Laboratorio sul tema “Nuove tendenze del vino italiano contemporaneo”: serve l’aiuto di tutti

Laboratorio sul tema “Nuove tendenze del vino italiano contemporaneo”: serve l’aiuto di tutti

di Alessandro Morichetti

Immaginate che qualcuno vi chiamasse per organizzare un laboratorio sul tema, così ampio e discutibile da cascarci dentro, delle “Nuove tendenze del vino italiano contemporaneo”. Servono bottiglie, insomma, tipologie di vino, che potrebbero fornire a un panel di tecnici del settore e affini una fotografia interessante di alcuni trend che magari 10 anni fa sarebbero stati utopici e non praticabili.

Ho provato a fare due ragionamenti ma con ogni probabilità non si può essere esaustivi e soprattutto non è facile mettere a fuoco aspetti validi per tutti perché partiamo sempre dal presupposto che non esiste “il vino” ma esistono “i vini” e che non esiste “il mercato” ma esistono “i mercati”, dal vino in GDO da 1,99 alla supernicchia della fiera vattelappesca con microproduttori abusivi da 10 etichette e 50 bottiglie ciascuna.

Così su due piedi, per una fotografia esaustiva in 5/10 bottiglie io avrei pensato a:
– Prosecco col fondo
– Lambrusco
– Greco/Fiano/Verdicchio top
– Bianco in riduzione spinta, uva a caso
– Bianco macerato in anfora
– Chianti Classico top quality low price
– un Brunello di tradizione, almeno ascoltiamo pure Google Trends
– un Barolo di tradizione, almeno ascoltiamo pure Google Trends

Ho la sensazione che manchi qualche rosso strano, con la volatile a mille, di quelli che la gente ci si ammazza per dire se è buono o cattivo, poi dovremmo esserci. O magari anche un metodo classico da area demenziale. Ora però datemi una mano, santo il cielo.

[Immagine: Puzzle]

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Alessandro Morichetti

Tra i fondatori di Intravino, enotecario su Doyouwine.com e ghost writer @ Les Caves de Pyrene. Nato sul mare a Civitanova Marche, vive ad Alba nelle Langhe: dai moscioli agli agnolotti, dal Verdicchio al Barbaresco passando per mortadella, Parmigiano e Lambruschi.

35 Commenti

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Alessandro Marzocchi

circa 7 anni fa - Link

Suggerisco una panoramica sui vini del Lazio che conta (Cesanese e Gradoli per intenderci), qualche bell'esempio di Rossese di Dolceacqua, un paio di vini dell'Etna (eddai, non ne vuoi parlare della nuova zona sexy d'Italia?!?). Vini con volatile spinta che ti scompiglia i capelli e la barba di ordinanza ci stanno, ma io sinceramente mi sono rotto di pagare delle cifre folli per dei liquidi che giusto giusto sull'insalata ci starebbero bene...

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nello

circa 7 anni fa - Link

tipo? qualche nome interessante di Cesanese e Gradoli? grazie

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Denis Mazzucato

circa 7 anni fa - Link

Questione bella tosta! Nella tua lista c'è già parecchio. Per quanto riguarda l'anfora (oltre al solito Cos) ci sarebbe l'Arcaica di Paolo Francesconi. A me piace molto. Poi tocca mettere qualcosa di biodinamico. E se la cosa non fosse limitata ai vini ci infilerei il whisky made in Italy. Sinceramente Barolo e Brunello li lascerei fuori, alla faccia di google trends. Sono troppo cari per le mie tasche, ma non mi pare che negli ultimi anni ci siano grosse "nuove tendenze" legate a questi due vini. Sbaglio? Forse ci potrebbe essere una riscoperta del nord del piemonte (Boca, Lessona, Ghemme e compagnia).

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Alessandro Morichetti

circa 7 anni fa - Link

Il Nord Piemonte effettivamente te lo appoggio molto e il feedback attuale va proprio in quella direzione anche con un crescente interesse in termini di indotto turistico.

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Sergio

circa 7 anni fa - Link

ecco, però adesso VOGLIO sapere il nome del Chianti Classico top quality low price!

se per voi "Piemontesi" non è un problema, ci metterei anche un Nebbiolo che viene da fuori Regno Sabaudo: mi pare che la Valtellina possa ricominciare a tirare

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Vincenzo busiello

circa 7 anni fa - Link

Antico podere casanova del mio amico massimo bucciarelli. Probabilmente nessuno ne ha sentito parlare. È colpa sua che è un orso

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Andrea Gori

circa 7 anni fa - Link

da Burde è in carta da anni...ma se non viene mai alla collection e non manda vini alle guide è difficile che se ne parli!

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Vincenzo busiello

circa 7 anni fa - Link

X sergio :Mi riferivo al chianti classico

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Federico

circa 7 anni fa - Link

Non conosco tutto il panorama vinicolo italiano e le sue tendenze, aggiungo solo qualche commento e possibile aggiunta dal mio punto di vista:

– Prosecco col fondo Se questo sta a simboleggiare tutto il movimento dei rifermentati in bottiglia allora sì. Se no avrebbe più senso un Prosecco e basta, come vera tendenza del decennio. Se invece simboleggia i rifermentati in genere, condivido, perchè si è iniziato a rifermentare tutto, anche in zone non propriamente storiche (e non lo dico con accezione negativa) come Emilia e Veneto, ecc... . Per cui sì, questa è sicuramente una tendenza significativa (in questi giorni ho bevuto una schiava e una lumassina rifermentate in bottiglia).

– Lambrusco
Sottoscrivo, però direi più propriamente "I Lambruschi"

- Metodo Classico da tutta Italia.
Come e più dei rifermentati in bottiglia col fondo di cui sopra, anche i metodo classico ormai non mancano in ogni zona d'Italia. E con tutti i vitigni. Oserei dire che la bolla tira più che mai ed è una tendenza dell'ultimo decennio

Infine aggiungerei qualcosa della fetta di mercato da prezzo. Quella del supermercato. Un po' come provocazione e un po' come segno della grossa fetta del mercato e segno dei tempi, metterei una Bag-in-box.
Non di quelle da supermercato e marca nazionale, ma di quelle delle piccole e medie aziende. Aziende territoriali. Ho l'impressione che è di questi ultimi dieci anni la tendenza a trovare sempre meno sfuso classico in damigiana nelle piccole aziende, ma a incappare in questa soluzione da prezzo, scelta e alla portata, non più solo dalle grandi cantine.

Infine un Biodinamico o bioqualcosa non può mancare. Casomai giustamente metterlo rosso e con volatile alta, avrebbe un bel significato.

Sul Nord Piemonte mi piacerebbe, ma non sono così d'accordo. Forse dove vivete voi è così, ma in giro non ho la sensazione che ci sia questa gran attenzione. Anzi, a novembre sono stato a Torino 4 giorni. Ho girato almeno 5 enoteche. Ero a caccia solo di Nord Piemonte. Oltre alle due classiche etichette a copertura nazionale, sono tornato a casa con davvero poca gamma. Ed ero a Torino. Ma ripeto, forse è solo una sensazione parziale.

Buona serata! ...poi ci dirai le bottiglie scelte ovviamente

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roberto

circa 7 anni fa - Link

l'obbiettivo è? trovare un VDM? individuare una classifica delle zone vocate a produrre VDM? entrambe le cose?

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Iacopo

circa 7 anni fa - Link

Un vitigno su cui si sta investendo molto e su cui sono riposte molte speranze è il Pignoletto Doc. I volumi sono ancora ridotti, ma l'impegno con cui stanno investendo alcune cantine fa pensare che in un futuro prossimo diventi una "nuova tendenza".

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Nelle Nuvole

circa 7 anni fa - Link

Mah, la domanda del post ha bisogno di una chiarificazione, bisogna infatti capire a cosa tendono le ipotetiche nuove tendenze:
a vendere continuativamente o solo a far parlare di sé e basta? A farlo dentro le mura domestiche o oltre le stesse?

A parte ciò, dando per scontata la propensione dei compratori qui, lì e in ogni dove è poter scegliere vini prodotti con meno impatto ambientale, io annuso un paio di tendenze:
vini con volume alcolico più basso, diciamo fra 11.00% e 13%.
vini con livello zuccherino più alto.
La prima tendenza mi piace, la seconda molto meno, ma questo è il mercato bellezza.

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roberto

circa 7 anni fa - Link

No, morichetti non c'aiuta!!!! latita, lancia il sasso e poi guarda i cerchi... o sarà impegnato in qualche estenuante trattativa online!

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Alessandro Morichetti

circa 7 anni fa - Link

Nelle sei donna da marciapiede e sai che quello di cui si parla con insistenza e convinzione oggi è quello che si vende domani, quindi si intende tutte e due le cose. Cinque anni fa i prosecco torbidi erano merda adesso si trova ogni tipo di merda col fondo e gira mica male: per fare un esempio tra tanti.

@roberto Facessi domande comprensibili a tutti sarebbe anche meglio e per la cronaca ero a farmi i capelli ;-)

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roberto

circa 7 anni fa - Link

A ecco, allora sei giustificato.. chi bello vuol apparire!! Ma la domanda è semplice, lo scopo è trovare un vino vomitevole , un vino vomitevole appartenente ad una specifica area geografica, un'area geografica (come dire certe regioni dovrebbero pensare a ben altro che so alla caccia e all'ippica?). La mia risposta te la mando a prescindere dalla tua risposta, io penso che le nuove tendenze siano quei vini in perfetto stile meridionale belli potenti, acolicissimi ma con tanto bello zucchero residuo e ph al bicarbonatosodico che lo fanno andar giù bene e magari un po' di frizzantino da rifermentazione in bottiglia, e per un pizzico di brett che non guasta mai!

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vinogodi

circa 7 anni fa - Link

Lambrusco , assieme al Prosecco li vedo al top della tendenza . Il Lambrusco perchè piace a tutti , dall'amico di Bordeaux al viticoltore di Borgogna, dall'appassionato di Logrono e Carcastillo all'imprenditore di Malaga, dall'atleta di Colonia ai bevitori seriali anglosassoni , sia inglesi che statunitensi (le fgure succitate non sono di fantasia ma amicizie reali con cui ci si confronta spesso) . Ma il Lambrusco è un pianeta , correttamente si è citato "I Lambrusco": il trend sono , paradossalmente , i Lambrusco di varietà più strutturate (Marani, Maestri e Viadanese) , meglio se "abboccati" nelle versioni come si produceva anni or sono , residuo che serviva funzionalmente a smorzare eccessive ruvidezze di questi vitigni...... PS: gli ancestrali stanno ricevendo resistenza : un pò perchè in pochi li sanno fare bene, un pò perchè molto spesso pregni di riduzioni importanti che piacciono soprattutto a chi ... è abituato , senza fare polemica sulla categoria e senza fare nomi (anche se qualcuno li incensa acriticamente e più ideologicamente che per reale convinzione)...

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andrea

circa 7 anni fa - Link

Italian Coca Cola lo chiamavano negli States quel Lambrusco dolcino, pardon, abboccato..uao! Propongo pure il pinot grigio trasparente e la vodka al melone.

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Zuk

circa 7 anni fa - Link

Concordo appieno per i nebbioli dell'Alto Piemonte, in prospettiva Boca e Carema su tutti. E stando in zona, aggiungerei qualche bianco da Erbaluce ( o meglio Greco novarese, se no a Caluso si offendono), magari anche in versione metodo classico.

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Stefano Cinelli Colombini

circa 7 anni fa - Link

Scusate, ma la massima tendenza Toscana è innegabilmente la Maremma DOC che in quattro anni è passata da 0,5 a 5,5 milioni di bottiglie; + 6.500%, e a prezzi non bassi. Mai sentita? Eppure è il successo del decennio. Poi il Bolgheri DOC, quasi + 40% in tre anni anche qui con prezzi non bassi. Segue il Chianti Classico, in crescita a due cifre da quattro anni e ai massimi di prezzo del decennio.

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Uno Qualunque

circa 7 anni fa - Link

Io vedo un ritorno agli internazionali cabernet, merlot e souvignon, ma più territoriali e meno turbo/legno/frutto/spinti. Giocati su bevibilitá e quando possibile eleganza. Sicuramente concordo con il minor tenore alcolico. Infinei immagino la spumantizzazione di tutto. Rossi compresi.

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il chiaro

circa 7 anni fa - Link

champagne! Era, è e sarà sempre sopra a ogni tendenza.

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marcovena

circa 7 anni fa - Link

Bella tosta sta questione....ne dico una che vale per due se non per tre..... (ri)scoperta della Liguria, i suoi bianchi macerati, il grande de Batté e il suo....Harmoge....Altrove...fate voi!!

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manuel

circa 7 anni fa - Link

Confermo i lambruschi "odi et amo", l'abbandono del grado tanto, le lunghe macerazioni per i bianchi.
Aggiungerei il disinnamoramento per i toni varietali franchi perbi bianchi e la cura del tannino verso piu' eleganti fusioni Poi il crescente rapporto post- bottiglie...

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adriano aiello

circa 7 anni fa - Link

Piedirosso
Timorasso
Rifermentati
Cirò (questa è una speranza)
Ripasso

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erique

circa 7 anni fa - Link

negli ultimi anni capita di incrociare rossi, che da tradizione sono strutturati, in versioni invece più snelle, agili con meno estratto, poca botte o solo acciaio. ed è una novità.

due esempi per capirci:
il sangiovese noelia ricci (romagna)
il cannonau di roberto pusole (ogliastra)

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Lorenzo Semai

circa 7 anni fa - Link

Dai poche bobe, la tendenza è una sola: il vino naturale, bio, ancestrale, del contadino, come si faceva una volta, di vignaioli, indipendente... chiamatelo come vi pare, ma la tendenza è quella. Quindi tutti alla ricerca delle origini: colfondo, macerati, in anfora (così di facevano in Armenia migliaia di anni fa), non filtrati. E se puzzano chissenefrega, anzi diventa una peculiarità: dal Friuli alla Sicilia, nessuno escluso...

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andrea

circa 7 anni fa - Link

Partendo dal presupposto che l'alcool etilico e' una sostanza tossica e cancerogena che induce dipendenza, desidero un vino che sia poco bevibile. Definire la bevibilità come una caratteristica positiva di un vino e' una pura follia. Vorrei quindi un vino del quale un solo calice mi soddisfi per molte ore. Il mio fegato ed il mio portafoglio ringraziano.

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il farmacista goloso

circa 7 anni fa - Link

Non c'è che una via allora, Andrea: passare alla eau-de-vie (cognac). E' l'unico prodotto che offre le caratteristiche da lei richieste, e che in proporzione costa meno e soddisfa più a lungo di una bottiglia di vino.

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andrea

circa 7 anni fa - Link

L' ottimo Thomas Pennazzi ci ha già provato...e qualche fenomenale Armagnac su suo consiglio l' ho trovato. Massima soddisfazione e lunga durata in minimo volume, eppero', oltre alla quantità, dell' alcool dovremmo anche badare alla concentrazione, in termini di capacità di generare danno. Per cui si, grazie, esperienze uniche, ma rare. Però vini i vini marmellatosi, con estratto secco da 30 quintali per ettaro a me piacciono ancora. Anche se marmellatoso e' diventato ora un descrittore spregiativo di qualsiasi vino. Sulla mia tavola non desidero vini esangui. Preferisco poi non siano biologici/ biodinamici perché considero ancora la religione l' oppio dei popoli. E all' oppio continuo a preferire l' alcool , e soprattutto tecnicamente inadeguati

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il farmacista goloso

circa 7 anni fa - Link

Ancor più ottimo Andrea, facciamo due conti: un bicchiere di eau-de-vie a piacere, invecchiata diciamo 15-20 anni, contro un bicchiere generoso di vino. 4 cl a 40° contro 25 cl a 13°. Quantità alcolica del primo 1,6 cl di alcool puro; del secondo 3,2 cl. Tempo di ingestione del primo, in ragionevole meditazione, godendosi ogni sfumatura dello spirito, e non alla russa: 30-45 min.; del secondo, in ragionevole bevuta, 10-15 min. Supponiamo entrambi assunti a stomaco pieno o impienendo. Quale dei due fa (biologicamente) più male? Per tacere dell'integrazione dell'alcool nella materia non-alcoolica durante gli anni, che lo rende molto diverso dall'alcool "fresco". E adesso non venitemi a raccontare fregnacce, pliz.

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Denis Mazzucato

circa 7 anni fa - Link

Sulla bevibilità posso citare un blog di un mio amico? ;) http://www.intravino.com/primo-piano/la-bevibilita-e-il-nuovo-mantra-del-vino/ Dire che definire la bevibilità come caratteristica positiva è (sempre) pura follia, è una sciocchezza secondo me. Sicuramente se ne abusa, e paragonare la bevibilità di uno sherry fino e di un sauvignon non ha nessun senso, ma follia? Sempre? Mah...

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david

circa 7 anni fa - Link

L'importante è che costino un botto. Ecco, la nuova tendenza dev'essere "vini buoni a meno di 10€"...non è possibile pagare qualsiasi etichetta, qualsiasi vitigno, qualsiasi lavorazione non meno di 10€...pure i base, 2 mesi in bottiglia, dal peggior vitigno, a 10 metri dal' autostrada, in una zona vocata ai bianchi , ma rosso! ABBASSATE I PREZZI!

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Enea

circa 7 anni fa - Link

Secondo me, seguendo il mio gusto e quello visto nelle fiere italiane, nei prossimi anni saranno sulla rampa di lancio queste tipologie di vino: - Tutti i rosé italiani ben fatti salentini e del lago di Garda - I Lambrusco, su cui vedo che siamo quasi tutti concordi - Spero finalmente i Nebbioli della mia Valtellina ma non nella pessima versione Sfursat - La Calabria e i suoi Cirò - Rossese di Dolceacqua - Rosso di Montalcino, perchè il Brunello non ce lo possiamo permettere quasi mai

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Acino Aspro

circa 7 anni fa - Link

ancora con il prosecco colfòndo? sarebbe ora di andare oltre e non si tratta di essere enofighetti (ciao Cernilli).

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Federico

circa 7 anni fa - Link

Importantissimo! Dimenticavo quella che sarà la vera tendenza dei prossimi anni, a 360°, cioè aggiungere sale nel vino, direttamente in botte o in vasca....con tutta la sapidità che circola in stò periodo :-)

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