La contemporaneità del Marsala: le riserve Florio 1939 – 2009

La contemporaneità del Marsala: le riserve Florio 1939 – 2009

di Andrea Gori

Sono anni che insistiamo a ripetere che il Marsala potrebbe essere un vino dall’appeal contemporaneo straordinario ma è sempre più complicato mantenerne alta la bandiera in un mondo del vino in cui le parole d’ordine sono freschezza, acidità e gioventù. Florio e il suo Marsala sono capisaldi dell’enologia siciliana ed italiana e l’organizzazione di eventi come quello realizzato durante Vinitaly lo dimostrano ancora una volta. Il panorama dei Marsala non è mai semplice da spiegare ma di certo lo possiamo almeno suddividere nei prodotti che potremmo inserire in tavola con abbinamenti creativi e che vadano oltre il classico dessert (pensiamo ai formaggi, a certe ostriche, su alcuni cous cous), e quelli che hanno la loro destinazione come vini da conversazione e meditazione.

Ma le chiavi di lettura sono tante e una degustazione con Luca Gardini a Verona ci ha aperto alcune porte inaspettate come spesso succede con i suoi interventi di certo caotici ma che svelano a tratti sprazzi di genialità che tutti noi degustatori gli invidiamo profondamente.

Baglio Florio 2002
Da uve grillo provenienti da vigneti coltivati ad alberello lungo la costa nord della città di Marsala e affacciati sulle saline, affina per oltre 10 anni in preziosi e antichi caratelli da 300 litri. Ha note di zenzero e cappero, complesso e salino, doppio naso teso, verticale e salato ma anche dolce. L’alcol si sente pieno ma c’è bilanciamento eccome, il sorso mantiene la doppia valenza di tagliente lama, dolce e amara in chiusura. Penetrante e con espansione tagliente  con tocco amarognolo che persiste e intriga. 88

Targa Florio 2006 Marsala Superiore Riserva Semisecco
Da uve Grillo molto intense e ricche allevate lungo la costa del marsalese, affinato per almeno sette anni in botti di rovere di Slavonia. Il vino del sole e dell’energia, sa di nocciola, nespola, tocco fenico di nobiltà e anima selvatica di alloro e geranio. Bocca di grande freschezza e sale, compatto alla vista e al tocco, tessitura sgrumata. Ancora chinotto amaro, densità incredibile che si rivolve in datteri, albicocca e prugne. 91 (uscendo dalla Sicilia è un vino straordinario per la zuppa inglese…)

Donna Franca Marsala Superiore Riserva
Affina in botti di rovere per oltre 15 anni ma non è millesimato perchè è un blend di Marsala anche centenari assemblati con un’arte che ricorda i Cognac più prestigiosi. Vino compatto, spesso, dominato da uva passa, corbezzolo, balsamico e caffè, impressiona sia al naso che in bocca per pulizia, purezza e precisione. Bocca spiazzante dolcissima e giovanile di frutta matura ma anche antica, note di acido grasso, tocco di rancio, sale, oliva nera, sassoso lunghissimo ma anche fresco e agrumato di zagara. Vino caleidoscopico e struggente, forse il meno abbinabile di tutti. 95

Zibibbo Morsi di Luce
Non un Marsala ma un passito di Pantelleria che esce come IGT, uve dai terrazzamenti panteschi tra i 50 ed i 100 metri s.l.m., vigneti ad alberello classico adagiato in piccole “coche” al riparo dai forti venti africani. Piazzato qui nel mezzo si esalta con le sue note di mughetto, lavanda e mandarino , scorza di arancio e menta, pulitissimo e prezioso, caramello, confettura albicocca appena bruciacchiata, ma grandissimo fascino mediterraneo solare e balsamico. 91

Vini da Riserve Storiche (appositamente spillate per l’occasione dalle botti in cantina)

Non sono prodotte ogni anno  ma esistono come testimonianza di annate eccezionali e sono in tre diverse tipologie: dolce, secco e vergine. Nel corso degli anni sono state dono per Papa Giovanni Paolo II e per diversi Capi di Stato. Non sono disponibili alla vendita se non in circostanze particolari e su richiesta.

Marsala Riserva 2009
Canfora officinale, muschio terroso, finezza e passionalità, volatile leggerissima, bocca piaciona da ostrica cruda, erbe officinali quali cardo e verbena, masticabile ma finissimo. 93

Marsala Riserva 1996
Chinotto e carruba, naso selvatico e più fresco, floreale ma mai amaro o vegetale. Potenza, eleganza, salinità, poi cumino e pepe bianco, miele di castagno, amarognolo ma dolce con guizzi di agilità che stupiscono in un vino che potremmo vedere servito durante un pasto senza battere ciglio. 92

Marsala Riserva 1952
Mallo di noce, nocino, canfora, timo cedrino, eucalipto e rabarbaro, caffè, salamoia e sasso, tabacco inglese da pipa. Acidità già ben presente al naso  con caramello e carrube, cacao e tocco amarognolo di pompelmo rosa che risveglia l’attenzione e che lo ridefinisce tant’è che ci devi tornare sopra di nuovo e ripetere l’assaggio: è disorientante per alcuni tratti di gioventù calda e passionale che conserva. 97

Marsala Riserva 1939
Note spiazzanti di olio evo di frantoio, mela cotogna, polvere da sparo, cardamomo,poi brown sugar e bergamotto. Affascinante gorgo di sensazioni tostate e sapide che si rincorrono nel bicchiere, sfidandosi nella persistenza aromatica, davvero ipnotica anche senza leggere l’anno sulla bottiglia. 95

Andrea Gori

Quarta generazione della famiglia Gori – ristoratori in Firenze dal 1901 – è il primo a occuparsi seriamente di vino. Biologo, ricercatore e genetista, inizia gli studi da sommelier nel 2004. Gli serviranno 4 anni per diventare vice campione europeo. In pubblico nega, ma crede nella supremazia della Toscana sulle altre regioni del vino, pur avendo un debole per Borgogna e Champagne. Per tutti è “il sommelier informatico”.

1 Commento

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Davide Bruni

circa 5 anni fa - Link

Povero Marsala ,,. vilipeso dal mercatone omologato e martoriato dagli isterismi del pazzerello Gardini ... Una fine ingiusta ... Viva i produttori di Santa Solera ... viva la Sicilia 💗💗

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