lasciato su questo blog 84 commenti, su post inerenti GDO, distillati, controetichettatura, vini naturali, agricoltura biodinamica ecc ecc ecc.. molti anche articolati e interessanti. Concludere un commento con la tirata d'orecchie ai superificialotti di turno mi sembra offensivo innanzitutto della tua intelligenza e in seconda battuta del luogo dove hai espresso più volte le tue opinioni. Comunque ti ringrazio per LA perla: "questo paese non è abituato a distinguere i migliori dai mediocri, non è uso dedicarsi alle cose buone che riesce ad esprimere, ma si dedica più facilmente all’argomento leggero, a quello passionale, a quello emotivo e quindi alla fine semplifica e banalizza tutto". Sei un genio, te lo dici da solo che hai scritto una banalità. Ma ti vogliamo bene lo stesso, specie quando non fai il fenomeno. @corrado dottori Se sei d'accordo su tutto con bacillus, preoccupati, ihihih. Sull'aver gossippato troppo, consolati: per 11 mesi e mezzo non ci fa caso nessuno e un motivo ci dovrà pur essere ;-)

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corrado dottori

circa 13 anni fa - Link

E' che vi preferisco quando vi prendete gli strali dagli Uffici Stampa o quando prendete per il cxxo James Suckling... Che son già troppo serioso di mio... Al di là dei numeri resto convinto che non sia un caso che alcuni dei vostri lettori/commentatori più affezionati vi stiano (benevolmente) criticando. Hai giustamente ricordato la rivoluzione che fu Osterie d'Italia... Ma sono passati 20 anni, internet era agli inizi così come la diffusione di un certo modo di pensare l'agricoltura e l'eno-gastronomia. Il mondo cambia ed il messaggio che dovrebbe venire è: diamo il "giusto" peso a "tutte" queste pubblicazioni. Non sono né la fine né l'inizio del mondo.

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

@Alessandro Oggi è sabato e posso scrivere con un po' più di tranquillità. Comincio dalla fine. Sì è vero, la mia contrapposizione migliori/mediocri poteva essere interpretata sul piano personale e quindi risultare irritante, ma non era questa la mia intenzione, credimi. Era una premessa (eh, lo so, ogni tanto mi abbandono a sgangherate riflessioni sui massimi sistemi) che si riferiva all'assenza in questo paese di una cultura meritocratica, all'incapacità di individuare i migliori e di valorizzarli per l'interesse generale, preferendo piuttosto impegnarsi nel dibattito frivolo, inconcludente, provinciale. E voglio vedere, su questo, chi ha il coraggio di contraddirmi. :-) La premessa era in funzione del fatto che sentivo la necessità di esprimere i miei apprezzamenti per un blogger che mi ha colpito per i motivi di cui sopra (nonché per la libertà di pensiero); ed anche qui voglio vedere chi ha qualcosa in contrario... Oddio, forse il diretto interessato delle mie attenzioni non sa che farsene, ovvero ne farebbe a meno, ma io le ho espresse lo stesso, tiè. SENZA l'intenzione, si badi bene, di sminuire o screditare altri, tanto meno gli autori di questo blog (su cui scrivo perché in fondo lo apprezzo, no?). Era una post scriptum che mi sentivo di fare, l'ho fatto e buonanotte al secchio... Quanto alla guida SW, sì, va bene, formalmente era giusto esprimere le proprie reazioni solo dopo averla letta. Ma, suvvia, un pizzico di diffidenza è lecita, no? Quando da parte di quelli che sono i “main bloggers” qui si sono sempre tessute le lodi di biologico-biodinamico-naturale ed hai assistito a sparate furibonde (ed ignobili) contro gli OGM, è automatico pensare ad una coincidenza di pensiero con Slow Food & C. Ed è così, dài. Insomma, la filosofia è quella, ed è dunque inevitabile l'entusiasmo per l'evento. Che poi tale entusiasmo sia qualcosa di inconsapevole e sia il frutto di una scelta meditata, non ha importanza: così è. Ma così non si è del tutto liberi... Secondo me, (e preciso subito che parlo in generale), il dibattito sul mondo del vino soffre di una spaventosa mancanza di idee. Chi si occupa di informazione e comunicazione in questo settore è sempre giustamente alla ricerca di notizie ed eventi, ma manca la capacità ed il coraggio di liberarsi dagli stereotipi per affrontare invece i problemi da punti di vista diversi, per conoscere e far conoscere meglio l'argomento di cui si occupa, per guardare lontano, in prospettiva, quelle che sono le possibili (e magari auspicabili) evoluzioni. Insomma, per me il giornalista “deve-essere-un-rompicoglioni”. Ma non deve essere un rompiscatole fine a se stesso, dispettoso, inconcludente: la sua azione deve essere finalizzata a costruire idee nuove. Quelle che servono a TUTTI per crescere e per conquistare l'eccellenza che ci meritiamo. No?

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Quando argomenti con calma è più bello leggerti :-D. Qualche precisazione. Il post più commentato di Intravino sulle viti Ogm era seriamente dubitativo, dire che hai letto solo sparate furibonde è un falso. Che talvolta ci piacciano certi vini e produttori non è una novità né un'esclusiva: cercare un legame di causa-effetto che non c'è porta fuori strada. Convengo sol ruolo che attribuisci al giornalista "cane da guardia" e lo estenderei anche ai blogger: io però diffido dei rompicoglioni di professione. Esplicitare la propria soggettività di pensiero su un tema per te è la negazione di libertà e autonomia di giudizio. Indro Montanelli diceva che il massimo dell'oggettività per un giornalistà è la dichiarazione della propria soggettività. Sei un uomo di scienza e non serve sia io a fare 1 + 1. @corrado dottori I due post che citi mi rincuorano: la coerenza interpretativa allora esiste. Ci piace leggere critiche, preferibilmente argomentate e disinteressate. Lasciare il commento libero comporta che non sempre siano così ma fa parte del gioco. Solo la storia dirà se Slow Wine avrà un impatto assimilabile ad Osterie. Che ne stiamo parlando qui è già storia.

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bacillus

circa 13 anni fa - Link

@Alessandro Hai fatto bene a ricordare quel tuo post. Lasciamo stare per un momento il fatto che l'argomento provoca in me orgasmi incontrollabili. Hai colto un'osservazione di un produttore serio (Gianpaolo Paglia) e, nonostante si trattasse di una considerazione del tutto avulsa da quella che è la cultura diffusa sul tema, ci hai voluto fare una breve ma assai significativa riflessione. Hai il merito di aver dimostrato interesse su un argomento che non incontra certo grandi consensi, hai diritto ti venga riconosciuta l'onestà intellettuale di averne voluto farne un accenno. Quanto all' “obiettività del giornalista” con me sfondi una porta aperta. Si tratta di un concetto che non esiste, non può mai esistere. Figurati: il giornalista essendo uomo non può prescindere dalle sue emozioni, dalle sue interpretazioni, dai suoi sentimenti. Ci mancherebbe altro. Il soggetto che volesse dimostrare “obiettività” per me sarebbe un mediocre, non gli potrei credere nemmeno a morire. Il discorso (per me) è un altro. Il giornalista dovrebbe dimostrare curiosità, diffidenza, scetticismo, coraggio... e quindi indipendenza: deve essere chiaro che i suoi giudizi e le sue conclusioni sono di sua proprietà, punto e basta. (ehi, Alessandro, si tratta del solito delirio sui massimi sistemi, non prenderla sul piano personale, ok? ;-) )

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Leonardo Romanelli

circa 13 anni fa - Link

@alessandro "Parlarne qui è già storia"....quando si dice usare toni equilibrati e non ridondanti

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Alessandro Morichetti

circa 13 anni fa - Link

Io volevo scrivere "Il fatto che ne stiamo parlando su Internet è un segno tangibile dei 20 anni passati" ma quando spreco parole l'editore va in escandescenze e rischio il posto ;-)

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