La Terra Trema | Un’altra fiera del vino è possibile

di Giovanni Corazzol

“Cara, ci sarebbe quest’altra fiera del vino”. Marcello Mastroianni, Divorzio all’italiana (Piero Germi, 1961). No, non è una citazione presa dal film e neppure un espediente per costruire una facile relazione tra il titolo e il mio prossimo, inevitabile stato civile. Serve soltanto per fornire un riferimento visivo capace di evocare l’espressione disgustata che, dopo il virgolettato, mi è stata legittimamente elargita.

“Ma questa è diversa, tesoro, davvero non posso mancare, pensa che è nata da un progetto di Luigi Veronelli. No dai davvero, a questa non posso mancare”. E di questo ho vergogna, perché evocare il nome di Veronelli per ammantare di nobiltà un atto di egoismo non è bene. Anche se consente di ricordare un grande uomo e il suo ultimo grande progetto: il Critical Wine. Critical Wine oramai è un brand. Molti Centri Sociali lo utilizzano per riferirsi all’esperienza cominciata al Leoncavallo nel 2003. L‘originale però, ribattezzata nel 2005 “La Terra Trema – Vini e vignaioli autentici, agricolture periurbane, cibo e poesia dalla terra”, resta la fiera enogastronomica organizzata da Folletto25603 di Abbiategrasso e appunto Leoncavallo s.p.a.. E io, uomo orribile, ci sono stato per Intravino, che conseguentemente, parteciperà all’assegno mensile di mantenimento.

La Terra Trema si presenta all’edizione 2011 in grande spolvero. Dopo le polemiche dello scorso anno, causate dalla involontaria, ma non per questo meno colpevole, sovrapposizione con la bright new manifestazione del gastronauta Davide Paolini (Semplicemente Uva), quest’anno non meglio identificati motivi indipendenti dalla volontà degli organizzatori, hanno tolto tutti dall’imbarazzo e lasciato le luci dei riflettori ben fisse sul Leoncavallo. Sarà forse anche per questo, oltre all’innegabile qualità del programma della tre giorni meneghina, che i numeri di quest’anno hanno reso ampiamente soddisfatti gli organizzatori: si parla infatti di seimila visitatori complessivi, con un picco di oltre duemilasettecento solo nella giornata di sabato, ottantuno i viticoltori e ventiquattro tra agricoltori ed artigiani. Questi almeno i numeri che mi arrivano da Folletto e Leoncavallo. Si attendono ancora i dati della prefettura.

Reduce dalla contraddittoria esperienza di Vini di Vignaioli di Fornovo di Taro, mi avvicino a quest’altro happening con un misto di prevenzione e timore reverenziale. Prevenzione perché temo di assistere alla celebrazione di un rito: persone che si conoscono che vanno a salutare persone che si conoscono che producono vini che si conoscono; timore reverenziale perché la storia ed il forte messaggio politico che esprime La Terra Trema (sì lo è politico, porsi in modo critico ed antagonista proponendo un diverso sistema di produzione e distribuzione, è fare politica, condivisibile o meno, ma politica) si percepiscono tangibilmente ed incutono a noi enofighetti una certa soggezione. Emozioni entrambe del tutto soggettive che svaniranno presto a favore della qualità e del piacere di scoprire prodotti eccellenti e uomini non comuni. Così, sgambettando tra i banchetti ben disposti mi metto a cercare vino buono prestando attenzione al principio applicato del prezzo sorgente e cercando quando possibile degli acquisti low cost. Eccovi difettoso e parziale resoconto:

Denny Bini, Covolo (RE) Denny Bini si è ritagliato in pochi anni uno spazio importante. Premiato da Slow Wine lo ascolti e non capisci. Non perché non sappia esprimersi, tutt’altro. E’ che mentre ti presenta una batteria di sette assaggi eccellenti, passando dai rossi a base lambrusco e malbo gentile ai bianchi a base malvasia candia e moscato (tutti sui 5,00/6,00 euro), ti spiega quasi imbarazzato che lavora mezzo ettaro di vigne (0,5 ha). E poi bevi il Maestrale 315 (malbo gentile fermo, 7,00 euro), e il Tramontana 360 (malbo gentile passito, 15,00 euro) e ti ritrovi a pensare che dovrai approfondire anche uve che pensavi di poter relegare ai margini. Dannazione.

Annibale Alziati, Rovescala (PV) Il Gaggiarone proprio non lo conoscevo. Cilicio indossato. Siamo nell’ Oltrepò pavese. Vino a base croatina di gran struttura, Annibale ci fa assaggiare il 2003 (25,00 euro) in cui sembrano essere riconoscibili le parole di Veronelli che con Brera ne era estimatore: “il colore rosso granato nutrito e pieno, brillante, il bouquet composto, ampio e compiaciuto (sentore di mandorla amara), il sapore asciutto, anche composto su bel fondo amarognolo, il nerbo e la stoffa consistenti, bene espressi, e il pieno carattere.” Bevuto mangiando i formaggi di Gregorio Rotolo. Goduria. Fuori budget per il quotidiano (e chi ci riuscirebbe a berlo tutti i giorni?), ma fantastico per le occasioni speciali.

Vignale di Cecilia, Baone (PD) Bellissima scoperta il Colli Euganei Rosso Covolo, annata 2006. Taglio bordolese (70% merlot, 30% cabernet) affinato in barrique esauste di 4° o 5° passaggio e cemento, si fa apprezzare per eleganza e sapidità. Ha una trama tannica importante e si fa bere di gusto. Paolo, violoncellista della vigna, ha vitalità e forza come i vini che produce. E con questa mi sento zimbellabile. Prezzo discount (7,50 euro).

Lorenzo Gatti, Ponte di Piave (TV) Come ho scritto in altre occasioni, mi capita facilmente di cercare il vignaiolo nel vino e di perdere lucidità nel giudizio. Il raboso della famiglia Gatti mi sembra così intimamente legato ai caratteri delle persone che lo producono da indurmi a credere che in questo caso sia stato il vino a formare il carattere di chi lo produce e non viceversa. Il Raboso (7,50 euro) ha aromi netti di fiori e frutti rossi, violetta e marasca (questa era facile, l’ho copiata), in bocca l’acidità tipica del vitigno è stordente ma invita al secondo bicchiere ed a festeggiare tirando fuori bei formaggi stagionati e qualche fetta di soppressa. viva.

Rasicci Emanuele, Controguerra (TE) Emanuele mi ha divertito un mucchio. Rientrato da Milano l’ho subito cercato su Facebook per diventare suo amico e scoprire qualcosa in più di quanto il tempo concessomi avesse permesso. Ho così trovato conferma al sospetto. Emanuele è una sorta di santone yoga teramano, di aspetto bonario e assolutamente nel ruolo. Trentasette anni, alto, magro, biondo e barbuto, sembra dare molta più importanza alle gesta di Sri Prem Baba che al suo vino. D’altronde chi per descriversi nella sua scheda di presentazione scrive: […] L’altro obiettivo è quello di ridurre sensibilmente le ore di lavoro, anche a scapito dei ricavi, per avere più tempo da dedicare alla cura del Sé, entra facile nella mia cantina. Ma lo fa anche perché il suo Montepulciano d’Abruzzo DOCG Colline Teramane del 2008 (6,00 euro) assomiglia parecchiotto al mio vino quotidiano con qualche aspirazione in più. Namasté Emanuele.

La Viranda, Calamandra (AT) Claudio Solito è il vincitore della Roncola d’oro, il premio che viene assegnato al vignaiolo o all’agricoltore che raccoglie più voti dal pubblico. Meritato. La sua Barbera d’Asti del 2003 (6,50 euro) è un inno alla bevibilità ed è il paradigma del bere bene senza dover spendere pacchi di denari. Lusso.

(Foto: laterratrema.org)

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Giovanni Corazzol

Membro del Partito del progresso moderato nei limiti della legge sostiene da tempo che il radicalismo è dannoso e che il sano progresso si può raggiungere solo nell'obbedienza.

21 Commenti

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Margo

circa 12 anni fa - Link

Concordo con la recensione (e mi stupisco dell'assenza di vetriolo che vi contraddistingue). Onore al merito a Claudio, vignaiolo e amico che la Roncola d'oro la merita davvero - perchè quella vera la usa quotidianamente nei suoi campi e in ogni discussione, perchè parla sempre con l'accetta.

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Roberto

circa 12 anni fa - Link

ma il babyparcheggio c'era?

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Nic Marsèl

circa 12 anni fa - Link

Bell'articolo, bella fiera e belle persone quelle che citi tra i produttori. La "sciabola" in foto sembra proprio quella di Gregorio Rotolo, giusto? Il Gaggiarone 2003 (di cui ancora custodisco gelosamente un paio di esemplari in cantina) non credo di averlo pagato (a suo tempo, non ricordo in quale edizione) più di 10 euro, per cui mi sembra strana l'attuale valutazione. Rasicci è stata una bella scoperta anche per me (grazie Fiorenzo Sartore). Nel marasma di domenica mi pare di aver intravisto Fabio Cagnetti ... ma potrei essermi sbagliato. Anch'io mi sono rivolto soprattutto ai produttori con prezzi più contenuti, tuttavia alla fine i miei assaggi top sono stati Cappellano (m'inchino al chinato : se si puo' ancora considerare vino allora è uno dei migliori assaggi della mia vita), e Antonuzi (Alea Jacta Est 2009 strepitoso).

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Fabio Cagnetti

circa 12 anni fa - Link

e infatti c'ero, folgorato anch'io da Denny Bini e Alziati.

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Dan

circa 12 anni fa - Link

Begli amici, tra il Corazza e il Riottoso! ;-)

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Giovanni Corazzol

circa 12 anni fa - Link

@Nic: Sul Gaggiarone devo in effetti fare un surplus di indagine. Il prezzo sorgente è 17,40 (http://www.laterratrema.org/vignaioli-e-agricoltori/lombardia/alziati-annibale/gaggiarone/). io mi sono appuntato che il 2003 lo faceva pagare la cifra che ho scritto. Prendo contatti e riferisco. @Roberto: non lo so, questa volta mi sono mosso da single. ;)

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paolo

circa 12 anni fa - Link

occhio a non confondere gaggiarone vitigni storici con gaggiarone vitigni giovani...

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Giovanni Corazzol

circa 12 anni fa - Link

Sono i vitigni storici (50 anni). torna adesso?

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Cellar Tours

circa 12 anni fa - Link

piccolo puntino sulla "i": la prima edizione di critical wine è stata a Verona al csoa la Chimica nell'aprile 2002

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Giovanni Arcari

circa 12 anni fa - Link

e pioveva dal tetto... :-)

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Roberto

circa 12 anni fa - Link

ah.. comodo criticare pesantemente una fiera per la mancanza del babyparking dicendo addirittura che non è una fiera per famiglie e poi andare al Leoncavallo e fare i menefreghisti alternativi di sinistra. Suvvia un po' di coerenza

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Giovanni Corazzol

circa 12 anni fa - Link

Grazie Roberto mi permetti di chiarire la posizione espressa in quel post. Vini di Vignaioli è una splendida manifestazione. Lunga vita. Ciò di cui mi sono lamentato e che io, Giovanni Corazzol, ho percepito come un limite, è non aver definito quello che da qualche parte viene chiamato target group. Sono gli operatori del settore? Sono i ristoratori? Gli enotecari? Il cliente finale? Le famiglie? Quella del baby parking è solo un escamotage per segnalare quanto a me è parso un limite. Se nel sito web segnalano la presenza di un baby parking significa che l'organizzazione pensa anche che anche le famiglie siano un possibile target group. nel sito de la terra trema il BP non c'era. questo ma soprattutto altro ha implicitamente aiutato a definire chiaramente quali fossero le categorie dei possibili fruitori. Il tendone di Fornovo a mio avviso, ribadisco, è troppo piccolo se non si rende evidente chi sono i destinatari potenziali. quella è stata la mia critica. spero ora sia più chiaro.

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pasquale

circa 12 anni fa - Link

Bell'articolo, bel progetto, sicuramente qualcosa di importante per i piccoli agricoltori-contadini italiani e per le persone che vogliono sganciarsi da rapporti di produzione massificati, da un mercato che sfrutta il lavoro delle persone e questa T/terra... altro puntino sulle i:la prima edizione della terra trema al leoncavallo è stata nel 2008, ad abbiategrasso c'è stata una pria edizione terra trema nel 2006 ( sul sito della terra trema trovate anche gli audio e le foto) dove si sono incontrati i folletti con i compagni che hanno costruito, insieme a Veronelli, quella starordinaria esperienza chiamata critical wine...

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Cellar Tours

circa 12 anni fa - Link

ho la locandina incorniciata e appesa di fronte a me ... prima edizione terra e libertà/critical wine fiera dei particolari leoncavallo: 5-6-7 dicembre 2003 come terra trema, invece, al leoncavallo dal 2007, ad abbiategrasso 2005 e 2006 ...in ogni caso, bravi i "folletti"!

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Marino

circa 12 anni fa - Link

Io non sono andato purtroppo, ma mi hanno detto che tra i migliori assaggi c'erano (come al solito aggiungo io) i vini di Gianmarco Antonuzi de Le Coste,quelli di Cappellano e quelli dell'Azienda Grillo.

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laterratrema

circa 12 anni fa - Link

Sì! Ad una edizione di La Terra Trema al Leoncavallo bella come quest'anno mancavi solo tu, caro Gino. E me ne dispiaccio molto, perché avresti visto tanti vignaioli da tanto tempo tuoi amici e tanti nuovi vignaioli che ti avrebbe fatto piacere incontrare e conoscere. Avresti assaggiato tanti buoni vini, tanti ottimi vini in compagnia di tanti amici che ancora ti ricordano con affetto, con tante persone che non ti avevano mai sentito nominare, ma che sono state pronte ed attente ad ascoltare ciò che di te si dice ancora. Avresti portato in quelle sale quel senso di speranza che solo la fiducia nella qualità, come tu l'hai sempre intesa, avrebbe trasformato in certezza per il futuro. Avresti guardato anche tu con un certo stupore una lunga e ordinata fila di persone in attesa di entrare al Leoncavallo, che ha consentito a questo vituperato luogo di perdizione e depravazione di rivelarsi come uno dei luoghi più civili di Milano. Avresti visto anche tu quanti passi in avanti i tuoi giovani amici hanno compiuto, quanta consapevolezza in più hanno appreso, quanta capacità critica si è sviluppata in loro e nei circoli culturali che animano e frequentano. Perché La Terra Trema al Leoncavallo è solo l'ultimo atto di un percorso di iniziative culturali che dura tutto l'anno in tante città e in tanti ambiti. Io non ho potuto che ricordare le tue parole più celebri, anche se forse sono state quelle meno capite e meno recepite, qualche volta persino derise: «Il peggior vino contadino è migliore del migliore vino di industria». E lo ripeterò all'infinito, finché non si sarà compreso che cosa sia davvero il vino contadino; e cioè il vino di chi coltiva una vigna, ne raccoglie l'uva e la vinifica, affina il suo vino, lo imbottiglia e lo vende col proprio nome, con le proprie insegne. Questa è la supremazia del vino contadino. Dopo sette anni alzerò ancora il calice del vino contadino che più hai amato, cantato e lodato. G.B.

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Cellar Tours

circa 12 anni fa - Link

grazie, GB :)

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mauro fermariello

circa 12 anni fa - Link

Forse non è bello farsi pubblicità, ma qui potete farvi un'idea delle tre giornate: http://www.winestories.it/la-terra-trema/ buona visione m.

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Nic Marsèl

circa 12 anni fa - Link

bel video, complimenti :-)

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Giovanni Corazzol

circa 12 anni fa - Link

Allora debbo alcune precisazioni: L'anno d'inizio è il 2003. La prima Critical Wine è a Verona, nel Centro Sociale la Chimica. Il 5/7 dicembre di quell'anno, dopo un tour in diversi altri Centri Sociali, CW approda al Leoncavallo. Fiera dei Particolari/Critical Wine al Leoncavallo va avanti fino al 2005, un anno dopo la scomparsa di Veronelli. La Terra Trema nasce nel 2004 ad Abbiategrasso per iniziativa di Folletto 25603, come piccola fiera di contadini che poi viene portata anche a Milano al Leoncavallo. Dal 2007 la manifestazione organizzata dai due Centri Sociali prenderà il nome attuale di La Terra Trema. Gaggiarone: il vino costa a listino 14,50 euro più iva in azienda.

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BRUNA FERRO

circa 12 anni fa - Link

Un appunto: il grande Claudio de La Viranda è di San Marzano Oliveto e non di Calamandrana!! Una azienda da visitare assolutamente nel mio bel Paese di San Marzano!! Grande Claudio!!!:)

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