L’abuso di alcol suggerisce un solo sentimento: impotenza

di Alessandro Morichetti

Prima notizia: al nord, beve alcol un giovane su tre. Stando ai dati di una ricerca dell’Istituto Superiore di Sanità, “il 56,7% degli adulti tra i 18 e i 69 anni può essere considerato bevitore e il 18% è un consumatore a rischio perché beve alcol al di fuori dei pasti oppure lo consuma in singoli episodi di ‘binge drinking’, quando cioé si assumono sei o più unità alcoliche (pari a una lattina di birra o a un bicchiere di vino) in una volta sola”. Sei o più, altro che schede di degustazione.

Seconda notizia: “Sognavo un triangolo, è finita con un Campari“. Quel gran figo di Benicio Del Toro è protagonista del nuovo calendario Campari. La bevanda diventa status symbol e strumento di seduzione in un’opera che l’attore riassume brillantemente così: “Un uomo spera in un ménage à trois con la sua assistente, tutto si conclude con una bella bevuta di Campari”. Io non lo direi a voce alta. Comunque è il solito lancio che, vuoi o non vuoi, funziona.

Terza notizia: per legge, “a partire dal 13 novembre i locali che proseguono la propria attività oltre le ore 24,00 devono avere un apparecchio alcoltest (detto Precursore) a disposizione della clientela che desideri verificare il proprio stato di idoenità alla guida. Pena per gli inadempienti: da 300 a 1200 euro”. La cinghia si stringe ancora e la ristorazione boccheggia.

Tiriamo le somme. A seconda dei casi l’alcol è status symbol, piaga sociale, fluidificante della comunicazione, via di fuga per non dire di peggio: droga. Poi per noi e altri è storia di vita/e, cultura materiale, filosofia, gusto e segno dei tempi. Quel ragazzo che stamattina al bar ha ordinato una vodka prima di andare a scuola la pensa diversamente, credo. E come gli spiego che ieri sera sono stato un’ora e mezza ad annusarmi uno splendido Rosso di Montalcino 2005 di Poggio di Sotto durante il servizio in osteria? Più rifletto su dove si dovrebbe iniziare ad affrontare organicamente la cosa, più mi viene una parola: impotenza.

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

5 Commenti

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daniele

circa 13 anni fa - Link

La normativa mi trova d'accordo, credo sia utile per il cliente.

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Cantinetta

circa 13 anni fa - Link

Io credo che si dovrebbe partire da una parola: Serietà, da parte delle istituzione ad affrontare il problema con serietà

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Marco Lungo

circa 13 anni fa - Link

Alla parola Impotenza aggiungerei anche Criminalizzazione, fenomeno recente relativo all'alcool per il quale chi beve, nella società, è un personaggio negativo a prescindere e, come tale, da punire. Sembra quasi assurdo che i vecchi film e telefilm americani abbiano sempre l'immancabile cocktail o whisky al rientro a caso o addirittura sul lavoro, financo nei più recenti NCIS o CSI. Perché siamo arrivati a criminalizzare l'alcool in questo periodo storico? Per me la risposta è una: a parte i costi sociali relati a venti delittuosi (incidenti stradali inclusi), è che l'alcool correttamente bevuto è uscito dalla cultura del nostro Paese, insieme a tante altre cose, purtroppo. L'alcool rimane cultura per pochi, e sono quei pochi che magari bevono bottiglie più costose della multa che prenderebbero se fermati e sottoposti ad un alcolimetro. L'alcool offerto non è più un gesto di accoglienza in una casa, non è lo stacco dal lavoro, non è più ricerca e piacere, per la maggioranza di noi. E', piuttosto, la paura del ragazzino che esce sballato di alcool e pasticche dopo la discoteca, sbanda con l'auto e ammazza il povero padre di famiglia che tornava a casa. E' diventato il punto su cui lo Stato fa facilmente vedere che fa qualche cosa, che interviene, che c'è. Credo che la nostra attuale povertà mentale porti l'alcool ad allontanarsi sempre di più da noi con tutto quel che di buono rappresenta, in termini di cultura e di ricerca... e poi sì, è vero, anche l'amico che ti aspetta fedele dopo che ti sei lasciato con la donna della tua vita, o hai fatto lo sborone all'indianata con gli amici, o hai.... insomma, tante cose che non ci appartengono più.

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kenray

circa 13 anni fa - Link

l'alcol è un falso problema as usual. se non ci fosse, le schiere di ragazzini rincoglioniti dediti alla movida snifferebbero colla o peggio. pur di sballare todo va bien. il problema sta da un'altra parte ed è al solito nascosto o meglio nessuno ne parla perchè siamo tutti colpevoli. la famiglia in pole. i valori di questi ragazzi ormai li da la televisione o la playstation. questi ciucci elettronici sopperiscono alle carenze dei genitori. che non han tempo, hanno cazzi da smaltire in quantità industriale, vogliono il disimpegno e la poca applicazione. lo stato o meglio la scuola. che nulla fa se non tagliare costi e mantenere un livello di interesse ed efficienza cosi basso che i ragazzi appena possono fuggono. i media che propongono modelli sociali terrificanti. tralasciamo i programmi cult a partire dal grande fratello e parliamo dei vari annozero report porta a porta. dove si vedono e sentono cose da film dell'orrore. i politici ladroni i vip furbetti del quartierino la giustizia inutile e garantista che ti permette di ammazzare un cristiano e farla franca. insomma l'alcol è un mezzo, intercambiabile con qualunque altra cosa, per fuggire lontano o semplicemente per dimenticare che vita di merda ti aspetta dietro l'angolo. grande vita all vino gente, e chi può lo beva. e se proprio vuoi fare il pirla e vuoi drogarti con qualcosa sempre meglio il vino che il crack amen

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Nelle Nuvole

circa 13 anni fa - Link

Prima proposta: cambiamo la parola "alcol" con "vino". Cosi' si riduce un po' il campo d'azione. Per me l'alcol e' quello danturato per le ferite. Seconda proposta: insegnamo ai nostri ragazzi a bere, oh yeah! Fin da piccoli abituiamoli allo spettacolo di noi adulti che durante il pasto comune consumiamo con piacere quel mezzo bicchiere o poco piu'senza diventare dei mostri. Questo cosi' tra l'altro ci obbliga anche ad avere un pasto in comune con i figli tutti i giorni, non solo la domenica. Seconda proposta-bis: facciamogli anche capire che lo zio spesso allegrotto e "sparacazzate" non e' poi cosi' figo alla seconda bottiglia. Lo zio puo' essere intercambiabile con altro parentame o amici stretti, c'ne e' sempre uno a disposizione. Terza proposta: invece di andare in vacanza a Sharm El Sheik (si scrive cosi?) facciamo con loro un giretto in Piemonte, Toscana, Sicilia, dovunque ci sia una cantina da visitare e una vigna da ammirare. Noioso? E chi se ne frega, sono io che decido mica tu ragazzino caccoloso e comunque e' sempre meglio di un museo (risposta autentica recentemente data a mio figlio numero due). Alla fine si divertono, garantito. Quarta proposta: studiamo quello che fanno gli altri paesi per tradizione piui' sbevazzoni di noi, uno a caso l'Inghilterra. Nonostante la crisi e la normativa severissima del drink and driving, che li' punisce sul serio, i ristoranti prosperano perche' la clientela si e' organizzata con servizio taxi o con la vittima di turno che non beve e riporta tutti a casa, o con il ragazzzo che arriva in motorino lo mette nel bagagliaio della macchina del cliente e poi lo accompagna fino a casa a casa. Sinceramente non credo che una legge piu' restrittiva sul consumo di alcol punisca sul serio i ristoranti, per me sono i quattrini che mancano la causa principale. Per quanto riguarda il problema della dipendenza e' un argomento tanto vasto che trovo difficile da affrontare. Sicuramente un' informazione piu' capillare e meno allarmistica gioverebbe. Mi sembra che Intravino nel suo piccolo vada per questa strada. Infine, permettetemi " Ma Benicio, proprio tu, gli occhi pesti piu' sexy del mondo, ti metti a fare questo cavolo di Calendario! e dire che mi eri tanto piaciuto in quel film con Halle Berry dove eri, guardacaso, un tossicodipendente! Ma quante casse di Campari ti hanno dato?" Adesso quale manifesto appendo nella mia cameretta?

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