Lanson Champagne e la nuova cuverie heavy metal: assaggi 1976-1990

Lanson Champagne e la nuova cuverie heavy metal: assaggi 1976-1990

di Andrea Gori

Soirée blanche, oppure white party in grande stile per 3600 persone a Les Crayeres. Per Lanson gli ultimi anni sono stati intensi e dirompenti, con una serie di innovazioni che hanno riportato in auge una delle più antiche maison di Champagne, una di quelle decisamente abituate a fare la storia, a partire dal 1760. Una serie di ritratti, bottiglie e manifesti nella hall di ingresso legano i momenti salienti della sua vita con alcuni passaggi storici, e fa decisamente effetto. Come la prima edizione dell’enciclopedia di Diderot e d’Alemebert, la Rivoluzione Francese immortalata da Delacroix, Napoleone a cavallo, il primo dirigibile, la Tour Eiffel, la stagione del Moulin Rouge, lo sbarco sulla luna. Pensare che in ognuna di queste occasione ci sia stato qualcuno a festeggiare con una bottiglia di Lanson per le mani mette sempre tutto in una prospettiva affascinante.

(Di seguito una playlist video in inglese con la visita suddivisa in sezione, se avete voglia di seguirci)

 

Da qualche anno il tour delle caves di Lanson passa per il cortile della maison e in particolare dal Clos Lanson, un ettaro preciso di chardonnay in piena Reims che fa nascere nelle annate migliori il vino omonimo, già protagonista di una verticale a Milano, qualche tempo fa. Aprire la porta dal parcheggio aziendale e ritrovarsi un angolo di campagna in pochi secondi è una sorpresa cui non ci si abitua mai. All’interno della cantina (studiata per rendere efficiente la realizzazione di cuvée senza malolattica, come tradizione) si ammirano le maggior innovazioni e nuovi acquisti che rendono il cuore pulsante di Lanson tra le cantine più aggiornate e meglio organizzate di tutta la Champagne. La cuverie heavy metal con la suddivisione in villaggi grand cru e premier cru, con tanto di nome in rilievo sopra ogni tank, è una di quelle immagini che tolgono il fiato agli appassionati. Soprattutto ti sale la scimmia di scendere di sotto, aprire i rubinetti e bearsi di tanta diversità di profumi e sensazioni.

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Aggiornata la lista dei sogni da realizzare con questo assaggio ideale, passiamo nella sezione dei legni, che riprende una modalità di lavoro storica per un po’ accantonata e tornata attuale con lo chef de cave Jean Paul Gandon, il cui lavoro è stato proseguito dal 2015 da Hervé Dantan: il legno ospita vin de reserve da alcune delle migliori annate recenti, i vini in fermentazione del Clos Lanson e le Noble Cuvée, la particolare gamma di cuvée de prestige della maison. Passiamo poi nei quasi 7 km di caves sotterranee che ospitano le cuvée in affinamento, dolcemente illuminate, e ci spingiamo fino al Paraside Lanson, che ospita le bottiglie dai lunghi affinamenti e le annate storiche.

Oltre alcuni vecchi millesimati proposti a sorpresa, è una bella occasione per ripercorrere la gamma aziendale, mai così precisa e focalizzata su acidità, sapidità e complessità elegante o come dice la maison stessa “frutto, potenza, freschezza”.

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Champagne Lanson “Black Label”. 100 vini dai 3 vitigni champenoise, in proporzione 50% pinot nero, 35% chardonnay e 15% meunier (deg. novembre 2017) 8gr/lt dosaggio con quasi un 30% di vin de reserve per esprimere tutta la complessità Lanson e la sua freschezza. Vino di carattere e immediatezza, ma i tre anni sui lieviti donano complessità ed eleganza sempre belle da provare: agrumi e canditi, zafferano, floreale meraviglioso, croccante e pepato. Bocca di gusto, struttura e freschezza ben rimarcata ad ogni sorso, maturità e freschezza insieme, brioche, gesso e sale. 91

Champagne Lanson Rosè Label. Deg. giugno 2017, 53% pinot noir, 32% chardonnay, 15% meunier, 8gr/lt dosaggio per uno dei primissimi Champagne Rosé mai apparsi sul mercato (ha quasi 150 anni di storia alle spalle). Le componenti frutto, potenza e freschezza sono presenti al completo con belle note di lamponi, ribes e melograno, un bel tocco di bergamotto e mirto, gesso e menta, intrigante floreale di rosa pesco e bellissima nota di mandarino. Bocca cremosa, saporita e con un corpo discreto, sottile, subdolo, che intriga disseta e appaga ma te ne fa chiedere ancora. 90

Champagne Lanson ExtraAge Blanc de Blancs 2004-2005-2006. La gamma extra age prevede solo grand cru e premier cru, minimo 5 anni sui lieviti e vini da 3 annate il più possibile complementari tra loro. Qui il risultato, con 8gr/lt dosaggio, è fine e raffinato, con l’apporto di Avize, Cramant, Oiry, Oger, Le Mesnil sur Oger che dona punte di sottigliezza goduriosa, note di nocciole, arancio, zafferano e mandarino, complessità gessosa e iodata, gelsomino, pera e frangipane. Bocca cremosa, sublime, succosa e ariosa, finale sapido, lunghissimo e accattivante anche da bersi senza altro attorno. 93

Champagne Lanson Extra Age Brut 2004-2005-2006. Tra i migliori e più centrati prodotti dell’azienda a mio giudizio, da 60% pinot noir e 40% chardonnay solo grand cru e premier cru dove dettano legge Avize, Choully, Vertus, Verzenay e Bouzy, 8gr/lt dosaggio. Apertura floreale, allegro, piccante, pepato e ricco di frutta rossa, mela, fragole, pesca, canditi e zenzero, biscotti, miele. Finale croccante, avvolgente e con piglio deciso e corposo, che ribadisce lo stile Lanson a livelli alti e maschili, terremotanti e gastronomici. 94

Champagne Lanson Noble Cuvée Bdb 2002. Non importata purtroppo in Italia, ma una piacevole meraviglia di 100% chardonnay, 6gr/lt dosaggio, 12 anni sui lieviti, uve solo grand cru da Avize, Chouilly, Mesnil, Cramant e Oger. Note di mela e agrumi, pera estiva, mandorle e timo, ricchissimo, con una vena sapida e fresca che rapisce, opulento come l’annata permette ma anche  fresco e pimpante come maison vuole, considerando che ha 16 anni è di una giovinezza straordinaria e ha un fascino godereccio che innamora. 95

Nota: (per i fan della “Noble Cuvée”, tempo fa vi abbiamo raccontato una verticale da Prowein)

Seguono due illuminanti assaggi presi dalle cantine storiche della maison, che conserva rari esemplari di vini dal 1800 ad oggi, e una bella collezione che attraversa il ‘900 con le sue migliori annate, dalle quali estraggono per noi due magnum serviti alla cieca.

Champagne Lanson Vintage collection 1990 (magnum). Attacco di freschezza e complessità quasi stordenti, ma caratteristiche del (grande) millesimo ovvero agrumi canditi, zenzero, miele, zafferano e rhum inglese. Bocca pimpante fresca e vitale, ossidativa e ricercata ma con opulenza e freschezza ancora senza cedimenti, quella  carnosa succulenza che ogni vero 1990 porta con sé fino al finale lunghissimo, tostato, piccante e dinamico dove si affacciano miele di eucalipto, canna da zucchero, carrube, e sottolinea la vena sapida e iodata a rinfrescare di continuo. 96

Champagne Lanson Vintage collection 1976 (magnum). Le prime sensazioni sono spiazzanti e non del tutto piacevoli, tra note saline e quasi di acciughe, pomodori in stile bloody mary, con tanto di pepe e lievi sentori verdi. Poi il floreale vira su ginestra e peonie Duchesse de Nemours (più speziata) e Chromatella (più dolce), si fa strada un frutto tra pesca e fragole che prepara ad un incontro sorprendente al palato con un tocco incredibile piccante, saporito, con lunghezza di frutta rossa e mirtillo, pepe nero, un’agilità mentolata corposa, ricca e lunghissima che lo farà pulsare chissà ancora per quanti anni. 94

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Preludio ideale ad una serata straordinaria in quel de Le Crayeres a Reims. dove Lanson è stata per il terzo anno partner ufficiale della Soirée Blanche, uno di quegli eventi che ti riconciliano con il mondo, che incarnano la bellezza di questa regione e del mondo del vino della Champagne con la sua unica capacità di sottolineare e creare momenti speciali. Spazio alla black label e ovviamente alla “white label”, riccamente dosata e capace con la giusta dose di ghiaccio di creare un equilibrio di freschezza e piacere che non fa storcere il naso nemmeno ai puristi.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

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