Le Grandi Storie di Intravino: perché ho scelto queste 6, una per una

Le Grandi Storie di Intravino: perché ho scelto queste 6, una per una

di Alessandro Morichetti

Mancano poco più di due settimane alla partenza (17 aprile) e siamo già a 25 iscritti sui 30 posti disponibili, che è una ottima notizia. Finalmente abbiamo anche la locandina de Le Grandi Storie di Intravino 2019 edition e quando Antonio Tomacelli si impegna il risultato è serio.

Già così sarei parecchio soddisfatto ma si punta al pienone in ogni ordine di posti (ci sarebbero già un paio di richieste per metà delle serate ma preferisco il pacchetto completo).

Se non l’avete già fatto, buttate anzitutto un occhio al programma perché mi piace di brutto e in calce introdurrò ogni serata con la scelta che l’ha originata. A fare da conduttori ci saremo io e Davide Pellizzari: competenze diverse ma entrambi ben più che discreti manzi.

Avvertenza: in programma non ci sono donne eccettuata Federica Colla (sebbene Maurizio Zanella abbia minacciato di aumentare esponenzialmente le dosi previste di Annamaria Clementi, mamma e fondatrice di Ca’ del Bosco), non ci sono produttori del sud Italia e non ci sono produttori di colore.

 

locandina Le Grandi Storie

 

Quindi siamo idealmente al 17 aprile, si comincia.

Non potevamo non iniziare da Walter Massa (che tra l’altro ho incrociato proprio ieri sera al Castello di Grinzane Cavour ad una presentazione di Beppe Conti, con Gianni Mura e Dino Zandegù, in occasione dei 100 anni dalla nascita di Fausto Coppi). L’idea de Le Grandi Storie nasce col suo nome durante il Corso di degustazione di Intravino dello scorso anno: quando una partecipante se ne esce dicendo “Certo, sarebbe bello fare delle serate con dei produttori. Io conosco bene Walter Massa” le fa eco Fabio Marcarino, padrone di casa all’Osteria dell’Unione insieme alla moglie Rezi: “Sì in effetti sono 3 o 4 anni che dovrebbe portarmi il vino”. E giù grasse risate. Da lì però è partito tutto il trip e non poteva che essere questo l’inizio della storia.

Siamo in osteria al piccolo Maracanà di Treiso ma un po’ di grandeur ci piace quindi ecco Maurizio Zanella e Ca’ del Bosco con un bel po’ di bocce per la seconda serata (8 maggio). Zanella è al contempo “il Presidente” per chi lavora con lui ma anche un forever young viveur che sa conciliare grandi tavole e posti pazzeschi con uno spirito autentico e goliardico, composto da uomo di mondo ma partecipato da chi sa godersela. Persona ben più alla mano del previsto, sarà divertente fargli raccontare la sua storia e provocarlo un po’, perché è un tipo divertente che accetta le sfide. Sarà una gran serata, poco ma sicuro.

Stefano Amerighi (15 maggio) è proprio una bella persona, in senso figurato. Ottimo prototipo di vignaiolo che in 10 anni e spicci si è mosso magistralmente tra vigna, cantina e mercati mondiali. A lui e al suo lavoro sono affezionato perché ne scrissi entusiasticamente in tempi non sospetti e rileggendo il tutto oggi devo dire d’averci visto giusto già nel 2009. Non poteva che essere lui un simbolo del decennale di Intravino. Parleremo ovviamente di Syrah, bistrot parigini, biodinamica, Rodano e chi più ne ha più ne metta. Non vedo l’ora!

Montalcino e il suo Brunello riempiono il cuore al solo pensiero: parlarne in terra di Barolo e Barbaresco non è una novità e anzi il gemellaggio va avanti da anni grazie ad Andrea Zarattini e WineZone, che con la manifestazione itinerante BaroloBrunello hanno sigillato un gemellaggio altamente significativo del vino italiano. Siccome Andrea nel suo percorso di vita ha lasciato un lavoro solido per buttarsi nel vino, ed essendo un grande conoscitore delle due denominazioni, gli ho chiesto di farci divertire a spasso per Montalcino. Sedere a Treiso e immaginare quei meravigliosi scorci di Toscana. Ohhhh yes we can!

Se Borgogno è un pezzo di storia del Barolo, Andrea Farinetti è l’attuale condottiero. Figlio di Oscar, è nato con la camicia, non ha la spocchia dei figli di papà, ha studiato all’Enologica di Alba e soprattutto ha una parlantina mica male. Tengo segrete le annate del Barolo di Borgogno che berremmo in santa pace ma sarà un bel viaggio nella storia fino a circa 60 anni fa, per capirsi. I conti fateli voi, al resto penseremo noi.

Ultimo giro, ultima corsa, si torna a casa dalle parti di San Rocco Seno d’Elvio, quartier generale di una cantina nascosta sù al Bricco del Drago, quasi a preservare un bel mucchio di storia di Langa. Da Pietro Colla e i suoi spumanti a Beppe Colla, che se ne è andato quest’anno dopo aver scritto alcune pagine memorabili della storia di queste colline, oggi Poderi Colla è Federica e Pietro Colla, oltre ovviamente a Tino, fratello minore di Beppe e papà di Pietro. Noi ci affidiamo ai giovani per rivivere momenti incredibili e miglior finale per Le Grandi Storie non ci sarebbe potuto essere.

Ospiti speciali delle serate: Panegiro di Davide Grimaldi, uno slow food inside che si è dato allo studio del pane fino ad aprire una propria bottega con consegna cittadina a calendario. Ci sarà il pane di Davide in alcune delle serate e spero proprio lui in persona almeno una sera. E poi Grissini Cravero di Barolo, perché un giorno che ero in bici alla fontanella di paese il mio amico Stefano disse, riferendosi alla bottega e alla casa di famiglia: “Guarda, miglior posizione della nostra ce l’ha solo Farinetti lì da Borgogno”. Che sta a 10 metri in linea d’aria. Detto, fatto, sulla strada del ritorno mi è partito anche il trip di sapere qualcosa in più sui grissini quindi la sera di Borgogno sarà ancor più piena.

Tutta questa roba, incluse le cibarie dell’Unione, a 350 euro: per il tuo bene e la tua felicità, prenota gli ultimi posti liberi ad amorichetti@gmail.com o su wapp al 349 53 71 050.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

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