Verticale definitiva di un Brunello di Montalcino che ha fatto storia: Tenuta Nuova Casanova di Neri 1993-2013

Verticale definitiva di un Brunello di Montalcino che ha fatto storia: Tenuta Nuova Casanova di Neri 1993-2013

di Andrea Gori

Difficile trovare un vino più divisivo del Tenuta Nuova di Casanova di Neri. Diventato universalmente cult nel 2006, quando Wine Spectator lo insigniva del titolo di Wine of the Year (ultimo vino italiano e unica DOCG a riuscirci, gli altri sono stati Ornellaia e Solaia nella doppietta 2000-2001), divenne un caso di successo che sancì definitivamente lo status del Brunello come vino da collezione, e da ricercare sui mercati mondiali. In patria, invece, non è stato mai troppo amato dagli appassionati di sangiovese duri e puri. Legno piccolo (fermentazione in tini troncoconici, tonneaux), note di frutto esplosivo e dolcezze intriganti, ma vino troppo lontano dagli stilemi classici di Biondi Santi e altri come lui, di una ricchezza fatta di acido malico, frutto delicato sotto spirito e sottigliezze. Proprio questa distanza dai modelli classici del territorio è la base di partenza di Giacomo Neri, nella sua introduzione alla degustazione per solo 15 invitati da tutto il mondo, con le ultime bottiglie disponibili di molte annate, tenuta in cantina con l’occasione dell’uscita del vino del ventennale, la 2013 con etichetta dorata.

Casanova di Neri - vini

Giacomo ci racconta di come vide il futuro, quando decise di acquistare un nuovo vigneto dove produrre un Brunello rivoluzionario. Racconta l’aneddoto delle reazioni della madre e l’iniziale scetticismo, poi divenuto entusiasmo per la luce particolare del luogo. Giacomo scelse nel 1987 un vigneto a sud a Sant’Angelo in Colle, località Le Cetine, ad una quota di 275-320 metri s.l.m. con esposizione Sud-Est, Sud, Sud-Ovest: un terreno composto da galestro con presenza di lenti di tufo e argilla. Il vigneto era in pratica un’intera collina a schiena d’asino, circondata da un bosco di macchia mediterranea: zona di potenza e ricchezza, non facili da gestire in eleganza. Proprio qui risiedeva la scommessa: creare un vino riconoscibile e unico, non solo basato sull’acidità ma capace di aggiungere qualità e quantità di tannino per un numero di bottiglie consistente. Tenuta Nuova è un vero e proprio “cru” – stiamo comunque parlando di 60 mila bottiglie – ed è un vino che esiste, e gira sui mercati. Nell’intuizione di Giacomo doveva essere un vino capace di far breccia su un mercato specifico, puntando sull’esaltazione del frutto e la freschezza, fieramente all’opposto dello stile “frutta di bosco sotto spirito” e “ciliegia”.

Un vino che ha finito per fare la storia, da sempre criticato perché troppo moderno, fruttato e dolce, ma che ora fa tradizione a Montalcino con tanti epigoni che spesso ne hanno solo copiato le espressioni più esagerate, senza coglierne la particolare forma di eleganza dovuta anche ad un grande lavoro di fine tuning, di estrazione e maturazione, supportato dall’enologo Carlo Ferrini, oggi non più consulente dell’azienda.

In sala sono presenti James Suckling, che ha assegnato 100/100 all’annata 2010, artefice principale della vittoria nella Wine of The Year (prese 97 punti) e Monica Larner, che attribuendo ugualmente 100/100 sempre a 2010 (lo stesso anno fu premiato con lo stesso punteggio anche il Madonna delle Grazie de Il Marroneto) mise il definitivo sigillo di qualità su questo vino. Giacomo ama parlare del fatto che fu un’intuizione da contadino innamorato di un luogo, da uomo di terra e non di marketing, ma di certo le due facce della medaglia oggi sono perfettamente fuse e indistinguibili.

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2013
Suadente, dolce, penetrante e misterioso, ribes rosso e lamponi, asciutto, tuoni balsamici e menta, melograno e pepe, tannino dall’ottimo grip, succo di pesca e finale di tabacco e noci. Grande forza ed equilibrio con una sosta prolungata nel palato, piacevolissima, cui pare però mancare la pienezza di bocca di altre annate in cerca di maggiore eleganza. 95+

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2012
Avvolgente, carnoso, scuro e pepato, ricco e magnificente con note di more, mirtillo, castagna e mallo di noce. Bocca monolitica con frutto ricco e finale solare, tannino serrato, estratto e concentrazione ma anche una maturità perfetta di frutto, ci piace ancora di più dello scorso anno, definito e muscolare. 97+

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2011
Cenni vegetali poi pepe, marasca, lamponi e notevole succulenza di frutto maturo, note di oliva e melograno, avvolgente e roccioso, tannino ben sostenuto, finale lungo e fruttato con pepe che torna a folate. 93

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2010
È sempre in forma strepitosa, con note cangianti e ricche di ribes rosso e lamponi, ciliegia durone, energia e forza ancora intatte e roboanti, piccante e sferzante. Ha sorso scalpitante e netto, tra cascate di frutta rossa e nera, note affumicate e mentolate, bellissimo e all’altezza della sua fama per il tannino terremotante e nitido. 99

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2009
Fragole lamponi e arancio rosso, marasca, canditi, noci e legno di castagno, tannino piccante e acidità elevata, calore di frutto e struttura da legno lo sfumano appena, rendendolo piacevole anche se un po’ ingessato. 93

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2008
Scuro, piccante, con more di rovo, senape e anice, balsamico e menta. Bocca sottile e nervosa che asciuga il sorso e con frutto in maniera intrigante, rivelando poco a poco il suo futuro promettente. 92+

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2007
Grande dolcezza di confettura, amarena e fragola, pepe e legno, noce moscata e legno di cedro. Bocca con frutto nitido e succoso, ingolosisce e disseta, tannino ben dosato, finale con dolcezza insistita che lo frena appena un poco. 92

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2006
Annata da ricordare e vino all’altezza della sua fama: balsamico, pepato e con molta torrefazione al naso. Bocca con frutto scuro molto tirato ed estratto, e anche tannino che smorza e spinge, arcigno da bere ma è annata costruita in prospettiva. 96+

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2005
Intensità di frutto e freschezza, macchia mediterranea, lavanda e mirto, sorso gioioso, saporito, con un equilibrio mirabile di dolcezza e spigolosità, durezza e mascolinità e un piacere da bere e aspettare ancora. 97

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2004
Balsamico struggente, pepe e lamponi sotto spirito, melograno e arancio rosso, piccantezza; rocciosissimo. Bocca sciolta, risoluta, allegra e spigliata con un finale appassionante, con futuro ancora da arrivare. 96

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2003
Frutta sotto spirito molto ricca e calda, fragole marasca e pepe, lavanda e sale. Bocca agile e sottile, con frutto residuo intrigante e tannino appena serrato e chiuso, in ogni caso per la vendemmia 2003 un vino sontuoso, eccome. 93

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2001 (da magnum)
Balsamico, more, ciliegie e mallo di noce, elegantissimo, pulito e cangiante, pepe e anice. Finale in piedi e sulle punte, affilato e con verve residua, monolitico, dolce e sapido, di un godimento raro, a più dimensioni, che ha raggiunto una fase incredibile di raffinatezza e sontuosità. 98

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 2000
Calore e floreale di campo, mallo di noce, aneto, sambuco e tabacco. Tannini e acidità che tengono bene botta, frutto di sottobosco e citrino che seduce sorso dopo sorso, anche se l’annata mostra i suoi limiti. 93

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 1999
Calore e sontuosità, umami e senape, amarena e mirtillo. Bocca speziata, tannino ottimo e scorrevole, lunghezza e importanza di beva intatte e cristalline, ancora vita avanti a sé. 94

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 1998
Bottiglia non a posto: vino dai toni scuri e con humus e cantina, torrefazione, glicine e sale, bocca un poco aggrovigliata con tannino esuberante che schiaccia l’esile frutto. 86

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 1997
Caldo, ricco e balsamico, melograno, arancio e lamponi. Bocca con senape e croccantezza, rigidità di tannino ma frutto ancora piccante e saporito, tra i migliori 1997 del territorio. 91

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 1996
Dolcezza, torrefazione, pepe e geranio, melograno e frutto speziato. Bocca agile, vispa, croccante e mentolata, tannino un po’ inchiodato ma serra bene e bilancia il frutto, per un vino che strizza molto più l’occhio alla tradizione. 93

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 1995
Frutta di bosco e senape, resina e ribes nero, macis, tabacco. Bocca godereccia e agrumata, ritmo e trama tannica ancora baldanzosi, bel frutto e melograno finale. 92

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 1994 (da magnum)
Altra bottiglia non a posto: ribes, eucalipto, anice e menta, arancio rosso e cumino. Bocca lieve, sottile e ancora vitale, tannino dolce e lasso, comunque arioso e divertente. 86

Tenuta Nuova Brunello di Montalcino 1993
Granato ma ancora rubescente: pepe, nocciole, castagne e humus, bocca animata, sapida, con acidità ancora alta e centro bocca che cede un po’ di definizione, ma è ancora molto godibile. 88

2010

Giunti al termine della carrellata di assaggi l’impressione è in effetti di una solidità e costanza qualitativa e stilistica molto apprezzabili, con un’idea iniziale sviluppata alla perfezione, secondo l’intuizione della potenza e della dolcezza. Tenuta Nuova è un vino che fa storcere il naso perché punta molto sul tutto e subito, e in effetti la dimensione temporale ideale per il suo consumo è attorno ai 10-15 anni dalla vendemmia, oltre i quali solo le annate eccezionali riescono a dargli continuità e approfondimento. Questo Brunello ha scritto un nuovo capitolo per il sangiovese di Montalcino, dimostrando agli scettici come fosse possibile esprimere il lato fruttato e dolce di questo vitigno senza asciugarlo e scarnificarlo troppo nel lungo invecchiamento. La sua celebrazione arriva nel momento giusto, in cui le pressioni ultramoderniste si sono placate e ciascuno nel territorio ilcinese può scegliersi lo stile preferito.

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

4 Commenti

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Filippo Apostoli

circa 6 anni fa - Link

Bravo Andrea! I collezionisti nel mondo (soprattutto in Belgio) se lo strappano di mano. Lunga vita a Casanova di Neri e al Brunello!

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Stefano Cinelli Colombini

circa 6 anni fa - Link

Non è decisamente il mio stile, ma è innegabile che sia un pezzo importante della storia recente del vino italiano. Ed è un pezzo importante della storia recente del vino italiano che è stato scritto a Montalcino da un Brunello. Tanto di cappello a Giacomo.

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Montosoli

circa 6 anni fa - Link

Grazie Andrea; Chi è il nuovo enologo..?

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Andrea Gori

circa 6 anni fa - Link

Ancora non è stato ufficializzato ma potrebbe anche non esserci un vero e proprio sostituto visto gli ingressi in azienda dei figli in maniera più consistente

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