La Sardegna che non ti aspetti: l’AIS ci racconta di molti malti e un gran fermento

La Sardegna che non ti aspetti: l’AIS ci racconta di molti malti e un gran fermento

di Thomas Pennazzi

La Sardegna questa sconosciuta: l’isola in mezzo al Tirreno riserva sorprese a non finire, e non solo enologiche. Già sulle nostre pagine abbiamo raccontato, anche di recente, di numerosi e brillanti vignaioli, più o meno conosciuti sul Continente.
Ora l’Associazione Italiana Sommelier isolana ha dato alle stampe una «Guida alle birre artigianali della Sardegna» che rivela un panorama poco conosciuto all’infuori degli addetti ai lavori e dei malt&hop maniacs.

In Sardegna c’è fermento, e più birra di quel che ci si sarebbe immaginati: birrifici figliastri di Ichnusa, la secolare madre della birra sarda, ma i cui padri vivono ben oltre le alpi, per ispirazione e stili produttivi.
L’agile volumetto ci rende una panoramica del piccolo ma vivacissimo mondo brassicolo locale. I birrifici non sono molti, ne vengono censiti 28, di cui 25 hanno una scheda nel libro. Una frazione della realtà nazionale, che conta ormai quasi 1000 produttori artigiani.
Un paio sono ultradecennali, tre o quattro nati tra il 2008 e il 2009, mentre il grosso è stato fondato tra il 2013 e il 2015, benché quasi tutti siano evoluzione di precedenti esperienze di home-brewing.

Per capacità produttiva quasi la metà è sotto i 100 hl/anno, 8 tra 100 e 500 hl/anno, e solo 6 tra 500 e 1000 hl/anno. Possiamo quindi immaginarci che la distribuzione delle loro birre sia prettamente locale, quando non in-house, per i più piccoli brew-pub. Solo i grandi hanno struttura tale da far attraversare il mare alle loro birre, e a dire il vero qualcuno perfino oltreoceano.
Gli stili rappresentati sono quanto mai vari, con un occhio di riguardo alle tradizioni belga e bavarese, senza dimenticare i generi anglosassoni. Ma l’elemento distintivo che contraddistingue i produttori sardi è il loro attaccamento alla tradizione isolana. Lo si vede nelle etichette, frequentemente in lingua, e soprattutto negli ingredienti locali che caratterizzano le birre più originali: talvolta frumenti e perfino luppoli, ma più spesso mieli di corbezzolo, di cisto, lentisco e asfodelo, bacche come ginepro e mirto, la rara pompìa di Siniscola, sorta di cedro, la pesca indigena, il fico d’India, la sapa (mosto cotto). Insomma non c’è di che annoiarsi tra queste bottiglie.

Il tutto grazie alla vivace attività dei numerosi home-brewers, alcuni dei quali evolutisi in vere e proprie attività commerciali, anche utilizzando impianti di terzi. Il 2009 ha visto la nascita dell’associazione HBS (Home Brewers Sardi), che negli anni ha curato fiere, corsi, e campionati per birrai, nonché serate divulgative e gastronomiche.
Altrettanto preziosa l’attività di Fermento Sardo, associazione di birrai artigianali che ha fatto da lievito al movimento isolano. Corsi, lezioni, la presenza a tutti gli eventi che riguardano la birra, dalla celebre rasegna di Olbia dino alle fiere paesane, con prestigiose uscite anche al Barcelona Beer Festival, hanno innalzato l’interesse verso la produzione della birra su scala artigianale in tutta la Sardegna.

Il volumetto dell’AIS sarda si dimostra quindi una guida preziosa a questa realtà spumeggiante, completo di informazioni sugli abbinamenti, e di un’esauriente introduzione agli stili della birra, oltre che per la recensione e degustazione di circa 100 birre scelte da tutti i produttori.
La prossima volta che andate in Sardegna, cercate le bionde (ma anche rosse e le brune). Non c’è solo Vermentino e Cannonau su quei lidi.

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Thomas Pennazzi

Nato tra i granoturchi della Padania, gli scorre un po’ di birra nelle vene; pertanto non può ragionare di vino, che divide nelle due elementari categorie di potabile e non. In compenso si è dedicato fin da giovane al suo spirito, e da qualche anno ne scrive in rete sotto pseudonimo.

2 Commenti

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Gino

circa 7 anni fa - Link

Grande notizia ! bevendo poca birra ma vedendo tanti che ne bevono tantissima mi domandavo se in Sardegna ci fosse qualcos'altro oltre l'Ichnusa. Ebbene sí e ciò conferma che l'Isola è vivace e spumeggiante. Mi terrò informato per magari essere presente a qualche fiera o presentazione. Saluti

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abi

circa 7 anni fa - Link

Ti assicuro che dopo aver bevuto una 33 artigianale sarda fuori stagione in un baretto deserto di Sant'Antioco a 6,5 EUR!!! quando tornerò in Sardegna continuerò di Cannonau, Carignano, Vermentino, Nasco e così via e le birre me le bevo a Milano.

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