Life of Wine con Lamole di Lamole 2014-1995

Life of Wine con Lamole di Lamole 2014-1995

di Andrea Gori

Terrazzamenti, alberelli e un panorama mozzafiato fanno di Lamole da anni un rifugio sicuro nel Chianti Classico e una delle zone più citate per la qualità nella storia del vino toscano. Questa sottozona del comune di Greve in Chianti è un unicuum di suoli di macigno del Chianti con un sottile strato di terra sopra, ricco di  ferro con sotto il galestro ad assorbire bene l’acqua e a impedire il surriscaldamento con il clima rovente degli ultimi anni. Aggiungi poi, nel caso di Lamole di Lamole, l’uso dei cloni locali di Lamole, a partire da alcuni vigneti piantati negli anni ’40 e tuttora portati avanti ad alberello perchè all’epoca si vendemmiava a novembre e si tenevano viti molto basse per prendere tutto il calore possibile dal terreno.

La verticale andata in scena per la nuova rassegna itinerante di Life of Wine, il bell’evento romano di Roberta Perna e Studio  Umami che da molti anni porta avanti lo studio e l’approfondimento pratico della degustazione dei vini longevi, ha mostrato una evoluzione in cantina continua ma anche un approfondimento radicale e territoriale del lavoro di Andrea Daldin, l’enologo trentino che tra le terrazze di Lamole ormai è di casa. Di seguito le nostre note per la degustazione condotta dal neo Miglior Sommelier d’Italia Simone Loguercio, in forza proprio al Konnubio Ristorante di Firenze dove si è svolta la serata.

Lamole di Lamole Chianti Classico Riserva 2014
Colore scarico ma bello, al naso ha freschezza e croccantezza di frutto, fiori freschi di viola, poi ribes e lamponi, frutta di bosco e alloro. Al palato sa di arancio rosso e agrumi, ha tensione gustativa, sapidità e salinità, anche se è poco morbido per via di acidità e tannino che è comunque dolce, compiuto, bello davvero. 93

Lamole di Lamole Chianti Classico Riserva 2012
Naso di di frutto molto maturo, prugne sotto sale, note di tostature poi legno e alloro, more e mirtilli. La lama di gesso si avverte bene, la struttura sotto è simile ma c’è più morbidezza sopra, il tannino è acceso, più rasposo ma stimola bene la bevuta e sarà da attendere con una certa curiosità e piacevolezza. 88+

Lamole di Lamole Chianti Classico Riserva 2005
Vino pepato, profondo, ricchissimo di colore. Note di amarena, fiore macerato in alcol, succoso ribes nero poi mirtillo e senape. Bocca con toni intensi e cupi e note di confettura di mirtilli, ginepro, incenso, polverosità di tannino sul finale. 89

Lamole di Lamole Chianti Classico Riserva 2001  Vigneto Campolungo
Annata luminosa e storica per un vino intenso e sottile, che ha profumi dolci di vaniglia, fragole e panna, arancio canditi. Note in secondo piano di carrube, anice e finocchio. Bocca sottile, elegantissima che danza a lungo nel finale, con sfumature balsamiche rocciose e di sottobosco che incantano in una struttura perfettamente in equilibrio da bere oggi. 93

Lamole di Lamole Chianti Classico Riserva 1999  Vigneto Campolungo
Ampio, solenne, succoso, croccante e finissimo, di ginepro e lavanda, carrube, mandorle e frutta di bosco. Grande carattere al palato, carezzevole e mentolato ma con una riserva di calore con ritorni di pepe e rabarbaro magnifici. Chiude ampio, elegante con ancora energia e saporosità: vino splendido. 95

Lamole di Lamole Chianti Classico Riserva 1995  Vigneto Campolungo
Iuta, viole candite, etereo ma ancora con polpa viva. Intrigante incenso e menta molto bella, lamponi e ribes nero. Bocca rasposa ma di carattere, bello e scuro che accompagna bene il cibo, prugne mirtillo fragole in confettura, tabacco Kentucky, senape e pepe. Chiude ombroso ma affascinante, molto chiantigiano e ancora battagliero. 92

[immagine: Alessandro Ghedina]

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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