Laboro, il disobbediente che voleva essere un Barolo
di Denis MazzucatoAlessandro e Gian Natale Fantino, barolo boys di Monforte d’Alba, fino agli inizi degli anni 80 vendevano vino e uva a terzi.
Alessandro fu anche dal 1981 al 2000 cantiniere di Bartolo Mascarello. Dal 1998 però iniziò a dedicarsi sempre di più ai vigneti di famiglia, che oggi sono 9 ettari coltivati in biologico nella sezione “Dardi” del cru Bussia e a San Sebastiano.
Fino a non molto tempo fa era più facile trovare i vini di A&G Fantino in qualche enoteca d’oltre oceano o in Svezia, piuttosto che qui da noi, oggi però, le cose stanno cambiando, e i vini si trovano anche in Italia.
Il primo vino che ho assaggiato è il Rosso dei Dardi 2018. Personalmente quello che ho bevuto più volentieri, probabilmente complice anche la stagione calda.
Nebbiolo con piccole percentuali di dolcetto e freisa vinificato in acciaio, al naso esprime mora e ciliegia, rosa e chiodi di garofano. In bocca è scorrevole, con un tannino appena accennato e il dolcetto che esce sul finale in modo piuttosto netto. Assaggiato a 14 gradi si è dimostrato un ottimo rosso estivo.
La Barbera d’Alba 2018 è un classico: naso molto intenso di frutti rossi, rosa canina e viola, e il sorso strutturato, molto piacevole, fresco, centrale e lungo.
La terza bottiglia era la più intrigante: Laboro Disobedient 2014, con la bellissima etichetta di Staino.
La prima annata di questo vino fu la 2005, imbottigliato nel 2009. Doveva essere un Barolo, ma la commissione lo bocciò (parlammo di un altro caso celebre proprio qui) perché i profumi non rispettavano i criteri. Alessandro e Gian Natale, che non erano d’accordo, decisero di imbottigliarlo comunque e lo chiamarono Laboro (anagramma di barolo) e Disobedient, disobbediente, ribelle.
In quei giorni il vignettista Staino, amico di famiglia, si trovava presso la cantina, e decise di disegnare personalmente l’etichetta di questo vino.
Da allora ogni anno una piccola parte del Barolo A&G Fantino viene fatto affinare ulteriori 10 mesi (in genere) in botti da 10hl e declassato a Vino Rosso, Laboro Disobedient.
Purtroppo non abbiamo potuto assaggiare quel vino “bocciato” né conoscere qualche dettaglio in più sulle ragioni della bocciatura.
Il 2014, abbastanza intenso, elegante, di fiori secchi, ciliegia e ribes, conferma la stessa sensazione di spensieratezza, leggerezza e scorrevolezza degli altri due vini. Frutti rossi freschi, sapidità e un tannino di nuovo morbido e piuttosto leggero, non ha l’aria di un barolo (pardon, laboro) da aspettare chissà quanto tempo.
I vini della cantina Fantino li trovate da Meteri
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12 Commenti
Francesco Fabbretti
circa 4 anni fa - LinkBello l'artocolo, bella la bouaserie, bello tutto però su meteri il disobedient a quasi 92 euro...raga mi sembra si stia un po' fuori dal seminato!
Rispondicatalin
circa 4 anni fa - Link👍
RispondiPatrick Jane
circa 4 anni fa - Link"Sponsored link" E per 92 euro ve lo lascio più che volentieri sullo scaffale
RispondiLuca
circa 4 anni fa - LinkCondivido, mi sembra un post "abbastanza" vergognoso. Almeno altrettanto vergognoso come i 90 e passa Euro per un vino che... non ha l’aria di un barolo (pardon, laboro) da aspettare chissà quanto tempo. E per di più del 2014.
RispondiBlackdog
circa 4 anni fa - LinkConcordo sul prezzo. Poi ai neofiti picciono particolarmente i vinoni da annate calde
RispondiEb2323
circa 4 anni fa - Link2014 annata fredda. Il problema non è il tempo. È che se lo vendevano solo in Australia ci sarà un motivo...
RispondiEb2323
circa 4 anni fa - LinkL'unica cosa calda è l'etichetta di staino🤩
RispondiMarco
circa 4 anni fa - Link91,5 euro per un vino che non ha niente a che fare col Barolo . . . mi sembrano un po' tantini
Rispondiandrea celant
circa 4 anni fa - Linkquasi quasi compro un barolo...vero,pero'! peccato, l'articolo era bello ma, dopo aver visto il prezzo, mi sa tanto di pubblicita'
RispondiSancho P
circa 4 anni fa - LinkStupenda l'etichetta con Bobo. A pelle, il ricarico del distributore potrebbe fare la differenza. È un catalogo che raccoglie microrealta' introvabili. Stesso problema con i meravigliosi Barolo di Nadia Curto. Il discorso è vecchio. Il piccolo produttore che si mette nelle mani di un distributore che gli assicura una copertura abbastanza ampia, ma poi il prezzo per il consumatore lievita che è una bellezza. Purtroppo. Gli esempi ahimè fioccano . Detto questo, una cantina che ha sposato una viticultura sostenibile dall'atto di nascita praticamente. E allora, mettere al bando la chimica in vigna non era di moda come oggi. Dardi è una delle zone più interessanti della Bussia. Per capirci, da quel vigneto vengono il Bussia di Poderi Colla (per me un monumento alla classicità del Barolo) e la riserva vigna Mondoca di Oddero. Quest'ultimo, Il più balsamico dei Barolo probabilmente.
RispondiRenzo
circa 4 anni fa - LinkCascina Ebreo, qualche anno fa. Ma cavalcare la tigre vincente dei "vini naturali" fa sempre figo; stessa cosa per i vini "fuori dal coro". Peccato che ce ne siano a bizzeffe , anche se non hanno "rese" . PS Conobbi Alessandro Fantino dal maestro Bartolo, nel 91 .
RispondiCapex
circa 4 anni fa - LinkChe noia Staino sempre con Bobo. Sul prezzo inutile aggiungere altro.
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