La ricetta della giardiniera di verdure con l’aceto fatto in casa

di Giulia Mancini

C’è stato un periodo che le bottiglie di aceto in cucina sviluppavano madre in maniera autonoma, la mia spiegazione è sempre stata che essendo posizionate sotto la dispensa, in un luogo caldo e a temperatura costante, raccogliessero batteri e lieviti e facessero il resto da sole. Poi ho iniziato ad alimentare la madre come vedevo fare da bambina “dai da mangiare all’aceto, gli piacciono gli spaghetti” diceva mia nonna. E la madre cresceva bella, lucida e cicciona, si sfogliava che era un piacere. Perché quella massa gelatinosa e un po’ viscida, lattiginosa e ramificata che si era posata sul fondo delle bottiglie e delle damigiane altro non era che il prodotto dei batteri che stavano lentamente e inesorabilmente trasformando il vino in aceto; è una massa di cellulosa che i batteri presenti, alimentati dagli zuccheri e dall’ossigeno (perché le bottiglie in questo caso non vanno tappate ma basta coprire il collo con una garza di cotone) producono come frutto del loro lavoro di ossidazione.

Nello stesso periodo le bottiglie di vino aperte in casa raramente si finivano, erano buone, a volte ottime ma spesso rimaneva un fondino; al che venivano mescolati questi rimasugli e gli aggiungevo un po’ di madre e due spaghetti. E via aceto. Stessa cosa con i fondi di champagne che provenivano da sfiancanti sedute di degustazione, quell’aceto poi è stato messo a maturare con scalogni essiccati. Poi è stata la volta dei fondi di rosso, spesso francesi, e così è nato un gemellaggio tra mosto cotto abbruzzese, madre di aceto balsamico modenese e Borgogna; di questo matrimonio i frutti li avremo tra qualche anno, sperando non divorzino prima!

Insomma avevo in casa una quantità enorme di aceto, oltre a quello comperato perché è immancabile in una cucina come la mia quello di malto inglese, i vari aceti da frutta e verdura, la variante alsaziana di balsamico al miele e senape, quello di Xeres e  una bottiglia di Banyuls. Con i più particolari cucino cercando di enfatizzarne il sapore in accordo con le preparazioni, esattamente con la stessa attenzione con cui sceglierei un vino per cucinare, mentre le bottiglie di aceto più banale le usavo un po’ per tutto: ammorbidente per gli asciugamani, ultimo risciacquo dei capelli, anticalcare, per pulire le finestre. Poi l’illuminazione: sott’aceti, barattoli di sott’aceti! Ho iniziato con i cetriolini poi è stato il turno del turnish left e infine la giardiniera. Perché a me la giardiniera di verdure piace tantissimo ma quella che si compera ha un difetto terribile: la consistenza. Le verdure sono mollicce, stracotte, non sono mai croccanti e hanno tutte lo stesso sapore. Aceto di scarsa qualità, solo quello. Ho usato lo stesso metodo che uso per le rape, non cuocio le verdure prima di metterle in barattolo, così facendo mantengo la croccantezza e il vigore; l’unica cottura è quella indiretta durante la fase di sterilizzazione dei barattoli. Provare per credere, manterranno il colore brillante, la consistenza e la croccantezza, l’acidità non sarà esasperante e il risultato sarà perfetto per accompagnare affettati o bolliti.

Per 6 barattoli ho usato

4 coste di sedano, le più interne

5 carote piccole

1 peperone giallo

1 peperone rosso

½ cavolfiore

30 cipolline borretane

3 foglie di alloro

750 ml di vino bianco

1,3 l di aceto di vino bianco

2 cucchiai di sale integrale grosso

3 cucchiaini di zucchero semolato

15 grani di pepe Malabar

Come prima cosa, volendo preparare questi barattoli di conserva, bisogna assicurarsi che la verdura utilizzata sia integra e freschissima: passerà del tempo prima di mangiarla quindi non deve mostrare ammaccature né essere già un po’ molliccia.

In una casseruola capiente ho fatto scaldare a fuoco basso il vino bianco insieme a 700 ml di aceto, aggiunto sale e zucchero, i grani di pepe e le foglie di alloro precedentemente lavate.  Mentre aspettavo che raggiungesse il bollore ho mondato le verdure: sbucciato le cipolline, tagliato le falde di peperone e tagliate a pezzi di circa 3 cm per lato, grattato le carote e tagliate a fette di 1 cm di spessore, sfilato le coste di sedano e diviso il cavolfiore in cimette. Dopo aver lavato in acqua fredda tutte le verdure le ho sistemate su un panno da cucina e asciugate tamponandole leggermente.

Una volta che aceto e vino hanno spiccato il bollore ho lasciato stiepidire prima di versare tutto il liquido sulle verdure raccolte in una ciotola capiente. Poi ho coperto con un telo pulito e lasciato marinare 2 ore. Nel frattempo ho scaldato i barattoli in forno a 160°C e una volta stiepiditi li ho riempiti con le verdure scolate dal liquido di marinatura, distribuendole in maniera equa; ho riempito con il suddetto liquido fino a metà barattolo e rabboccato il tutto con aceto di vino. Bisogna assicurarsi di lasciare 2 cm di spazio libero tra contenuto e coperchio per evitare che in macerazione si possa compromettere la chiusura. Sistemato i barattoli in una pila sufficientemente grande, coperto con acqua fredda andando oltre i coperchi di 3 cm e portato a ebollizione per 20 minuti. Una volta trascorso questo tempo ho aspettato che i barattoli e l’acqua fossero tornati a temperatura ambiente, quindi scolati e asciugati. Ora passerà almeno un mese e mezzo prima di mangiare la giardiniera ma l’attesa mi ripagherà.

5 Commenti

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Monia

circa 10 anni fa - Link

Mi hai talmente incuriosita che passerò la ricetta agli esperti di casa, quelli che , per passione, si preparano 800 vasetti vari a stagione! Mamma e papà ! Grazie

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Federico

circa 10 anni fa - Link

Questa la segno! ...certo che potevi aspettare l'inizio estate a postarla, c'era più disponibilità di prodotti stagionali! ... adesso dovrò ricordarmi di averla salvata al momento opportuno e non sempre ci risco ;-) Ho alcune curiosità se hai voglia di rispondere: - Dici di spegnere dopo che il vino/aceto ha spiccato il bollore, non fai niente per controllare che tutto l'alcool del vino sia evaporato? O lo è già di sicuro? Scusa forse è una domanda sciocca a cui potevo rispondere da solo con un po' di ricerche... - Aggiungendo vino all'alcool nella misura circa di 1/3 per 2/3, abbassi l'acidità totale del liquido. E' per questo che sterilizzi 20 minuti? Me lo sono chiesto perchè davo per scontato che in ambiente acido come l'aceto classico (6% direi) non dovrebbe esserci pericoli di patogeni, quindi perchè sterilizzare anche solo 20 min? La diluizione è stata la risposta che mi sono dato, ero curioso di sapere se era anche la tua. Ma forse la sterilizzazione è funzionale anche per la blanda cottura di cui parli. Curiosità. Se la foto che hai postato è la tua giardiniera, complimenti fa venir voglia di pic-nic, primavera e vino fresco!

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Federico

circa 10 anni fa - Link

Dimenticavo....il mio aceto è molto più torbido, non avrà certo lo stesso aspetto! :-)

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Giulia Mancini

circa 10 anni fa - Link

In estate sicuramente la rifarò con cetrioli, peperoni, taccole e altri prodotti di stagione; ora ho sfruttato il cavolfiore, le carote novelle e le borretane. L'evaporazione dell'alcol l'ho controllata provando a fiammeggiare ma avevo usato un vino a bassa gradazione appositamente. La sterilizzazione, come hai intuito, mi serviva per sigillare i barattoli e cuocere brevemente le verdure Sì, i barattoli che ho ottenuto sono proprio loro ma anche il mio aceto è torbido: l'ho filtrato usando una mussola di cotone sopra il colino poi aspettato prima di fotografarli

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cristina

circa 8 anni fa - Link

complimenti davvero per la ricetta e le immagini hanno dei colori stupendi! vorrei provarci anch'io, ma avrei questi dubbi: pensavo di preparare il liquido di cottura utilizzando un terzo acqua, un terzo aceto, un terzo vino bianco, ma non sono sicura che questo mi garantirebbe di ottenere un ph sicuro contro il rischio batteri..tu che ne dici? le proporzioni che invece indichi in ricetta garantiscono questo aspetto? quale gradazione di vino consigli?grazie mille!

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